Red Rocket (2021)
Red RocketUn ritratto dark, divertente e umano di un cacciatore di fortuna americano e una cittadina che a malapena lo tollera.
Dopo anni di carriera da attore porno a Los Angeles, Mikey Saber abbandona tutto e fa ritorno nella sua città d'origine, Texas City, dove però non sembra essere il benvenuto. Rimasto senza una casa, senza soldi e senza lavoro, è costretto ad andare a vivere di nuovo insieme alla sua ex moglie e alla madre di lei. Per riuscire a pagarsi l'affitto, Mikey finisce per riprendere certe sue vecchie abitudini, ma l'incontro con Strawberry, la giovane cassiera di un negozio di ciambelle con la quale trova una intensa affinità, gli donerà la speranza in un nuovo inizio.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 3 Marzo 2022Uscita in Italia: 3 Marzo 2022 al Cinema
Data di Uscita USA: venerdì 3 Dicembre 2021
Prima Uscita: 03/12/2021 (USA)
Genere: Commedia, Drammatico
Nazione: USA - 2021
Durata: 128 minuti
Formato: Colore
Distribuzione: Universal Pictures
Cast e personaggi
Regia: Sean BakerFotografia: Drew Daniels
Cast Artistico e Ruoli:
Produttori:
Alex Saks (Produttore), Samantha Quan (Produttore), Alex Coco (Produttore), Shih-Ching Tsou (Produttore)
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Ispirazioni, Sviluppo e Scrittura
Simon Rex, il comico, rapper, ex VJ di MTV e vivace protagonista dell'elettrizzante Red Rocket di Sean Baker, riflette il codice del truffatore o qualcosa di simile. Forse è una filosofia di vita in generale. Forse è solo un modo per spiegare il suo personaggio, l'ex pornostar Mikey Saber, al centro del nuovo film di Baker. Qualunque cosa sia, c'è del vero.
"Ci sono persone, che se viene lanciata una bottiglia in mezzo alla folla, verranno ogni volta colpite alla testa", dice. "Altre invece escono sempre illese dalle situazioni, e non gli accade mai nulla. Ebbene, Mikey è uno di questi. Non pensa al futuro. Non gli importa delle conseguenze delle sue azioni. Penso che la parola più giusta da usare sia 'sopravvivenza': Mikey cerca di sopravvivere".
Al verde seppur astuto, Mikey fa ritorno nella sua piccola città natale di Texas City, in Texas, dopo aver fatto fiasco a Los Angeles, nella speranza di tornare a vivere con la sua ex moglie e la suocera. Loro non dovrebbero, ma lo accolgono in casa. Sopraffatte dal carisma e dal fascino apparentemente senza sforzo di Rex, questo manipolatore, calcolatore e affascinante desperado emerge come una rivelazione totale per l'attore.
"Mikey è un bambinone che tende costantemente a relativizzare le cose, per preservare il suo stato mentale", afferma il regista Baker. "Si riempie la testa di pensieri positivi perché non vuole realmente affrontare la situazione fallimentare in cui si trova: questo è letteralmente l'unico modo per andare avanti. Tutto è sempre colpa di qualcun altro".
"C'è molta America nel suo atteggiamento", aggiunge. "Ha sicuramente la caratteristica americana di chi lotta per il successo senza curarsi di chi ha calpestato; una figura che appare in film come Il petroliere e The Wolf of Wall Street, dove uomini spietati sfruttano gli altri per arrivare in vetta. In questo caso uso la commedia fino a un certo punto per ammorbidire Mikey, e mostrare come si possa essere attratti da lui. Ma non lo nobilito".
"È una persona terribile per tutti", concorda Rex riguardo al suo avvincente antieroe, "eppure ho sempre sperato che non gli accada mai nulla!".
