Tutto ha inizio quando Jacob (Steven Yeun), immigrato coreano, trascina la sua famiglia dalla California all'Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita da agricoltore negli Stati Uniti degli anni '80. Sebbene Jacob veda l'Arkansas come una terra ricca di opportunità, il resto della sua famiglia è sconvolto da questo imprevisto trasferimento in un fazzoletto di terra nell'isolata regione dell'Ozark. L'arrivo dalla Corea della nonna (Yoon Yeo-jeon), donna imprevedibile e singolare, stravolgerà ulteriormente la loro vita. I suoi modi bizzarri accenderanno la curiosità del nipotino David (Alan Kim) e accompagneranno la famiglia in un percorso di riscoperta dell'amore che li unisce.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: lunedì 26 Aprile 2021Uscita in Italia: 26/04/2021
Genere: Drammatico
Nazione: USA - 2020
Durata: 115 minuti
Formato: Colore
Distribuzione: Academy Two
Note:
Nominato ai Golden Globes nella categoria Miglior film in lingua straniera. ll film ha vinto il Gran Premio della Giuria e il Premio del pubblico al Sundance. ll film è stato candidato a 6 Independent Spirit Awards.
In HomeVideo: in DVD da mercoledì 29 Settembre 2021 [scopri DVD e Blu-ray]
Cast e personaggi
Regia: Lee Isaac ChungSceneggiatura: Lee Isaac Chung
Musiche: Emile Mosseri
Fotografia: Lachlan Milne
Scenografia: Yong Ok Lee
Montaggio: Harry Yoon
Costumi: Susanna Song
Cast Artistico e Ruoli:
Alan Kim
David
Yeri Han
Monica
Noel Kate Cho
Anne
Steven Yeun
Jacob
Darryl Cox
Sig. Harlan
Esther Moon
Sig.ra Oh
Ben Hall
Dowsing Dan
Eric Starkey
Randy Boomer
Will Patton
Paul
Youn Yuh-Jung
Soonja
Jacob Wade
Johnnie
James Carroll
Frate Roy
Jenny Phagan
Bonnie
Tina Parker
Debbie
Chloe Lee
June
Joel Telford
Bambino più grande
Scott Haze
Billy
Kaye Brownlee-France
Tecnico di laboratorio
Skip Schwink
Dottore
Tea Oh
Proprietario negozio alimentari
Produttori:
Dede Gardner (Produttore), Jeremy Kleiner (Produttore), Christina Oh (Produttore), Brad Pitt (Produttore esecutivo), Steven Yeun (Produttore esecutivo)
Casting: Julia Kim, C.S.A..
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Note di produzione
Non è un caso che il titolo del film, Minari, prenda il nome da un'erba piccante coreana che diventa più rigogliosa nella sua seconda stagione di crescita. Il film è infatti un'ode tenera, divertente ed evocativa al sacrificio di una famiglia, in cui una generazione rischia tutto per permettere alla generazione successiva di realizzare il suo sogno. Le scene del film si susseguono con tutta la vivacità di una memoria vissuta. Il soggetto di Minari sembra una storia che già conosciamo: una storia di immigrati che tentano di trasformare in realtà il loro sogno americano. Ma il regista Lee Isaac Chung fa emergere dai ricordi affettuosi, forti e personali di questa famiglia, una storia più ampia: l'impatto del viaggio di una nuova generazione di giovani americani.
Tutto ha inizio quando Jacob, immigrato dalla Corea, trascina la sua famiglia dalla California all'Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita da fattore negli Stati Uniti degli anni '80. Sebbene Jacob veda l'Arkansas come una terra ricca di opportunità, il resto della sua famiglia è sconvolto da questo imprevisto trasferimento ad una nuova vita in un fazzoletto di terra nell'isolata regione dell'Ozark. Ma sono due membri di questa famiglia, agli opposti dello spettro familiare – l'entusiasta ed indisciplinato David di sette anni e la sua altrettanto anticonformista nonna Soonja, appena scesa dall'aereo in arrivo dalla Corea – che inizieranno ad aprire una strada nuova per i loro familiari. Nel mezzo di questo profondo cambiamento, si scontrano, e scoprono il legame imperfetto ma magico che lega la famiglia al suo passato proprio nel momento in cui si rivolge al futuro.
