Looking for Grace (2015)
Looking for GraceGRACE è su un pullman in mezzo al nulla insieme alla sua migliore amica SAPPHO. Ha qualcosa nel suo zaino che considera entusiasmante. Sappho non è molto convinta che lo sia. JAMIE, carino come pochi, sale sul pullman. La situazione si fa subito più eccitante. Sappho si scoraggia e non crede più alla grande avventura con Grace. Decide di lasciarla al suo flirt con Jamie. Con il suo grande autoarticolato giallo, BRUCE trasporta frumento in ogni angolo del paese. Gli è stato affidato l'incarico di accudire il figlio PHILLIP per qualche giorno. Trasportare Phillip a bordo del camion potrebbe essere legale oppure no, intelligente o forse no, non è chiaro. Nel frattempo, a casa, sua moglie ha una crisi di nervi per via di un ragno di cui deve sbarazzarsi. NORRIS dovrebbe già essere in pensione, ma gli piace rendersi utile e il mestiere dell'investigatore ce l'ha nel sangue. DENISE, la madre di Grace, trova un biglietto in cucina con la scritta "scusa mamma". Non riesce a comprenderne il significato. Inoltre non riesce nemmeno a trovare suo marito DAN. La sua segretaria sostiene che è uscito a prendere un panino. Ma quanto tempo ci vuole a fare uno spuntino? Anche DAN, il padre di Grace, sta vivendo una giornata turbolenta già prima di scoprire che sua figlia è scomparsa e sembra aver sottratto una cospicua quantità di contanti dalla sua cassaforte. Molti soldi: neppure Dan sa di preciso quanti fossero. Mentre tutti quanti si lanciano su strade grandi e piccole per trovare Grace, la vita di ciascuno si disfa più velocemente di quanto non riesca a rimetterla insieme. Denise scopre più di quanto avrebbe in realtà voluto scoprire. Dan è costretto a prendere delle decisioni difficili. Norris scopre di poter essere d'aiuto a qualcuno grazie a un piccolo gesto inatteso. E Grace si rende che essere adulta è molto più difficile di quanto avesse mai immaginato.
Info Tecniche e Distribuzione
Genere: DrammaticoNazione: Australia - 2015
Durata: 97 minuti
Formato: Colore
Produzione: Palace Films
Note:
Presentato in Concorso al Festival del Cinema di Venezia 2015.
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Note di regia
Volevo fare un film come la vita per come la vivo io. Non si tratta di un viaggio eroico, non c'è nemmeno un eroe o un'eroina. Se credete che siano gli individui a forgiare il loro destino, questo film non fa per voi. Se credete che abbiamo tutti un destino che sfugge al nostro controllo e che dedichiamo le nostre giornate a cercare di dargli la forma che riteniamo che debba avere, allora forse questo è un film per voi. Ho scritto la sceneggiatura con un'idea precisa di come sarebbe stato il film.
