La felicità degli altri (2020)

Le bonheur des uns...
Locandina La felicità degli altri
La felicità degli altri (Le bonheur des uns...) è un film del 2020 prodotto in Francia, di genere Commedia diretto da Daniel Cohen. Il film dura circa 102 minuti. Tratto dalla commedia Teatrale 'L'île Flottante' di Daniel Cohen. Il cast include Vincent Cassel, Bérénice Bejo, Florence Foresti, François Damiens, Daniel Cohen, Keren-Ann Zajtelbach, Owen Tannou, Romain Cottard, Alice Carel, Bruno Gouery, Constance Labbé, Francois-Eric Gendron. In Italia, esce al cinema giovedì 24 Giugno 2021 distribuito da Academy Two.

Possiamo essere felici per il successo degli altri? Léa, Marc, Karine e Francis sono amici di vecchia data, nel gruppo ognuno occupa il proprio posto. Ma l'armonia va in frantumi il giorno in cui Léa, la più discreta tra loro, racconta agli altri che sta scrivendo un romanzo. L'inaspettata rivelazione manda in crisi il resto del gruppo che, lungi dal gioire, comincia invece a manifestare un crescente disagio di fronte alla realizzazione dell'amica. Tra piccole gelosie e grandi cattiverie il libro di Léa diventa un best-seller. Ma è proprio di fronte al successo che si riconoscono i veri amici… 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 24 Giugno 2021
Uscita in Italia: 24 Giugno 2021 al Cinema
Prima Uscita: 09/09/2020 (Francia)
Genere: Commedia
Nazione: Francia - 2020
Durata: 102 minuti
Formato: Colore
Produzione: Cinefrance Studios - Snd - Artemis Production, Ocs (partecipazione), Shelter Prod (prodotto con), Taxshelter.Be Ing (in associazione con), Tax Shelter Du Gouvernement Fédéral De Belgique (con il sostegno di)
Distribuzione: Academy Two
Soggetto:
Tratto dalla commedia Teatrale 'L'île Flottante' di Daniel Cohen.

Cast e personaggi

Regia: Daniel Cohen
Sceneggiatura: Daniel Cohen, Olivier Dazat
Musiche: Michaël Tordjman, Maxime Desprez
Fotografia: Stephan Massis
Scenografia: François Emmanuelli
Montaggio: Virginie Seguin
Costumi: Virginie Montel

Cast Artistico e Ruoli:
foto Alice Carel

Alice Carel

Cliente che acquista impermeabile
foto Bruno Gouery

Bruno Gouery

Cameriere Ristorante
foto Francois-Eric Gendron

Francois-Eric Gendron

Direttore Casa Editrice
foto Angélina Wismes

Angélina Wismes

Giovane Fan
foto Anne-Gaëlle Jourdain

Anne-Gaëlle Jourdain

Invitata Alla Mostra 1
foto Laurent Mentec

Laurent Mentec

Invitata Alla Mostra 2
foto Caroline Gay

Caroline Gay

Passante Centro Commerciale
foto Sylvain Katan

Sylvain Katan

Capo Di Marc
foto Henri Payet

Henri Payet

Maestro Di Bonsai
foto Yan Brian

Yan Brian

Michel Bourne
foto Julien Prevost

Julien Prevost

Impiegato al Municipio
foto Frédéric Deleersnyder

Frédéric Deleersnyder

Giornalista al Municipio
foto Alexis Corso

Alexis Corso

Fan al Municipio
foto Big John

Big John

Bodyguard alla Libreria
foto Maxime Mallet

Maxime Mallet

Uomo in fila in Libreria
foto Michaël Barchechath

Michaël Barchechath

Professore Di Yoga
foto Caroline Piette

Caroline Piette

Signora in Fila
foto Paul Rias

Paul Rias

Padrone Ristorante
foto Alex Vizorek

Alex Vizorek

Commensale #1
foto Charley Fouquet

Charley Fouquet

Commensale #2
foto Akira Tsukada

Akira Tsukada

Commensale #3
foto Alika Del Sol

Alika Del Sol

Commensale #4



Produttori:
David Gauquié (Produttore), Julien Deris (Produttore), Patrick Quinet (Coproduttore), Sandra Karim (Produttore per Cinéfrance Studios)