Minari è il quarto lungometraggio scritto e diretto da Chung ma è anche quello che il regista ha sempre desiderato realizzare: una riflessione intima e personale sull'incontro di due mondi. Chung è cresciuto in Arkansas, figlio di immigranti dalla Corea del Sud. Ma non ha mai trovato un modo soddisfacente per raccontare il viaggio della sua famiglia fino a quando non ha creato la figura del piccolo David. David gli ha offerto un modo leggero e giocoso per affrontare ricordi complicati attraverso il suo spirito aperto che si stupisce di tutto e che riesce ad illuminare la stranezza della vita.
Privo di un vocabolario che gli permetta di esprimere la propria esperienza di immigrato, David diventa l'interprete delle sensazioni di un'intera famiglia alla deriva che cerca di ritrovare la propria rotta. Mentre il sogno dell'Arkansas minaccia di spegnersi e portare alla rovina ciascun membro della famiglia, Chung ha l'opportunità di esplorare non solo il modo in cui una famiglia affronta le difficoltà specifiche dell'integrazione nell'America rurale, ma anche temi più universali: le contraddizioni con cui tutti noi ci confrontiamo fra legami familiari e indipendenza, fede e scetticismo, senso di estraneità e forte desiderio di appartenenza.
Come spiega Chung "per me, il film incoraggia a sperare che si possa trovare il meglio in ciascuno di noi. La cosa che desideravo di più era lasciare che gli spettatori entrassero a far parte di questa famiglia. Minari potrebbe sembrare semplicemente la storia di una famiglia coreana-americana che trova l'occasione per raccontare la propria storia di immigrati, ma i sentimenti di questi personaggi sono affini e vicini anche a quelli di persone che provengono da una nazione diversa o dall'Arkansas o da New York, o da qualsiasi altro posto. Questa è stata per me la scoperta più emozionante, vedere quanto una storia così personale sia in grado di toccare tante persone diverse in modo così profondo."
Origini
Lee Isaac Chung ha cominciato a mettere a fuoco l'idea di Minari quando si è reso conto di quanto desiderasse raccontare alla sua figlioletta da dove provenisse, che sacrifici avevano dovuto fare i suoi genitori per venire in America e che cosa significasse per lui la famiglia, con tutti i suoi conflitti ma anche con tutte le sue note di misteriosa grazia.
"Se avessi potuto lasciare a mia figlia una storia da vedere, quale storia avrei voluto che fosse? – spiega Chung – Ho annotato ottanta ricordi visivi che risalivano all'epoca in cui avevo all'incirca l'età di mia figlia. Andavano dai ricordi dei grandi litigi fra i miei genitori nell'Arkansas fino a quello di mia nonna che incendiò metà della nostra fattoria. Nell'esaminarli, ho pensato che forse questa era la storia che avevo sempre desiderato raccontare."
È quasi una lettera d'amore ai suoi genitori, ma anche una lettera d'amore a tutti i genitori che si affidano alla speranza di un futuro per i loro figli. Era una storia inventata, ma una storia che il regista sperava potesse rendere omaggio alla tenacia dei suoi genitori e al tempo stesso rappresentare un dono per sua figlia quando fosse diventata grande.
"Minari non è una rappresentazione fedele della mia infanzia," nota Chung, "e Jacob e Monica non sono i miei genitori. Ma vi sono risonanze con la realtà, e il significato che ha per me è profondo."
Sebbene sia cresciuto in una piccola fattoria a Lincoln, in Arkansas, Chung ha realizzato il suo primo lungometraggio in Rwanda (dove sua moglie, arteterapeuta, lavorava come volontaria). Munyurangabo, una storia di amicizia fra due ragazzi di etnie opposte. Realizzato in soli undici giorni, utilizzando attori locali, è il primo lungometraggio realizzato nella lingua kinyarwanda.
Chung continuò le sue sperimentazioni: scrisse e diresse Lucky Life, un dramma familiare basato sulla poesia di Gerald Stern, e Abigail Harm una favola surreale ambientata a Manhattan.
Minari è qualcosa di diverso, di molto vicino alla sensibilità del regista. In particolare il personaggio di David "è il risultato della fusione di due elementi opposti: i ricordi più intimi della paura, dell'eccitazione e della curiosità di me bambino, e al tempo stesso il guardare adesso mia figlia dall'esterno. David è diventato un misto di me che voglio dire certe cose a me stesso, e di me che voglio dire certe cose a mia figlia," ha affermato Chung.
