Il Mio Amico Nanuk (2014)

Midnight Sun
Locandina Il Mio Amico Nanuk
Il Mio Amico Nanuk (Midnight Sun) è un film del 2014 prodotto in USA e Canada, di genere Avventura e Family diretto da Roger Spottiswoode, Brando Quilici. Il cast include Dakota Goyo, Goran Visnjic, Bridget Moynahan, Kendra Leigh Timmins, Russell Yuen, Duane Murray. In Italia, esce al cinema giovedì 13 Novembre 2014 distribuito da Medusa. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 26 Marzo 2015. Al Box Office italiano ha incassato circa 2148107 euro.

La storia inizia a Devon nei territori nord occidentali del Canada. Madison Mercier – una ricercatrice esperta di natura – sta partendo per un viaggio di ricerca sulle tracce di un branco di beluga (balenottero bianco) che ogni anno si spostano in una zona ben precisa. Durante la sua assenza, i suoi due figli, Abbie e Luke, resteranno con la zia che viene appositamente dalla città per prendersi cura di loro. Da quando ha perso il marito in un tragico incidente due anni addietro, Madison è diventata particolarmente protettiva nei confronti dell'avventuroso figlio maschio. Quella sera, a casa di Luke, una femmina di orso polare attacca il loro garage. I ranger locali la sedano e notano che l'animale è già stato allontanato dalla città in precedenza. La prassi prevede che venga trasportata fuori città in elicottero la mattina seguente e che nel caso in cui dovesse avvicinarsi di nuovo alla città, dovranno prendere provvedimenti. Quando i Ranger se ne vanno, Luke scopre il motivo del tentativo di intrusione dell'orsa: il suo cucciolo è intrappolato nel garage. Luke lo porta dentro casa e tenta di nasconderlo in camera da letto. Il vivace cucciolo è rumoroso e pieno di energie e i due vanno immediatamente d'accordo ma la zia di Luke non vede di buon occhio l'amicizia tra i due e insiste affinchè Luke "se ne liberi." Luke però, che ha perso da poco il padre, solidarizza immediatamente con il cucciolo d'orso ed è determinato a non consegnare il piccolo orfano alle autorità locale perchè sa che finirebbe allo zoo. Decide quindi che la sua missione sarà quella di riportarlo alla mamma. Luke porta il cucciolo da Muktuk, una guida locale e migliore amico del suo defunto padre. Il giorno del tragico incidente sul ghiaccio che gli è costatro la vita, il papà di Luke era proprio con Muktuk e da quel giorno la famiglia di Luke lo ritiene responsabile dell'accaduto e per questo ha interrotto ogni rapporto con lui. Luke invece ricorda quello che suo padre gli diceva sempre: se sei nei guai o hai un problema rivolgiti a Muktuk . Luke chiede a Muktuk di aiutarlo a portare a termine il suo piano: insieme dovranno attarversare la calotta artica per arrivare con il cucciolo a Cape Resolute, nell'estremo nord del paese dove i Ranger hanno trasportato la sua mamma. E quando Muktuk gli dice che è una cosa troppo rischiosa, il ragazzino decide di fare a modo suo e cavarsela da solo. Prepara una slitta a motore, carica il cucciolo e parte per l'Artico. Quando Abbie si accorge che Luke è sparito, lo dice a Muktuk che capisce subito dove è andato e si mette immediatamente sulle sue tracce. Luke e il cucciolo iniziano la loro avventura con il morale alle stelle, ignari del fatto che il disgelo primaverile è appena iniziato e che le correnti oceaniche sotto i loro piedi sono all'opera per spezzare i ghiacciai. All'improvviso il ghiaccio si spacca e la slitta viene inghiottita in un secondo nelle acque gelide e oscure. Il cucciolo si mette facilmente in salvo con un salto mentre Luke si trascina a fatica fuori dalle acque gelate capendo però che è destinato a morire congelato se non troverà la maniera di asciugarsi e scaldarsi subito. Il cucciolo, preoccupato per il suo nuovo amico, gli si accoccola in grembo e Luke viene salvato dal tempestivo arrivo di Muktuk. Muktuk porta Luke ad un vicino accampamento di Inuit dove il ragazzino viene rimesso in sesto e dove Luke incontra una ragazzina Inuit che gli regala un amuleto porta fortuna. Durante la loro permanenza nell'accampamento, Muktuk e Luke decidono di chiamare il cucciolo d'orso Nanuk, che vuol dire vagabondo o viandante. Muktuk, Luke e Nanuk si rimettono in viaggo alla volta di Devon ma vengono fermati da una tempesta improvvisa. Trovano riparo sotto una specie di tendone di