Nel 2028 a Detroit, quando Alex Murphy - un marito e un padre amorevole, e buon poliziotto - viene gravemente ferito in servizio, la multinazionale, OmniCorp vede la possibilità di creare un poliziotto in parte uomo e in parte robot.
RoboCop è ambientato nel 2028, anno in cui la multinazionale conglomerata OmniCorp è leader nell’industria robotica. All’estero, i droni da essa prodotti, vengono impiegati dalle forze militari da anni, ma sono stati vietati come tutori della legge all’interno dei confini americani. Ora la OmniCorp vorrebbe impiegare questa controversa tecnologia anche sul fronte interno, considerando questa opportunità un’occasione d’oro. Quando Alex Murphy – marito affettuoso, padre, e buon poliziotto, facendo del suo meglio per arginare l’ondata di criminalità e corruzione a Detroit – resta gravemente ferito, la OmniCorp intravede un’occasione unica per creare un poliziotto ibrido, in parte uomo ed in parte robot. La OmniCorp immagina un futuro in cui ogni città avrà il suo RoboCop, con conseguenti ricavi miliardari per i propri azionisti; ma alla OmniCorp stanno dimenticando una cosa fondamentale: che c’è pur sempre un uomo all’interno della macchina.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 6 Febbraio 2014Uscita in Italia: 06/02/2014
Data di Uscita USA: venerdì 7 Febbraio 2014
Prima Uscita: 07/02/2014 (USA)
Genere: Azione
Nazione: USA - 2014
Durata: 117 minuti
Formato: Colore 3D
Box Office: USA: 56.521.000 dollari | Italia: 1.697.785 euro
Classificazioni per età: ITA: 16+
In HomeVideo: in DVD da giovedì 5 Giugno 2014 [scopri DVD e Blu-ray]
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L'uomo e la macchina si fondono in RoboCop, un film diretto da José Padilha e basato sull'omonimo 'cult' degli anni '80. La storia racconta la vicenda di Alex Murphy, un agente di polizia che diventa il prodotto di punta della OmniCorp, una società leader mondiale nel campo della difesa robotica. In una Detroit devastata dal crimine, la OmniCorp inventa il prototipo di un poliziotto perfetto, un robot in grado di ripulire la città senza più mettere a repentaglio la vita dei poliziotti in carne ed ossa. Il problema è che l'idea di un robot armato spaventa la gente comune. Per poter attuare il suo piano, la OmniCorp giunge quindi ad un compromesso: trasforma l'agente Murphy, ricoverato in ospedale in seguito ad un grave incidente, in un robot. E quando Murphy si risveglia, al suo posto, troverà un poliziotto robotico.
Per la OmniCorp, Murphy rappresenta un'occasione d'oro. "È un prodotto da vendere", spiega Padilha. "Un prototipo. È stato inventato, proprio come una società di bevande crea una nuova bottiglia: la Omnicorp sta cercando il design migliore di un robot da vendere ai dipartimenti di polizia. È un'operazione che frutterà miliardi di dollari quindi la società è disposta ad ignorare i dettagli etici. Ma ha dimenticato una cosa importante: all'interno di questo prodotto, c'è un uomo. Non c'è solo un involucro, ma un essere umano. Ritiene di poter controllare la sua invenzione ma sceglie la persona sbagliata: Murphy è un uomo integro, e userà i suoi nuovi poteri solo al servizio della giustizia".
"La OmniCorp pensa che sia necessaria la presenza di un uomo all'interno della macchina, un uomo che prenda le decisioni in modo che la società non venga ritenuta responsabile nel caso qualcosa vada storto", dice Joel Kinnaman, la star della serie televisiva "The Killing", che nel film interpreta Murphy. "La società non interviene sui sentimenti di Murphy sul piano sociale, ma nel caso di una minaccia o di fronte ad un reato, la macchina è programmata per prendere il sopravvento; ma quando si rende conto che le emozioni umane rendono il sistema vulnerabile, la Omnicord decide di eliminarle completamente. Tuttavia, quando Alex rientra in contatto con la sua famiglia, quelle emozioni che sono state cancellate, trovano comunque il modo di riemergere e di prevalere sulla macchina. Murphy inizia così a prendere nuovamente decisioni autonome".
Kinnaman afferma di essersi interessato al ruolo di Alex Murphy dopo aver incontrato José Padilha. "José mi ha illustrato la sua visione filosofica e politica di RoboCop", racconta Kinnaman. "Un'idea che forniva spunti ad altri argomenti interessanti. Voleva fare un bellissimo film d'azione che introduce i dilemmi esistenziali che tutti noi affronteremo nel prossimo futuro. Ed io ho voluto assolutamente farne parte".
