Noi ce la siamo cavata (2022)
Noi ce la siamo cavataIn occasione del trentennale di 'Io speriamo che me la cavo' e l'Oscar alla carriera a Lina Wertmüller, Adriano Pantaleo decide di andare a ritrovare i suoi ex-compagni e piccoli attori di allora. Il racconto delle loro vite e del film diventano occasione per raccontare Napoli e il sud e capire se anche loro 'se la sono cavata'.
Un furgone giallo gira per le strade di Napoli: a guidarlo è Adriano Pantaleo, che esordì sul grande schermo a 7 anni, tra i giovanissimi protagonisti del film di Lina Wertmuller "Io speriamo che me la cavo". Oggi che è un attore affermato, è deciso a ritrovare i compagni di quella incredibile avventura per scoprire se anche loro nella vita se la sono cavata. Una réunion in occasione del trentennale del film che diventa un racconto divertente ed emozionante tra passato e presente, ricco di aneddoti e interviste con gli attori professionisti e gli addetti ai lavori che contribuirono al grande successo di pubblico del film. Un ritratto inedito di quella Napoli che, come sosteneva la grande regista scomparsa un anno fa, al di là degli stereotipi, è popolata da tante famiglie "per bene." In chiusura del documentario l'ultima apparizione in video della stessa Wertmüller, entusiasta dell'idea prospettatale da Albano e Pantaleo nel 2020 di realizzare un documentario che raccontasse il seguito del suo film.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: mercoledì 11 Gennaio 2023Uscita in Italia: 11 Gennaio 2023 al Cinema
Genere: Documentario
Nazione: Italia - 2022
Durata: 72 minuti
Formato: Colore
Lingua: italiano
Produzione: Mediterraneo Cinematografica, Terranera, Lo Scrittoio (in collaborazione con), Regione Campania (con il contributo di), Film Commission Regione Campania (con la collaborazione di)
Distribuzione: Lo Scrittoio
Cast e personaggi
Regia: Giuseppe Marco AlbanoSceneggiatura: Giuseppe Marco Albano, Andrej Longo, Adriano Pantaleo
Musiche: Roberto G. Pellegrino
Fotografia: Francesco Domenico D'Auria
Montaggio: Dario Incerti
Cast Artistico e Ruoli:
Produttori:
Francesco Lattarulo (Produttore), Angelo Troiano (Produttore), Alex Marano (Produttore), Francesco Di Leva (Produttore), Adriano Pantaleo (Produttore), Giuseppe Marco Albano (Produttore)
e con e con i bambini (ormai adulti) della 'Terza B': Mario Bianco, Pierfrancesco Borruto, Annarita D'Auria, Ciro Esposito, Dario Esposito, Marinella Esposito, Luigi Lastorina, Carmela Pecoraro, Salvatore Terracciano, Marco Troncone | Story Editor: Cinzia Masòtina | Suono: Antonio Caspariello, Marco Affinito | Canzone originale: Ralph P, Raffaele Bonuomo.
Immagini
Note di Regia – Giuseppe Marco Albano
"Fin da piccolo mi hanno sempre affascinato i bambini attori, quando li osservavo al cinema sul grande schermo oppure a casa in tv, quando li vedevo recitare come miei coetanei all'interno di un grande film al fianco di attori e attrici famose. Che sogni può avere un bambino che fa l'attore? Quando diventa un personaggio riconosciuto da tutti già da piccolo, come si rapporta con il mondo esterno? Ecco le domande che mi sono posto ogni volta che vedevo film in cui i protagonisti erano dei bambini che avevano la mia stessa età. Uno di questi, che è diventato anche uno dei miei film preferiti, era proprio "Io speriamo che me la cavo" della grande regista Lina Wertmüller. Oggi raccontiamo una storia nuova, che ha però radici salde in quel film che tutti conosciamo quasi a memoria. Insieme ad Adriano Pantaleo, uno dei piccoli protagonisti del film, abbiamo immaginato di raccontare, a distanza di trent'anni dall'uscita della pellicola, un cammino, quello di Vincenzino, il gelataio oggi uomo di 38 anni, che decide di rintracciare tutti i suoi vecchi compagni del film e farsi raccontare come se la sono cavata. "
Intervista a Adriano Pantaleo
Da Vincenzino a Adriano Pantaleo, attore di successo. Come è cambiata la tua vita?