Direttore di Produzione: François-Xavier Decraene | Segretaria di edizione: Véronique Garbarini | Direttrice casting: Emmanuelle Prevost | Organizzatore Generale: Stéphan Guillemet - Afr Capo Elettricista Frédérick Vanard | Capo Macchinista: Vivien Jouhannaud | Capo Operatore del Suono: Samuel Cohen | Montaggio del Suono: Simon Poupard | Effetti Sonori: Pascal Chauvin. Mix: Dominique Gaborieau. Trucco: Faustine-Léa Violleau. Acconciature: Margo Blache.

Immagini

[Schermo Intero]

Intervista con Daniel Cohen

La felicità degli altri è il suo quarto film da regista. Lei è anche l'autore della sceneggiatura. Come
è nato il progetto?

Prima di essere un film, La felicità degli altri era uno spettacolo teatrale che è stato messo in scena più volte. Il produttore di uno degli allestimenti, David Gauquié di Cinéfrance, mi ha detto: "Ma perché non lo adatti per il grande schermo? ". E così ho iniziato a sviluppare la sceneggiatura. Per un po' ho provato a lavorare su entrambi i progetti contemporaneamente, ma alla fine il film ha avuto la meglio… E David Gauquié lo ha prodotto.

Si ricorda il momento in cui le è venuta l'idea di questa storia?
Lo ricordo perfettamente! Avevo visto a teatro diverse volte Cena tra amici (Premon) di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, qualche anno prima che diventasse il fenomeno che tutti conosciamo. Sentendo il pubblico ridere di gusto dei dialoghi scopiettanti e serrati, mi sono detto in modo anche un pò pretenzioso: "Vorrei scrivere uno spettacolo come questo! "Sono sempre stato interessato al fenomeno molto umano del gruppo dove ognuno pensa di avere un posto e ricoprire un ruolo e poi quando uno del gruppo cambia stravolge tutto! Mi è venuta in mente anche la scrittura di Yasmina Reza. Con queste fonti di ispirazione ho scritto molto velocemente il testo teatrale che ha subito cominciato a suscitare interesse. Poi ho incontrato David Gauquié e abbiamo iniziato a lavorare sull'adattamento per il cinema che ha richiesto un po' più di tempo.

Come autore, attore e regista, lei si è trovato di fronte al duplice problema della leggitimità de suo successo e al modo in cui gli altri lo vedono
Certo, ed è per questo che sono sicuro che qualsiasi spettatore possa relazionarsi con la storia e i personaggi del film. Non appena crei qualcosa, per gli altri è una sfida. Ricordo che, quando ho iniziato a fare cinema oltre che teatro, ho ricevuto tantissimi commenti positivi ma anche reazioni violente… Ognuno giudica gli altri con se stesso nel mirino. Sono felice di aver trovato la chiave per farne il soggetto di un testo teatrale e poi di un film.

Una storia che si muove tra toni diversi: quella che poteva essere solo una commedia o un vaudeville diventa sempre più crudele…
Sono contento di esserci riuscito perché mescolare i generi non è mai facile e può anche essere pericoloso. Volevo che fosse una commedia, che la struttura fosse quella di una commedia ma che trattasse anche argomenti più seri, come il principio della "zona cieca" di cui parla il personaggio di Florence Foresti. Karin il personaggio che interpreta Florence e Marc, interpretato da Vincent Cassel, si scontrano entrambi con i propri limiti: vorrebbero superarli, vorrebbero andare oltre ciò che sono ma falliscono. Di fronte al successo letterario di Léa, vorrebbero non aver paura, non essere gelosi, ma è troppo difficile. Karine, ad esempio, è in buona fede quando dice che non capisce cosa tocca così tanto i lettori del romanzo della sua amica, ci riporta alla nozione di obiettività: percepiamo gli altri come sono veramente? Fino a che punto siamo accecati dalle nostre frustrazioni o mancanze?