La coraggiosa performance di Rex è il fulcro dello straordinario nuovo film di Baker, che si fonda sull'acclamato lavoro precedente del regista, portandolo in un territorio incredibilmente nuovo e audace. Prima di iniziare il film, Baker, sostenuto dal successo del suo film drammatico del 2017 Un sogno chiamato Florida (che tra i numerosi riconoscimenti, ha fatto guadagnare a Willem Dafoe la sua quarta nomination all'Oscar), stava ricercando un progetto appassionato: una complicata storia d'amore ambientata a Vancouver. Ma nel 2020 a causa dell'emergenza globale, ha dovuto cambiare idea.
"A febbraio, mi è capitato di tornare a Los Angeles per due settimane", dice Baker. "Ed è arrivato il covid: le frontiere sono state chiuse e mi sono ritrovato bloccato in casa. Siamo rimasti fermi per un mese prima di capire che sarebbe stato meglio andare avanti con qualcos'altro".
Quel qualcos'altro si è rivelato essere il Red Rocket esplosivo e divertente, il prodotto di un pensiero audace e un'intraprendenza ancora più audace. Girato durante la pandemia con una troupe di sole dieci persone, è il trionfo più improbabile della carriera di Baker, un film che spinge la sua creatività in un esilarante regno di commedia dark, ambizione stilistica e pura avventura fuori dagli schemi.
Il personaggio centrale è una figura tipicamente americana: imbroglione, irrefrenabile ottimista e truffatore. Come i venditori di fumo e lo schema Ponzi, Mikey si guadagna da vivere come il classico scroccone, nutrendosi delle false speranze e del vero lavoro di altre persone: uno "suitcase pimp", ossia un magnaccia di alto livello. Questa figura, esplorata raramente al cinema (Star 80 di Bob Fosse potrebbe essere un'eccezione), tanto meno in TV o in letteratura, è un vero parassita, spesso un fidanzato o un marito senza lavoro fisso, che gestisce gli affari di una pornostar più popolare, con la quale ha una relazione sentimentale ma che al tempo stesso sfrutta.
"Le vite di questi uomini sono incentrate sullo sfruttamento e sull'uso delle loro compagne", spiega Baker. "Le donne guadagnano migliaia di dollari, mentre gli uomini al massimo ne fanno centinaia. Si fanno quindi mantenere da loro, assumendo un atteggiamento di superiorità, spesso con abnegazione ed ignoranza".
Baker è sempre stato affascinato da questa figura maschile, anche se i suoi film, in particolare Starlet (2012), Tangerine (2015) e Un sogno chiamato Florida, hanno approfondito il mondo della pornografia attraverso diversi prismi. In questo caso era interessato a realizzare -più che un cupo dramma o una tragedia moralizzante- un film che passa dalla commedia piccante all'intensità emotiva e viceversa, un film grande e complesso come il suo protagonista.
Baker ha abbozzato la portata di una sceneggiatura con Chris Bergoch, il suo co-sceneggiatore di lunga data da Starlet. "Siamo partiti dall'archetipo e poi, usando una serie di aneddoti di personaggi che abbiamo incontrato nel corso degli anni, abbiamo costruito la storia di un magnaccia che torna dalla sua ex", dice il regista. "Dopo aver fatto terra bruciata a Los Angeles, torna dalla sua fidanzata con la quale ai tempi del liceo è entrato nel settore, e implora il perdono".
Senza fare mai un rimprovero o un giudizio morale, Baker realizza film straordinariamente aperti, compassionevoli e lucidi. E Red Rocket non fa eccezione. Nello scenario, ha aggiunto uno sfondo di ciminiere eruttanti, il Refinery Row, situato sulla costa del Golfo del Texas. "Molte delle persone che entrano nell'industria del cinema per adulti, lo fanno per soldi", afferma Baker. "Volevo trovare un'area in cui un individuo potrebbe non aver avuto molte altre scelte".