Sebbene siano i ricordi a costituire l'essenza di Minari, anche la letteratura americana ha avuto una certa influenza sul film. Chung si è ispirato in particolare al candore prepotente e comico di Flannery O'Connor nel descrivere gli abitanti del meridione rurale statunitense quando affrontano la fede, l'intolleranza, la salvezza e i loro stessi difetti. "Ciò che adoro di O'Connor è il fatto che spesso i personaggi che ti fanno sentire più a disagio sono quelli che offrono grazia e redenzione. Il regista ha preso spunto anche da Willa Cather, in particolare da una sua citazione che lo ha spinto a continuare a scavare più a fondo. "Dice Cather, 'la vita è iniziata per me quando ho smesso di ammirare e ho iniziato a ricordare'. Ho pensato molto a quel concetto."
Jacob e Monica
Ben prima che Minari ottenesse il nulla osta per l'inizio delle riprese, Chung inviò la sceneggiatura all'attore Steven Yeun, che alcuni anni prima era diventato suo cugino acquisito. In un'ampia gamma di recenti ruoli, dalla serie televisiva "The Walking Dead" all'audace commedia di Boots Riley Sorry to Bother You, fino all'intenso noir di Chang-dong, Burning, Yeun ha contribuito a infrangere lo stereotipo asiatico nel cinema. Chung ha pensato che potesse capire la figura di Jacob come pochi altri attori avrebbero potuto fare. Nato nella Corea del Sud, Yeun è cresciuto a Troy, nel Michigan.
"Quella di Steven è una storia piuttosto unica, per un coreano-americano," osserva Chung. "È arrivato negli Stati Uniti quando era un po' più grande rispetto a molti di noi, quindi ha davvero ancora un piede in Corea, ma si sente anche molto americano, perché è cresciuto nel Midwest. È a proprio agio con entrambe le culture, e al tempo stesso è un estraneo per entrambe. Ho visto quella miscela funzionare così bene per il suo personaggio alienato in Burning, e funziona in un modo molto differente per Minari. È perfetto per il ruolo di Jacob, perché è un immigrante coreano che non è interessato a intraprendere il solito iter del trasferimento in città per avviare un'attività commerciale. Ha una visione più insolita della vita che vuole."
"Un altro punto di forza di Steven è che appena lo conosci fai il tifo per lui. E le persone devono voler fare il tifo per Jacob, perché sta facendo una cosa terribilmente rischiosa, trasferendo la sua famiglia in questo posto assurdo senza neppure consultarla, e portandola sull'orlo del disastro. Potremmo diffidare di lui. Invece Jacob suscita simpatia per l'intensità della sua dedizione, del suo impegno, e del suo credere nei frutti di un lavoro faticoso."
Yeun ammette che interpretare il ruolo di Jacob lo spaventava, e proprio questo lo rendeva un ruolo ancora più irresistibile. "Il processo di preparazione per questo ruolo è stato difficile, bello, gratificante e terrificante".
"Il coreano è una lingua che so parlare ma non è detto che fosse il dialetto giusto per Jacob, quindi sapevo che ci sarebbe stato bisogno di parecchio studio e impegno. Ancora più preoccupante era interpretare il ruolo di un padre della generazione di Jacob. Come rappresentante di una minoranza, questo compito mi sembrava molto arduo e oneroso. Mi preoccupavo: 'Sarò in grado di rappresentare quest'uomo in modo abbastanza autentico? E conosco davvero persino il mio stesso padre? Sono consapevole di quello che i miei genitori hanno dovuto affrontare? ' Le persone spesso idealizzano o vedono con romanticismo la prima generazione che è arrivata in questo Paese, ma non è questo che volevo fare. Stavo cercando di arrivare all'essenza di quest'uomo molto umano, con tutti i suoi difetti."
Come per Chung, anche per Yeun quel genere di comprensione pare possibile solo dopo che si diventa genitori. "Non credo di aver capito veramente la prospettiva dei miei genitori finché non ho avuto io stesso dei figli" afferma Yeun. "Ma ora so qualcosa di ciò che significa essere Jacob, avere una trentina d'anni e avere figli che dipendono da te, ma al tempo stesso sentire dentro questo fuoco che ti spinge a inseguire ad ogni costo il tuo ideale di successo e felicità."