Parliamo dei suoi attori e del cast eccezionale di questo film.
C'è davvero un po' di magia in questo film! Sono amico da una vita di Vincent Cassel. Gli ho fatto leggere la sceneggiatura precisando che era un film corale e che non c'era un ruolo per lui che era abituato ad interpretare film come protagonista assoluto. Ma Vincent è una persona davvero sorprendente! Dopo diversi mesi e durante una cena fu lui a parlarmi di nuovo di La felicità degli altri per dirmi che gli era piaciuto e che voleva farne parte. Eravamo allora nel bel mezzo di un casting con elenchi di potenziali attrici e attori. Quindi ho chiamato rapidamente il mio produttore che era ovviamente felice e nel giro di una settimana anche Florence e François hanno detto di sì. Bérénice è arrivata un po' più tardi… Quindi, a dire il vero, ci è voluto un anno prima che il quartetto fosse libero nelle stesse date, ognuno con i propri impegni piuttosto folli, ma non ho mai rinunciato all'idea di riunirli davanti alla mia macchina da presa. E quando vedo la scena di apertura in cui sono riuniti tutti e quattro al ristorante, sono felice!

Bérénice Bejo interpreta Léa, giovane responsabile delle vendite in un negozio di abbigliamento, la cui vita sarà sconvolta dal successo del suo primo romanzo. Un ruolo che può sembrare semplice e lineare ma che in realtà è molto complesso…
Sì, molto complicato e anche più di quanto immaginassi! Nella sua recitazione, Bérénice ha un grande dono, riesce a conferire profondità ai personaggi che interpreta sia nelle commedie che nei drammi e allo stesso modo a dare la sensazione di essere anche un po' altrove, in alcuni momenti sembra quasi assente. Nel film, è credibile come responsabile delle vendite di un negozio di abbigliamento in un centro commerciale e poi come autrice di best-seller! Abbiamo discusso molto dell fatto che gli altri personaggi la aggrediscano o fuggano nel momento in cui ha successo. Bérénice avrebbe voluto che Lea si ribellasse! Le ho detto di pensare al suo personaggio come a una donna di 30 anni che debba prendersi cura di un gruppo di adolescenti immaturi. Esistono persone intorno a te che hanno tutte le ragioni per spiegarsi il tuo successo ma che proprio non riescono a dirti "è perché sei bravo"!

Davanti a lei troviamo Florence Foresti nei panni di Karine, la sua presunta migliore amica…
È un'attrice e autrice teatrale che adoro e sono stato molto felice che abbia accettato di recitare nel mio film, nei panni di un personaggio che si evolve dall'inizio alla fine della storia. Florence è riuscita a mantenere tutta la sua personalità ma anche a uscire dal registro comico dei suoi spettacoli… È un'attrice magnifica, soprattutto verso la fine del film dove ha una gravità e una profondità ammirevoli. I "comici" hanno spesso una tavolozza molto ampia e sono in grado di affrontare argomenti molto seri attraverso l'umorismo. Anche il personaggio di Karine non è facile… Abbiamo potuto provare e leggere insieme la sceneggiatura prima delle riprese e Florence a volte ha trovato dure le parole di Karine a Léa, ma interpretando la situazione con tutta la sua umanità è riuscita a rendere questo personaggio estremo, divertente e toccante.

È François Damiens che interpreta Francis, suo marito
Avevo quasi lavorato anche con lui molto tempo fa e sono stato molto fortunato che abbia accettato questa volta. François porta la sua bonomia e la sua benevolenza al personaggio di Francis, in particolare verso Léa. Nel gruppo, è colui che si cimenta in diverse discipline artistiche, senza frustrazione, riconoscendo di non avere talento per nessuna. In fondo per lui le cose importanti sono la famiglia, i suoi figli. È sulla coppia Foresti-Damiens che si regge il lato comico del film.