Mikey sarebbe tornato ai suoi vecchi sotterfugi, affascinato da un'adolescente, Strawberry, che credeva essere il suo biglietto per tornare in auge. La sceneggiatura era una polveriera. Era tempo di trovare degli artisti impavidi.
Casting
"Immagino che Sean mi segua su Instagram", afferma Simon Rex, che con questo film dà una piega completamente nuova alla sua carriera. "A Sean piace trovare persone a caso. Ha una buona intuizione su ciò che vuole e ciò che funziona. Si divertiva a guardare il mio profilo Instagram, così mi ha mandato alcune pagine della sceneggiatura. Nel giro di un'ora, mi ha invitato ad andare in Texas".
È una consuetudine per Baker attingere dal pool di talenti su Instagram – ha anche setacciato Vine – per l'autenticità e il profondo realismo. La stessa Bria Vinaite, madre single tormentata ma amorevole di Un sogno chiamato Florida, è stata un'altra scoperta di Baker su Instagram. Consapevole del talento di Rex fin dal suo passato di VJ, il regista ha colto il suo potenziale dopo essersi iscritto ai social all'epoca di Tangerine nel 2015.
"Ho notato che Simon Rex era su Vine", afferma il regista. "Mi faceva ridere ogni giorno. Doveva assolutamente recitare. Anche in quei video di sei secondi, brillava".
Il ruolo drammatico di Rex nell'indie del 2017 Bodied ha siglato l'accordo, spingendo Baker a lodarlo online. Samantha Quan, moglie di Baker e produttrice di Red Rocket, gli ha ricordato quel fandom quando il loro progetto è passato alla pre-produzione.
Parlando dalla sua casa nel sud della California, Rex in modo modesto definisce come fortuite le circostanze del suo casting. In quei giorni manteneva le distanze da Los Angeles, fin quando il lavoro ha bussato: e l'invito di Baker è stato rassicurante.
"Se non fosse stata una persona come Sean Baker – ci sono solo una manciata di persone che ti danno affidabilità – non so cosa avrei fatto. Non c'era tanto tempo a disposizione per prepararsi, anche se in fondo la cosa non mi dispiaceva, perché risulta tutto più reale. Il mio motto è: 'Nessun piano è il miglior piano'. Credo che la magia avvenga nella vita quando non si hanno aspettative: bisogna semplicemente lanciarsi. Ed è quello che è successo con questo film", afferma Rex.
Messo sotto pressione Rex confessa il perché, a suo avviso, poteva essere giusto per il ruolo. "Ho cercato di rendere Mikey simpatico", dice. "Ricordo di aver girato Scary Movie 3 – Una risata vi seppellirà con David Zucker, che ha fatto L'aereo più pazzo del mondo e Una pallottola spuntata, il quale mi ha sempre detto: 'Ascolta Simon, sei il protagonista di questo film. Se non hai il pubblico dalla tua parte, il film è finito. Quindi sii sempre gradevole'. So che Red Rocket è un altro genere di film, ma avevo bisogno di fare in modo che il pubblico tifasse per Mikey. Ho cercato di renderlo innocente, fanciullesco. Forse ha la sindrome di Peter Pan. Non si rende conto di quel che fa".
L'intuizione di Baker su Rex ha dato i suoi frutti. "È stato incredibile lavorare con lui", dice il regista. "Tutto quello che pensavo potesse fare, lo ha fatto meglio. È stato in grado di cavalcare la linea sottile tra commedia e pathos".
Rex si è presentato con un'auto a noleggio per le riprese in Texas nel settembre 2020, così come l'attrice teatrale di New York Bree Elrod, scelta per il ruolo cruciale, acuto e straziante di Lexi, l'ex moglie di Mikey. Da quando ha lasciato l'industria del cinema per adulti, Lexi si è ritirata nella loro città natale ed è finita nel tunnel della droga, ma il ritorno di Mikey accende in lei una moltitudine di sentimenti contrastanti, non tutti necessariamente negativi.