Jacob resta aggrappato all'idea che realizzare il suo sogno andrà a vantaggio di David e Anne, una volta che tutto andrà a posto. Ma sebbene la moglie di Jacob, Monica, condivida le sue aspirazioni, questo non significa che sia in grado di accettare facilmente la vita in una roulotte in Arkansas, in mezzo al nulla. Si dà da fare per trasformare la roulotte in un luogo che assomiglia sempre di più ad una vera casa, ma la preoccupa l'isolamento della sua famiglia, la preoccupa non sapere dove andranno a finire la sua vita e il suo matrimonio.
Ad interpretare questi sfumati passaggi emotivi di Monica è Yeri Han, una premiata attrice coreana che con Minari fa il suo debutto americano. "Siamo stati così fortunati ad avere Yeri," dice Chung. "Quando l'ho conosciuta, ho capito immediatamente che era la persona per cui avevo scritto la parte di Monica. Sarebbe facile interpretare Monica come lo stereotipo della moglie che si lamenta sempre, ma Yeri la fa apparire come una donna molto forte, nonostante sia cresciuta in una cultura in cui le donne tradizionalmente hanno poca indipendenza. Volevo presentare Jacob e Monica come due persone perfette l'uno per l'altra, che si trovano però in una situazione imperfetta."
David e Anne
Fin dall'inizio, tutte le persone coinvolte nella produzione di questo film sapevano che trovare l'attore che avrebbe interpretato David sarebbe stato molto difficile. "Sapevamo che la chiave del successo dell'intero film era riuscire a far sì che gli spettatori si innamorassero di David," spiega la produttrice Cristina Oh.
La direttrice del casting, Julie Kim, ha setacciato ogni luogo, dalle palestre delle chiese ai programmi di doposcuola, esaminando innumerevoli registrazioni di provini alla ricerca del giovane attore che potesse interpretare David. L'intero team di produzione è rimasto colpito da Alan S. Kim, un attore alle prime armi. "Alan era il bambino che continuavo a voler ritornare a guardare. Era affascinante, forse perché sembrava tanto genuino," dice Chung. "Di persona, dà l'impressione di un minuscolo adulto, del tutto formato. La sua comicità è naturale, ma coinvolgente. Quello che mi piaceva di più era il fatto che facesse continuamente delle cose del tutto naturali per lui, ma molto inaspettate per me."
"Anche Noel Noel Kate Cho (Anne) è una debuttante, che viene dalla Virginia. "Nel provino è stata straordinaria, forse perché ha un fratello più piccolo nella sua vita reale e capisce quel tipo di relazione," dice Chung. "Quando l'abbiamo messa sulla scena con Alan, hanno immediatamente dato l'impressione di essere fratelli. Noel aveva molto da offrire, ma nel suo ruolo di sorella maggiore è stata anche in grado di aiutare a tenere in riga Alan.
L'innata capacità di un bambino di reagire senza pensare è la capacità che si è rivelata più preziosa per Chung. "Alan non solo era pronto a provare qualsiasi cosa gli chiedessi, ma faceva anche cose che non avrei mai saputo scrivere nella sceneggiatura. Era un divertimento quotidiano scoprire quello che avrebbe potuto fare. "
Soonja e Paul
Niente manda fuori di testa David come l'arrivo della nonna Soonja che con suo grande disappunto, si trasferisce in camera sua, rendendo immediatamente rivali nonna e nipote.
Agli occhi di David, Soonja non può assolutamente essere una "vera" nonna. Non prepara biscotti e non è il tipo che fa le coccole. Si diverte un mondo a stuzzicarlo e dice più parolacce di chiunque David abbia incontrato in vita sua. Nonostante questo, in modi che David non percepisce immediatamente, lui e Soonja hanno molto in comune: sono entrambi spiriti ribelli, sono entrambi fisicamente vulnerabili e sono entrambi il collante della famiglia, perché Soonja rappresenta il collegamento al suo luogo di provenienza, mentre David è ciò che la indirizza verso un futuro ancora ignoto. E quando David fa di Soonja la vittima dei suoi dispetti, sperando di convincerla ad andarsene, non fa che legarla ancora di più a sé, perché si rende conto che Soonja lo comprende meglio di quanto lui avrebbe mai immaginato.