E poi c'è Vincent Cassel che interpreta Marc, il marito di Léa.
Il privilegio di conoscere Vincent nella vita reale mi ha permesso di mostrare lati di lui che le persone non necessariamente conoscono. È stato lui ad aiutarmi a costruire questo personaggio. Non gli avevo dato una chiave precisa per interpretare questo ruolo. A titolo indicativo, gli avevo parlato di Yves Montand in César et Rosalie: un uomo brillante, un po' maschio alfa abituato a dominare e sarà proprio il suo dominio a essere minacciato da un evento inatteso: il colossale successo di sua moglie, una creatura che ama ma che pensava fosse solo carina e remissiva e che invece gli sfuggirà… Di fronte a questo, Marc proverà a resistere, a tener duro ma è troppo difficile. Vincent Cassel è una persona eccezionale, con un incredibile istinto per la recitazione. Sono stato molto fortunato ad avere questi quattro attori eccezionali sul mio set. Quello che danno al film è davvero magico.

Intervista con Bérénice Bejo

Per tutto il film, il suo personaggio Léa subisce i colpi o meglio le osservazioni sempre più dure di chi le sta intorno, geloso o spaventato dal suo successo. Che resilienza, degna di una Santa.
È un personaggio molto difficile da interpretare… vestire i panni di Léa ha richiesto molta energia, concentrazione e lavoro! Ho parlato a lungo con Daniel Cohen, Léa ama le persone con i loro difetti e le loro qualità, che è ciò che nutre il suo talento e che la fa andare avanti. Non è qualcuno che giudica le altre persone e questo la rende piuttosto difficile da interpretare perché spesso nel film pensi "Ma è stupida o cosa?"… Anche quando suo marito o chi le è vicino è insopportabile con lei, riesce a trovarlo divertente! Penso che Léa li conosca da così tanto tempo, soprattutto Karine la sua "migliore amica", che non veda in loro alcuna meschinità.

Qual è la difficoltà maggiore che ha incontrato nell'interpretare questo tipo di personaggio?
Dobbiamo riuscire a fare amare i personaggi dagli spettatori, questo vale anche per Karine, il personaggio di Florence Foresti: abbiamo pensato molto a come rendere questo ruolo accettabile, sopportabile per il pubblico … Per me c'era anche la difficoltà dell'atteggiamento fisico di Léa: può sembrare passivo e durante le mie scene ho cercato di trovare un modo di farla guardare e ascoltare, di farla sorridere mentre ascoltava le osservazioni spietate dei suoi amici sul suo romanzo… Per Marc ad esempio (il marito di Léa interpretato da Vincent Cassel) ho fatto in modo che continuasse a guardarlo con amore anche quando è noioso. In effetti, Léa è la ragazza che tutti vorremmo riuscire ad essere nella vita.

Se incontrassi Léa nella vita reale, vorresti scuoterla un po'
È stato questo il mio problema durante le riprese! Continuavo a dire a Daniel: "Ma non è possibile! Perché mi sentivo intrappolata in un personaggio che è davvero molto lontano da me … Ma volevo anche comprenderla, rispettarla e darle tutta l'umanità possibile. Anche ripensare al mio lavoro con Asghar Farhadi per il Il passato mi ha aiutata.