Ne conoscevo ogni millimetro. Avevo una visione chiara di come avrebbe preso forma, di come sarebbe stato visivamente e di quali sensazioni avrebbe trasmesso. Poi Rox (Richard Roxburgh), Radha (Radha Mitchell), Terry (Terry Norris) e Odessa (Odessa Young) sono saliti a bordo e lui è decollato come un razzo ed è diventato qualcosa di diverso. Di diverso, ma non di sbagliato. È diventato il suo stesso campo di forze. E ciascuno degli attori ha fatto proprio il suo personaggio rendendolo unico come se stesso. Non hanno interpretato un copione: sono rimasti se stessi, con i loro problemi e le loro vite. E così io li ho osservati, affascinata come chiunque altro dalle loro vicende. Penso che il film sia caotico e contraddittorio e sbalorditivo. Capita che delle persone discutano animosamente e un attimo dopo si mettano a ridere e a scherzare insieme. E tu ti domandi "Cos'è successo? Il film non riflette bene la situazione o è simile alla vita?". Probabilmente quello che voglio dire, più che altro, è che penso sia un film sull'amore. Non in senso romantico: quel sentimento che sperimenti quando una persona ti sta davvero a cuore. Per me è come l'amore che ricevi da una famiglia, che ha molto a che vedere con le cose non dette e con il tuo tentativo di proteggere le persone da se stesse e dal loro destino. Guardo il film e mi chiedo cosa diavolo è! Continua tuttora a spiazzarmi e a intrigarmi. Non tutti gli elementi quadrano. Non è tutto casuale né è tutto consequenziale. I personaggi non affrontano le situazioni in modo lineare. Rimbalzano da una all'altra. Sono persone comuni e sventurate che reagiscono a un mondo confuso e caotico che in parte hanno creato loro stesse. Il film lascia il caos confuso dell'esistenza sullo schermo e non tutto ha un senso o una logica. Per certi versi descrive la solitudine che possono provare le persone nella vita, sentendosi al tempo stesso legate. E non è una contraddizione. Un giorno durante le riprese mi sono resa conto che questo film aveva una vita e un'energia proprie. Era come un adolescente. Aveva appena spiccato il volo. Mi trovato in un minuscolo bagno con Rox e Radha. Il bagno veniva usato come sala trucco, come camerino, come stanza dietro le quinte e anche come bagno. Eravamo tutte e tre schiacciate lì dentro in attesa di essere chiamate. Rox mi chiese se ero soddisfatta del modo in cui stava procedendo il film. Risposi di sì, ma evidentemente senza troppa convinzione. Mi chiese se ero sicura, Radha si mise a ridere. Dissi che sentivo che il film aveva una vita propria, che mi sembrava di stare per terra aggrappata alle corde di un enorme dirigibile floscio e pensavo che ce la stavo facendo. Scoppiarono a ridere. Poi li chiamarono sul set e andammo a girare la scena seguente. Avevo scritto la sceneggiatura anni fa e poi l'avevo messa su uno scaffale perché era improbabile che il film venisse o potesse essere realizzato. Poi un giorno Alison rilesse la sceneggiatura a mia insaputa. Entrò nella stanza dove stavo lavorando, mi porse un fascio di fogli che sembrava un copione e disse "Questo lo dobbiamo fare". Era il 2010. Stavamo per partire per il Festival di Cannes. Avevamo intenzione di raccogliere dei fondi con altre sceneggiature che avevamo sviluppato. Mi sorprese che lei si riferisse invece a questa dal momento che non ci avevamo più pensato da un bel po' di tempo. La rilessi anch'io e mi sorpresi della commozione che mi suscitò, quasi non avesse nulla a che vedere con me. Da quel giorno in poi, ci adoperammo per riuscire a fare il film. Poco dopo Cannes, avevamo un venditore internazionale e un distributore nazionale. Ci sono voluti altri quattro anni per riuscire a chiudere il budget australiano. Ma questa è un'altra storia. Sembra ridicolo dedicare cinque anni a un film, in particolare considerando che i blocchi di cinque anni nella vita di una persona di una certa età scarseggiano sempre più. Il film ha rivendicato il suo titolo in un'ennesima noiosa giornata di routine a scrivere email e cercare finanziamenti. Alison e io eravamo sedute in ufficio a scorrere la posta elettronica quando è arrivato un nuovo messaggio da parte di Sue Taylor, creando un'esplosione di colore sullo schermo. Era una semplice immagine che Sue Taylor ci aveva mandato di Lake Grace in Australia occidentale. Restammo sedute a fissare lo schermo. In quel momento il film finito entrò nella stanza. Grace, la cintura del grano dell'Australia