Manodopera (2022)
Interdit aux chiens et aux ItaliensPiemonte, inizi del ‘900. La speranza di una vita migliore spinge Luigi Ughetto e sua moglie Cesira a varcare le Alpi e a trasferirsi con tutta la famiglia in Francia. Il regista Alain Ughetto ripercorre oggi la storia familiare in un dialogo affettuoso con la marionetta di nonna Cesira, che con il suo racconto fresco e poetico della vita sofferta e romanzesca degli emigranti di ogni tempo avvolge lo spettatore in un incanto a passo uno.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 31 Agosto 2023Uscita in Italia: 31 Agosto 2023 al Cinema; 21 Dicembre 2023 in DVD
Prima Uscita: 25 Gennaio 2023 (Francia)
Genere: Animazione
Nazione: Francia, Italia, Belgio, Svizzera, Portogallo - 2022
Durata: 70 minuti
Formato: Colore; DCP - Animazione stop-motion; 1:1.85
Lingua: francese, italiano
Produzione: Les Films du Tambour de Soie (Francia), Graffti Film (Italia), Vivement Lundi! (Francia), Foliascope (Francia), Lux Fugit Film (Belgio) , Nadasdy Film (Svizzera), Ocidental Filmes (Portogallo), Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma (co-produzione), RTS Radio Télévision Suisse (co-produzione), Umedia (co-produzione)
Distribuzione: Lucky Red
In HomeVideo: in DVD da giovedì 21 Dicembre 2023 [scopri DVD e Blu-ray]
Cast e personaggi
Regia: Alain UghettoSceneggiatura: Alain Ughetto, Alexis Galmot, Anne Paschetta
Musiche: Nicola Piovani
Fotografia: Fabien Drouet, Sara Sponga
Cast Artistico e Ruoli:
Ariane Ascaride
Cesira (voce)
Alain Ughetto
Narratore
Ideazione dei personaggi: Alain Ughetto, David Rousse | Primo assistente alla regia e storyboard: Camille Rossi. Capo decoratore: Jean-Marc Ogier | Capo animatore in volume: Marjolaine Parot | Direzione di fabbricazione: Nicolas Flory | Capo montatore: Denis Leborgne.
Immagini
Curiosità
Film realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Eurimages, Région Bretagne, Région Provence-Alpes-Côte d’Azur, Région Auvergne-Rhône-Alpes, Centre national du cinéma et de l’image animée, PROCIREP, Cofnova 16, uFund, TaxShelter du gouvernement fédéral de Belgique et des investisseurs TaxShelter, Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles, Région de Bruxelles-Capitale, Offce Fédéral de la Culture – Section Cinéma, Cinéforom, Loterie Romande, Instituto do Cinema e do Audiovisual
Note di Regia
Nella mia famiglia, quando eravamo seduti a tavola, mio padre raccontava sempre che in Italia, in Piemonte, c’era un paese chiamato Ughettera, dove tutti gli abitanti si chiamavano Ughetto, come noi. Quando mio padre morì, decisi di andare a controllare. Esisteva per davvero: Ughettera, la terra degli Ughetto! La mia ricerca iniziò quel giorno di nove anni fa e, con essa, nacque anche la storia di questo film. Nel cimitero di Ughettera, non trovai né la tomba di mio nonno Luigi, né quella di mia nonna Cesira… Cosa era successo?
I testimoni di quell’epoca – la generazione nata intorno al 1870, in Italia – ormai non ci sono più da molto tempo. Nel villaggio di Ughettera, i tetti delle case sono crollati, cancellandone il passato contadino; gli alberi sono cresciuti sulle loro vite di carbonai; di tutti i suoi abitanti, oggi, non resta più nulla.
Un contributo dal valore inestimabile, per questo film, fu la scoperta del libro ‘Il mondo dei vinti’, di Nuto Revelli. Questo scrittore e partigiano italiano, nella sua opera, ha ricostruito quello stesso mondo contadino in cui hanno vissuto i miei nonni, in Piemonte, restituendoci le loro storie. Vicende struggenti che parlano di fame, di guerre e di miseria…
Durante il mio viaggio ad Ughettera, ho raccolto alcuni oggetti legati alla vita quotidiana dei miei antenati: carbonella, broccoli, castagne… Tornato nel mio atelier, ho usato questo bottino per dare vita ad un mondo in miniatura: i broccoli sono diventati alberi, la carbonella si è trasformata in montagne, le zollette di zucchero in mattoni… Con l’aiuto di Jean-Marc Ogier e la sua squadra, abbiamo ricostruito quel mondo scomparso.