"Volevo ritrarre una donna con una vita alle spalle", dice la Elrod, "che riesce a individuare le bugie e le stupidaggini. Ma anche una donna persa e che si sente intrappolata e dipendente. A volte quando si ama, si può avere poca lucidità e ricadere facilmente nelle cattive abitudini".
"Bree ha quasi vent'anni di esperienza nel mondo del teatro", afferma Baker. "Sono il fortunato che l'ha scelta per primo come protagonista in un film. Nel momento in cui l'ho vista leggere, ho capito che era la giusta Lexi. Ha apportato cuore al film, con una performance incredibilmente profonda".
Il personaggio di Lexi è fondamentale nel film. Rappresenta uno scorcio del passato di Mikey e anche, potenzialmente, un'opportunità per la sua redenzione. Più che il perdono, c'è un disgelo.
Tuttavia, gli abitanti di Texas City non sanno davvero cosa fare con Mikey, questo strano ex residente e pseudo-celebrità senza futuro che va in giro per la città su una bicicletta presa in prestito (con "Red Rocket" dipinta su un lato). È ingestibile e in gran parte irredimibile, soprattutto per la madre senza fronzoli di Lexi – l'ex suocera di Mikey ed esasperata padrona di casa, Lil – interpretata con un mix di riservatezza d'acciaio e umorismo sorprendente dalla scoperta locale Brenda Deiss.
"La storia vuole che Sean stava uscendo da un bagno chimico, e Brenda che era lì fuori fumando una sigaretta gli ha chiesto: 'Mi aiuti a far ripartire l'auto?' afferma Elrod. "E lui mi ha risposto, 'Vuoi far parte del mio film?'"
"Gliel'abbiamo letteralmente proposto mentre saltavamo sulla sua macchina", conferma Baker, sottolineando il valore di lavorare con attori che conoscono la città. "La gente del posto può aiutarti con lo slang, i costumi. E' stato importante per me, soprattutto perché i nostri protagonisti provenivano da altri stati, così come i membri della troupe".
Altre scoperte fortuite in Texas includono Ethan Darbone, uno chef e amante del cinema scoperto nel suo ristorante, che interpreta Lonnie, un ammiratore di Mikey ("Ethan è un grande fan dell'horror, ha persino 'Chucky la bambola assassina' tatuata sulla schiena", aggiunge Baker), insieme a Brittney Rodriguez, che è stata avvicinata per interpretare il ruolo di un' agente dell'anti droga nel film mentre portava a spasso il cane. "L'abbiamo vista passeggiare col suo adorabile chihuahua", ricorda il regista. "Ho pensato: se ha colpito me nella vita reale, farà colpo anche sul grande schermo", aggiunge.
Significativamente, Red Rocket parla dell'eventuale punizione di Mikey per conto di una schiera di donne stanche dei suoi trambusti a loro spese. In testa c'è Judy Hill, alla sua prima esperienza cinematografica, nei panni di Leondria la boss dello spaccio di erba. "La parte originariamente era destinata ad una figura maschile, ispirata ad alcuni boss di strada che avevo incontrato nella vita reale", dice Baker. "Ma dopo averla vista nel documentario di Roberto Minervini Che fare quando il mondo è in fiamme? mi sono innamorato di lei: Judy è alle prese con la gestione di un bar, mostrando perseveranza ma anche vulnerabilità, che è esattamente quel che cerco in ogni personaggio che scrivo".
Un membro del cast che farà sicuramente parlare di sé è l'esordiente Suzanna Son, che interpreta il ruolo protagonista di Strawberry, un'adolescente texana che lavora in un negozio di ciambelle, e la prerogativa per Mickey di ricadere nelle sue vecchie abitudini.
Baker e la Quan hanno approcciato la Son all'ArcLight di Hollywood alla proiezione del 2018 del documentario di Gus Van Sant."Pur non conoscendola, ho intuito il suo potenziale per diventare una star", ricorda Baker. Son, 23 anni e da soli nove giorni residente a Los Angeles, ricorda l'incontro come un turbinio di eccitazione e sospetto, una vera storia Hollywoodiana.
