Le Cose Belle (2013)
Le Cose BelleAncora un premio internazionale per "Le cose belle". Con questo film dal vero, Agostino Ferrente, il co-fondatore dell'Orchestra di Piazza Vittorio e autore del pluripremiato film che l'ha fatta conoscere in tutto il mondo, e Giovanni Piperno, autore del film sulla Famiglia Agnelli, "Il pezzo mancante", sono tornati dodici anni anni dopo a Napoli per raccontare la vita dei 4 giovani protagonisti del reportage "Intervista a mia madre" girato da loro nel 1999 per la Rai e vedere cosa ne è stato dei loro sogni. Nel cinema di finzione, osservano gli autori, per raccontare gli stessi personaggi in età diverse delle loro vite si ricorre ad attori somiglianti o ad impegnativi interventi di make up, in questo caso i quattro protagonisti sono gli stessi, cresciuti di dodici anni e il make up è quello curato dalla vita stessa.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita in Italia: 2014Genere: Documentario
Nazione: Italia - 2013
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Pirata M.C., Bianca Film, Ipotesi Cinema, Point Film, Parallelo 41
Distribuzione: Luce Cinecittà
Note:
Presentato in una versione non definitiva alle Giornate degli Autori 2012 e finalizzato nel corso del 2013 grazie al contributo di Ermanno Olmi, che con la sua Ipotesi Cinema ne patrocina la distribuzione.
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Note di Regia
Si dice che il tempo aggiusta tutto… Ma chissà se il tempo esiste davvero? Forse il tempo è solo una credenza popolare, una superstizione, una scaramanzia, un trucco, una canzone. Il tempo si passa a immaginare, ad aspettare, e poi, all'improvviso, a ricordare. Ma allora, le cose belle arriveranno? O le cose belle erano prima? Quattro vite a confronto nella Napoli piena di speranza del 1999 ed in quella paralizzata di oggi. La fatica di diventare adulti attraverso gli occhi di quattro ragazzi napoletani: Fabio ed Enzo, due maschietti dodicenni ancora bambini, e Adele e Silvana, due signorinelle quattordicenni. Quattro sguardi pieni di tristezza, ironia, ingenuità, fragilità, cinismo, paura e bellezza. Ma già allora, nel '99, quando realizzammo "Intervista a mia madre" un documentario per Rai Tre che voleva raccontare dei frammenti di adolescenza a Napoli, ai nostri quattro protagonisti chiedemmo come si immaginavano il loro futuro: ci risposero con gli occhi pieni di quella luce speciale che solo a quell'età possiede chi ancora sogna "le cose belle" e con quell'auto-ironia tipica della cultura partenopea che li aiuta a sdrammatizzare, esorcizzare e, spesso, rimuovere gli aspetti problematici della loro vita, rinviandoli ad un futuro che, in quanto astratto, dovrà, per sua natura, essere migliore. Ma al tempo stesso, da quegli occhi, traspariva una traccia di scaramantico disincanto. Forse perché la catastrofe, sempre in agguato nella loro città, è una minaccia nonché un alibi che rende le vite dei napoletani immobili, e loro lo sapevano, per istinto e per educazione. Dieci anni e tre sindaci dopo, passando dal "rinascimento culturale" che attirava artisti da tutto il mondo, alla Gomorra raccontata da Saviano, siamo tornati a filmarli, inseguendoli per un arco di tre anni: nel 2012, l'auto-ironia ha ceduto il posto al realismo, e alle "cose belle", Fabio, Enzo, Adele e Silvana non credono più. Forse ai loro occhi sembrano già passate. O forse le cose belle non vanno cercate né nel futuro e né nel passato, ma in quel presente vissuto con la straziante bellezza dell'attesa, dell'incerto vivere alla giornata, della lotta per una esistenza, o sarebbe meglio dire, "resistenza", dignitosa: nuotando talvolta controcorrente e talvolta lasciandosi trasportare. (Agostino Ferrente e Giovanni Piperno)
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