Questa notte parlami dell'Africa (2021)

Emma, un avvocato nel pieno di una profonda crisi personale, dopo la perdita della madre, decide di lasciare l'Italia per l'Africa. Qui ritrova la sua vecchia amica Fé, grazie alla quale entra in contatto con un'associazione di attivisti impegnati nella salvaguardia degli animali e delle popolazioni locali. Fondatore dell'associazione è Dylan, personaggio misterioso, per il quale Emma nutrirà fin da subito una forte attrazione. Nuri, una giovane africana, figlia di una famiglia musulmana molto rigida, impiega tutto il suo tempo libero nella lettura, di nascosto dai genitori. Per Nuri, i libri sono l'unico mezzo per viaggiare e conoscere il mondo. La ragazza ottiene finalmente il permesso di lavorare qualche ora nella biblioteca scolastica del villaggio e qui incontrerà Emma e Finn, giovane attivista dal passato burrascoso. Negli scenari meravigliosi e contraddittori del Kenya, dove la bellezza si mescola alla corruzione e al bracconaggio di elefanti per il mercato dell'avorio, l'incontro tra Emma e Nuri spingerà entrambe a mettere a fuoco le loro paure e i loro desideri. Le due donne, così distanti per cultura eppure così simili nel loro bisogno di libertà, affronteranno vicende pericolose ed intricate, fino alla scelta cruciale. 

Info Tecniche e Distribuzione

Cast e personaggi

Roberta Mastromichele
Emma

Corrado Fortuna
Dylan

Diane Fleri
Fé

Marlon Joubert
Finn

Grace Neema Enock
Nuri

Maria Grazia Cucinotta
Emma

Sebastiano Rizzo
Trafficante d'avorio

Richard Nyambu
Ethan

Fasal Omar
Zio di Nuri

Liz Karhumi
Ayann

Thueba Muzungu
Neena

Rashid Hassan Mwamvugwa
Hassan

Gloria Golder
Amina

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In Kenya si gira ‘Questa notte parlami dell’Africa’ tratto dal romanzo di A. Soresina

VIDEO

Trailer Questa notte parlami dell’Africa

Immagini

Curiosità

Sei le settimane di riprese, iniziate a Febbraio 2021, tra il Kenya, a Watamu e Malindi, e l'Italia, in Puglia.

Note di regia – Carolina Boco e Luca La Vopa

"Due storie in una storia, due donne in un unico bisogno di libertà, due mondi in un'universale vicenda umana che mescola luci ed ombre, purezza e corruzione, ricerca di sé e frastuono, spinta verso il nuovo e inevitabile ritorno alle radici. Ogni cosa in questo film parla di relazione e di scambio, nella profonda convinzione che ogni luogo e ogni persona si muovano su un fondamento comune: vivere conduce ognuno di noi alle medesime dinamiche dello stare al mondo, ovunque questi processi abbiano luogo. L'Africa e il Kenya divengono due facce di una stessa medaglia: due scenari diversi, eppure complementari per raccontare le vicende che animano questo film. "Da noi siamo abituati a nascondere la polvere sotto al tappeto, qui lo sporco è a cielo aperto". Fè ci regala una visione lucida, amara ma in fondo anche confortante di come non ci sia un meglio o un peggio in assoluto. Sta ad ognuno di noi, "scegliere da che parte stare". Emma e Nuri sono due donne diverse: per età, per cultura, per provenienza, per lingua. Eppure, vivono dinamiche simili: entrambe subiscono i condizionamenti invasivi del contesto socio-culturale che abitano. Entrambe sentono che hanno bisogno di trovare coraggio e determinazione per riposizionarsi al centro delle loro scelte e delle loro azioni. Emma subisce il lavoro, un matrimonio che la rende infelice, una serie di relazioni vissute più per abitudine che per desiderio. Emma si presenta a noi come una donna spenta, silenziosa, introspettiva e sofferente. Questo ha richiesto un occhio fermo, statico, filtrato, che raccontasse un vissuto rigido, grigio, di una perfezione estetica esasperata, quasi respingente. Emma si presenta allo spettatore come una figura quasi impalpabile, apparentemente inconsistente: vista spesso da lontano in campi larghi, attraverso vetri e cancellate, Emma è dispersa nel contesto nel quale si muove sola e silenziosa, ingabbiata in cornici di eleganza e finto equilibrio. Poi la scelta di partire cambia tutto. L'occhio inizia a girare e a muoversi, come alla ricerca di altri orizzonti, di altri colori, altra aria da respirare. L'arrivo in Africa segna un cambio di registro linguistico fatto di macchina a spalla e di inquadrature più strette su Emma e poi su Nuri. Nuri, giovane africana, è figlia di una famiglia musulmana, della quale subisce abitudini rigide legate ai dettami della sua religione. Anche Nuri è silenziosa, parla con gli occhi, con i suoi grandi sorrisi, con la sua dolcezza sussurrata ma disarmante. Abbiamo voluto che lo spettatore si avvicinasse subito a lei e attraverso lei raggiungesse Emma, lungo una vicenda che porterà le due donne ad incontrarsi e a conoscersi con semplicità e naturalezza. Mentre Emma combatte i suoi "mostri" interiori, Nuri guarda quei "mostri" fuori da sé, favorendo una messa a fuoco più immediata e diretta, in linea con la sua giovane età e il suo animo puro. Sullo sfondo di questo incontro, l'Africa potente e disarmante, di una luce accecante e di un buio profondo, bellissima e sporca, crogiolo di vita e di morte. Il bracconaggio di elefanti legato al mercato dell'avorio domina la linea action che si dipana attraverso l'esperienza di Emma e Nuri, incrociando le figure di Dylan e Finn. I due uomini raccontano la forza e la tenacia, l'avventura e il rischio sotto a cui si racchiude la sofferenza della perdita e della violenza, il peso di un passato che riaffiora e che non può mai essere dimenticato. Perché le radici ti stanno addosso e non puoi che lasciarle vivere dentro di te, qualsiasi siano le distanze percorse e gli orizzonti attraversati. Il racconto si fa a questo punto ancora più sporco e dinamico; le simmetrie italiane sono lontane, si entra nei luoghi, ci si mescola alle persone, perché lo spettatore possa respirare l'odore pungente dell'aria e sentire il sole che brucia sulla faccia, aggirarsi per la savana o per le strade del villaggio all'alba, mosso dal richiamo suggestivo alla preghiera. Il sacro e il rapporto con la morte percorrono tutto il film: persone, animali, ideali, la morte tocca tutto senza rimedio. E in questo giro frastornante la preghiera calma e composta di Nuri è una parentesi di serenità e di silenzio rassicuranti. Sono le radici che la ragazza porterà con sé. Lo sviluppo della storia è circolare ma non per un "eterno ritorno dell'uguale": il ritorno al punto di partenza porta con sé la crescita e la consapevolezza che nulla sarà più come prima. Un unico traguardo comune per i nostri protagonisti: alla fine, ognuno sceglie per sé. Così come sempre dovrebbe essere."

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