"Negli anni '80, l'idea di un essere composto da un uomo e da un robot era immaginabile solo in un lontano futuro, mentre noi la sperimentiamo proprio in questo momento," spiega Padilha. "Le protesi, i droni, le automobili con la guida artificiale, sono tutti concetti che si stanno imponendo nella nostra vita quotidiana. Ovviamente l'idea di un robot umanizzato suscita diversi interrogativi legali ed etici, ed Alex Murphy li incarna tutti: cosa succede se c'è un uomo all'interno della macchina?"
Padilha racconta che il suo coinvolgimento nel film è stato un caso fortuito: "Durante un meeting alla MGM, per parlare del prossimo film che avrei diretto, ho visto, sulla parete, un poster del primo RoboCop, e ho esclamato, 'Ecco il film che vorrei fare!' È bellissimo, un'icona, un classico. E loro hanno replicato: 'Ok, facciamolo'. È stata una coincidenza fortunata: uno studio provvisto del materiale adatto, con un dirigente che era un fan del film, ed un poster al momento giusto".
I produttori del film, Marc Abraham e Eric Newman considerano Padilha il regista perfetto per dirigere questa nuova visione di RoboCop. "Lo studio si è messo davvero in gioco", dice Abraham. "Si è rivolto ad un filmmaker che aveva realizzato alcuni brillanti documentari nonché due lungometraggi, Tropa da Elite – Gli squadroni della morte e Tropa da Elite 2 – Il nemico ora è un altro, che hanno avuto un grande successo, in particolare in Brasile e in Germania, infatti il primo di questi due film ha vinto l'Orso d'oro al festival di Berlino. Era felice di aver trovato un regista non convenzionale per un film altrettanto originale".
"I film di José possiedono una strana frenesia", dice Newman. "E il pubblico, dopo averli visti, li trova avvincenti ma anche ricchi di significato". E, aggiunge Newman, RoboCop è il film giusto per esprimere queste caratteristiche. "RoboCop è apprezzabile oggi come ieri", continua. José voleva ottenere un duplice risultato: un film ricco d'azione e di scene stupefacenti e inedite, ma anche di spessore, che avesse qualcosa da dire sul mondo".
"Penso che quando si va al cinema, il film deve appassionare, ma anche far riflettere'", spiega. Grazie alla sua ammirazione per RoboCop, Padilha ha voluto portare la storia sullo schermo in un modo nuovo e contemporaneo. "I temi del film sono persino più attuali di prima", dice. "Ci stiamo avvicinando ad un mondo in cui la guerra sarà automatizzata. I robot prenderanno il posto dei soldati e dei poliziotti. E proprio in questo periodo hanno luogo accese discussioni sui droni, che non sono automatizzati, ma guidati a distanza da essere umani, che osservano il territorio e decidono quando premere il grilletto. Ma cosa accade quando sarà un software, un algoritmo, a prendere una decisione simile? Tutto ciò che si vede nel film presto sarà realtà e anche noi discuteremo l'eticità di questi metodi. Sono contento di aver avuto la possibilità di trattare questo progetto a distanza di anni, alla luce di tutti gli attuali progressi tecnologici di cui disponiamo, ricreando la storia nel nostro presente, con i nostri problemi, conservando però il nucleo filosofico del personaggio originale".
Le questioni non sono semplicemente etiche o morali, ma anche pratiche. "Immaginate di comprare un'auto che si guida da sola e che l'auto perda il controllo ed investa qualcuno. Di chi è la colpa? Chi verrà denunciato? Voi o la società che ha costruito la macchina?", chiede Padilha. "Cosa succede se un poliziotto commette un errore e uccide qualcuno? Oggi è il poliziotto ad essere incolpato e non il dipartimento di polizia. Ma se il poliziotto fosse un robot? RoboCop parla proprio di tutti i problemi connessi alle nuove tecnologie".
Non è solo un problema politico, ma anche molto personale. "Nel film la gente deve credere che la macchina sappia cosa significa essere umani, e quindi la OmniCorp lascia intatto il cervello di Alex Murphy. Lui conserva tutte le sue emozioni, tutti i suoi ricordi e le sue capacità cognitive. Tuttavia non può tenere in braccio suo figlio nè fare sesso con sua moglie", dice Padilha. "Essere Robocop è un incubo. Il film parla del dramma di un uomo che affronta una questione esistenziale: come sarà la sua vita? Alex è una macchina o un essere umano?"
Anche se il film presenta un elemento esistenziale, il lato tecnologico è molto spiccato. I filmmaker hanno esplorato con piacere il mondo dei robot. "Una delle cose più eccitanti, sia per i filmmaker che per i fan, sono i robot", dichiara il produttore Eric Newman. "Ci siamo davvero divertiti: nel film vedremo gli ED-209, macchine omicide iper aggressive e gli EM-208, perfetti soldati dalle sembianze umane".
