Senza Dio, senza patria, senza famiglia. Pietro (Michele Sarti) cerca il suo unico fratello (Angelo Zedda), che non vede da tempo, per contendersi le uniche cose che il padre, morto di recente, ha lasciato in eredità: una pistola e una sedia. Il suo cammino, scandito da tappe/incontri come in una “via crucis” civile, diventerà un viaggio, in una Sardegna quasi trasfigurata, attraverso i suoi demoni e quelli della contemporaneità.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 16 Novembre 2023Uscita in Italia: 16 Novembre 2023
Genere: Drammatico, Fiction
Nazione: Italia - 2023
Durata: 106 minuti
Formato: Colore
Produzione: White Box Studio, Lucido Sottile (in collaborazione con)
Distribuzione: NoClaps
Cast e personaggi
Regia: Gianluca VassalloSceneggiatura: Gianluca Vassallo
Fotografia: Gianluca Vassallo
Cast Artistico e Ruoli:
Michele Sarti
Pietro
Angelo Zedda
Andrea/Fratello di Pietro
Renzo Cugis
Don Luigi
Bianca Maria Lay
Carla
Giuseppe Boy
Uomo col fucile
Noemi Medas
Anna
Tiziano Polese
Ing. Crosetta
Santiago Zarra
Andrea
Tiziana Troja
Sonia
Matteo Nicoletta
Luca
Andrea Sestini
Marco
Matteo Pastorino
Il diavolo col clarinetto
Immagini
Curiosità
La sedia che accompagna il protagonista per tutto il “viaggio” non è un semplice oggetto di scena e non un complemento d’arredo qualsiasi, ma la Sedia n.1 disegnata da Enzo Mari nel 1974: entrata a far parte del suo progetto Autoprogettazione, che consisteva nel dare al fruitore materiale e semplici istruzioni di costruzione, in modo che da solo realizzasse il suo oggetto d’uso, e divenuta emblema della sua etica di design secondo la quale “La bellezza dell’oggetto sta nella semplicità della sua fabbricazione“.
Il film è stato girato in Sardegna, tra San Teodoro, Azzanì e Budoni, dall’agosto al dicembre 2022, con il sostegno al location scouting della Fondazione Sardegna Film Commission.
LA SEDIA N. 1
La sedia che accompagna il protagonista per tutto il “viaggio” non è un semplice oggetto di scena e non un complemento d’arredo qualsiasi, ma la Sedia n.1 disegnata da Enzo Mari nel 1974: entrata a far parte del suo progetto Autoprogettazione, che consisteva nel dare al fruitore materiale e semplici istruzioni di costruzione, in modo che da solo realizzasse il suo oggetto d’uso, e divenuta emblema della sua etica di design secondo la quale “La bellezza dell’oggetto sta nella semplicità della sua fabbricazione”.
Sedia n. 1 trasmette valori di praticità, semplicità, solidità, robustezza ed economicità.
Note dell’autore
Esiste un momento nella vita di tutti in cui l’età adulta si fa solida. Succede così che la consapevolezza di sé, come somma di limiti, talenti, vulnerabilità e certezze si manifesti appieno legittimando il nostro ruolo nel mondo. È un momento potenzialmente straordinario che, però, spesso coincide con l’osservazione di una fragilità crescente dei nostri cari. Nel mio caso, mio padre, l’uomo a cui devo la mia dedizione instancabile al lavoro, si è trasformato in pochi anni da un essere che ho sempre immaginato altissimo, forte, brillante, in un uomo piccolo, curvo, afflitto dal dolore e per questo incapace di esprimersi all’altezza del suo pensiero. Il Parkinson lo ha trasformato, intrappolando la sua mente in un corpo che non risponde più del tutto. La sua trasformazione mi ha fatto pensare al tema dell’eredità morale, un tema che attraversa la società sia su un piano individuale, strettamente privato, che su uno che è di interesse collettivo.
