Richard - Missione Africa (2017)
Richard the StorkRichard è un passerotto orfano che viene cresciuto amorevolmente da una famiglia di cicogne. Non gli è mai passato per la testa di non essere una cicogna anche lui, ma quando i suoi genitori adottivi e il fratellastro, cominciano a prepararsi per la lunga migrazione verso l'Africa, devono dirgli la verità: un passerotto non può affrontare un viaggio così lungo. Con la tristezza nel cuore sono costretti a lasciarlo indietro. Richard però non vuole mollare solo perché non è più sotto la loro protezione, così decide di partire per l'Africa per conto suo e dimostrare finalmente che è una vera cicogna. Per fortuna ad aiutarlo ci sono Olga, un gufetto extralarge e il suo amico immaginario Oleg. Così, dopo aver liberato Kiki, un pappagallo che canta in un locale di karaoke, prende il via una vivace avventura, in cui i tre amici di piuma impareranno a spiccare il volo.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: mercoledì 10 Maggio 2017Uscita in Italia: 10/05/2017
Prima Uscita: 05/05/2017 (Norvegia)
Genere: Animazione, Avventura
Nazione: Germania, Belgio, Lussemburgo, Norvegia - 2017
Durata: 85 minuti
Formato: Colore
Produzione: Den Siste Skilling, Knudsen and Streuber Medienmanufaktur, Mélusine Productions, Ulysses Filmproduktion, Walking The Dog
Distribuzione: M2 Pictures
Box Office: Italia: 295.392 euro
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PERSONAGGI
RICHARD
Un aitante giovanotto con un lungo becco rosso, eleganti ali bianche e nere e due zampe robuste e leggiadre: è così che si vede Richard. La realtà è un po' diversa, perché è solo un piccolo passero. È stato allevato da una famiglia di cicogne e la sua più grande ambizione è quella di partecipare alla traversata della sua famiglia adottiva, ma siccome è cocciuto come una cicogna non vuole guardare la realtà dei fatti.
Durante il viaggio verso l'Africa, quando arriva a rischiare la sua vita e quella dei suoi nuovi amici, Richard capisce però che deve smettere di vedersi come la più piccola delle cicogna e che anche essere un passerotto non è affatto male.
OLGA
È un piccolo gufo ispido e sproporzionato, che in realtà dovrebbe starsene a vagare per i boschi con la sua famiglia. Le sorelle invece la deridevano per il suo aspetto diverso e così Olga è scappata di casa e ha incontrato Oleg, che nessuno vede tranne lei. È lui che chiede a Olga di aiutare Richard, anche se la sedicente cicogna non riesce a prenderlo sul serio. Olga accetta e in questo avventuroso viaggio capisce infine che può essere orgogliosa della sua diversità.
KIKI
È un pappagallino egocentrico, convinto che il mondo non aspetti altro che applaudirlo per la sua meravigliosa voce. Per dimostrare le sue qualità canore vuole partecipare a un talent show, ma c'è solo un piccolo problema: è intrappolato in gabbia in un locale malandato dove deve cantare canzoni country e western durante il karaoke. Come se non bastasse, ha anche paura dell'altezza. Per diventare un uccello libero e divenire una star, Kiki raggira Richard e Olga e li porta fuori strada. Ma invece di realizzare il suo sogno di celebrità, Kiki dovrà rendersi conto che non è davvero l'incredibile uccello canterino che pensa di essere. Così, per ripulirsi la coscienza, decide di aiutare Richard a raggiungere l'Africa e, da egocentrico ed egoista, si trasforma in un vero amico.