Lo scenografo Martin Whist, che ha ideato il look e le funzioni di RoboCop e dei robot ED-209 e EM-208, afferma che la fervida immaginazione del film ha un fondamento di verità. "Ogni volta che abbiamo immaginato le prestazioni di RoboCop, venivamo a sapere che si trattava di qualcosa che viene studiato in questo momento", spiega. "Ad esempio esistono persone in laboratorio che hanno dei sensori nel cervello, con cui riescono a muovere una mano robotica attraverso il pensiero. Abbiamo immaginato una potente pistola Taser e poi abbiamo scoperto che è già stata creata. Tutto ciò che si vede nel film è basato sulla realtà".
"Era fondamentale che il film fosse radicato nella realtà, doveva essere autentico e credibile", dice Newman. "Uno dei grandi vantaggi di José è che ha studiato fisica da giovane, quindi è molto ferrato in materia scientifica. Ha controllato la veridicità scientifica degli argomenti del film e ha scoperto che sono fondati".
RoboCop indossa due costumi ben distinti nel film. "Il primo costume è un omaggio al modello che compariva nel primo film", spiega Whist. "Volevo conservare i colori del costume originale; a prima vista è argentato ma, come nel primo film, abbiamo usato una tecnica che presenta tanti colori, fra cui il bordeaux e il blu cobalto. È un po' meno sofisticato del secondo costume, più squadrato, meno agile, una scelta intenzionale per mostrare l'evoluzione da un RoboCop all'altro".
Nel RoboCop originale, i filmmaker hanno usato l'animazione stop motion per creare i modelli ED-209. Nel nuovo film invece hanno usato gli effetti visivi. "Quando si vedono i robot ED-209 del film originale, è un momento memorabile, ma all'epoca quel genere di animazione si scontrava con i limiti nei movimenti della macchina da presa o della composizione delle riprese", spiega il supervisiore effetti visivi James E. Price. "Ora, siamo in grado di utilizzare strumenti moderni e c'è una maggiore flessibilità. Abbiamo potuto integrare i movimenti e ottenere sofisticate composizioni di immagini. Questo è molto adatto allo stile cinematografico di Josè, che è sempre molto attivo con la cinepresa, sempre pronto a cogliere l'attimo. La macchina da presa era libera di muoversi, dando spazio agli effetti visivi che lui desiderava".
I Personaggi
Al fianco di Joel Kinnaman, che interpreta Alex Murphy, troviamo un cast di grandi stelle fra cui Gary Oldman nei panni del Dr. Dennett Norton, il capo della Omni Foundation, responsabile della creazione di RoboCop; Michael Keaton nella parte di Raymond Sellars, l'amministratore delegato della OmniCorp; Abbie Cornish nel ruolo della moglie di Alex Murphy, Clara Murphy; Jackie Earle Haley nel ruolo di Mattox, che addestra Murphy dopo la sua trasformazione; Michael K. Williams nella parte del socio di Alex Murphy, l'agente Jack Lewis; Jennifer Ehle nel ruolo di Liz Kline, il consigliere legale della OmniCorp; Jay Baruchel nei panni di Tom Pope, il capo del marketing della OmniCorp; Marianne Jean-Baptiste nel ruolo del capo della polizia di Detroit, Karen Dean; e infine, Samuel L. Jackson è Pat Novak, un critico televisivo.
Kinnaman dichiara di essere stato felice di lavorare con Padilha. "Stiamo parlando di un futuro plausibile ma che ancora non esiste", dice l'attore. "Lui ha creato una realtà credibile, mai eccessiva o esagerata. Oggigiorno siamo già vicini al mondo di questo film, abbiamo arti bionici, stiamo cercando di far funzionare cuori finti. Certamente questa è una storia di fantascienza, ma si tratta di un salto realistico nel futuro".
Kinnaman era interessato soprattutto ad esplorare il modo in cui Murphy recupera la propria umanità dopo che gli è stata strappata via. "Ad un certo punto, Alex non ha più emozioni perché Norton ha ridotto a zero i suoi livelli di dopamina. Ma qualcosa lo induce a frugare fra i ricordi che sono registrati nel suo cervello. Ha accesso a tutte le telecamere a circuito chiuso dell'intera città, e può vedere immagini che risalgono a 20 anni prima; inizia a cercare le immagini di suo figlio, di sua moglie e di se stesso, per ritrovare la propria identità. E nel corso di questo processo, le sue emozioni iniziano a riemergere. Rivive l'aggressione subita e inizia a indagare su chi ha tentato di ucciderlo. Questi elementi lo riportano gradualmente in vita, e lentamente riaffiora la sua umanità. Grazie alla sua famiglia, riacquista una dimensione umana".
Kinnaman dice che, come molti attori, il costume lo ha aiutato ad entrare nel ruolo, anche se proprio il costume ha costituito una sfida enorme, la maggiore che avesse mai affrontato. "Il costume pesa circa 20 chili. È molto scomodo e la sua temperatura è sempre troppo calda o troppo fredda; però mi ha aiutato, per quanto non mi sentissi a mio agio al suo interno. Ma ho pensato che il mio disagio non fosse nulla al confronto delle sensazioni provate da Alex Murphy. Mi sarò anche sentito insicuro e nudo, perchè la cosa strana è che non si indossano abiti all'interno del costume, ma Alex avvertiva senza dubbio un disagio cento volte superiore al mio. Il costume ha contribuito a creare il mio personaggio".
