Quel posto nel tempo (2022)
Quel posto nel tempoLa musica una porta con cui attraversare il tempo, ma la chiave per aprire quella porta è l'amore...
Mario (Leo Gullotta), direttore d'orchestra in pensione, trascorre i suoi giorni in un resort di lusso nel sud dell'Inghilterra. Soffre da tempo di Alzheimer e viene spesso assalito da ricordi improvvisi che poi, puntualmente, dimentica. Vive con la paura che la malattia possa cancellare il suo passato, fatto di fama e successi. Ma soprattutto dell'amore di sua moglie Amelia (Giovanna Rei), morta anni prima, e di sua figlia Michela (Beatrice Arnera) che spera un giorno di ritrovare in un posto lontano dal tempo… La realtà si confonde tra flashback e visioni immaginarie, fino a portare lo spettatore a vivere in prima persona, attraverso gli occhi del protagonista, il terrore della malattia.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: mercoledì 21 Settembre 2022Uscita in Italia: 21 Settembre 2022 al Cinema
Genere: Drammatico, Sociale, Storico
Nazione: Italia - 2022
Durata: 87 minuti
Formato: Colore
Lingua: italiano, inglese
Produzione: An.tra.cine., Ferone Pietro & C. (in associazione con), Regione Campania e Film Commission Regione Campania (con il supporto di)
Distribuzione: Nexo Digital, Paradise Pictures
Soggetto:
Storia tratta dallo sviluppo-studio del cortometraggio 'Lettere a mia figlia'.
Classificazioni per età: 4k, 2:39:1
Cast e personaggi
Regia: Giuseppe Alessio NuzzoSceneggiatura: Giuseppe Alessio Nuzzo, Eitan Pitigliani
Cast Artistico e Ruoli:
Leo Gullotta
Mario
Giovanna Rei
Amelia
Beatrice Arnera
Michela
Erasmo Gensini
Sergio
Tina Femiano
Gisella
Gigi Savoia
Raffaele
Tomas Arana
Bennet
Produttori:
Eduardo Angeloni (Produttore per An.tra.cine.), Giuseppe Angeloni (Produttore per An.tra.cine.)
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Immagini
Curiosità
Girato tra Napoli, Sorrento e Caserta, toccando come location Piazza Plebiscito, la Reggia di Caserta e la Reggia di Portici, grazie anche al supporto dell'Ufficio Cinema del Comune di Napoli.
Film concept
Il progetto "Quel posto nel tempo" nasce come lungometraggio di finzione a contenuto originale e inedito, da un'idea di Giuseppe Alessio Nuzzo che si inspira a due sue opere precedenti, il cortometraggio "Lettere a mia figlia" e il docufilm "Manuale sull'Alzheimer, entrambi dedicati al racconto della Malattia di Alzheimer.
L'autore ha trattato l'argomento per oltre 5 anni, attraverso studi, incontri, interviste, ricerche; il suo importante backgound cinematografico internazionale unito alla sua formazione medica (laureato con massimi voti in Odontoiatria e già consigliere della Facoltà di Medicina e Chirurgia) ha permesso di concepire, insieme al team creativo composto da Giovanni Mazzitelli (soggetto) e Eitan Pitigliani (soggetto e sceneggiatura), un'opera delicata, metaforica e mai metafisica, con una solita componente di verità e connotazioni scientifiche. Il cortometraggio, che vede come protagonista sempre l'attore Leo Gullotta, ha vinto il primo premio al Giffoni Film Festival, il Premio Ettore Scola, la menzione speciale ai Nastri d'Argento e oltre 120 riconoscimenti in 180 proiezioni in tutto il mondo. Il cortometraggio è stato, inoltre, programmato sulla piattaforma Mediaset Premium sul canale del grande cinema Studio Universal e pubblicato come edizione narrativa da Cinema Edizioni.
Temi
In questo film il problema principale non è l'Alzheimer, ma l'amore e il tempo.