"Inizialmente ho pensato: Chi diavolo è quest'uomo?" dice l'attrice originaria dello stato di Washington. "Ma poi, quando ha menzionato Un sogno chiamato Florida, oh, mio Dio. Non mi sembrava vero, era come un sogno". Altro esempio del fiuto per il casting di Backer, oltre all'aspetto fisico consono a quanto richiesto, la Son aveva anche un gran numero di followers su Instagram, e uno studio di recitazione alle spalle. La Quan e Baker non hanno esitato due anni dopo il primo incontro, a reclutarla per Red Rocket.
Per quanto riguarda la natura provocatoria in stile Lolita di Strawberry – un mix di ingenuità e consapevolezza – l'attrice non ha avuto esitazioni. "Non mi ha destato preoccupazione: sono adulta, e Sean mi ha ispirato molta fiducia".
Location e fotografia
Tutti i film di Sean Baker hanno uno specifico senso del posto, che cattura in modo vivido e veritiero. Così ha fatto nei suoi primi lungometraggi a New York (Take Out, Prince of Broadway), con le sue evocazioni sfumate e scintillanti di Los Angeles e della nebulosa Hollywood (Starlet, Tangerine) e col fatiscente Sunshine State in Un sogno chiamato Florida, ambientato al Magic Castle, un motel alla periferia di Orlando.
"Mi rifiuto di girare sui set", dice il regista. "Non lo farò mai. Preferisco sempre girare in una location che rappresenta l'ambientazione della storia".
Nel caso di Red Rocket, ciò ha significato un viaggio on the road per effettuare i sopralluoghi, proprio mentre la maggior parte degli americani doveva rispettare le indicazioni di rimanere in casa. "Alex Coco, uno dei produttori, ed io siamo saliti in macchina e siamo andati in Texas", ricorda Baker. "Siamo partiti da Corpus Christie e ci siamo diretti a nord".
Alla fine, Coco e Baker si sono innamorati di Texas City, un porto della costa del Golfo con un'industria pesante e un panorama cinematografico. "Può sembrare strano, ma in Texas City ci ho visto tutta l'America", dice Baker. "C'erano l'orgoglio e l'intuizione americani. Ho anche visto un'industria che sta diventando un dinosauro. Anche il nome Texas City: per gli estranei, potrebbe racchiudere tutto il Texas; una città che rappresenta l'intera nazione".
Nella vicina Port Arthur, Baker e Coco hanno trovato Donut Hole, un negozio che non aveva bisogno di essere rinominato per il film. "Quando l'ho scoperto, mi sono inginocchiato e ho ringraziato gli dei del cinema", dice Baker ridendo. "Si trova ai margini della raffineria. Non c'era migliore location. Abbiamo potuto girare in una vero negozio durante l'orario di apertura effettivo".
Per catturare la sensazione specifica di un'estate texana – calda e terrosa – ci voleva un direttore della fotografia locale esperto. Drew Daniels, un veterano dei film di Trey Edward Shults (Krisha, It Comes at Night, Waves – Le onde della vita), ha rappresentato la scelta perfetta, che Shults ha messo in contatto con Baker.
"Ha un'ottica pazzesca", dice Baker con entusiasmo. "Fin dal primo giorno eravamo in perfetta sintonia. I suoi lavori mi ha davvero colpito, soprattutto Waves – Le onde della vita".
Il riferimento visivo a cui si sono ispirati il regista e il direttore della fotografia è stato il primo lungometraggio di Steven Spielberg, Sugarland Express. "Eravamo determinati a far sembrare il nostro film del 1974", afferma Baker. "Quel film in particolare mostra la classica atmosfera americana, ed è la stessa anche al di fuori di Houston, dove cioè abbiamo girato il nostro. Abbiamo quindi osservato l'approccio al paesaggio del direttore della fotografia Vilmos Zsigmond sulla pellicola di Spielberg".