C'è in La felicità degli altri, l'idea che il successo cambi il modo in cui gli altri guardano la persona che improvvisamente lo sperimenta. È capitato anche a te?
Assolutamente sì! E ancora oggi è cosi. Le persone non ti guardano e non si avvicinano a te allo stesso modo quando sei famoso… Credo anche che ciò sia dovuto al fatto che oggi, grazie ai social, vedere un attore non è più un evento. Ma il mestiere dell'attore continua ad affascinare il pubblico, a suscitare emozioni. La cosa divertente è vedere che se parli con queste persone, alla fine per un attimo la conversazione diventa normale quasi banale! Quando ci siamo trasferiti nel nostro nuovo quartiere, i vicini ci hanno osservato prendere i nostri figli da scuola, al Franprix, portare a spasso il cane e siamo diventati o siamo tornati ad essere persone come gli altri…

Ma non tutti posseggono il talento…
Ovviamente ma il talento si sviluppa in modi differenti: la coppia Karine-Francis interpretata da Florence Foresti e François Damiens ha avuto talento nel riuscire a far funzionare la loro vita familiare. Si amano, hanno figli mentre Léa vive con un uomo che non la ama allo stesso modo.

Ha menzionato i suoi partner nel film, iniziamo con Florence Foresti…
L'ho conosciuta come comica grazie alle figlie di mio marito, in particolare alla sedicenne, che conosce a memoria tutti i suoi sketch e i suoi spettacoli! Siamo andati a vederla a teatro e poi, sul set, mi sono trovata di fronte un'attrice piena di dubbi, una grandissima attrice con poca fiducia in sé stessa… Florence è una persona diretta, semplice ovviamente divertente e soprattutto molto alla mano. È stato davvero bello lavorare insieme. Abbiamo parlato molto del rapporto piuttosto speciale tra i nostri personaggi … Mi sono davvero divertita a girare con lei …

È Vincent Cassel che interpreta Marc, suo marito sullo schermo…
Con Vincent abbiamo lavorato in due fasi: le prime due settimane di riprese in cui eravamo solo noi due e poi con gli altri attori. Vincent è anche una persona molto semplice: è impulsivo, spontaneo e molto attento ai suoi compagni di lavoro Sa come nutrirsi di ciò che gli dai in una scena… Penso che funzioni bene tra noi due nel film.

E François Damiens che interpreta Francis, il marito di Karine…
Avevamo appena fatto un tour insieme in "The Forgotten Prince" e ci vogliamo molto bene Non avevamo mai girato una scena insieme ma mi piaceva guardare come lavorava: suda, si ferma per pensare e poi improvvisamente recita la battuta con grande verità …

Una parola anche sul tuo lavoro con il regista Daniel Cohen
Daniel è un regista molto vicino a quello che ha scritto nella sua sceneggiatura: le scene, i dialoghi, è molto sicuro della storia perché sa di averci lavorato a lungo. Ma è anche uno disposto a parlarne… Abbiamo discusso a lungo del mio personaggio. È molto interessato alle tue idee o a quello che proponi. Gli telefonavo continuamente, chiedevo chiarimenti sulle sue scelte! Ma alla fine è lui che dirige il film ed è stato quasi sempre lui ad avere la meglio. È stato un percorso interessante: a volte non eravamo per niente d'accordo, ma in genere è riuscito a farmi amare e capire Léa, ad aiutarmi a dare vita ad un personaggio così diverso da me…

Intervista con Vincent Cassel

Lei è amico di lunga data di Daniel Cohen il regista del film. La sua partecipazione al progetto nasce da quest'amicizia?
Assolutamente sì: con Daniel ci conosciamo da molto tempo. È una persona con cui abbiamo sempre avuto scambi molto interessanti e ricchi. Mi proponeva da mesi di lavorare con lui ma ogni volta non andava in porto. Quando ho letto questa sceneggiatura, anche se il personaggio di Marc non era naturalmente fatto per me, mi è sembrato interessante che lui mi proponesse la parte. Era di un registro diverso dal solito.