Il film La Sedia è nato così, come un tentativo urgente di fare ordine alle emozioni private e ai pensieri sul mondo, cercando una risposta ad una domanda complessa: qual è la mia, intima, e la nostra, collettiva, responsabilità dinanzi ad un lascito?
Scritto in 15 giorni e girato in meno di 10, il film e la sua prassi produttiva sono la medesima cosa, perchè questa velocità, questa urgenza, hanno reso impossibile separare l’autore dal regista, il regista dal produttore, il produttore dal fotografo e così via. Ma tutto questo risponde al mio bisogno di vedere accadere le cose, anche sopra le mie forze, quando le sento necessarie. Un cinema prodotto così, in fondo, è la risposta da musicista, da fotografo, (tocco > nota / scatto > foto) al bisogno di raccontare qualcosa, è la resa del primato della bellezza all’urgenza del significato, è fare con quello che si ha, con quello che si può, perché te lo chiede la storia, te lo chiede chi sei nel momento in cui la Storia ti attraversa.
Questo è il modo in cui mi piace fare il cinema, con pochi e con poco (certo, meglio non così poco) e senza attese, senza ministeri, senza regioni, senza Stato. Governato e sostenuto dall’urgenza e dalla grazia a cui solo l’incoscienza o la maturità sanno farti arrivare. Del resto, sono pur sempre un ragioniere che si è scatenato contro il suo destino.
Note di Produzione
Il film è stato realizzato con risorse volutamente scarse, per rispondere alla necessità dell’autore di una produzione adesa, quanto più possibile, al tempo della scrittura. Un processo che l’autore e i produttori, amano definire “cinema di necessità” e che si concretizza in una prassi che annulla i reparti, sospende le gerarchie e produce con quello ciò che si ha a disposizione trasformando la produzione in un piano creativo aggiunto.
Il film è stato girato tra San Teodoro, Azzanì e Budoni, dall’agosto al dicembre 2022, con il sostegno allo scouting della Fondazione Sardegna Film Commission. Realizzato senza alcuna partecipazione pubblica, il film è stato prodotto esclusivamente con capitale di rischio.
Note di Distribuzione
Il film è distribuito da NoClaps, un marchio di White Box Studio srl, che ha come obiettivo la costruzione di una rete di sale, piattaforme e broadcaster, aperti alle produzioni italiane che operino attraverso la relazione tra le idee degli autori e il proprio capitale di rischio, favorendo così, un’industria cinematografica che – al servizio delle idee – produca significati liberi dalla presenza dello Stato. La distribuzione del film è sostenuta dalla Fondazione Sardegna Film Commission, che favorisce – senza gravare sugli esercenti – la presenza in sala dell’autore e del protagonista, oltre che una adeguata copertura stampa per gli eventi collegati all’uscita del film.
Le Musiche
Tra sonorità dalle tinte decise Tanake fa danzare La Sedia tra le note. Il suo procedere è in sintonia con quello iconografico di Gianluca Vassallo, nel dare forma all’apologia del quotidiano. Dal 1999 Tanake porta avanti un progetto sonoro di ossimori, rumore melodico, dolcezza aggressiva e morbida ruvidezza, muovendosi nei paraggi di free form rock e free jazz con un approccio poco ortodosso sugli strumenti: batteria e basso (o contrabbasso) si spintonano o inseguono in dialogo/discussione, aizzati sulle note alte da chitarra e tromba, talvolta solleticati da trombone o melodica, o infastiditi da onde FM e rumori elettrici.
Da sempre Tanake ha sognato con le immagini e il legame con La Sedia è stato subito rivoluzione più che resurrezione.
All’uscita del film farà seguito quella dell’album in vinile con la colonna sonora che sarà disponibile anche su tutte le piattaforme musicali.
HomeVideo (beta)
Puoi cercare "La sedia" nelle principali piattaforme di VOD: [Apri Box]