"A Sean in particolare ho fatto notare il modo in cui è stato girato Sugarland Express", ricorda Daniels. "Inoltre, era anamorfico e aveva i colori tipici del Texas, quelli che sapevamo poter ottenere riprendendo i tramonti dietro le raffinerie, quella incredibile fusione di verdi e arancioni delle canne fumarie con la bellezza naturale dei tramonti. Inoltre, con il luccichio dell'umidità sulle persone, presentano un'atmosfera che rende il Texas un posto unico".
Per soddisfare la loro richiesta hanno adottato il formato 16mm utilizzando, come spiega Daniels, uno speciale rig Panavision e lenti anamorfiche sviluppate per il Che di Steven Soderbergh, ma per qualche motivo abbandonate.
C'era anche l'ossessione visiva di Baker per i film italiani degli anni '70 sullo sfruttamento, in particolare quelli dei registi Fernando Di Leo (La mala ordina) e Umberto Lenzi (Spasmo). "Li trovo affascinanti, soprattutto per l'approccio all'erotismo", dice Baker. "Molti di loro hanno affrontato un personaggio alla Lolita. Dato che stavo realizzando un film che trattava di sesso e politica sessuale, ho deciso di abbracciare quello stile. Volevo che Red Rocket fosse quasi un omaggio: è da quelle fonti che vengono gli zoom e le inquadrature. Allo stesso tempo, incombono delle situazioni pericolose, perché questo è un film sullo sfruttamento".
Baker, Daniels, il cast e la piccola ma devota troupe hanno iniziato una produzione di 23 giorni con un atteggiamento burrascoso. "Durante le riprese abbiamo giocato al gatto col topo con gli addetti alla sicurezza della raffineria", ricorda Daniels. "Li vedevamo scendere lungo la strada e nascondere le nostre telecamere. Sembrava una guerriglia, come se fossimo criminali che sfuggono alla polizia. C'era qualcosa di elettrizzante in tutto ciò".
"Non credo che sembrasse una ripresa di guerriglia: lo era", commenta Baker. "Era organica, cruda; tutto sommato stavamo catturando scorci di vita reale".
Immerso nella realtà quando possibile, il cast ha trovato rapidamente il suo posto, tra lo stupore di lavorare in loco e l'incoraggiamento costante di Baker.
Simon Rex, ha apportato ogni giorno la sua esperienza decennale, iniettando tranquillità e agio in quella che era spesso una situazione caotica. "Ricordo la prima volta che ho girato un film, anni fa, è stata così snervante e spaventosa", dice Rex. "A volte anche un suggerimento o una battuta amichevole con gli altri membri del cast fuori dalla telecamera mette le persone a proprio agio".
"Non avrei potuto trovare un partner migliore con cui lavorare, a tal riguardo", afferma Baker. "Simon era estremamente sensibile a ciò che accade durante le riprese di alcune delle scene più esplicite. Era rispettoso e maturo. Mi ha reso la vita molto più facile. Ora siamo grandi amici".
Per quanto riguarda i suoi momenti senza veli, Rex appare rilassato: "Sono in un punto della mia vita in cui ho 46 anni e non mi importa niente. Vengo da San Francisco, e i miei genitori erano hippie".
Baker, alla guida del suo settimo lungometraggio, si è dedicato alle riprese con lo spirito di un risolutore di problemi. "Abbiamo dovuto sopportare il caldo, il disagio e la mancanza di soldi. E alla fine quel disagio appare sullo schermo e rende tutto più reale".
Il regista infine ricorda un altro film indipendente, anch'esso girato in Texas in 16mm con una troupe agguerrita. "Per far fronte a tutto, continuavo a pensare a Non aprite quella porta", dice Baker. "Ho letto che quella in Texas in piena estate è stata la ripresa più difficile. Ma che si è tradotta in qualcosa di meraviglioso".