NOTE DI PRODUZIONE di Kristine M.I. Knudsen
Ho incontrato questo passerotto convinto di essere una cicogna nel 2008, durante una festa a Berlino, dove ho conosciuto lo sceneggiatore Reza Memari tramite amici in comune. Abbiamo attaccato discorso e ho subito pensato che questa storia che aveva in testa da tempo doveva finire sul grande schermo. Le sceneggiature originali, per film d'intrattenimento per famiglie, sono piuttosto insolite in Germania ma, come insegnano i protagonisti del nostro film, tutto è possibile se credi in te stesso. È stato l'inizio di una splendida collaborazione. I film d'animazione sono i progetti cinematografici più ambiziosi e quindi siamo andati alla ricerca di partner forti ed esperti che avevano già realizzato film d'animazione in 3D della stessa portata per il mercato internazionale attraverso coproduzioni europee. Nel 2012 la Ulysses Filmproduktion di Amburgo ha aderito al progetto diventando il coproduttore tedesco ideale, seguita dalla produzione belga Walking the Dog, Mélusine Productions dal Lussemburgo, con all'attivo due candidature all'Oscar, e la norvegese Den siste skilling. In un progetto così complesso come RICHARD – MISSIONE AFRICA il trucco sta nell'affidare i compiti in modo che tutte le fasi di produzione funzionino come l'ingranaggio di un orologio. Reza Memari ha dimostrato un grande talento come sceneggiatore di film d'animazione. Il suo background, dalla carriera di PR e product manager nel settore dei videogiochi alla lunga esperienza di montatore e regista di cortometraggi, ha contribuito a renderlo un narratore forte e capace di toccare il pubblico. Poiché i film d'animazione sono un genere a se stante, volevamo un regista che fosse in grado di sostenere la responsabilità della realizzazione di questo progetto. E abbiamo trovato la persona giusta ad Amburgo: Toby Genkel. Toby ha un'esperienza ventennale nella regia di film d'animazione, dai primi film di Werner a Ooops! Ho perso l'arca… della Ulysses. Toby ha fatto sua l'idea di Reza, che è diventato il suo co-regista. Insieme hanno dato vita a una squadra eccellente, insieme a tutte le produzioni coinvolte, gli artisti e il team tecnico che ha supervisionato da vicino l'intera produzione. I conflitti vissuti dai personaggi di RICHARD – MISSIONE AFRICA sono universali e questo film toccherà le corde del pubblico, non solo quello tedesco, ma internazionale.
INTERVISTA con TOBY GENKEL (Regista)
Come definiresti lo stile del film?
Lo descriverei come un cartone animato realista. Gli eroi di RICHARD – MISSSIONE AFRICA non sono iperrealisti, ma non sono nemmeno astratti o eccessivamente strampalati e quindi i loro problemi sono credibili. Più sono eccentrici i personaggi più è difficile per il pubblico creare un legame emotivo con loro e, dal momento che questo film è una storia di emozioni, la credibilità è importante.
Come hai sviluppato i personaggi?
Di base ci siamo chiesti che tipo di persona sarebbe Richard se non fosse un passero. Abbiamo immaginato un bambino dal carattere cocciuto con i capelli spettinati e su questa linea di pensiero nel film Richard ha sempre qualche piuma fuori posto; questo ciuffo svolazzante è anche un po' il simbolo della sua testardaggine.
Per Olga abbiamo usato lo stesso approccio. Ce la siamo immaginata come una ragazzina introversa con i capelli neri e una t-shirt heavy metal, di quelle che stanno sempre con le cuffie perché vuole essere lasciata in pace. Ed ecco perché fra le piume arruffate di Olga si può intravedere la forma di un teschio.
Cosa ci dici di Kiki?
Fin dall'inizio l'aspetto di Kiki era quello che rispecchiava di più la tipologia del personaggio. È un pappagallino che appartiene alla specie degli uccelli del paradiso e non abbiamo dovuto aggiungere molto di più, anche se dovrebbe fare attenzione al suo peso.
Per quanto tempo avete lavorato su questo progetto?
In tutto tre anni. Quando sono stato contattato per la regia, non ho esitato nemmeno per un attimo, perché una sceneggiatura avvincente come RICHARD – MISSIONE AFRICA non capita tutti i giorni. Dopo le prime due pagine volevo già sapere come andava a finire. Questo piccolo orfanello fa tenerezza, ma è così determinato che si fa sempre il tempo il tifo per lui.
RICHARD – MISSIONE AFRICA è una coproduzione targata Germania, Belgio, Lussemburgo e Norvegia. Quali sono i vantaggi di un progetto così internazionale?