Malgrado il disagio fisico generato dal costume, Kinnaman ha cercato di esprimere il modo in cui RoboCop rappresenta la massima innovazione della tecnologia robotica attraverso i movimenti del suo personaggio. Sono finiti i giorni dei robot sgraziati e ridicoli. "Stanno diventando bravissimi a rendere realistici i movimenti degli androidi a sembianza umana; ad esempio in Giappone esistono androidi infermieri che hanno dei movimenti molto delicati e che si prendono cura delle persone anziane", osserva Kinnaman. "Secondo noi il movimento di RoboCop doveva riflettere quello umano pur essendo estremamente potenziato. Cammina perfettamente, in modo estremamente fluido". Eppure i filmmaker non hanno resistito alla tentazione di accennare al passato. "Volevamo rendere un piccolo omaggio al modo in cui si muoveva Peter Weller, infatti mentre camminavo, prima giravo la testa e poi le spalle".
Kinnaman ha svolto un'ampia ricerca prima di incarnare il ruolo. "Alex Murphy appartiene all'unità speciale SWAT, è un poliziotto esperto che conosce il mestiere. Quindi anche io dovevo essere informato, per risultare credibile ", dice. "Ho dovuto imparare a maneggiare una pistola meglio di quanto non sapessi fare. In precedenza avevo lavorato per un paio di giorni con le forze specali svedesi, quindi ho continuato a lavorare con loro per altre due settimane. Inoltre ho collaborato con Uncle Scottie, che per 25 anni è stato un agente di polizia della metropolitana di Los Angeles e per 10 anni ha prestato servizio presso la SWAT".
Il rapporto chiave del film è quello fra Alex Murphy e Dr. Norton, lo scienziato creatore di RoboCop. "Il rapporto fra Alex e Dr. Norton è molto complicato, in un certo senso assomiglia a quello tra Frankenstein e il mostro", dice Kinnaman. "C'è una fiducia che è venuta meno e che deve essere ricostruita. Diventa quasi uno strano rapporto fra padre e figlio".
"Hanno un legame complesso, come quello fra un padre e un figlio", spiega l'attore nominato agli Oscar® Gary Oldman, che interpreta Norton. "Alex è un esperimento a cui Norton si lega a livello emotivo. E per una persona ossessiva come lui, Alex diventa una sfida che non può essere ignorata. Ogni genitore vive il momento in cui delude suo figlio e questo è ciò che accade fra Alex e Norton".
"Norton è un ingegnere bionico, uno scienziato all'avanguardia, un chirurgo all'ennesima potenza", dice Oldman. "È molto intelligente, brillante, forse la sua intelligenza può persino nuocergli. I suoi pazienti sono persone che hanno subito amputazioni, come ad esempio i veterani di guerra, e si adopera per dare loro una seconda chance, una nuova vita".
Tuttavia il suo lavoro cambia rotta quando incontra la sua sfida più grande: Alex Murphy. "Subisce una forte pressione per rendere RoboCop operativo, ma potrebbe non essere pronto a farlo", dice Oldma, "Norton è a un bivio: deve andare contro tutto ciò in cui crede come medico, è da lì che iniziano i problemi etici e morali".
Come Kinnaman, Oldman si è convinto ad unirsi al progetto quando ha sentito parlare della nuova visione che Padilha aveva di RoboCop. "Il lavoro di José è originale e rivoluzionario", dice Oldman. "È un filmmaker indipendente che approda con questo film ad una cultura popolare, ottenendo un risultato brillante".
Michael Keaton interpreta Raymond Sellars, l'amministratore delegato della OmniCorp. Padilha afferma che nonostante Sellars sia il 'cattivo' del film, voleva che fosse comunque un personaggio umano, una persona che ha le sue ragioni. "C'è un ottimo motivo per usare i robot in guerra o per applicare la legge: i robot non sono corruttibili, non si stancano, non hanno pregiudizi e non sono razzisti", spiega. "Sellars non è il classico cattivo, può sbagliare, ma è coerente".
"Raymond Sellars vuole partecipare all'evoluzione del mondo", spiega Keaton, "e le sue azioni scatenano quesiti sulla moralità e legittimità dell'utilizzo di questa tecnologia. È un uomo intelligente e straordinariamente ambizioso, un grande pensatore, che specula sul futuro in modo dilettantistico ma è dotato di senso pratico. Manipola Norton, ma non perchè sia cattivo o bugiardo; ha un piano, e comunica a Norton esattamente cosa vuole fare e come desidera che Norton lo faccia. È convinto di avere ragione".
