I Profumi Di Madame Walberg (2019)
Les parfumsGuillaume sta divorziando, è in trattativa per l'affido della figlia e deve traslocare. Il suo lavoro come autista sembra essere l'unica certezza, soprattutto dopo esser diventato lo chaffeur personale di Madame Walberg, 'naso' e profumiera di alto livello, nonché creatrice di una leggendaria fragranza di Dior. I due sono agli antipodi ma a poco a poco s'incoraggeranno a vicenda per riprendere in mano la loro vita. Quella che diventa, pian piano, la loro amicizia è una composizione che associa gli opposti… proprio come i profumi!
Guillaume Favre si è da poco separato e sta facendo di tutto per rispettare la condizione che la giudice tutelare gli ha imposto al fine di ottenere l’affido condiviso dell’adorata figlia Léa: trovare un appartamento più grande del monolocale in cui vive nel quale accoglierla. Non potendoselo permettere, è alla continua ricerca di incarichi come autista presso Elite driver, l’azienda specializzata in autovetture con conducente per clientela di alto profilo con cui collabora occasionalmente. Apprezzato per il suo carattere aperto, gioviale, sempre pronto al saluto e al sorriso, e tuttavia impenitente collezionista di multe per eccesso di velocità, grazie alla sua spigliatezza Guillaume riesce sempre a districarsi nei momenti difficili e, ancora una volta, a convincere il titolare Arsène a non interrompere la collaborazione e a concedergli un’ultima opportunità lavorativa. Ma l’incarico che quest’ultimo ha in serbo per lui non è dei più facili e si rivela ben presto una vera sfida anche per uno scaltro come Guillaume. Il carismatico chauffeur deve infatti accompagnare Madame Anne Walberg, una signora (o signorina, come lei ama fin da subito puntualizzare), altezzosa e distaccata, molto esigente e puntigliosa e tanto criptica e misteriosa nell’atteggiamento, quanto nella professione. Madame Walberg, infatti, è un “Naso”, una creatrice di profumi dal raffinato talento olfattivo, abituata a comportarsi da diva per aver ideato leggendarie fragranze. Una Maestra profumiera che ora, però, conduce una vita ermetica e solitaria, non ama parlare con gli altri ed è altrettanto reticente nel raccontare se stessa e le proprie emozioni. Un mondo nuovo, quello dei profumi, che Guillaume osserva con stupore e meraviglia, un po’ perché prestando attenzione agli odori gli vengono in mente i profumi della sua infanzia, come quello dell’erba appena tagliata dal tosaerba di suo padre, un po’ perché è sempre più affascinato dalla complessità del mestiere di “naso”, dalla capacità degli esperti di riuscire a identificare in uno spicchio di limone la sua provenienze, la sua qualità, la sua “essenza” profonda. Ma per quanto l’aura misteriosa di Anne Walberg e il suo lavoro esercitino un’innegabile attrattiva per Guillaume, quest’ultimo non è disposto ad accettare le bizze e il comportamento irriconoscente della signora, al punto di voler rinunciare all’incarico. Ed è proprio questa sua bonaria franchezza e trasparenza, nonché il suo tenerle testa, a rendere invece la sua presenza indispensabile. Madame Walberg, infatti, esige che da quel momento in poi sia sempre e soltanto Guillaume ad accompagnarla. Sarà forse che Anne ha riscoperto con Guillaume “la nota del cuore” o forse perché, per deformazione personale, “annusa” in lui un talento che neanche immagina di avere?
I Profumi di Madame Walberg è un racconto di due opposti che si incontrano e si scontrano, si allontanano e rappacificano, ma al tempo si contaminano e si trasformano creando insieme un “bouquet floreale” nuovo e prezioso. La complicità tra Anne e Guillaume è una composizione che associa gli opposti…proprio come i profumi!
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 10 Giugno 2021Uscita in Italia: 10/06/2021
Prima Uscita: 01/07/2020 (Francia)
Genere: Commedia
Nazione: Francia - 2019
Durata: 100 minuti
Formato: Colore
Produzione: Les Films Velvet, France 3 Cinéma (co-produzione), France Télévisions (co-produzione), OCS (co-produzione), Ciné+ (co-produzione)
Distribuzione: Satine Film
Cast e personaggi
Regia: Grégory MagneSceneggiatura: Grégory Magne
Musiche: Gaëtan Roussel
Fotografia: Thomas Rames
Scenografia: Jérémie Duchier
Montaggio: Gwénaëlle Mallauran, Béatrice Herminie
Costumi: Alice Cambournac
Cast Artistico e Ruoli:
Emmanuelle Devos
Anne Walberg
Grégory Montel
Guillaume Favre
Gustave Kervern
Arsène
Zéli Rixhon
Léa
Sergi Lopez
Patrick Ballester
Produttori:
Frédéric Jouve (Produttore), Marie Lecoq (Coproduttore), Pierre-Louis Garnon (Produttore esecutivo)
Suono: Francis Berrier, Benjamin Rosier, Mathieu Langlet.