fortuna ma le possenti raffiche di vento strappano via il tendone portando con se anche Muktuk che scompare tra il bianco della neve. Luke si aggrappa al pelo di Nanuk e il cucciolo lo trascina con lui all'interno di una grotta di ghiaccio situata in un crinale ghiacciato dove i due sono al riparo dalle violente raffiche di vento e dal gelo mortale. Finita la tempesta, Luke e Nanuk escono dal rifugio e scoprono che il giacchio si è spezzato e che sono alla deriva in mezzo all'oceano. Muktuk li vede ma non riesce a raggiungerli; salta sulla slitta e torna a Devon in cerca di aiuto e lì trova Madison rientrata in anticipo dalla spedizione proprio a causa della tempesta. I due partono immediatamente per salvare Luke ma quando il loro aereo sorvola il blocco di ghiaccio su cui si trovano Luke e Nanuk, non riescono ad avvistarli perché il ragazzino e il cucciolo sono al riparo dentro una grotta. Poco dopo l'iceberg sul quale i due vagano alla deriva si scontra con altri iceberg, capovolgendosi e spaccandosi una volta ancora ma fortunatamente i due "naufraghi" riescono a mettersi in salvo sulla terra ferma. Luke è infreddolito, stanco e affamato. Continua a camminare nonostante la crescente debolezza diretto verso una piattaforma petrolifera che ha avvistato in lontananza ma perde i sensi prima di raggiungerla. Nanuk resta al suo fianco e riesce ad attirare l'attenzione degli operai della piattaforma che stanno effettuando un giro di perlustrazione durante il quale portano in salvo Luke ancora privo di sensi e il cucciolo. Muktuk, Madison e gli altri vengono contattati dai responsabili della piattaforma che li informano che Luke sta bene e organizzano immediatamente un elicottero per andare a prenderlo. Una volta rifocillatosi, Luke ha riacquistato le forze e la gioia di vivere ma quando capisce che gli operai che lo hanno soccorso hanno intenzione di vendere Nanuk ad uno zoo, il ragazzino lo libera e fugge con lui per le distese innevate. Ormai Luke e Nanuk sono vicini a Cape Resolute ma devono attraversare il mare aperto per arrivare a destinazione. Luke trova una vecchia umiak (tipica imbarcazione Inuit) di pelle abbandonata sulla riva. C'è un buco sulla prua ma è l'unica possibilità che hanno per arrivare a destinazione e Luke decide di correre il rischio. Mette la barca in acqua e fabbrica una vela di fortuna usando una pagaia e un pezzo di tela. Nanuk non è proprio un marinaio provetto e Luke è costretto a confinarlo a poppa dell'imbarcazione per tenere la prua – dove c'è il buco – il più possibile al di sopra della linea di galleggiamento. Ciononostante, la barca si riempie velocemente d'acqua e l'ultima parte del viaggio si trasforma in un'avventura molto pericolosa tra onde sempre più minacciose. Luke dovrà sfruttare tutte le sue conoscenze del windsurf per sfruttare al meglio ogni minimo refolo di vento e arrivare fino a Cape Resolute. Nel frattempo la mamma di Nanuk sulla riva ha riconosciuto l'odore del cucciolo trasportato dal vento e non vedendolo si chiede dove sia mentre dall'alto, a bordo di un aereo, la mamma di Luke perlustra l'immensità del Mare Artico alla ricerca del figlio. Luke e Nanuk riescono a raggiungere Cape Resolute. E mentre Luke dice addio all'amico, vede mamma orsa che si avvicina. In quel momento, ecco apparire all'orizzonte l'aereo dei soccorsi che minaccia di spaventare mamma orsa. Luke fa cenno agli occupanti dell'aereo di allontanarsi e Madison, capendo che è giunto il momento di fidarsi dell'istinto del figlio pur essendo consapevole del rischio che il ragazzino corre facendosi avvicinare da un orso adulto, convince il pilota ad atterrare più lontano per non spaventare l'orso e rendere possibile l'incontro. Mamma orsa e il suo cucciolo sono di nuovo insieme e solo a quel punto Luke corre tra le braccia della madre mentre Muktuk osserva la scena in disparte.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 13 Novembre 2014
Uscita in Italia: 13/11/2014
Genere: Avventura, Family
Nazione: USA, Canada - 2014
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Hyde Park Entertainment, Imagenation Abu Dhabi FZ, Media Max Productions, Original Pictures, Rob Heydon Productions
Distribuzione: Medusa
Box Office: Italia: 2.148.107 euro
In HomeVideo: in DVD da giovedì 26 Marzo 2015 [scopri DVD e Blu-ray]