Per interpretare questo ruolo, Keaton ha consultato le fonti più autorevoli, per ottenere informazioni su questa sofisticata tecnologia. "Ho imparato molto perchè per riuscire a trasmettere autenticità, sullo schermo, dovevo conoscere il mondo di Sellars", dice Keaton. "Ho parlato con alcuni esperti di robot del MIT (l'Istituto di Tecnologia del Massachusetts) e con un mio vecchio amico che ha scritto un libro su questo argomento. È straordinario quello che stanno facendo con la robotica, e come vivremo. Uno degli uomini con cui ho parlato è un alpinista che anni fa si è trovato in una tormenta di neve e che ha perso le gambe per congelamento; la cosa incredibile è che ancora si arrampica e ha contribuito a creare la tecnologia che glielo consente. Una tecnologia in cui il cervello invia un messaggio ad un nervo e il nervo reagisce come se la protesi fosse un arto vero; ho parlato con un veterano che possiede una di queste protesi e che afferma di considerarla una parte di sé. José è molto interessato a questo argomento che presenta più domande che risposte".
Abbie Cornish interpreta Clara, la moglie di Alex. "Clara è una donna serena, forte e intelligente, una madre e moglie adorabile", dice Cornish. "La sua famiglia è l'emblema della felicità, ma la sua vita viene distrutta dagli eventi del film. Tuttavia il forte legame familiare fornisce una traccia umana ed emotiva ad Alex dopo la sua trasformazione in RoboCop".
Cornish spiega che Clara occupa una posizione particolarmente difficile nello svolgimento dei fatti. "Sellars e Norton cercano la persona adatta a diventare RoboCop, e quando scelgono Alex, sarà Clara a dover prendere la decisione finale e a firmare i documenti", spiega l'attrice. "Come mai compie una simile scelta? Cosa fare quando ti dicono che tuo marito morirà ma che potrebbe continuare a vivere attraverso questa nuova procedura? Cosa fareste voi al suo posto?"
Jackie Earle Haley, nominato agli Oscar® per il suo ruolo in Little Children, interpreta Mattox, un ex militare che lavora per la OmniCorp, con l'incarico di far approvare la tecnologia robotica all'ispezione militare, compreso RoboCop. "Ha un importante background militare ma si ritrova a lavorare per la OmniCorp", spiega Haley. "È un conformista ma ha un tono sarcastico e leggermente arrogante. Adora i suoi robot, non li considera rischiosi. Sa esattamente quello che faranno. Per questo ha un problema con RoboCop, perché pensa che mischiando il sistema con materia umana, aumentano i livelli di rischio ed incertezza".
Haley dice di essersi preparato a questo ruolo per anni, senza saperlo. "Mi sono trasferito in Texas circa 13 anni fa. Con un amico mi esercito ad usare le armi da fuoco", dice Haley. "Lo facciamo per divertimento, a volte andiamo a caccia, ma la ragione principale è sempre stata quella di poter sfruttare questa capacità nel mio lavoro. Quando sono arrivato sul set di RoboCop, ho fatto domande sulle armi che avrei dovuto maneggiare, se fossero simili alle pistole che avevo già utilizzato. Il mio background è stato incredibilmente utile".
Michael K. Williams, che ha portato in vita il personaggio memorabile di Omar Little nella serie HBO "The Wire", appare in RoboCop nel ruolo del collega di Murphy, Jack Lewis. Williams dichiara di essere stato felice di aver fatto parte del cast, e che recitare al fianco di Kinnaman è stata un'esperienza particolare. Il lavoro di Williams si è svolto in due fasi. Prima di tutto ha girato le scene con Kinnaman prima della trasformazione di Murphy in RoboCop; in seguito è tornato per girare le scene con Kinnaman nei panni di RoboCop. "Una sera che abbiamo finito di girare mi sono reso conto che quella sarebbe stata l'ultima volta che vedevo Joel come essere umano. Gli ho dato una pacca amichevole sulla spalla per salutarlo. Quando l'ho rivisto, indossava il costume di RoboCop, e quando gli ho battuto la mano sulla spalla, me la sono quasi rotta!"
L'attrice premiata due volte con il Tony Award, Jennifer Ehle, che recentemente ha recitato con Jessica Chastain nell'acclamato film Zero Dark Thirty, interpreta Liz Kline, l'avvocato della OmniCorp. Jennifer osserva che in questa storia, che riguarda le scelte etiche e morali che tutti noi affronteremo nel prossimo futuro, il suo personaggio ha una visione del mondo che non differisce dalla nostra. Dice: "Liz Kline lavora in un mondo altamente tecnologico, ma gli ingranaggi del suo lavoro non sono poi così diversi da quelli di un avvocato dei nostri tempi. È interessante: tutti si spingono al di là dei confini e creano nuovi mondi, mentre lei si occupa di interpretare la legge alla lettera".