Cosa le piace del personaggio?
Mi ricorda una cosa che condivido: quando uno ha problemi e un amico gli viene in aiuto, quest'ultimo prova una specie di soddisfazione un po' insidiosa. Si sente valorizzato. Ma sopportare il successo di una persona vicina (quando non si ha successo) è molto più difficile da gestire. Ho conosciuto entrambe le cose: ho visto alcune persone che non sopportavano il mio successo all'inizio della mia carriera e che si sono allontanate da me, e io stesso ho dovuto lavorare su di me per accettare il successo di alcuni miei amici e non sentirmi in pericolo. È un sentimento doppio, molto umano. Parlarne è interessante. Il personaggio di Marc è quello di un marito un po' stupido ma in fin dei conti molto umano! Semplicemente non ama abbastanza sua moglie per accettare quello che è o che sta diventando. Mi piacciono i personaggi che ci obbligano a metterci a nudo, anche se per farlo serve esplorare sentimenti poco lusinghieri.

In che modo ha lavorato con Bérénice Bejo che nel film recita la parte di sua moglie?
Anche se ci eravamo spesso incrociati, non la conoscevo. Ho visto tanti suoi film e sono un ammiratore di The Artist. Ciò che fa è bello, affascinante, sensibile… Ero molto felice di collaborare con Bérénice, abbiamo lavorato bene insieme. È successa la stessa cosa con François Damiens e Florence Foresti. François è diventato un amico da quando ci siamo incontrati sul set del film di Romain Gavras "Le monde est à toi". Mentre per quanto riguarda Florence, non vedevo l'ora di incontrarla, sapevo che lei mi prendeva bonariamente in giro nei suoi spettacoli! Insomma questo cast mi ha dato proprio voglia di lanciarmi in quest'avventura, era una proposta che non potevo rifiutare!

Una cosa è essere amici con qualcuno, un'altra è lavorare con lui. Cosa ne pensa di Daniel come regista?
Ho conosciuto Daniel durante le riprese del suo primo film da regista Une vie de prince. Ero andato sul set, l'ho conosciuto lì, l'ho rivisto poi in altre occasioni. Mi è subito piaciuto il suo spirito e siamo presto diventati amici: è un uomo brillante, raffinato, molto discreto, e anche un eccellente attore. Mi ricordava quegli attori di una volta come Carette o Jules Berry: facendo poco riescono a far arrivare emozioni molto forti. C'è sempre nei miei film un elemento che mi collega al regista; ho preso in prestito un po' di cose di Daniel per interpretare il mio personaggio: i suoi occhiali, le sue esitazioni, la sua discrezione.

La felicità degli altri è una commedia, anche se il tono è un po' acido e crudele a volte. È un genere nuovo per lei. Rimpiange che non le offrano più spesso queste parti?
Non perché non mi vedete in queste parti vuol dire che non me le offrono. Non ho rimpianti o rimorsi rispetto al mio lavoro. Fin dall'inizio quello che mi ha spinto nella scelta dei ruoli è stata la voglia di interpretarli e con il tempo i film che ho fatto raccontano molto sull'uomo che sono e il modo in cui ho vissuto questi ultimi anni. Quindi se avessi rimpianti su quei film significherebbe che ho rimpianti su ciò che sono! Invece è esattamente il contrario: film dopo film continuo a scoprirmi, spero che la fine sia ancora lontana, e so che ogni progetto accettato (o rifiutato) corrisponde a una domanda del momento, una paura, un'ambizione. Non mi volto indietro: vedo i miei film una volta sola e basta! Onestamente, faccio sempre più fatica a rivedermi sullo schermo, mi interessa sempre meno. Quello che mi piace è il momento in cui faccio il film. Si è tra le mani del regista e se si accetta di parteciparvi allora bisogna accettare di darsi alla sua visione.