Passaggi in TV:
• giovedì 07 Dicembre ore 17:50 su Sky Cinema Family

Note degli sceneggiatori: HUGH HUDSON e BART GAVIGAN

La storia è il risultato di anni di ricerca e di riprese effettuate da Brando Quilici nell'Artico, dove ha avuto la possibilità di studiare da vicino gli orsi polari e la vita quotidiana delle comunità più remote in condizioni durissime se non addirittura epiche. La cosa che mi ha colpito subito è stata la semplicità mitica della storia e la mancanza di sentimentalismo. Mi ha fatto pensare ad alcune delle grandi storie di Jack London, anche grazie alla meravigliosa per quanto difficile ambientazione che contribuisce notevolmente alla bellezza della storia. La cosa vale anche per i conflitti interiori e interpersonali che scorrono come fiumi sotterranei all'interno della storia. E' apparso chiaro sin dall'inizio che tutti i protagonisti della storia avrebbero affrontato un viaggio non solo il ragazzo e il cucciolo d'orso. In fondo sappiamo tutti per esperienza vissuta che sono proprio le ferite, gli errori, le paure e le debolezze le cose che aiutano a crescere di più. All'inizio della storia, la famiglia del protagonista è in una situazione difficile. La mamma di Luke gli vuole un gran bene ma le sue paure rischiano di soffocarlo e Luke si sente come un leone in gabbia! Se le cose dovessero continuare così ancora a lungo, il divario tra i due diventerebbe incolmabile. Il viaggio di Luke con il cucciolo cambierà le cose e cambierà anche la vita di tutti quelli intorno a lui. Forse la domanda più difficile e inquietante è: cosa sarebbe successo a questa famiglia e a Luke se il ragazzo non avesse seguito il suo istinto portando a termine la sua ricerca? Per me, la parabola del protagonista è avvincente quanto i paesaggi in cui è ambientata. Sappiamo tutti che dobbiamo correre dei rischi se vogliamo crescere ma questo vale soprattutto per i genitori di figli adolescenti, che sono nel bel mezzo del viaggio verso l'età adulta. Come la madre di Luke, anche loro dovranno cercare di trasformare la loro ansia di protezione in amore, fiducia e libertà. E' un viaggio che le famiglie devono fare insieme!

Note dei registi: Roger Spottiswoode

Il mio amico Nanuk è un'avventura di crescita e maturazione nella quale seguiamo con trepidazione il viaggio di Luke, un ragazzino adolescente che ha perso da poco il padre e che cerca di adattarsi alla nuova vita dopo il trasferimento da Vancouver alle terre selvagge dell'Artico. Nel film Luke è costretto a prendere una decisione difficile e rischiosa quando soccorre un cucciolo di orso polare di tre mesi e decide di riportarlo alla madre. Ma quella che pensava sarebbe stata una spedizione breve e divertente si trasforma in un'avventura rischiosa che lo porterà ad affrontare terribili tempeste, ghiacci che si sciolgono, fame e oceani ghiacciati. Lungo il viaggio, il pubblico si accorgerà che noi e gli orsi polari siamo semplicemente delle specie animali diverse che si trovano a vivere sullo stesso meraviglioso pianeta. A mano a mano che la storia va avanti capiamo che proprio come il cucciolo che sta tentando di salvare, anche Luke è una creatura in pericolo … La sua spedizione ci ricorda di continuo ciò che stiamo perdendo a causa del riscaldamento globale. Il mio amico Nanuk affronta queste grande questioni ma è soprattutto una piccola e intima analisi di come un ragazzino e un cucciolo vengono messi a dura prova dagli elementi naturali. Non potendo più fare a meno l'uno dell'altro, riusciranno a sopravvivere in questi spazi immensi, in mezzo a paesaggi mozzafiato di una bellezza straordinaria. E io ho voluto sottolineare i contrasti tra l'intimità e l'immediatezza di un piccolo film incentrato su un solo personaggio e la maestosità del paesaggio artico. Vi chiederete sicuramente come abbiamo fatto a gestire sul set per 8 settimane i cuccioli degli orsi polari (ne abbiamo usato più di uno) e se questi hanno avuto la meglio su di noi!… Abbiamo affrontato la sfida in modo franco e diretto, con rispetto, creatività, adattamento e tanta improvvisazione. Abbiamo lavorato con il miglior addestratore di orsi polari al mondo, Mark Dumas che ha portato sul set il suo famoso orso polare, Agee, un esemplare femmina che ha interpretato il ruolo della madre. Mark Dumas si è anche occupato di gestire I cuccioli. Ho preferito girare in esterni e non in studio e di lavorare con degli attori in carne e ossa (uomini e ursus maritimus) invece che con i computer anche nelle scene più difficile dal punto di vista tecnico perché il mio obiettivo principale è essere realistico e credibile, essere aperto e esplorare le differenze tra il lavoro sul set e quello in post-produzione. Abbiamo filmato ciò che vedevamo, vivendo l'esperienza e facendo tutto il possibile per far si che il film fosse elettrizzante, sorprendente, realistico e fantasioso come le straordinarie creature con cui dividiamo questo mondo.