Jay Baruchel interpreta Tom Pope, il superficiale capo del marketing della OmniCorp, un uomo che considera RoboCop sia come un prodotto di consumo che come uno strumento della polizia, al servizio della popolazione di Detroit. "Pope è interessato solo agli affari, e non valuta un potenziale insuccesso", dice Baruchel.
Secondo Baruchel ed i filmmaker era importante che il pubblico fosse subito informato rispetto alla provenienza del personaggio, e in questo senso il costume di Baruchel è importante. "La costumista April Ferry ha deciso che doveva essere uno di quegli individui fissati con le marche", spiega Baruchel. "E così ha riempito il film dei suoi indumenti preferiti. Ogni giorno ero vestito in modo impeccabile, con abiti firmati e d'alta moda, che in realtà non indosserei neanche morto! Ma mi fa piacere che mia madre possa finalmente vedermi in giacca e cravatta".
Marianne Jean-Baptiste incarna Karen Dean, il capo della polizia di Detroit. "È forte e determinata", spiega l'attrice nominata agli Oscar®. "Ha fatto strada all'interno del dipartimento di polizia, ha acquisito un certo potere e questo le piace. Ma è giusta e onesta con i suoi sottoposti e tutti la rispettano".
L'attore nominato agli Oscar® Samuel L. Jackson completa il cast nel ruolo di Pat Novak, un opinionista politico. "Sam Jackson definisce il suo personaggio una via di mezzo fra il giornalista conservatore Rush Limbaugh e il leader dei diritti civili Al Sharpton!", ride Kinnaman. "È supponente, si schiera a favore dei robot e della OmniCorp".
"Samuel L. Jackson è un grande attore, ha una forte presenza, è carismatico, e sono rimasto sorpreso dalla sua preparazione", dice Padilha. "Gli abbiamo dato lunghi monologhi, tante battute e lui è stato perfetto, non ha mai dovuto rifare una scena, non ha mai commesso un errore".
La Scenografia
Per creare il look futuristico di RoboCop, i filmmaker si sono rivolti allo scenografo Martin Whist, che al di là dei set, è stato incaricato di ideare altri aspetti del film, fra cui i costumi di RoboCop, le motociclette e le automobili, le armi e i robot ED-209 e EM-208, create con gli effetti visivi. "È la prima volta che ho dovuto disegnare elementi che prendono vita nel mondo degli effetti visivi", spiega. "Questo film era pieno di nuove e avvincenti sfide e mi sono divertito molto a creare le macchine, le moto, i costumi e le armi, oltre ai set!"
Whist dice di aver potuto far fronte a questo vasto compito grazie all'esperienza della sua squadra. "Ovviamente ho tratto forza dall'ambiente circostante; sono stato affiancato da persone bravissime, che si sono divise i compiti lavorando sulle armi o sui robot", spiega. "Hanno contribuito a migliorare il design, e la loro presenza mi ha permesso di lavorare sulle rifiniture, senza dover creare tutto da solo. Gli esperti hanno messo in campo le loro idee e il loro talento, e noi li abbiamo guidati e fornito suggerimenti".
Nel disegnare i costumi di RoboCop, Whist afferma che il secondo costume – quello nero – è stato particolarmente elaborato. "Il secondo costume era nero, più elegante, rifinito, ed aggressivo".
Per costruire i costumi di RoboCop, Whist ha lavorato con la nota società di Hollywood, la Legacy Effects, affinché la sua visione diventasse realtà; la società è nota per aver creato il costume di Iron Man ed altri effetti.
RoboCop ha due armi principali: una potente pistola Taser che custodisce nelle gambe (ancora una volta, un piccolo omaggio al film originale) ed una pistola che fuoriesce dal braccio. Whist sottolinea l'importanza di conservare un certo livello di attendibilità, anche se si tratta comunque di fantascienza. "Quando abbiamo disegnato la Taser, volevo mostrare come viene utilizzata, custodita e come diventa una pistola vera e propria nelle sue mani. Volevamo che sembrasse vera, che avesse una sua logica. Doveva avere una certa dimensione, in fin dei conti deve essere inserita nella gamba. E poi abbiamo immaginato il modo in cui esce e viene impugnata in modo plateale".
Nel disegnare una Taser futuristica, Whist voleva eliminare l'idea del filo. "La pistola Taser spara dei piccoli proiettili, che sembrano dei dischetti, e che si allungano durante il lancio. Quando il proiettile colpisce qualcosa, si comprime facendo uscire uno spuntone. Questo metodo estremamente avanzato ha come obiettivo di dare una scossa alla vittima. Ci siamo divertiti molto ad immaginare il meccanismo di questo oggetto".
L'altra arma importante di RoboCop è una pistola più tradizionale che fuoriesce dal suo avambraccio. "La lastra che ricopre il suo braccio si apre e diventa un'arma da fuoco. Un supporto entra nell'avambraccio, vicino al gomito, e quindi la pistola viene sospinta nella sua mano. L'idea è che quando la pistola viene azionata non ci deve essere troppa pressione sul suo polso. Quando disegno questo tipo di cose, cerco sempre di essere pratico anche se le mie creazioni non sono affatto pratiche. Gli oggetti devono abbinarsi perfettamente al mondo di cui parliamo, e persino un'idea fantasiosa come una potente pistola Taser che spunta dalla gamba di un robot, deve avere comunque una sua logica".
