La concessione del telefono (2020)
La concessione del telefonoLa storia racconta di Pippo Genuardi, nato a Vigàta il 3 settembre 1856 e commerciante di legnami. Ma sia chiaro: quella non è la sua occupazione maggiore, anzi, potremmo dire che il suo vero talento è quello di cacciarsi nei guai. Spiantato, ironico, amante delle donne e della tecnologia, Pippo sembrerebbe aver messo la testa a posto sposando Taninè Schilirò, figlia dell'uomo più ricco di Vigàta, ma il nostro protagonista è un uomo che non si accontenta mai. E così spedendo tre lettere al Prefetto Marascianno (un napoletano paranoico e complottista) mette in moto un meccanismo che lo porterà a trovarsi sotto due fuochi incrociati: lo Stato, che pensa di avere a che fare con un pericoloso sovversivo, e l'uomo "di rispetto" Don Lollò, che inizia a credere che il Genuardi lo stia prendendo per fesso. A tenerlo d'occhio il Questore Monterchi, venuto dal Nord, che osserverà sgomento e impotente il folle concatenarsi degli eventi.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita in Italia: 23/03/2020 (TV, Rai1)Genere: TV Movie, Poliziesco
Nazione: Italia - 2020
Durata: 115 minuti
Formato: Colore
Produzione: Palomar, Rai Fiction (in collaborazione con)
Distribuzione: Nexo Digital
Cast e personaggi
Regia: Roan JohnsonSceneggiatura: Andrea Camilleri, Francesco Bruni, Roan Johnson
Musiche: Ralf Hildenbeutel
Fotografia: Claudio Cofrancesco
Scenografia: Veronica Rosafio
Montaggio: Paolo Landolfi
Costumi: Chiara Ferrantini
Cast Artistico e Ruoli:
Alessio Vassallo
Pippo Genuardi
Thomas Trabacchi
Questore Monterchi
Federica De Cola
Taniné
Corrado Fortuna
Sasà La Ferlita
Dajana Roncione
Lillina
Corrado Guzzanti
Prefetto Marascianno
Fabrizio Bentivoglio
Don Lollò Longhitano
Ninni Bruschetta
Padre Macaluso
Michele Di Mauro
Avvocati Russotto
Antonio Alveario
Nenè Schilirò
Sergio Vespertino
Vice Prefetto Parrinello
Emmanuele Aita
Giacomo La Ferlita
Alessandro Schiavo
Delegato Portera
Francesco Brandi
Tenente Lanza‐Turò
Giuseppe Provinzano
Calogerino
Produttori:
Erica Pellegrini (Produttore RAI), Carlo Degli Esposti (Produttore), Nicola Serra (Produttore), Max Gusberti (Produttore), Marco Camilli (Produttore delegato), Luigi Pinto (Produttore delegato)
NEWS E ARTICOLI
Immagini
Nell'estate del 1995 trovai, tra vecchie carte di casa, un decreto ministeriale per la concessione di una linea telefonica privata. Il documento presupponeva una così fitta rete di più o meno deliranti adempimenti burocratico-amministrativi da farmi venir subito voglia di scriverci sopra una storia di fantasia — Andrea Camilleri
NOTE DI REGIA – Roan Johnson
La concessione del telefono è la storia di tre piccole palle di neve (che nel film hanno la forma di tre lettere inviate da Pippo Genuardi al prefetto Marascianno) che, rotolando piano piano, diventeranno una valanga che travolgerà il nostro povero protagonista. Il film è tratto dal romanzo omonimo di Camilleri che è un gioiello di ingegneria narrativa. Non solo per la struttura del libro così originale che alterna le "cose scritte" (lettere, documenti, articoli di giornale) con le "cose dette" (dialoghi secchi senza descrizioni). Ma anche perché la storia de La concessione del telefono è una sorta di bomba ad orologeria nascosta sotto un tavolo, di cui il lettore e lo spettatore possono solo intuire la presenza. E anche gli stessi personaggi e prima di tutto Pippo Genuardi non ne sentono il ticchettio, che aumenta di scena in scena. Pensano di essere più 'sperti di molti, ma quando capiranno di essere più scemi di altri sarà troppo tardi. Con il film abbiamo provato a rendere onore a questa originalità del libro di Camilleri, dividendo lo schermo in modo naturale per lasciare uno spazio in cui poter scrivere i vari documenti, e cercando con voci over e altre idee visive di mantenere la forza di come le parole sulle lettere e nei documenti raccontino cose diverse da quello che si vede o si sente. Così abbiamo provato a raccontare come la formalità della burocrazia diventi un gorgo in cui il nostro protagonista, e forse con lui il "senso" stesso della terra senza tempo in cui vive, verrà risucchiato. E la beffa è che dentro quella voragine dello Stato e in quelle spire della Mafia, il Genuardi ci si è cacciato da solo. Ma perché si è "amminchiato" così tanto con questa diavoleria del telefono? Lo scopriremo solo nel finale a sorpresa, come lo ha costruito il maestro siciliano, anche se nel film sono seminati indizi della verità al tempo stesso assurda e ovvia che sta sotto tutta questa vicenda. Un libro e un film che nonostante il tono brillante ed esilarante, sono un vero e proprio j'accuse sarcastico contro le storture e le contraddizioni della Sicilia e forse dell'Italia intera. Una commedia sulla stupidità umana (da quella istituzionale e burocratica, fino a quella sentimentale) e, al tempo stesso, una satira sociale e politica di incredibile attualità.
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