Note dei registi: Brando Quilici

Il mio amico Nanuk racconta una storia emozionante. Ciò che lo rende unico è la combinazione di tre elementi chiave: l'emozione di vedere un cucciolo di orso polare, la brutalità e la bellezza del paesaggio artico e la dolcezza dell'amicizia tra un ragazzino e un orso polare, separati entrambi dalle loro madri. E' interamente girato oltre il circolo polare artico, ed è dedicato alle famiglie e ai giovani e rientra in quella categoria di film che recentemente in Italia hanno avuto ottimi risultati al box office come Belle et Sébastien e Vita di Pi. Purtroppo negli ultimi anni, a causa del riscaldamento globale e mentre cercano disperatamente del cibo, gli orsi polari e i loro cuccioli si spingono fino ai villaggi dell'Artico avvicinandosi pericolosamente agli uomini. Le ricerche indicano che il calo della popolazione degli orsi polari è direttamente collegato allo scioglimento dei ghiacci nelle baie di Hudson e di Baffin, e questo spinge gli orsi polari verso la terra ferma, sempre più vicini agli insediamenti umani. Il mondo moderno sta prendendo il sopravvento sulle regioni polari e mi auguro che questa storia riesca a far riflettere sul fatto che lassù, nel Grande Nord, c'è un mondo da far conoscere e così proteggere, il mondo degli orsi bianchi. Ho scritto questo film qualche anno fa dopo aver completato le riprese nell'Artico Canadese per una serie televisiva per Discovery Channel. Viaggiando nelle terre polari ho capito quanto questo apparente deserto di ghiaccio sia in realtà pieno di vita. In primavera milioni di uccelli e mammiferi marini migrano in quelle che vengono chiamate le oasi polari. Quale scenario migliore allora per un grande film d'avventura? Volendo realizzare un film che ha come protagonista un cucciolo di orso polare, il più grande mammifero carnivoro – animale particolarmente feroce, specie rara e protetta – è bene che sappiate che la vera star è lui. Trovarlo è stato più difficile che ingaggiare un divo di Hollywood. Un conto è scrivere la storia di un cucciolo, trasformarla in romanzo e in sceneggiatura, altra cosa è trovarlo, trasportarlo, addestrarlo e averci a che fare giorno dopo giorno su un set cinematografico. Ma questo film era il mio sogno e non ho mollato finché si è realizzato. Il progetto destò subito l'interesse di un grande produttore americano Jake Eberts (produttore Premio Oscar di tanti film tra cui Ghandi, Balla coi lupi e Momenti di gloria). Con Jake abbiamo trovato i finanziatori internazionali necessari alla produzione. Il primo investitore e in qualche modo il più importante, in quanto primo, fu proprio la Medusa Film italiana. La sceneggiatura fu scritta insieme a Hugh Hudson (regista Premio Oscar per Momenti di gloria). Purtroppo Jake Eberts poco prima dell'inizio della produzione ci lascia; lo ricorderò sempre con particolare affetto e riconoscenza, per aver creduto in me, nella mia storia, e per avermi insegnato cose importanti sul piano produttivo. A questo punto il regista Hugh Hudson ha preferito tirarsi indietro data la scomparsa dell'amico e collega. Il film era pronto a partire e io diedi l'incarico a Roger Spottiswoode di lavorare con me con un accordo di co-regia prendendo il posto di Hudson. Un altro importante elemento di questo film è il cameraman specializzato in regioni polari Doug Allan (tre Emmy Awards per la serie Il pianeta vivente e Life in the freezer della BBC) con lui abbiamo realizzato le riprese più avventurose di cuccioli e madri di orsi nel loro habitat naturale nelle isole Svalbard. Un film con un attore bambino – Dakota Goyo – e un cucciolo di orso di 4 mesi come protagonisti non era mai stato realizzato prima ma ero sicuro che sarebbe stato possibile, questo anche grazie alla mia esperienza per oltre tre anni di riprese in Artico per Discovery Channel (per la Serie in 13 puntate : Artico: ultima frontiera trasmessa da Rai Uno). Filmare con Dakota e il cucciolo è stato divertente e difficile al tempo stesso. I cuccioli di orso riescono a mantenere l'attenzione per poco tempo. Adorano giocare ma sono irrequieti. Abbiamo anche scoperto che sono frenetici la mattina fino a quando non mangiano. Poi dormono per circa due ore e nel pomeriggio sono molto più docili e calmi. Quando abbiamo preso coscienza dei loro ritmi, abbiamo iniziato a girare la mattina le scene d'azione nelle quali i cuccioli devono correre e scappare mentre tutte le sequenze che prevedevano gli abbracci le abbiamo girate nel pomeriggio. Durante i 32 giorni di riprese, sono nate nuove amicizie ma abbiamo avuto anche qualche problemino. Per fortuna, Dakota adorava il cucciolo e tra i due si è instaurato un bel rapporto. L'addestratore ha addirittura pensato che il cucciolo considerasse Dakota un fratello e un compagno di giochi. Il cucciolo baciava Dakota, gli faceva le carezze con le zampe, correvano e lottavano insieme. Le riprese hanno presentato qualche pericolo. Un giorno due ore dopo aver finito le riprese sul ghiaccio con una troupe di cento persone, una grossa parte della banchisa polare su cui eravamo ci si è staccata accanto a noi ed è scivolata nel mare Artico; per fortuna senza di noi. Le parti del film ambientate nelle zone più selvagge sono state girate nel nord dell'isole norvegesi Svalbard, 1.600 chilometri a sud del Polo Nord. Nel mese di aprile la troupe è rimasta intrappolata a causa di una tempesta che li ha costretti a restare chiusi nelle tende per 10 giorni a 150 chilometri da Longyearbyen, il villaggio più vicino. La visibilità era pari a zero rendendo impossibile spostarsi con la motoslitta a causa dei molti crepacci che si aprono in quella zona.