Noi tutti conserviamo dei ricordi di nostro padre, di nostra madre, un po’ dei nostri nonni, ma poi poco altro: tutto il resto appartiene alla Storia. La mia idea era quindi quella di tornare indietro nel tempo, intrecciando la mia memoria familiare ed intima con l’evocazione storica.
Dietro al mio nome ho trovato una storia, la cronaca di una famiglia tra centinaia d’altre. Per sviluppare questa storia, mi sono ispirato alla realtà, quella della vita di una parte della mia famiglia originaria del Piemonte.
Ho frugato nei miei ricordi, poi in quelli delle mie cugine e cugini, dei miei fratelli e sorelle. Guerre e migrazioni, nascite e morti… e il racconto ha cominciato a prendere forma. Al di là del dolore che ho trovato nella mia storia personale, ho scoperto storie straordinarie, raccontate nel film.
Mio nonno Luigi purtroppo non l’ho mai conosciuto. Ma mia nonna Cesira, invece sì… Avevo dodici anni quando è morta; la chiamavo mémé, ovvero nonna. Per me, la nonna era sempre stata come la vedevo: ai fornelli vestita di nero, con le mani impegnate nella preparazione della polenta. Lei voleva sentirsi più francese dei Francesi e non l’ho mai sentita parlare in italiano. Si metteva a cucinare fin dal mattino: polenta e latte a colazione, polenta e coniglio in umido a mezzogiorno e polenta gratinata al forno la sera.
Fino a che, ad un certo punto, mi sono reso conto che, prima di diventare mémé, mia nonna era stata Cesira, che era stata giovane e bella, che aveva indossato abiti colorati, che era stata desiderata e aveva amato.
Negli studios di Vivement Lundi!, a Rennes, abbiamo costruito i personaggi del film: Luigi, Cesira, mio padre Vincent e tanti altri pupazzi che li avrebbero accompagnati nel racconto. Così, Cesira ha assunto le sembianze di quel pupazzo alto 23 cm che vediamo nel film. Rispondendo alle mie domande, mi ha raccontato la sua storia, la sua vita in Italia, il suo incontro con Luigi, il fallimento del viaggio in America e la ragione per cui scelsero la Francia…
Il progetto di questo film è stato sviluppato da Alexandre Cornu, produttore di Les Films du Tambour de Soie, a Marsiglia, con il quale avevo già realizzato il mio film precedente, ‘Jasmine’. Insieme allo sceneggiatore Alexis Galmot, subentrato ad Anne Paschetta, con la quale avevo sviluppato la parte più documentata della storia, abbiamo lavorato alla narrazione di quest’ultima, abbiamo trovato una trama, poi adattato e infine suddiviso in sequenze le scene.
Luigi, Cesira, mio padre, erano tutti pronti; non restava che trovare il modo per integrare nel racconto la mia presenza… L’ispirazione è venuta dal tema della trasmissione da mani a mani. Le mani di mio nonno hanno trasmesso il loro sapere alle mani di mio padre; le mani di mio padre, a loro volta, hanno trasmesso il loro sapere a me e ancora oggi lo conservo, e sento il dovere di testimoniarlo.
La mano, la mia stessa mano, è diventata a tutti gli effetti un personaggio che agisce nell’universo del film e nell’atelier, durante la sua fabbricazione; la mia mano lavora, pone domande e interviene.
Tra confinamento legato al Covid e tempeste di neve, il film è stato girato in gran parte a Beaumont-lès-Valence, negli studios di Foliascope. Le riprese sono iniziate a gennaio 2020 e si sono concluse il 31 luglio 2021.
Con questo progetto filmico ho voluto mostrare e raccontare il lavoro di coloro che hanno costruito le infrastrutture della Francia di oggi: tunnel, strade, ponti, dighe. Persone che sono rimaste completamente invisibili, e non perché avessero scelto di nascondersi. La storia che emerge dal film, e che inizia con un «io», scivola molto rapidamente verso il «noi». Polacchi, Spagnoli, Portoghesi, Indiani, Vietnamiti o Magrebini: poco importa da dove veniamo, il passato resta sempre con noi.