occidentale e la sceneggiatura si fusero in un lampo del film finito. Nel corso dei seguenti mesi di alti e bassi finanziari, quell'immagine diede forza alla sensazione che c'era un film che aspettava solo che noi lo facessimo. E che viaggio è stato! Come Sue Taylor era incline a dire durante la lavorazione, di solito scuotendo la testa e spesso dopo che un'ennesima cosa era andata a rotoli o si era realizzata in modo inatteso, "Nulla mi sorprende di questo film. Ha un modo tutto suo di fare il suo corso". E come Alison spesso diceva, "Siamo tutti qui solo alla ricerca della grazia". Le riprese in Australia occidentale sono state una piacevole esperienza. Questo lo dicono tutti, di solito nei discorsi di presentazione o di ringraziamento. Ma in questo caso era vero. Le persone giuste si sono improvvisamente trovate davanti e dietro la macchina da presa e ciascuno ha fatto il film con grazia. Per Lizzette è stato un ritorno a casa nel paese dove è cresciuta. Ha ritrovato il paese che amava, la luce che amava e finalmente era possibile mostrarlo sul grande schermo ed apprezzarne la bellezza e la piacevolezza che lei aveva amato fin da bambina, Anch'io sono cresciuta in una cintura del grano. Un giorno, mentre cercavo un buon punto strategico dove piazzare la macchina da presa per filmare il camion giallo che spunta sulla strada, sale sulla collina e prosegue il suo tragitto superandoci, salii a piedi sulla collinetta e mi ritrovai su una roccia granitica. Ricordo che stando lì ebbi la sensazione che fosse esattamente come Pyramid Hill, dove ero nata. C'erano gli stessi suoni, gli stessi odori, le stesse sensazioni del paese in cui ero cresciuta. Mi sembrò di stare in piedi su una massa granitica che collegava il punto in cui mi trovavo al luogo dove ero cresciuta a Pyramid Hill, dall'altra parte del paese. Era come se quella distesa di granito attraversasse tutto il paese e fosse un'unica massa rocciosa. Per me era come se fosse lo stesso grano, lo stesso cielo, lo stesso granito. Ci auguriamo che gli spettatori trovino il loro momento di grazia nel film.
LA FONTE DI ISPIRAZIONE DI LOOKING FOR GRACE
L'ispirazione per la storia di LOOKING FOR GRACE è venuta alla sceneggiatrice e regista Sue Brooks mentre era in viaggio su un aereo leggendo un articolo su delle adolescenti che avevano rubato i soldi dalla cassaforte dei genitori ed erano scappate di casa. L'ha incuriosita l'idea che i teenager pensano che quello che appartiene ai loro genitori appartiene anche a loro. Inoltre, la prospettiva di intrecciare diversi fili narrativi in un unico film affascinava da molto tempo Sue, che riflette da tempo sul concetto che ciascuno di noi vive separatamente la propria vita, con un suo punto di vista del tutto soggettivo, ma alla fine siamo tutti interconnessi.
IL RITORNO NELL'AUSTRALIA OCCIDENTALE
Sue era felice che LOOKING FOR GRACE le offrisse l'opportunità di tornare a girare in Australia occidentale per la prima volta dal suo precedente film di straordinario successo JAPANESE STORY, presentato al Festival di Cannes (Un Certain Regard) nel 2003. Ma in questo caso, invece della regione del Pilbara, il film sarebbe stato girato nella cintura del grano, un ambiente molto personale per Sue: "Essendo cresciuta in una cintura del grano nello stato Victoria mi sembrava di tornare a casa per fare un film. Sentivo che capivo quel territorio. Ricordo che per girare una scena dovevamo stare in piedi su una roccia granitica in attesa che un camion spuntasse dalla strada e ci superasse. Ebbi la sensazione che quella roccia di granito potesse arrivare fino a Victoria. Mi sembrava lo stesso granito su cui stavo in piedi da bambina."
Lizzette Atkins, una delle tre produttrici del film, è originaria dell'Australia occidentale e ha trovato meraviglioso l'impiego di location molto insolite nel film: "C'è qualcosa di unico, originale e cinematografico nella cintura del grano dell'Australia occidentale… Non la si vede spesso nei film australiani".
La direttrice della fotografia Katie Milwright, che aveva lavorato con Sue Brooks sul suo precedente JAPANESE STORY, era entusiasta di tornare in Australia occidentale. "Non avevo una grande opinione di quello stato prima di andarci, ma poi sono rimasta impressionata dalla straordinaria maestosità degli spazi e dalla qualità della luce. Quindi la prospettiva di tornare in Australia occidentale per girare un altro film con Sue mi ha davvero entusiasmato".