Naturalmente sarebbe fantastico se potessimo lavorare tutti sotto lo stesso tetto, ma in questo momento, per questioni di budget, i film come questo richiedono necessariamente la formula della coproduzione. Ormai grazie a internet e ai nuovi software la distanza geografica si avverte a malapena e stare nell'ufficio a fianco o magari a Bruxelles è la stessa cosa. Inoltre il progetto è suddiviso in base a compiti diversi e non tutti devono lavorare sul film allo stesso tempo.
Quante persone hanno lavorato nella troupe di RICHARD – MISSIONE AFRICA?
Dalle 150 alle 180. La cosa più bella di un progetto transnazionale è che allarga il tuo orizzonte nel vero senso della parola, perché incontri tanti tipi di persone con influenze e spinte culturali diverse. Il che, in ogni caso, si adatta perfettamente a un film come questo.
Ormai la tecnologia 3D è piuttosto avanzata…
Ma comporta più lavoro rispetto al 2D. Ottenere dei risultati che siano in grado di competere con gli standard internazionali con i nostri dispositivi è una grande sfida. Già la sola animazione delle piume di questi tre piccoli amici richiede una grande competenza e fino a pochi anni fa sarebbe stato inconcepibile. Certo, la tecnologia sta diventando sempre più precisa e accessibile, ma bisogna ancora trovare soluzioni creative. E questa è la parte divertente.
Hai un personaggio preferito nel film?
Sicuramente Oleg, l'amico immaginario di Olga, che dà una svolta decisiva alla storia anche se non si vede. Anche se non sono ancora arrivato al punto di sentire delle voci, a volte credo che sarebbe bello avere in testa una voce saggia che ti dica la cosa giusta da fare, anche se a volte può dare ai nervi.
INTERVISTA con REZA MEMARI (Co-regista e sceneggiatore)
Come ti è venuta in mente la storia di un passero che vuole essere una cicogna?
Circa dieci anni fa stavo seduto nella zona pedonale di Monaco di Baviera e c'erano dei passeri che beccavano delle patatine fritte. All'improvviso ho sentito quak e ho visto uno stormo di anatre in volo verso sud, perfettamente schierate a "V". Ho cominciato a chiedermi perché quando arriva l'inverno i passeri non volino verso sud, in Africa. È una cosa ingiusta! Così ho cominciato a pensare a Richard. Mi è venuta subito in mente l'immagine di un passero che si lamentava: "Non è giusto!", e questo è stato il punto di partenza di tutta la storia.
In un certo senso richiama anche la tua storia personale…
Sì. I miei genitori sono fuggiti dalla rivoluzione iraniana e si sono trasferiti in un piccolo villaggio bavarese. Mio padre mi diceva sempre di adattarmi e RICHARD – MISSIONE AFRICA richiama molto questa mia storia. Io ero l'estraneo e spiccavo per il mio aspetto. E proprio come Richard vuole dimostrare a Claudius, il suo padre cicogna, di essere una cicogna, anch'io volevo dimostrare a mio padre quello che ero in grado di fare. Oggi è molto orgoglioso di me, ma prima pensava che fare film d'animazione fosse una cosa assurda e questo, chiaramente, mi ha spronato ancora di più. Io e la produttrice Kristine Knudsen ci siamo visti proprio come dei passerotti impertinenti che provano a fare l'impossibile e questa storia riflette di sicuro tutti gli anni che abbiamo dedicato al progetto.
Perché hai scelto il nome Richard?
Volevo un nome tradizionale, che suonasse in un certo senso maestoso più che tenero e che non si associasse a un uccellino. All'epoca stavo facendo molte letture su Riccardo Cuor di Leone ed è stato un incastro perfetto. Penso che sia un bel nome, facile da ricordare e internazionale.
Olga potrebbe essere definita la protagonista nascosta del film?
In una primissima fase, Richard era il fratellastro di Olga ed era cresciuto in una famiglia di gufi. Ma questo significava che lui avrebbe dovuto lasciarla indietro da sola e siccome Olga era una figura forte, volevo che la portasse con sé lungo il viaggio. I gufi non sono esattamente dei tipici uccelli migratori e il contrasto fra un passerotto e una cicogna è molto divertente. Così Olga è diventata la migliore amica di Richard, ed è stata subito presa a cuore dalla squadra soprattutto grazie a quel suo mix di tenacia, stravaganza e dolcezza. Sono certo che il pubblico amerà tanto lei quanto Oleg, il suo amico immaginario.