Guardando al presente, poi, ho voluto raccontare il modo in cui in Francia, «a quell’epoca, accoglievamo tutti gli stranieri».
Ho lavorato a questo film per nove anni e sono innamorato di ogni sua immagine. È un film unico, al quale, ogni membro dell’équipe, ha offerto le proprie conoscenze, le proprie competenze, le proprie capacità, la propria memoria. Un lavoro di squadra, una lunga e bella avventura condivisa, durante la quale tutti – produttori, animatori, tecnici provenienti da tutta Europa – abbiamo collaborato per presentarvi questo bellissimo, magnifico dono. Un film-testimonianza, ma soprattutto un film d’amore.
La famiglia Ughetto
Mio nonno Luigi è morto nel 1942, otto anni prima che io nascessi. Mio padre mi parlava poco di lui e tutto quello che oggi so l’ho appreso un po’ alla volta, interrogando cugine, cugini e zie.
Luigi Ughetto nacque nel 1879 a Pinasca, nelle montagne piemontesi, la parte più povera della regione. Cesira Caretti, invece, venne alla luce nel 1886 a Premeno, sempre in Piemonte, ma in una regione più ricca, vicino al Lago Maggiore, e una famiglia più benestante. Anche l’Italia era da poco nata (il Regno d’Italia venne proclamato nel 1861).
Nel 1905, a 26 anni, Luigi partecipò ai lavori di costruzione del tunnel ferroviario del Sempione, che collegava la città svizzera di Briga, nel Canton Vallese, al villaggio italiano di Iselle. Probabilmente fu lì che Luigi, allora operaio, incontrò Cesira, fglia di un imprenditore. Si sposarono il 6 agosto 1907 nel paese di Cesira, a Premeno, come voleva la tradizione. Ebbero una prima fglia, Marie-Cécile, nata nel 1909 a Sierre (Svizzera).
Nel corso degli anni ’10, il Regno d’Italia intraprese una serie di guerre di espansione coloniale: in Somalia nel 1908 e in Libia nel 1911/1912. Luigi probabilmente prese parte a quest’ultima campagna. Tra il 1900 al 1915, oltre 8 milioni di Italiani lasciarono il Regno.
Il 23 maggio 1915, in seguito alla dichiarazione di guerra, le truppe italiane si dislocarono lungo il confne, nella Venezia Giulia e sulle Alpi. Luigi aveva 36 anni e fu chiamato a combattere in Italia. In quel momento, era padre di tre bambini piccoli.
Luigi sopravvisse al confitto e, dopo la guerra, tornò a lavorare in Francia, dove si perdono le sue tracce fno alla nascita dei suoi altri tre fgli, nel dipartimento della Corrèze: Marcelle nel 1919, mio padre Vincent nel 1921 e René nel 1925.
La famiglia Ughetto Luigi e Cesira si trovavano in Francia quando Mussolini, facendo leva anche sul malcontento degli Italiani a fronte della cosiddetta “vittoria mutilata”, creò nel 1921 il Partito Nazionale Fascista. Coloro che rimasero in Italia ricordano questo come un periodo che mise a ferro e fuoco, e che divise profondamente il Piemonte.
Nel 1932, in Ariège, all’età di 18 anni, morì Ida, la secondogenita di Luigi e Cesira. Nel 1939 Luigi, Cesira, mio padre, un suo fratello e una delle sue sorelle furono naturalizzati francesi.
Mio padre prese parte alla Seconda Guerra mondiale come francese, combattendo contro il proprio paese natale, contro il paese dei suoi genitori.
Luigi morì nel 1942, Cesira vent’anni dopo. Mio padre Vincent, invece, se ne è andato nel 2009. Su sua richiesta, le sue ceneri sono state riunite a quelle di mia madre, francese.
‘Interdit aux chiens et aux Italiens’ Perché questo titolo?
Alain Ughetto: All’origine del titolo francese del flm c’è una vecchia immagine che circola in rete. Ritrae un cartello in bianco e nero, appeso alla facciata di un vecchio caffè, con la scritta «Interdit aux chiens et aux italiens», «Vietato ai cani e agli Italiani». Credevo che l’immagine provenisse dalla Savoia, o dal dipartimento dell’Ain, o dalla Svizzera, ma in realtà comparve per la prima volta in Belgio per poi essere replicata anche in altri Paesi. Questa scritta appartiene alla mia storia. Con tutta la sua violenza, la sua crudeltà e la sua ferocia, questo piccolo cartello che accoglieva gli emigranti sintetizza perfettamente il desiderio di evocazione storica alla base di questo flm. Ho voluto che un’intera scena fosse incentrata su questa scritta, la quale poi è diventata anche il titolo originale dell’opera.