Recensioni redazione
Immagini
Intervista a Grégory Magne
Com’è nata l’idea di questo film?
Les Parfums nasce da una situazione che tutti abbiamo vissuto: ero circondato da una folla di persone e un profumo familiare ha catturato la mia attenzione. Il mio primo istinto è stato cercare la persona che lo indossava, guardando le persone intorno a me con questo particolare filtro. Mi è venuto da chiedermi come potesse essere la vita di una persona con il senso dell’olfatto sviluppato rispetto a quello di una persona normale e come questa abilità potesse influenzare le sue relazioni sociali, le sue emozioni o il suo carattere. Tutto questo mi ha portato alla creazione di un personaggio e di una sfida per la scrittura e per la regia: catturare gli odori sullo schermo. È così che è nata Anne Walberg.
Les Parfums narra dell’incontro tra due solitudini: quella di “un naso”, Anne Walberg, e quella del suo autista, Guillaume…
Anne Walberg è una diva “dimenticata”. Fredda e distaccata al primo impatto e con una vena borghese che la fa sembrare altezzosa, la nostra profumiera in realtà è tutto il contrario, ma lo scudo ermetico con cui si protegge la porta ad avere difficoltà nel comunicare con gli altri. Guillaume sta attraversando un periodo difficile della sua vita, sta divorziando con la moglie e trattando per la custodia della figlia, ma socialmente, è quasi l’opposto. Si sente a suo agio in ogni contesto, non importa con chi stia parlando. Forse anche un po’ troppo a suo agio… Il che susciterà la curiosità della sua cliente.
A tal punto che lei lo sfrutta inizialmente, come se lui stesse diventando…. il suo traduttore.
Anne Walberg tratta Guillaume come se fosse la sua guardia del corpo. Lei ha un buon olfatto, ma lui ha fiuto. Guillaume non ha nessuna delle qualità richieste da un autista professionista, ma riesce a capire le persone. Non ha né pazienza né deferenza. Ha questo lato un po’ svogliato, inadeguato, il che è sempre un terreno fertile per la commedia, per cui Grégory Montel mi ispira tantissimo. Nel film L’air de rien, Montel interpretava un ufficiale giudiziario senza la vocazione né il rigore necessario per fare quel mestiere.
Del resto, il naso e il suo autista imparano a conoscersi in macchina…
In macchina, per strada, si trovano ostaggi l’uno dell’altro, costretti a parlarsi e a scoprirsi. I racconti di queste amicizie particolari ci obbligano a riflettere sulle piccole cose, sui piccoli avvenimenti e sui dettagli che ciascuno di noi conosce e sa riconoscere, ma che non saprebbe descrivere. Una storia d’amore comporta difficoltà, confusione, incomprensione e scontri. Un’amicizia è molto più contenuta e sa avanzare in punta di piedi.
La memoria olfattiva è incredibilmente personale: nel film, l’erba tagliata ricorda a Guillaume il padre, mentre Anne Walberg sente “un odore di carneficina”.
“È l’odore di una carneficina”. È stata Emmanuelle Devos ad aver improvvisato questa battuta il giorno del ciak di quella scena. Devo ammettere che mi ha colpito, perché in quel dialogo Guillaume si apre e racconta i suoi ricordi e le sue nostalgie più intime, e io non avrei mai tirato fuori un tale cinismo, ma Anne Walberg, sì! Sono questi dettagli che mi hanno fatto capire che Emmanuelle era entrata nel ruolo. Durante tutte le riprese è stata, suo malgrado, molto sensibile agli odori. Lei ne rideva, peraltro. Una mattina, mentre stavamo girando nel profondo della Val d’Oise, è arrivata con la sua macchina. Aveva preferito guidare un’ora e mezzo piuttosto che prendere il taxi che le era stato inviato perché diceva che odorava di fumo.
Come si è preparato per il film? Si è documentato grazie agli incontri con dei veri profumieri?