Avete mai pensato di rendere visibile Oleg, l'amico immaginario di Olga?
Sì, ci avevamo pensato, per esempio nella sequenza di un sogno. Ma alla fine abbiamo deciso di no perché volevamo che ogni spettatore avesse una sua idea di Oleg. Se lo rendi visibile, lo leghi a un'idea precisa, invece abbiamo preferito lasciarlo nel mistero e mantenere in dubbio se esista solo nella mente di Olga oppure no.
Da chi o cosa ti sei fatto ispirare per creare il personaggio del pappagallino Kiki?
Ho pensato a un attore comico invecchiato, dalla voce leggermente stridula, una diva che ce la mette tutta, come Nathan Lane in Piume di struzzo.
Qual è stata la maggiore sfida dal punto di vista della realizzazione tecnica?
Quando abbiamo cominciato la pre-produzione, la tecnologia non era così avanzata come lo è ora. All'epoca ci dicevano: "Le piume non funzionano". Era complicato e quindi costoso. Ma negli ultimi anni le potenzialità della tecnica sono cresciute notevolmente e quindi il tempo ha giocato a nostro favore. Eppure, spesso mi sono ritrovato a pensare che il mio prossimo film sarebbe stato sulle lumache! L'animazione dei pennuti richiede ancora un lavoro molto complesso. Nel caso di Olga, per esempio, ogni singola piuma doveva essere animata a 24 fotogrammi al secondo. L'altra grande difficoltà era poi che RICHARD – MISSIONE AFRICA è un vero road movie che viaggia dall'Europa all'Africa, con ambientazioni e luoghi pieni di personaggi. Avevamo boschi, villaggi, città, paesaggi, nuvole, acqua… C'erano così tanti luoghi e questo implicava aspetti diversi.
Com'è stato lavorare col regista Toby Genkel?
Un film d'animazione comporta sempre un lavoro di squadra, anche più di un live action. Ogni singola squadra doveva contribuire a quell'incredibile cura del dettaglio che appare sullo schermo. Per il film Ooops! Ho perso l'arca…, in cui Toby aveva fatto la regia e io il montaggio, avevamo lavorato con quattro diversi paesi e questa nostra prima collaborazione è stata anche una sorta di prova generale. Ho lavorato come montatore per dieci anni – film, notiziari, spot pubblicitari – e già avevo una buona conoscenza della produzione cinematografica. Su RICHARD – MISSIONE AFRICA Toby aveva la responsabilità maggiore e ci ha messo la sua grande esperienza come regista e la sua attitudine rasserenante. Sapevo che la mia sceneggiatura gli era piaciuta molto, ci siamo fidati reciprocamente e senza riserve dal primo momento, cosa che ha contato molto nel nostro rapporto di lavoro. Siamo grandi amici ormai.
Io ero responsabile soprattutto dell'ideazione dei personaggi, delle ambientazioni, delle composizioni e del layout della macchina da presa. Ho imparato molto lavorando su questo film, è stata una grande esperienza e mi piacerebbe davvero continuare a lavorare come regista.
In un film per famiglie come RICHARD – MISSIONE AFRICA quali sono gli elementi a cui bisogna prestare attenzione?
Bisogna che ci sia una certa profondità e un livello di significati sottintesi, così si divertono sia i bambini che gli adulti. Ad esempio i piccioni "online" fanno ridere i bambini per come si agitano sui cavi telefonici mentre invece gli adulti colgono la parodia dei social media. Volevo poi avventurarmi nel melodramma mettendo a rischio qualcosa, come il pericolo di cadere – e Richard infatti cade di continuo. È molto importante che gli eroi attraversino costantemente difficoltà, pericoli e montagne russe emozionali. Non bisogna aver paura del buio, nemmeno nell'intrattenimento per famiglie.
Hai già in programma nuovi progetti?
In realtà sto già lavorando sul sequel di RICHARD – MISSIONE AFRICA. Ho sempre concepito questa storia come una trilogia, per quanto possa sembrare un po' megalomane. Ma non posso darvi nessuna anticipazione…
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