Whist ha inoltre disegnato i due robot del film, ED-209 e EM-208. "Per il 209, abbiamo di nuovo reso omaggio al film originale", spiega Whist. "Anche il nostro è un bipede, ha una testa grande ed è dotato di artiglieria pesante. Ma volevamo modernizzarlo, quindi lo abbiamo reso più avanzato, agile, capace, fornendolo di armi più pesanti e di maggiore autonomia".
EM-208 invece è un robot nuovo, creato per questo film. "Se il 209 assomiglia ad un carro armato, infatti provoca esplosioni o ripulisce i detriti, il 208 doveva essere più leggero e veloce", spiega. "È come un soldato da terra: può introdursi negli spazi più piccoli".
Whist ha coordinato il design di questi robot al fianco della squadra degli effetti visivi. "All'inizio il 209 era statico", spiega. "Poi hanno iniziato ad animarlo e a farlo muovere, e abbiamo dovuto modificare il disegno. Anche se è un effetto visivo, bisogna creare una dinamica fisica vera e propria affinché i suoi movimenti appaiano reali e coordinati; ad esempio, la giuntura di una gamba deve trovarsi in un dato punto affinché possa alzare la gamba o ruotare una pistola".
Whist ha inoltre ideato i veicoli del film. Sempre in base al film originale, le auto della polizia sono basate sul nuovo modello di Ford Taurus, proprio come la prima generazione Taurus aveva avuto un ruolo principale nel primo film. "Per fortuna l'ultimo modello Taurus ha un look molto bello!", dice Whist. "Sono molto soddisfatto delle auto della polizia, sono bellissime".
Per quanto riguarda la motocicletta di Robocop, Whist ha voluto cambiare. Basandosi sul modello della Kawasaki 1000, la squadra del design ha apportato varie ed importanti modifiche. "Abbiamo modificato il telaio, allungando l'interasse. È più lunga di una moto normale perché volevo che RoboCop assumesse una posizione allungata, d'attacco, quando la guida. È abbastanza grande perchè la moto di dimensioni normali sembrava troppo piccola sotto di lui. Infine l'abbiamo rivestita con un'armatura che assomiglia al suo costume. Lui si fonde con la moto, sembrano un'unica cosa, e poi abbiamo rifatto tutte le luci e la grafica, ovviamente".
Ovviamente Whist si è occupato dei set, compreso il laboratorio del Dr. Norton. "Volevo che quel set fosse rettilineo e asettico", dice Whist. "Il riferimento era un sottotesto di Francis Bacon, che riguarda l'idea dell'uomo e della sua psiche intrappolati nei meandri della società; nell'ufficio di Sellars c'è un trittico di Bacon dietro di lui. È una metafora molto forte per la storia di RoboCop quindi è stato anche il nostro punto di partenza; il laboratorio invece è quadrato, con angoli di 90 gradi, estremamente asettico, lucido e bianco. Sulle pareti ci sono credenze estraibili con ingranaggi inseriti nei muri e nei pavimenti. Esistono punti di contatto integrati nei muri, nel soffitto e nel pavimento. E poi in mezzo – in netto contrasto – c'è un letto naturale, curvo ed estraibile, usato da RoboCop. È lì che si connette e si sconnette, che fa circolare il sangue, in pratica è lì che si ferma per ricaricarsi".
Gli Effetti Speciali
Per gli effetti visivi del film, i filmmaker si sono rivolti al supervisore effetti visivi James E. Price, che spiega che la portata del lavoro di RoboCop riguarda essenzialmente tre categorie: 1) i robot, principalmente i modelli EM-208, ED-209 e RoboCop stesso; 2) il processo di futurizzazione dell'ambiente; e 3) la grafica e gli schermi compreso il punto di vista di RoboCop.
Il design dei robot è iniziato nel dipartimento artistico ma gli artisti presto hanno collaborato con la squadra degli effetti visivi che ha animato i loro disegni. "Nel caso del modello 209, l'obiettivo era di renderlo il più realistico possibile, un robot dall'aspetto pesante e minaccioso", dice Price. "Il design è particolare, con il caratteristico ginocchio all'indietro e la testa enorme; la difficoltà era proprio quella di creare una performance meccanica ed interessante che non sfida le leggi della fisica, ma che risulta bilanciata, infatti il robot cammina correttamente e risulta minaccioso senza essere goffo".
