Pasolini prossimo nostro (2006)
Pasolini prossimo nostroDal rumore di un set emerge la voce di Pasolini al lavoro per completare la sua ultima, contestatissima e postuma opera cinematografica "Salò o le 120 giornate di Sodoma", mentre si lascia seguire da una piccola troupe capeggiata dal giornalista Gideon Bachmann, che lo coinvolge in una lunga intervista/conversazione. Il regista trasforma l'intervista in un lucido e violento attacco alla società; un grido d'allarme che, assieme alle immagini del set, dà vita a una sovrapposizione tra film e realtà a svelare la metaforica messa in scena pasoliniana della modernità.
Giuseppe Bertolucci ha realizzato i 63 minuti del film scegliendo tra oltre 50 ore di conversazioni inedite di Pasolini con Bachmann, 3.000 metri di negativo cinematografico, 7.200 scatti fotografici, centinaia di pagine di trascrizioni audio, in 23 mesi di lavoro, tra preparazione, riflessioni, pause, discussioni e ripensamenti.
Utilizzando le immagini di scena di Deborah Beer, Bertolucci ha creato una sorta di sintesi dell'ultima opera di Pasolini, sostituendo le immagini fisse alle sequenze cinematografiche, commentandole con alcune preziose testimonianze filmate e sonore dell'autore dall'archivio di Bachmann, lasciando così a una rilettura inedita di uno dei film più sconvolgenti degli anni settanta.
Info Tecniche e Distribuzione
Genere: Documentario, StoricoNazione: Italia - 2006
Durata: 63 minuti
Formato: Colore Bianco e Nero; Formato: 1:1.33
Produzione: Ripley's Film, Cinemazero
Note:
Presentato nel 2006 in anteprima mondiale alla 63a Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti Doc.
In HomeVideo: in Digitale da lunedì 2 Novembre 2020 e in DVD da venerdì 11 Dicembre 2015 [scopri DVD e Blu-ray]
Cast e personaggi
Regia: Giuseppe BertolucciFotografia: Deborah Imogen Beer
Montaggio: Federica Lang
Cast Artistico e Ruoli:
Pier Paolo Pasolini
Se stesso
Franco Merli
Se stesso
Tra gli interpreti (immagini di repertorio) anche il cast e la troupe di 'Salò o le 120 giornate di Sodoma'. Interviste: Gideon Bachmann | Supervisione musicale: Fabio Venturi | Musiche: F. Ansaldo, C. A. Bixio, F. Chopin, A. Moretti, C. Orff | Musiche eseguite da: Nanni Civitenga, Monica Ficarra, Ensemble Roma Sinfonietta diretta da Claudio Casini e Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano diretto da Francesco Lanzillotta | Produzione esecutiva: Angelo S. Draicchio.
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Immagini
Note del regista Giuseppe Bertolucci
Il termine fotoromanzo, associato a un film "maledetto" come il Salò di Pasolini, sembra incongruo e quasi inopportuno. E invece a me pare assolutamente appropriato, perché di un foto-romanzo si tratta. Con Federica Lang abbiamo rivisitato il piccolo tesoro delle foto di scena di Deborah Beer (impeccabili sul piano della fedeltà e della qualità) e abbiamo creato una sorta di sintesi dell'ultima opera di Pasolini: sostituendo le immagini fisse alle sequenze cinematografiche. Ma l'archivio di Gideon Bachmann conteneva anche alcune preziose testimonianze (filmate e sonore) dell'autore, che abbiamo posto a commento del nostro fotoromanzo. Arrivando, io credo, a una rilettura inedita, assolutamente attendibile, di uno dei film più sconvolgenti degli anni settanta. Dalla quale emerge, potente, la spietata analisi pasoliniana di una società italiana sempre in bilico sulla voragine del fascismo. Il suo grido d'allarme fu strozzato la notte del 2 novembre 1975, ma continua ad arrivarci, nitido e straziante, a trent'anni di distanza.
Nota del produttore Angelo S. Draicchio
50 ore di interviste audio, 3.000 metri di negativo cinematografico, 7.200 fotografie, centinaia di pagine di trascrizioni audio, 23 mesi di lavoro, tra preparazione, riflessioni, pause, discussioni e ripensamenti, un risultato di 63 minuti circa. Oltre tre lustri sono trascorsi dal momento in cui Andrea Crozzoli e Piero Colussi mi proposero di realizzare insieme un documentario su Pasolini, utilizzando l'enorme quantità di materiale girato da Gideon Bachmann e Deborah Beer sul set di Salò o le 120 giornate di Sodoma, altrettanti dal giorno in cui, con Giuseppe Bertolucci, a cui avevamo deciso di affidare la regia, saggiammo a Pordenone i primi materiali. Nonostante questi avessero un forte impatto emotivo – e fossero in buona parte assolutamente inediti -, altrettanto forte fu la sensazione di incertezza che provammo nell'immaginarne un film, per di più l'ennesimo, su una delle più importanti personalità della cultura italiana del '900. Decidemmo comunque di provarci, trascrivendo dapprima tutto l'audio a nostra disposizione e analizzandolo, quasi fosse un testo incompiuto, abbandonato dall'autore. Un puzzle confuso da cui emergeva, a tratti tenera, la voce inconfondibile, potente, di un Pasolini amarissimo e disilluso che abiura la Trilogia della vita e, lucidamente, non lascia speranza alcuna. Un testo a cui abbiamo voluto dare voce, contestualizzandolo, con le immagini del regista alle prese con quella che sarà la sua ultima e straziante opera. Piaccia o meno, Pasolini prossimo nostro ha la valenza di un definitivo testamento intellettuale; vuole essere un ulteriore tassello nella memoria collettiva, vuole dar voce, ancora una volta, a una delle intelligenze più vive e lucide della nostra cultura e, in generale, del secolo scorso.
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