IL CAST DI LOOKING FOR GRACE
Sue Brooks ha lavorato a stretto contatto con la direttrice del casting Jane Norris nel lungo processo di scelta degli attori per LOOKING FOR GRACE. Insieme hanno valutato tutta una serie di ipotesi differenti. "Durante la fase di selezione del cast scherzavamo sempre sul fatto che sarebbe sempre apparsa la persona giusta al momento giusto. Se non sbaglio anche Sue Taylor (produttrice) ha parlato di questo fatto: sentivamo tutti che il film aveva un suo destino e noi non dovevamo fare altro che lasciarlo concretizzarsi e assecondarlo. Ora come ora, non riesco ad immaginare altri attori nei panni di ciascun personaggio, è davvero totalmente inconcepibile per me. Nel cast ci sono le persone che erano destinate ad esserci. È stato un processo lungo, ma a volte paga avere molta pazienza e aspettare che ogni cosa vada al suo posto nel momento giusto."
La sceneggiatura di LOOKING FOR GRACE ha una sottile vena comica e Sue e Jane sono state felici di avere nel cast due grandi attori australiani di fama internazionale conosciuti per i loro tempi comici, Richard Roxburgh e Radha Mitchell. Richard Roxburgh è stato il primo attore a essere scritturato ed è coinvolto nel progetto da diversi anni. Richard interpreta Dan, il padre di Grace (Odessa Young) e il marito di Denise (Radha Mitchell). Leggendo il copione, ha apprezzato il modo in cui il suo personaggio era stato scritto "e ho trovato che fosse molto sottile e lasciasse spazio all'interpretazione sul set, cosa che con mia grande gioia si è verificata".
Radha Mitchell, che interpreta Denise, vive in California, ma il richiamo di LOOKING FOR GRACE è stato irresistibile: "Ha rappresentato una grande opportunità di contribuire all'industria cinematografica australiana e di recitare di nuovo con un accento australiano, dopo tanto tempo trascorso a fingere di essere americana". Il ritmo dei dialoghi scritti da Sue è stato un altro elemento decisivo. "Le scene sono molto lente e per certi aspetti un po' bizzarre ed è stato proprio questo che ho trovato affascinante", come pure il fatto che la storia sia narrata da vari punti di vista diversi.
Odessa Young è stata scelta per il personaggio centrale di Grace solo poche settimane prima dell'inizio delle riprese. La produttrice Sue Taylor la descrive come una "rivelazione". Malgrado sia stato visto un numero impressionante di giovani attrici, Odessa ha apportato qualcosa di speciale al ruolo di Grace. Odessa Young adora il fatto che Sue ed Alison abbiano scritto una sceneggiatura con un'adolescente come protagonista senza che si tratti necessariamente della classica storia di formazione di una teenager alla ricerca di se stessa.
Ma l'aneddoto più divertente del lavoro di Sue e Jane per il casting, è stata la scelta dell'attore per il ruolo di Tom Norris, il detective prossimo alla pensione. Nel copione il cognome di Tom è Norris perché Terry Norris era l'attore che Sue aveva in mente scrivendo il personaggio. Terry aveva l'energia giusta, il calore necessario e il fascino perfetto. Jane è la figlia di Terry Norris. In qualità di direttrice del casting ha pensato a ogni attore possibile in Australia e negli Stati Uniti in grado di vestire i panni del personaggio e, naturalmente, nessuno andava bene. Alla fine Sue le ha chiesto: "Pensi che Terry accetterebbe di interpretarlo?". È stato come se ci fosse un elefante nella stanza. Jane le ha risposto "Dovrai chiedere al suo agente. Io non voglio entrarci in alcun modo!". E così ha fatto Sue e Terry ha detto di sì, con grande felicità di tutti Jane compresa. Poi è venuto il momento di scegliere l'attrice per il ruolo di Nell, la moglie di Tom. E con Jane Sue ha fatto lo stesso balletto, scervellandosi con lei su tutte le attrici australiane che avrebbero potuto recitare al fianco di Terry Norris. Alla fine ha detto a Jane "Pensi che Julia accetterebbe?". Julia Blake è la moglie di Terry e la madre di Jane. E Jane le ha dato la stessa risposta: "Dovrai chiedere al suo agente. Io non voglio entrarci in alcun modo!". E così ha fatto Sue e Julia ha detto di sì. E Jane e Sue sono state felicissime.