Il personaggio principale, attraverso questo sentimento, l'Amore, cerca di ricostruire i suoi ricordi, perché li ha dimenticati.
Cerca di vincere il suo nemico, la sua malattia.
L'Amore.
Un sentimento che ha ispirato artisti, filosofi, cantanti, poeti, scrittori.
Un sentimento che può essere declinato in molti modi.
Un sentimento che restituisce le più belle sfumature della parola stessa quando unisce un padre a sua figlia.
Questo film è nato dall'esigenza di raccontare l'Amore, quello vero, quando una malattia o opinioni diverse possono sottostare l'essenza del sentimento stesso.
Ma l'Amore lo è in grado di superare tutti i limiti, anche quelli più forti della perdita di memoria, voluta o docuta, è in grado di riportare ricordi svaniti e persi, e superare difficoltà concrete e reali.
Motivazioni e note di regia
"Raccontare una malattia, l'Azheimer, attraverso la poesia del tempo che passa, dei ricordi che si cancellano e quelli che riemergono, incoerenti e irrazionali. La malattia come metafora di un viaggio, nel tempo e nell'immaginazione del protagonista, Mario (Leo Gullotta), direttore d'orchestra di fama internazionale. Nella sua mente Mario ricrea un "posto nel tempo" dove rifugiarsi con i suoi affetti, nei suoi ricordi che si confondono e si mescolano con il presente. Quattro assi narrativi scandiscono il tempo, forse vero protagonista del film, non cronologico della narrazione, un'esperienza cinematografica per lo spettatore che, come ogni puzzle film che si rispetti, solo nel finale riuscirà ad avere a disposizione tutti i tasselli per comporre il quadro della storia. Attraverso questo film invece di declinare, come solitamente accade, la malattia attraverso gli occhi del caregiver, colui che assiste l'ammalato, ho lasciato recitare l'avanzamento della stessa attraverso il vivavoce del protagonista che racconta le sue paure attraverso una lunga lettera forse scritta per anni. Ma il film nasce anche dall'esigenza di raccontare l'Amore, di quello ossessivo di Mario verso sua moglie Amelia (Giovanna Rei), morta improvvisamente quando era incinta, e di quello ritrovato per sua figlia Michela (Beatrice Arnera), abbandonata al suo destino e preferita al lavoro e alla musica per colmare il vuoto che Mario ha accumulato dalla morte della moglie. Ma l'Amore può e riesce a superare qualsiasi barriera anche quella atroce della perdita della memoria, il dissolversi dei ricordi, attraverso l'immaterialità dei sentimenti e dell'immaginazione, della poesia e della scommessa. Un amore che oltrepassa i limiti imposti da una patologia che esiste ma si nasconde, l' Alzheimer. Raccontare attraverso le immagini di una malattia così delicata non è stato facile; altrettanto complesso è stato scrivere la storia, insieme con Eitan Pitigliani e Giovanni Mazzitelli, che non parla della malattia, ma la vive, l'attraversa, la tocca e poi l'oltrepassa in un misto di sentimenti contrastanti ma veri: Amore e dolore, coscienza ed incoscienza, perdita e riacquisizione, immaginazione e follia. Ho ritenuto necessario far trasparire sin dai primi script il rispetto della dignità della persona in quanto tale cercando collaborazione da parte di scienziati ed esperti in materia nella stesura del lavoro grazie ad anni di studi e ricerche anche personali. Un film fatto di distanze, tamponi, mascherine e, per l'attualità in cui è stato realizzato, privato della cosa più autentica di un set, le carezze, gli abbracci e gli immancabili assembramenti cinematografici. Queste difficoltà non hanno però snaturato l'autenticità e la verità della narrazione, forse potenziate dalla voglia di tornare a raccontare storie. La macchina da presa, quindi, esplora una storia estremamente delicata e attuale, poetica e metaforica ma mai metafisica, che mira a imprimere una storia da vivere finalmente sul grande schermo."
dal pressbook del film
Eventi
Presentato in anteprima il 2 settembre 2022 a Venezia in occasione della 79a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
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