Intervista con Florence Floresti

Qual è stata la sua prima impressione del personaggio di Karine durante la lettura della sceneggiatura di Daniel Cohen?
Si capisce fin dall'inizio che Karine e suo marito sono una coppia divertente e ho trovato divertente che il mio personaggio sia sin dalle prime battute in malafede! In effetti, la sua rabbia e la sua gelosia a volte la rendono stupida… La cosa più divertente e interessante è che ho riconosciuto il comportamento di alcune persone che conosco! È anche evidente che tanta aggressività nei confronti della nostra "amica" Léa quando raggiunge il successo, deve nascondere un vero dolore… Ma fa parte dell'essere umano. I nostri difetti sono generalmente dettati dall'invidia, dalla gelosia. Questo tipo di frustrazione rende le persone spesso aggressive. Il mio personaggio mi fa soffrire, Karine mi ricorda alcune persone che conosco nel mio entourage e che hanno sofferto del mio successo… una realizzazione professionale, quelladi Léa nel film o la mia risveglia o innesca reazioni che possono essere molto spiacevoli. Le persone che hai conosciuto a scuola, da adolescente, a volte trovano insopportabile che tu possa diventare qualcuno, almeno ai loro occhi…

Come ti proteggi da questo tipo di comportamento? Lèa nel film torna indietro e incassa i colpi.
Faccio come lei: incasso! È impossibile arrabbiarsi con l'altro e in fondo, non sappiamo neanche noi perché questo sta succedendo proprio a noi. Ricordo di essere riuscita ad essere molto felice sul palco e poi mi sono detta "Ma con che diritto? Perché tutta questa fortuna? "…

Ritrova François Damiens, pochi anni dopo Dikkenek
In quel film recitavamo una scena insieme, sono stata molto contenta di poter lavorare ancora con lui: è un attore che mi piace molto anche se abbiamo un approccio al lavoro molto differente. François impiega molto tempo per riscaldarsi, mentre io vado subito a fuoco. Abbiamo dovuto sincronizzarci! È un attore piuttosto timido, che ha bisogno di sentirsi al sicuro, ma è una vera macchina da guerra e ognuno di noi si è divertito molto ad osservare l'altro recitare!

Reciti al fianco di Bérénice Bejo …
Bérénice ha insistito molto perché la facessi ridere, ha avuto difficoltà ad accettare che il suo personaggio potesse subire le mie osservazioni senza rispondere mai. Possiamo accettare che i nostri amici a volte siano piuttosto limitati ma solo se hanno altre qualità! Così ho fatto ridere Bérénice, ho cercato di sorprenderla durante le nostre scene. Non ci conoscevamo ma ha funzionato molto bene tra di noi perché la scrittura dei nostri personaggi così diversi ci rendeva complementari…

Vincent Cassel interpreta Marc, il marito di Léa …
È un animale da palcoscenico! Mi è piaciuto molto recitare accanto a lui perché gli piace l'improvvisazione. Vengo dal teatro, ho un sacco di problemi a barare, a giocare al gioco del cinema dove tutto è artificio… preferisco improvvisare, l'azione-reazione, anche Vincent è così: lui dà tutto ed è subito bravo.

Daniel Cohen le ha offerto un personaggio che è molto diverso da quello che di solito interpreta con grande successo in teatro: più oscuro, crudele, toccante… Era questo il genere di ruolo che desiderava interpretare nel film?
Non necessariamente! Mi incuriosiscono i ruoli più complessi ma per esempio non avrei saputo interpretare il personaggio di Léa o comunque non mi avrebbe davvero attratto… E so che Daniel voleva questo da me: il mio lato energico e sfacciato …

Intervista con François Damiens

Nel film interpreta il ruolo di Francis, marito di Karine (Florence Foresti) e amica della coppia Léa-Marc (Bérénice Bejo-Vincent Cassel): ci descriverebbe il suo personaggio?
Francis è un bravo ragazzo, soddisfatto della propria vita, per niente invidioso della felicità degli altri. Lo trovo benevolo, innamorato di sua moglie. È un uomo abbastanza positivo che si rallegra della felicità del suo vicino … Non si accontenta ma è soddisfatto di ciò che ha …

Le assomiglia il personaggio che interpreta?
Mi riconosco in alcuni aspetti piuttosto toccanti di Francis, ma penso di essere un po' più ambiguo di lui! Credo che non possiamo rallegrarci del successo o della felicità degli altri se noi stessi ci sentiamo fuori posto, se non siamo felici.