Chung sapeva di aver bisogno di un'attrice solida e capace di sfumature per interpretare un personaggio che inizia con un registro comico ma che con il procedere del film determina cambiamenti profondi e drammatici nella vita della sua famiglia. Chung ne ha approfittato per scegliere per il ruolo una vera leggenda del cinema sud-coreano: Yuh Jung Youn. Nel corso di quasi 50 anni di carriera di successo, Youn è apparsa in oltre 80 film. Dopo essere stata scoperta negli anni '70 come la musa del dilettante Kim Ki-young, si ritirò dalla scena e si trasferì in America, per poi ritornare nella Corea del Sud negli anni '80 e riaccendere il proprio status di icona cinematografica con una serie di ruoli che hanno infranto i normali clichés delle donne di mezza età nei film della Corea del Sud. Definita anche come 'la Meryl Streep della Corea del Sud', è forse nota negli Stati Uniti soprattutto per la sua premiata interpretazione nel rifacimento di Sang-soo Im del classico The Housemaid e nella recente serie di Netflix "Sense8".
Youn ha dimostrato di essere il perfetto elemento catalizzatore che spinge David e la famiglia sull'orlo del disastro per poi salvarli. "Si inizia a percepire davvero lo slancio del film all'arrivo di Soonja," afferma Chung.
Ad interpretare il ruolo di Paul che prende spunto in parte dalla figura di un uomo che lavorava per il padre di Chung, è Will Patton, ben noto per il suo lavoro sullo schermo e in teatro, e lui stesso figlio di un commediografo e ministro luterano. Patton era già apparso in un film di Chung, Abigail Harm, "Will è stato effettivamente la prima persona a cui ho affidato un ruolo per questo film, e così ha in un certo senso rappresentato un'ancora per me."
"Will utilizza l'intensità della fede di Paul come un mezzo per rivelare chi è come persona. Paul è sempre stato un personaggio importante per me. Il cameratismo che si crea fra lui e Jacob dimostra come due persone di provenienza e background completamente diversi possano trovare una vicinanza radicata semplicemente nel lavoro che condividono."
"Come Jacob, Paul è un uomo che vive di mancanze," nota Chung. "È solo, incompreso e provato dalla vita. Jacob è in grado di capire bene questa situazione, anche se si considera un uomo che crede solo nella scienza e nel lavoro duro. Entrambi hanno le loro convinzioni, ma nella loro parte più intima sono solo due uomini soli che cercano di portare avanti la loro vita, e questo li lega."
La terra americana
L'idea di lavorare il proprio appezzamento di terra è ciò che attira in Arkansas il padre di David, ma altrettanto lo attira il fascino esercitato dalla terra, di cui è intessuto tutto il film. Questa famiglia parla coreano, ma le sue sorti sono legate al potenziale e al pericolo presente nella terra americana che coltivano, proprio come i personaggi di Furore di John Ford, quelli di Il Gigante di George Steven o de I giorni del cielo di Terrence Malick.
La terra è entrata nelle ossa di Chung da quando suo padre lo ha portato in Arkansas. È inseparabile dalla sua identità personale. È una connessione che balza agli occhi nel film, ma che va oltre il sentimentalismo. "Mio padre è venuto in America inseguendo il sogno romantico di quello che aveva visto in film come Il grande paese e Il gigante: questa terra fertile in grado di mantenere tante promesse. Ma quella che ho visto personalmente è stata una vita molto più difficile. La terra non perdonava. Lo rivedo ancora là fuori, alle due del mattino, nella neve, a cercare di coprire gli alberi per proteggerli dal freddo. Nell'agricoltura c'è un livello costante di rischio che pochi film lasciano intravedere. Volevo mostrare almeno in parte quel rischio ma anche, per contrasto, riflettere su come la natura così spesso offre immagini di grazia."
I sogni pastorali di Jacob erano anche nella fantasia del direttore della fotografia di Minari, l'australiano Lachlan Milne. Sono sue le riprese esterne realizzate per 'Stranger Things' della Netflix, e Hunt for the Wilderpeople di Taika Waititi.
Chung e Milne hanno discusso una vasta gamma di influenze, dalle relazioni spaziali di Ozu al terreno aspro dei film western, alle affinità con Spielberg per il mondo immaginario dei bambini.
Le riprese sono state fatte proprio nei campi della regione collinare dell'Ozark. La produzione si è accampata subito fuori Tulsa, ad ovest del confine con l'Arkansas, utilizzando tutte le location in cui fosse possibile girare.
HomeVideo (beta)
info: 26/04/2021.
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