Intervista con la produttrice Karine Martin

La genesi del progetto
All'inizio di questa avventura, sono stata contattata dal produttore italiano Brando Quilici. La sua esperienza come documentarista e cineasta per il National Geographic lo aveva portato a lavorare nelle aree più remote del nord del pianeta, facendolo letteralmente innamorare di quei paesaggi così estremi. La sua esperienza lo aveva anche reso estremamente sensibile e consapevole dell'impatto drammatico dei cambiamenti climatici su quelle zone e sulla situazione estremamente precaria dei loro abitanti, primi tra tutti gli orsi polari. Per questo aveva pensato alla storia di un ragazzino non ancora adolescente che vive in una cittadina del Grande Nord canadese. Dopo aver trovato un cucciolo di orso polare nel suo garage, il ragazzino decide contro tutto e tutti di riportarlo da sua madre, che vive a centinaia di chilometri di distanza, nell'estremo nord. Per portare a termine questa pericolosa missione, dovrà attraversare il desolato e estremo territorio artico, nel periodo peggiore dell'anno, vale a dire l'inizio della primavera. Lungo la strada farà amicizia con un animale selvaggio mentre cercherà di superare tutte le insidie e i pericoli che incontrerà sulla sua strada tra cui terribili tempeste di neve, ghiacciai che si spezzano e terre ghiacciate.
Questa storia di crescita e di maturazione mi è sembrata estremamente contemporanea e importante. Viviamo in un mondo in cui il problema dei cambiamenti climatici ci viene raccontato solo in maniera "spettacolare" soprattutto attraverso I blockbuster Hollywoodiani che hanno il risultato opposto nel senso che la gente non percepisce la gravità della situazione e pensa che siano cose che succedono solo nei film. Parliamo e vediamo raramente gli effetti dei cambiamenti climatici sulla gente comune e ignoriamo fino a che punto i nostri comportamenti siano legati nel bene e nel male all'ambiente e al suo futuro. In Il mio amico Nanuk la questione dei cambiamenti climatici viene affrontata e descritta in maniera realistica e attraverso l'impatto immediato che ha sulla storia che raccontiamo visto che sono proprio questi cambiamenti a rendere ancora più pericolosa l'avventura del nostro giovane eroe che dovrà superare enormi ostacoli per raggiungere il suo obiettivo.
Una storia di crescita
Il mio amico Nanuk è un'emozionante storia di crescita e maturazione che trasmette un messaggio estremamente positivo sulla nostra capacità di cambiare le cose. Il protagonista è un ragazzino non ancora adolescente, Luke, il cui padre è morto di recente e la cui madre, Madison una ricercatrice è spesso costretta a lasciare la sua famiglia per lunghi periodi per lavorare presso una lontana stazione di ricerca. Affidato alle cure della zia, Luke trova un cucciolo di orso polare nel suo garage. Scopriamo che il cucciolo è stato abbandonato dalla madre quando questa è stata catturata dalle autorità cittadine e successivamente trasportata a Cape Resolute, un nome di fantasia per indicare un luogo molto selvaggio situato all'estremo nord della regione artica del Canada.