Francis, che interpreta sua moglie nel film, vuole esplorare quella che pensa sia la sua vena artistica (musica, scultura o cucina), ma senza ottenere mai un vero successo. Il film pone il problema di questa idea di voler a tutti i costi che il proprio talento abbia un giusto riconoscimento…
Ed è la motivazione sbagliata per fare le cose. Esiste anche nel cinema e nella musica leggera dove puoi incontrare persone che vogliono solo farsi conoscere… La notorietà, la riconoscibilità, non hanno nulla a che fare con l'espressione di un talento artistico che, al contrario, risponde ad una necessità. Comporre, cantare, scolpire o suonare è esprimere qualcosa di vitale, non è solo una questione di rivalsa personale…

Ha notato questo fenomeno intorno a lei quando ha iniziato a essere conosciuto e riconosciuto come attore?
Sinceramente no… Ci sono alcune persone che pensano che io sia cambiato o che sembri troppo sicuro ma chi mi conosce davvero sa che sono sempre stato così! Mi piace scherzare sulle cose come appaiono, aggiungerci delle cose personali, seguire una situazione e poi prendere strade secondarie. Ultimamente sono andato dal parrucchiere e ho chiesto al barbiere di smettere immediatamente di tagliare i capelli ad una cliente per radere me: non aveva niente a che fare con l'ego o con un sentimento di superiorità, era solo uno scherzo, una provocazione, per osservare le reazioni degli altri che probabilmente avranno pensato " ma chi si crede di essere?". Ho sempre fatto questo tipo di battute… anche nel gruppo con cui lavoro.

Nel film Florence Foresti interpreta sua moglie …
Ci conosciamo dalle riprese di Dikkenek nel 2005 ed è un'interprete che apprezzo molto. Ho visto tutti i suoi spettacoli quando ero in Belgio e sono sempre passato dopo nel suo camerino per salutarla. È una delle attrici più dotate della sua generazione… Mi ha colpito la sua recitazione: Florence è capace di farti ridere e di farti commuovere l'attimo dopo. Karine, il suo personaggio, vive un momento di difficoltà ed esprime la sua sofferenza ferendo verbalmente Léa. Nella vita Florance è al contrario molto piacevole e spontanea ma anche fragile.

È Bérénice Bejo che interpreta il ruolo di Léa, l'amica della tua coppia …
Anche lì si tratta di una reunion, ci eravamo incontrati sui set di OSS 117 e Il principe dimenticato di Michel Hazanavicius. Senza volerla adulare, trovo che interpreti magnificamente il suo ruolo di piccola signora perfettina nel film! Quello che fa non è facile perché Léa non è esuberante e quando il successo la travolge deve continuare a comportarsi come se niente fosse successo. Andiamo molto d'accordo: è il terzo film che facciamo insieme ed è un vero piacere ogni volta.

Ci parli di Vincent Cassel che interpreta Marc …
L'avevo incontrato in Il mondo è tuo di Romain Gavras. Avevamo passato 4 o 5 giorni insieme in Spagna e ricordo che al momento del trucco mi sembrava di conoscerlo da sempre! Alla mia prima battuta ha iniziato a ridere e abbiamo continuato durante tutte le riprese… È un grande attore con cui è un piacere lavorare. Vincent ha una grande leggerezza, sembra quasi che fluttui, come un satellite fuori sincrono. Ma non appena Daniel pronunciava la parola "azione", era già nel ruolo! È un grande professionista che conosce i suoi limiti e rispetta i colleghi …

Come si è trovato con il regista Daniel Cohen?
Non lavora mettendoti sotto pressione ma con la gentilezza. Sa molto bene cosa vuole sul set e una volta che ha girato le scene che gli servono, non passa ore a fare e rifare riprese… Mi è piaciuta molto la sceneggiatura quando l'ho letta, l'ho trovata interessante e ho ritrovato degli aspetti di persone che conosco… Mi sono molto divertito


interviste dal pressbook del film

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