Il nostro obettivo non è mai stato fare un film educativo sui profumieri o le fragranze. Gli incarichi di lavoro di Anne Walberg sono stati ispirati da cose che ho visto o letto su questo argomento diversi anni fa. Ad esempio, l’idea della caverna dalla quale doveva riprodurre i profumi è basata su un documentario di Werner Herzog chiamato Le grotte des rêves perdus. Ma era necessario essere realistici e precisi tanto nella terminologia quanto nella recitazione. Quindi, una volta che la sceneggiatura era pronta, ho chiesto a vari esperti di profumi di leggerla, e ho ricevuto diverse delucidazioni. Jean Jacques, profumiere della Maison Caron, è stato particolarmente prezioso per me. Trovo questa professione molto affascinanti. Ci sono solo poche centinaia di “nasi” nel mondo, e molti di questi si sono formati e lavorano in Francia. Anche se le cose stanno cambiando, sono poche le donne che svolgono questo mestiere. Una di loro in particolare, Christine Nagel, “naso” della casa di Hermès, ha consigliato Emmanuelle per il film. Lei è molto più socievole di Anna Walberg, nonostante ritrovi se stessa in alcuni tratti del personaggio. Christine ha accolto Emmanuelle all’interno del suo laboratorio di profumi, e le ha proposto di creare la sua fragranza personale per familiarizzare con i trucchi del mestiere.
Dopo L’air de rien, che cosa l’ha spinto a scegliere di nuovo Grégory Montel nel ruolo di Guillaume?
Conosco Grégory da quasi dieci anni. All’epoca, stavo scrivendo L’Air de Rien con Stéphane Viard e Michel Delpech ci ha presentato Dominique Besnehard (rinomato attore, produttore e casting director francese, nonché co-creatore di Chiami il mio agente! di Netflix), al quale ho descritto il personaggio.
Grazie al suo incredibile talento per il casting, ci ha suggerito Grégory Montel, spiegandoci che gli ricordava “Daniel Auteuil da giovane. Così, l’abbiamo incontrato una mattina in un caffè e abbiamo parlato senza sosta. Ci è piaciuto così tanto che non abbiamo più voluto incontrare nessun altro per il ruolo. Grégory Montel possiede un’umanità autentica e inconfutabile. Nel caso di Les Parfums, ho scritto il ruolo direttamente per lui. E siccome lo conosco molto bene, so esattamente cosa aspettarmi da lui.
Quando ha capito che Emmanuelle Devos era l’attrice giusta per la parte?
Precedentemente alla prima stesura della sceneggiatura, avevo già accostato le foto di Grégory Montel ed Emmanuelle una accanto all’altra. Probabilmente, il suo olfatto sviluppato mi ha ricordato il film Sulle mie labbra di Jacques Audiard. Non ci conoscevamo e un mercoledì sera ho mandato la sceneggiatura al suo agente. Il giovedì mattina, Emmanuelle l’aveva già letta tutta, apprezzandola molto. Ci siamo conosciuti il venerdì, e in meno di 48 ore, avevamo trovato un accordo. Emmanuelle si è ritrovata nel lato introverso del personaggio, la riportava alla sua adolescenza. La sottigliezza richiesta per interpretare le scene da “naso” le piaceva. L’atmosfera da commedia l’ha affascinata perché non le viene proposto spesso. Grégory e Emmanuelle richiamano universi e pubblici diversi, e questo è senz’altro un punto di forza del film. In più, i due hanno anche tecniche di recitazione differenti. Emmanuelle è molto precisa ed ha un’abilità straordinaria nell’individuare l’anima di ogni scena e renderla impeccabile in un solo ciak. Grégory, invece, è più spontaneo e riesce sempre a leggere tra le righe. Il loro modo di fare riflette esattamente i ruoli che interpretano: uno diligente, l’altro spontaneo.
Anche se è pieno di momenti divertenti, il film non è solo una commedia…
È affascinante vedere come l’umorismo sia percepito da ogni spettatore in modo soggettivo. A tal proposito, apprezzo le commedie che suggeriscono delle idee, senza essere troppo esplicite o didascaliche, perché trovo che rispecchino al meglio il modo in cui ridiamo delle cose. E Les Parfums ne è un esempio. Quando i protagonisti sono due innamorati, raccontiamo le loro stranezze, le loro preoccupazioni, le loro crisi e il loro rappacificamento. Mentre se i protagonisti sono legati da un’amicizia come quella di Anne e Guillaume, i dettagli sono molto più piccoli e sottili. Lo spettatore non ha bisogno di vederli baciare, chiamarsi con nomi affettuosi o consolarsi per capire quanto si siano aiutati a vicenda per ritrovare la fiducia in loro stessi.
Intervista a Emmanuelle Devos
Che cosa l’ha convinta ad accettare il film di Grégory Magne?