Nel film seguiamo il viaggio di Luke a partire dal momento in cui decide di riportare il cucciolo alla mamma. Quando il suo primo tentativo fallisce, Luke chiede consiglio all'amico del padre defunto, una bravissima guida e grande esperto dell'Artico, Muktuk. Andando contro tutto e tutti e seguendo solo la voce del cuore, Luke decide di assumere il controllo della situazione e di incamminarsi per un viaggio che giudica facile e privo di difficoltà.
Luke, come tanti altri ragazzi della sua età, è in cerca della sua identità. La sua ostinatezza lo porta spesso a sottovalutare le cose e i pericoli che lo aspettano, soprattutto in questa stagione dell'anno quando nell'Artico sta per arrivare la primavera. Decide di affrontare la sfida di riportare il cucciolo dalla madre, a bordo di una slitta attraversando lastroni di ghiaccio che si sciolgono e si spaccano. Nel suo viaggio, Luke assiste e compie numerosi atti di coraggio e dimostra una resistenza e una capacità di gran lunga superiori a quelle che ci si aspetterebbero in un ragazzino della sua età. Lungo il viaggio però scoprirà anche il valore dell'amicizia, troverà il coraggio di battersi per le cose in cui crede, di superare le difficoltà e alla fine della strada imparerà che amare vuole anche dire lasciare andare.
Difficoltà e aneddoti sul set
Girare un film nel Grande Nord del Canada è molto più di una sfida. Dover girare su vaste distese di ghiaccio nel momento in cui comincia a sciogliersi con i protagonisti che si muovono a bordo di slitte e gatti delle nevi ha complicato le cose ancora di più. Abbiamo dovuto girare in un periodo dell'anno in cui il ghiaccio comincia a sciogliersi e in una delle zone più desolate e remote del pianeta. Un mondo misterioso, desolato ma anche pieno di sorprese.
C'è poco da fare per addestrare un cucciolo di orso perché comunque è e resterà un animale selvaggio e questo naturalmente complica molto le cose ai fini della lavorazione. Il nostro attore protagonista, Dakota Goyo è riuscito a stabilire un legame forte e sincero con l'orso perché aveva sempre le tasche piene di barrette! Alla fine del film erano diventati grandi amici: Dakota si è letteralmente innamorato del cucciolo al punto di dargli da mangiare con il biberon.
Bilancio finale
A ripensarci adesso, siamo stati dei folli a girare un film con un protagonista non ancora adolescente, un co-protagonista che è un cucciolo d'orso, il tutto ambientato tra i ghiacci. Semplice, no!
Ma grazie alle persone meravigliose che hanno collaborato con noi siamo riusciti a raccontare una storia fantastica ambientata in uno scenario incredibile. Lungo questo viaggio, abbiamo capito che gli esseri umani e gli orsi polari sono soltanto delle specie animali diverse che si preoccupano della salvaguardia dello stesso pianeta. E che anche noi esseri umani siamo delle creature fragili e vulnerabili di fronte ad una natura ostile.

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Il Mio Amico Nanuk disponibile in DVD da giovedì 26 Marzo 2015
info: 13/11/2014.


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