Una storia americana
Una dark comedy con una spiccata attenzione alle dinamiche del sesso e del potere, Red Rocket funziona nel proprio contesto, e trova il suo equilibrio bilanciando il thriller, l'avventura e un affascinante dramma incentrato sui personaggi. Al suo interno però si possono avvertire dei frammenti di un dramma fuori campo molto diverso: un attento spettatore si renderà conto che il film di Baker – su un perfido narcisista ai margini – è ambientato durante la fatidica estate del 2016.
"Sean era molto preso dall'idea dello stress latente e del pericolo incombente", dice la Elrod. "Voleva esplorare il momento fatidico prima del grande cambiamento, quando eravamo tutti più sicuri".
Il regista sceglie con cura le sue parole. "A posteriori degli eventi del 2021, guardiamo al 2016 in un modo diverso", afferma Baker. "Ha segnato sicuramente la fine di un'era, poco prima che il mondo si rovesciasse. Il mio film è, in un certo senso, un ritratto dell'America di quell'epoca".
Anche il direttore della fotografia Daniels considera una veduta più ampia del film. "Ho sempre pensato al Texas come a un microcosmo perfetto dell'America", dice. "Sullo sfondo di tutto c'è la nostra cultura oscena, esagerata, una cultura dell'eccesso, e Mikey rappresenta l'eccesso in tutto: narcisismo, disillusione, mancanza di una bussola morale o introspezione. Ma non abbiamo mai considerato il tutto in modo troppo letterale".
"Abbiamo concluso giusto in tempo per il voto", aggiunge, sornione.
Oltre alla sua ambientazione furtiva del 2016, Red Rocket mostra anche l'autunno del 2020, quando il film ha preso vita durante un particolare periodo per l'intera nazione. "Effettuando le riprese nel bel mezzo della pandemia", dice Baker, "e poco prima di una delle elezioni più importanti della nostra storia, ci sentivamo su una bomba a orologeria. Questo stato d'animo, l'incertezza, veniva costantemente catturato sulla pellicola".
"Il covid ha necessariamente condizionato la lucidità degli attori durante le riprese", afferma la Elrod. "Si può realizzare un'opera d'arte in questo periodo così instabile? Come ci si può lasciare andare in un mondo in grave difficoltà?. Bene, è quello che sono riuscita a fare, e sono grata di averne avuto la facoltà".
Il film si conclude con un tocco di elegante maestria: un pizzico di fantasia in Technicolor (molto simile agli ultimi secondi di Un sogno chiamato Florida di Baker) che lascia un punto interrogativo sul destino di Mikey. Dopo che è stato finalmente cacciato dalla città con 200 miseri dollari e tutti i suoi effetti personali in un sacchetto di plastica, la ragazza dei suoi sogni lo starà aspettando? O lei è solo frutto della sua fantasia fin dall'inizio?
"Quella sequenza è stata la prima in assoluto che ho girato", ricorda la Son. "La mia prima scena davanti alla telecamera è l'ultima ripresa del film, dove ballo in bikini. E non sapevo nemmeno che non dovevo guardare la telecamera, quindi hanno dovuto mettere un biglietto per ricordarmelo".
Ma la Son ha idea del perché Sean abbia fatto girare quella scena prima di tutte? "Avevamo a disposizione la casa rosa solo per un giorno", risponde già parlando come una vera professionista indie. E timidamente aggiunge: "Questo è un sogno. O un incubo. Non potevamo decidere, quindi lasciamo che lo faccia il pubblico".
"Lasciare la libera interpretazione al film lo rende più potente", afferma Baker. "La mia intenzione è che si parli del film all'uscita del cinema. Di fatto è quel che solitamente faccio con i miei amici quando rimango colpito da un film. Bisogna essere aperti a tutto".
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