Amo i duo e la stranezza del rapporto tra Anne Walberg e Guillaume, il suo autista, mi ha attratto. Inoltre Les Parfums esplora la relazione uomo-donna in cui l’amore non è presente e anche per questo è interessante. Infine, L’air de Rien, il primo lungometraggio di Grègory che ho visto solamente dopo aver letto Les Parfums, ha confermato il mio interesse perché il tema centrale è sempre lo stesso: cosa possiamo trasmetterci l’un l’altro?
Come definirebbe il suo personaggio, Anne Walberg?
Star o diva decaduta, così come un grande capitana d’industria, una giornalista famosa o un’attrice, Anne Walberg fa parte di quelle persone che sono state e non sono più, la cui gloria è stata oscurata ma per le quali il successo pu rinascere. Anne vive solo nel suo mondo: quello del profumo. Protegge il suo naso, come i cantanti d’opera proteggono le loro corde vocali. Introversa per natura, più di ogni cosa ama stare con i suoi profumi e creare. E quando firma un importante contratto con la maison Dior e gli azionisti americani, perde l’olfatto. Non si tratta di una malattia, ma di stress: la memoria e il suo cervello le impongono di fermarsi. Prigioniera di se stessa, non è neanche in grado di consultare uno specialista e lo evita.
Ha mai frequentato il mondo dei profumi?
Ho passato del tempo con Christine Nagel, uno dei nasi francesi più importanti, che ha creato dei profumi per Dior, Lancôme, Guerlain ed Hermés. La sua memoria olfattiva le permette di archiviare un numero incalcolabile di profumi. I profumi sono la sua vita, quasi un’ossessione, e a volte non è facile. Christine mi ha detto che aveva perso il conto delle sere in cui le persone le chiedevano che cosa sentisse. In altre parole, le richiedevano di fare un’analisi esattamente come i medici fanno delle prescrizioni, così all’improvviso. Come tutti i nasi, le piace stare nel suo mondo. Propio come gli scrittori o i pittori, i nasi hanno delle storie in mente e ci ritornano sempre. Possiedono una grande cultura letteraria, storica e geografica e viaggiano molto. Christine è in grado di parlare con emozione di un limone nero trovato in Iran. Per fare questo mestiere, devi essere aperto al mondo. Nel caso di Anne Walberg, lei è aperta al mondo ma non agli altri.
Cos’ha imparato in modo concreto?
Ho provato a capire delle cose inspiegabili: cosa significa immaginare un profumo? Ne ho persino creato uno. Per quale ragione si diventa un naso? In seguito, come ogni volta che interpreto un ruolo, faccio una psicoanalisi del mio personaggio. Perché si è chiusa in quel modo? Perché ha così tanta difficoltà con gli altri? Ho già interpretato ruoli simili, mi vengono proposti spesso. Forse perché anch’io sono un po’ così. Riesco a capire Anna Walberg. Crede di essere invisibile. È incapace di comunicare, non vede le persone e non gli rivolge neanche lo sguardo. Tra l’altro, mi ha colpito molto leggere una battuta nella sceneggiatura di Grégory in cui Guillaume critica Anne Walberg per non aver guardato la cameriera al ristorante. Nella vita, questo potrebbe benissimo succedere anche a me…
Perché Anne Walberg tollera la presenza di Guillaume? Crede che sia perché le tiene testa e non si lascia comandare?
Al primo incontro, lei gli ordina di portare le valigie e si serve di lui per comunicare con gli altri. Per farla breve, lo tratta come un suo apprendista, ma lui sa imporsi davanti ai suoi occhi. Di colpo, lei si accorge che c’è qualcuno davanti a lei, un essere umano e non soltanto un odore di sigarette. Tuttavia, il suo handicap sociale la rende un’osservatrice, permettendole di capire cosa non va in Guillaume e di dargli consigli su come riconquistare la figlia. Ci che trovo allo stesso tempo interessante e rilassante- è che il film non gioca mai sui rapporti di classe. Non si tratta di Miss Daisy e del suo autista.
Ora fa più attenzione agli odori che la circondano?
Avevo già un rapporto molto intimo con loro e Christine Nagel era a conoscenza della mia passione per il profumo di pietra fredda. A volte gli odori sprigionati da un orto e da una casa di campagna -perché per me sono i luoghi che possono scatenare questo genere di ricordi – mi ricordano la mia infanzia. Provocano un viaggio all’improvviso, un ritorno nel passato. Dopo aver recitato in questo film, in parte girato in Alsazia che ho scoperto e ho tanto apprezzato, ho iniziato a prestare molta più attenzione a quello che “annuso”: lì un po’ di pino, là un po’ di muschio o di terra…
Intervista a Grégory Montel
Come descriverebbe Guillaume, il personaggio che interpreta?