Per il modello 208, il cosiddetto soldato da terra di Whist, Price afferma che il problema era diverso. "I 208 hanno una sembianza umanoide, quindi volevamo ottenere da loro un movimento che riflette quello delle giunture umane. Ma non devono essere troppo umani e dovevano quindi conservare una caratteristica meccanica nel modo in cui camminano e si muovono. Bisognava curare la velocità e la precisione. Quando una persona si dirige da un punto all'altro rapidamente, le dita e le mani si muovono leggermente dopo aver compiuto il movimento, perchè compensano la massa del braccio in oscillazione. Ma un robot non ha questo problema, perché ha un controllo totale sul modo in cui muove le giunture. Abbiamo realizzato la motion capture degli umani e gradualmente abbiamo rimosso le imperfezioni della performance umana".
Per la creazione di RoboCop sono stati presi in considerazione sia questi aspetti che altri. "Per portare RoboCop in vita abbiamo utilizzato una vasta gamma di tecniche", continua Price. "Abbiamo iniziato con un attore in costume, nella fattispecie Joel o uno stuntman. Poi abbiamo sostituito alcune parti del costume, conservando solo la testa e il volto di Joel e sostituendo il resto del corpo, per creare un movimento complesso. E se RoboCop doveva completare un'azione che un umano non potrebbe compiere, come ad esempio muoversi in modo estremamente veloce o saltare molto lontano, usavamo una versione completamente digitale di RoboCop. Quando abbiamo animato RoboCop in questo tipo di situazioni, ci siamo basati sul movimento naturale di Joel, aggiungendo una maggiore dosa di forza, di manovrabilità e flessibiltà che solo un robot può possedere".
Per quanto riguarda la futurizzazione, era importante avere un approccio sottile e una mano delicato. "Guardando dalla finestra, si vedono automobili vecchie e nuove, tutti i generi di macchine che sono state fabbricate negli ultimi 20 anni. Lo stesso vale per gli edifici, ci sono palazzi di 50 o di 100 anni fa", osserva Price. "Non volevamo essere troppo espliciti bensì creare il senso dell'evoluzione temporale che racconta come siamo arrivati al mondo d'oggi".
La sfida principale della squadra della futurizzazione è stata quella di modificare lo skyline di Detroit. "Abbiamo aggiunto la prominente sede della OmniCorp", osserva Price. "La metà superiore del grattacielo è stata ideata dal dipartimento artistico; la metà inferiore si ispira invece al Vancouver Convention Center, dove abbiamo girato una parte del finale. Siamo andati a Detroit per girare immagini aeree dello skyline di Detroit, e abbiamo individuato un posto in cui collocare il palazzo, a sud del Renaissance Center, l'edificio classico con il logo della GM. C'è un'area molto aperta, con un parco e una piazza proprio lì sotto. Quindi abbiamo sorvolato la location con l'elicottero, girando una serie di immagini per creare un panorama. Abbiamo utilizzato una cinepresa stabilizzata Gyro, filmando immagini di Detroit a 360 gradi, da due altezze leggermente diverse, una che rappresenta l'ufficio di Sellars e l'altra leggermente più alta, che corrisponde al tetto dove si trova la piattaforma di atterraggio dell'elicottero. Nella postproduzione abbiamo usato le inquadrature statiche per creare un unico grande panorama mobile".
Il risultato è che la veduta di Detroit dalle finestre di Sellars e dal tetto è esattamente quella si vedrebbe se ci fosse davvero un edificio in quel punto.
Gli elementi finali riguardavano la grafica e i display che forniscono al pubblico il punto di vista di RoboCop. "Questi dispositivi trasmettono molte informazioni: le condizioni di RoboCop, il modo in cui monitora l'ambiente, e come valuta le cose".
Per mostrare il punto di vista di Robocop, i filmmaker hanno utilizzato una struttura speciale per la macchina da presa, che gli operatori chiamavano scherzosamente Robo-vision. Spiega Price: "È una struttura intelligente con un sostegno su cui montare la Steadicam, e con cui stabilizzare la cinepresa ed ottenere riprese fluide; di solito questo genere di inquadrature sono associate dal pubblico al punto di vista di qualcuno, ma in questo caso, essendo controllata a distanza, ha fornito la panoramica e le inclinazioni che volevamo, nonché la sensazione robotica. Attraverso i suoi occhi, vediamo RoboCop camminare come un essere umano, ma con uno scarto di concentrazione e di attenzione molto più rapido e preciso rispetto alla gente comune. Inoltre abbiamo aggiunto grafici, testi e display che mostrano ciò che vede RoboCop".
Price e la sua squadra hanno anche creato il set virtuale del dibattito politico televisivo presentato da Pat Novak, interpretato da Samuel L. Jackson. "Abbiamo ripreso Sam su uno schermo verde a 240 gradi; il suo background è completamente animato", dice Price. "Quelle scene dovevano avere un look particolare quindi abbiamo lavorato con una società di Los Angeles per ideare la scenografia del programma. Fortunatamente Sam vanta una grande esperienza di lavoro in quell'ambiente, quindi era completamente a suo agio".
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info: 06/02/2014.
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