Nota storica
Per via delle diffcili condizioni di vita che si dovevano affrontare sulle montagne piemontesi, gli abitanti di quei territori hanno sempre attraversato le Alpi in cerca di una vita migliore. Uomini e donne raccontano che andavano a farsi assumere come lavoratori stagionali. E questo valeva anche per i bambini, appena la neve si scioglieva, permettendo di attraversare a piedi le montagne…
Tutti si ricordano di Barcelonnette, una cittadina nota per il suo mercato dei bambini, dove ogni giorno circa 400 fanciulli e fanciulle si proponevano come domestici, pastorelli o «vacherots» (garzoni di fattoria). Un esercito di bambini analfabeti, docili e affamati, di cui sicuramente ha fatto parte anche il nonno di Alain Ughetto. Fu in questo contesto che, come tanti altri piemontesi, iniziò la sua vita di lavoratore nomade.
Dapprima caratterizzata da ritmi regolari e stagionali, l’emigrazione si fece presto defnitiva, quando migliaia di contadini lasciarono il Piemonte per la Francia, la Svizzera o l’America. La storia del Piemonte è dunque quella di un territorio che si svuotò dei suoi abitanti, un fenomeno che divenne massiccio a partire dalla metà del XIX secolo. Tra il 1876 e il 1985, partirono più di 27,5 milioni di Italiani. È come se ogni giorno fosse scomparso un villaggio di 650 abitanti! In questa emigrazione di massa, fu il Piemonte a fornire il maggior numero di migranti.
Il flm cerca proprio di ridare forma e vita alla storia e al vissuto di questi emigranti, seguendo le orme di Luigi, di Cesira e dei loro compagni, contadini piemontesi prima, operai francesi poi.
Attraverso la loro vicenda, ripercorriamo quindi la storia della manodopera che hanno rappresentato i lavoratori emigranti e nomadi che, ieri come oggi, con il loro lavoro contribuiscono allo sviluppo agricolo e industriale di molte regioni francesi, lavorando spesso in condizioni a mala pena migliori di quelle lasciate alle spalle.
dal pressbook del film
Eventi
• Miglior Film di Animazione Europeo agli EFA 2022
• Premio della Giuria e Premio Fondazione Gan per la Distribuzione al Festival di Annecy 2022
• Grand Prize al BIAF – Bucheon International Animation Festival 2022
• Amilcar del Pubblico al Festival du Film Italien de Villerupt 2022
• Premio del Pubblico alla Mostra de València – Cinema del Mediterrani 2022
• Premio Cineuropa a Cinemamed 2022
• Anteprima internazionale al 75° Locarno Film Festival
• Film d’apertura di DOK Leipzig 2022
• Film di chiusura del Torino Film Festival 2022
Selezionato a: MIFF – Melbourne International Film Festival 2022, ABIFF – Animation Bucharest International Film Festival 2022, Antalya Golden Orange Film Festival 2022, Animatex 2022, Adelaide Film Festival 2022, Taipei Golden Horse Film Festival 2022, Cinemania 2022, Scanorama European Film Forum 2022, Manchester Animation Festival 2022, Eskişehir International Film Festival 2022, Arras Film Festival 2022, Cinanima 2022, Festival International du Film d’Histoire – Pessac 2022, Hivernal Festival 2022, Animateka 2022, Festival du Film Français au Japon – Yokohama 2022, Les Arcs Film Festival 2022, États généraux du flm documentaire – Lussas 2022, Festival de cinéma de Douarnenez 2022, Festival du Cinéma Italien de Montélimar 2022, Les Rencontres des Cinémas d’Europe – Aubenas 2022, BJIFF – Beijing International Film Festival 2022, Annecy Cinéma Italien 2022, 25e Rencontres Nationales AFCAE 2022, Fantoche 2022, Animatou – Festival du Film d’Animation de Genève 2022, Leiden International Film Festival 2022 (in progress)
HomeVideo (beta)
info: 31 Agosto 2023 al Cinema; 21 Dicembre 2023 in DVD.
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