Quando finalmente si sono trovati per le prove, Terry e Julia hanno fatto sbellicare dalle risate Alison e Sue con i loro aneddoti e le loro osservazioni sulla vita, sul matrimonio e sull'amore. Ci sarebbe materiale per un'altra sceneggiatura. Ma questa è un'altra storia.
CREARE UNA FAMIGLIA
Sue Taylor rileva come uno dei punti salienti della realizzazione del film è stato il modo in cui Richard, Radha e Odessa siano riusciti a comporre un nucleo famigliare, malgrado il fatto che non avessero mai recitato insieme prima d'ora. Creare un senso di famiglia tra i personaggi di Grace e dei suoi genitori Dan e Denise era cruciale per il successo del film. Sue Brooks è stata contentissima di come questo sia avvenuto: "Sono stati fantastici, hanno costruito una famiglia tutti e tre insieme. Abbiamo fatto un buon lavoro di preparazione durante le prove, ma per lo più il mio compito si è limitato a osservarli mentre davano forma a un rapporto dinamico e alla consapevolezza di condividere un obiettivo comune."
LAVORARE CON SUE BROOKS
Lo spirito di collaborazione sul set è stato incoraggiato da Sue Brooks, che ha fatto in modo che tutti gli attori principali apprezzassero l'opportunità di dare un contributo significativo ai rispettivi personaggi via via che le riprese procedevano. Leggendo la sceneggiatura, Radha Mitchell si era resa conto che c'era molto "spazio nella scrittura per consentire agli attori di fare evolvere da soli i loro personaggi". Harry Richardson, che interpreta JAMIE, ha capito fin dal suo primo incontro con Sue che il progetto sarebbe stato molto gradevole: "Sue è assolutamente brillante, molto sottile e al tempo stesso concisa. È una regista incantevole".
Richard Roxburgh sostiene che Sue porta gli attori a sentirsi molto coinvolti nella realizzazione di un progetto e ha apprezzato il suo essere"completamente aperta a dire semplicemente 'faremo tutto quello che vuoi, ne parleremo insieme'. Mi è piaciuto molto questo approccio perché è utile a risolvere ogni problema ed è privo della tendenza a mettere gli attori in un angolo che a volte hanno gli sceneggiatori/registi".
Anche Lizzette Atkins si è espressa in merito all'atteggiamento di Sue Brooks con i suoi attori e al modo di affrontare l'umorismo che è presente nel film: "È molto originale. Ha una visione del mondo unica e penso che sia capace di trasferirla nel suo modo di raccontare una storia. Quello che considera divertente molto spesso è lasciato tra le righe, ma si traduce in momenti assolutamente esilaranti. È una vera e propria dote la sua ed è bravissima con gli attori, ottiene delle grandi interpretazioni. Nel caso di questo film, sono tutte molto potenti e credo che sia merito di Sue che è riuscita ad aiutare gli attori a tirar fuori il meglio di sé. Sapeva bene quello che voleva".
Alison Tilson ha dichiarato di aver voluto partecipare a questo film perché ha adorato la sceneggiatura. "Era lineare, semplice, libera, chiara. L'ho trovata struggente e mi sono immediatamente resa conto che Sue aveva scritto una storia attingendo a una parte molto profonda della sua identità. Era una sceneggiatura bellissima".
SUE BROOKS A PROPOSITO DEGLI ATTORI E DELLA TROUPE
Sue Brooks è convinta che LOOKING FOR GRACE sia una delle migliori esperienze lavorative che abbia mai vissuto in vita sua. "Con il passare degli anni sono meno stressata dal lavoro. E questo, dal mio punto di vista, è molto positivo: ha permesso agli attori e alla troupe di adottare un'etica di lavoro del tipo 'sarà quel che sarà'. Hanno tutti lavorato duramente, sia gli attori sia i tecnici, ma al tempo stesso il clima della lavorazione del film è stato più spensierato. Ero innamorata di questo progetto".
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