Io speriamo che me la cavo non è stato soltanto il mio primo film, bensì l'esperienza che mi ha indirizzato totalmente. Avevo 7 anni e da lì la mia vita ha preso una direzione precisa, quel film ha condizionato tutte le mie scelte successive, studi, passione, formazione, perché ho capito sin da subito che amavo fare questa cosa che mi era capitata: recitare. Posso dire senz'altro che quel film è stato il mio "sliding doors". Se oggi mi ritrovo a fare questo mestiere e ad essere non solo un attore, ma l'uomo che sono, lo devo, in gran parte, a quel mio primo film e a Lina Wertmüller. Il documentario è stata un'esperienza pazzesca, una specie di "seduta di analisi" diffusa e itinerante. È stata anche una riscoperta perché quando ho partecipato come attore al film ero troppo piccolo per comprendere appieno e infatti c'erano tante cose che non ricordavo bene; tutto quello che ci stava accadendo era una magia troppo grande per essere capita da noi bambini.
Come è nata l'idea di questo documentario?
Nel corso degli anni è successo più di una volta che qualcuno mi chiedesse di fare "qualcosa" di inerente al film, ma ho sempre declinato l'invito poiché non ne sentivo la necessità, non credevo fosse il momento giusto. Probabilmente con il passare degli anni, con la "giusta" distanza, con l'anniversario dei trent'anni dall'uscita del film (girato nel 1991 e uscito nel 1992) e con l'Oscar vinto da Lina, ho sentito che era arrivato il momento di onorare quel capolavoro e di rispondere a quelle persone che, ancora oggi, mi riconoscono come "Vincenzino" e mi chiedono che fine abbiano fatto gli altri ragazzi del film.
Il titolo del documentario è un'affermazione: ma quei ragazzini se la sono davvero tutti cavata?
Mario Bianco, Nicola, il bimbo cicciottello che amava le brioche, ha aperto due cornetterie ed un ristorante a Torino. Poi c'è Carmela Pecoraro, Tommasina, con altre esperienze attoriali molto importanti alle spalle, è stata, ad esempio, la protagonista del film "L' amore molesto" di Mario Martone. Carmela ci racconta, con amore e malinconia, che poi ha deciso di non continuare questo lavoro. Nonostante oggi sia felice madre di tre bambini ci ha confessato che tornando indietro, non avrebbe mollato e ce l'avrebbe messa tutta per continuare. Ciro Esposito è stato l'unico, insieme a me, che ha continuato la carriera attoriale ed oggi è un affermato attore di successo. Ma c'è anche chi ha avuto storie meno fortunate come Luigi L'Astorina, Totò, Marco Troncone, Giustino e Salvatore Terracciano, il Salvatore Scognamiglio del film, che hanno avuto trascorsi di carcere ma oggi sono tutti sposati e padri di famiglia, dunque possiamo dire se la sono cavata con qualche piccola défaillance.
Come si inserisce nel documentario la figura di Lina Wertmüller, scomparsa un anno fa?
Lina è presente sempre, con filmati d'epoca e nei ricordi vivissimi di tutti noi protagonisti. Quando nel 2020 con il regista Giuseppe Marco Albano le abbiamo prospettato l'idea del documentario, lei era entusiasta. E per fortuna siamo riusciti anche a inserire nel film un ultimo "incontro" con quella che è stata l'artefice di tutto questo. Un incontro imprescindibile, che è anche la sua ultima apparizione in video prima di lasciarci. Perché come dice Pino Daniele "ci sono cose che ci lasciano un segno evidente, persone che incontri per caso e poi restano per sempre."
dal pressbook del film
Eventi
• Presentato in anteprima al 40° TFF Torino Film Festival.
• Anteprima italiana il 5 Gennaio 2023 a Napoli (Cinema Vittoria) con la presenza del regista e del cast.
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