Nel film “l’Air de rien” interpretavo un ufficiale giudiziario socialmente integrato e di una certa importanza. Guillaume, invece, si muove in una situazione più complessa. Nella scena iniziale in piscina vediamo che non ha neanche due euro in tasca per comprare un Twix alla figlia, ma riesce comunque strategicamente a raggiungere il suo scopo.
Assomiglia a Lei?
Per certi versi, sì. Non ha risposte su molte cose: il modo in cui deve crescere la figlia, il vero amore per la propria ex-moglie, il rapporto con il lavoro. All’inizio del film, non è abbastanza convenzionale nel suo mestiere né sufficientemente deferente. Quando Anne Walberg ordina di posare le valigie prima qui e poi di là, un autista normale avrebbe acconsentito. Lui no. Non accetta remissivamente gli ordini. Certo, non ha problemi a guidare né ad aprire le portiere, ma non va oltre. Non riesce ad entrare nelle convenzioni della sua professione. Per è uno curioso, proprio come me. Impara in fretta, è aperto alle novità ed è proprio questo che lo salverà.
Questa curiosità è visibile soprattutto nella scena del supermercato in cui Guillaume si mette ad annusare i profumi dei bagnoschiuma. Quella è l’influenza di Anne Walberg su di lui, vero?
Nell’attesa, Guillaume rimane in allerta, vuole trovare il suo posto nel mondo. Per l’appunto, Anne Walberg, che non è la bontà fatta persona, decide giustamente di trasmettergli qualcosa. Probabilmente, Guillaume non aveva mai incontrato una persona così appassionata del proprio mestiere. Ed è proprio questa passione, questo desiderio, così come il suo “naso”, che lei è in grado di trasmettergli.
In alcuni casi, lui diventa una sorta di interprete personale per Anne Walberg, visto che lei non riesce a comunicare…
Guillaume ha la giusta dose di fiducia in se stesso per ottenere quello che vuole dalla gente. Sa sempre come cavarsela. Non è nato con la camicia, ha dovuto comprendere i suoi simili per sbarcare il lunario e sopravvivere. Anne Walberg è l’opposto, si protegge da chi le sta intorno, come se dovesse salvaguardare una sorta di verginità. Nulla deve perturbare il suo olfatto, un vero e proprio senso essenziale per lei. Lui se la cava con la gente, lei ne fa volentieri a meno.
Anne Walberg aiuta Guillaume anche a riavvicinarsi alla propria figlia…
Nel film, gli dice: “non scelga un regalo che le piacerebbe ricevere, ma quello che Lei vorrebbe darle”. In questo è una brava psicologa. Capisce che Guillaume deve riprendere in mano la situazione e pu cominciare dall’insegnare le cose alla figlia. Poiché sono anch’io un giovane papà, quella scena ha attinto al mio vissuto personale e ci si emoziona ancora di più a recitarla.
Com’è andata la collaborazione con Emmanuelle Devos?
La trovo meravigliosa nel ruolo di Anne Walberg. Emmanuelle è una grande attrice e una grande lavoratrice che non lascia nulla a caso. Come sarebbero andati d’accordo, io l’uomo comune e lei l’attrice affermata? Sin dal nostro primo incontro, c’è stata una grande fiducia reciproca e ci siamo divertiti. E abbiamo continuato a divertirci sul set. Le risate sono molto importanti per me, non riesco a lavorare quando c’è un eccesso di zelo e ho una gran paura della serietà. Come Gustrave Kerven, che già conoscevo un po’, a me piace “dissacrare” il set, il che significa rispettarlo ma, allo stesso tempo, considerarlo come un terreno di gioco. La sera, cucinavo negli alloggi del set ed Emmanuelle ha assaggiato il paté che di solito preparo con i miei amici.
Così, siamo diventati dei buoni “colleghi”.Nella vita quotidiana, Le piacciono i profumi?
Sono il mio unico lusso. Credo che l’olfatto sia il senso più vicino al ricordo, ed il suo vero motore. Habit Rouge di Guerlain, per esempio, è in grado di riportarmi indietro di 35 anni. Mi ricorda la casa di Antoine, il mio amico d’infanzia e il viso di suo padre che lo indossava. In questo momento non posso fare a meno del profumo di Ulrich Lang, un profumiere svizzero che ho conosciuto di persona. Come nel film, profuma di coriandolo e di erba tagliata.
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