Locandina L’ultimo Papa Re

L'ultimo Papa Re (2013)

L'ultimo Papa Re
Locandina L'ultimo Papa Re
L'ultimo Papa Re è un film del 2013 prodotto in Italia, di genere Storico e Drammatico diretto da Luca Manfredi. Liberamente ispirata all'opera 'In nome del Papa Re' di Luigi Magni. Il cast include Gigi Proietti, Sandra Ceccarelli, Domenico Diele, Greta Scarano, Francesco Venditti, Duccio Camerini.

Nella Roma del 1867, agitata da fermenti patriottici, la nobiltà e il clero continuano la vita di sempre, tra feste e ricevimenti. Ma il cardinale Romeo Colombo, capo della Polizia Pontificia, sente che la fine del potere papale è vicina. I patrioti romani, tra i quali spiccano Cesare Costa, Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, infiammati dalle gesta di Garibaldi che si avvicina con le sue truppe a Roma per liberarla, mettono a segno un attentato dinamitardo alla caserma degli zuavi e uccidono venticinque soldati del papa. La reazione dei mercenari è immediata: gli zuavi assaltano il lanificio Ajani, sede dei cospiratori, e compiono una strage, che non risparmia l'eroica Giuditta Tavani Arquati e i suoi figli. Il cardinal Colombo rimane sconvolto dalla ferocia della repressione e comunica il suo sdegno al capo dei Gesuiti, il "Papa Nero", mandante occulto della rappresaglia contro i patrioti. Cesare Costa e Gaetano Tognetti, che condividono l'amore per una giovane patriota, Teresa Ferri, tentano la fuga da Roma insieme a Giuseppe Monti, preoccupati di essere individuati dalla polizia pontificia. Ad aiutarli è una nobile donna, affascinante e misteriosa, la contessa Flaminia Ricci. Ma i tre vengono arrestati ancora prima di lasciare la città, traditi dall'oste Giano, una spia al servizio del conte Ottavio Ricci, marito della contessa e fedele ai gesuiti. Dopo un acceso confronto con i tre patrioti in carcere, Colombo riceve una sconvolgente rivelazione dalla contessa Flaminia: uno dei tre attentatori, Cesare Costa, è il frutto di una loro fugace relazione avvenuta venti anni prima, durante la "repubblica romana". Così, la contessa supplica Colombo di salvare suo figlio dalla ghigliottina. Lui prima si rifiuta. Poi, carico di sensi di colpa, mette in salvo il ragazzo con la copertura di don Marino, il sovrintendente del carcere papale, nascondendolo nella cantina di casa sua. Cesare, orgoglioso e di natura indomita, rifiuta la sua protezione e, sfuggendo al controllo del fedele perpetuo Serafino, scappa dalla casa del cardinale e s'introduce quella stessa sera in carcere, travestito da frate, per far evadere i suoi compagni. Il tentativo, però, finisce male e la reazione delle guardie lo mette in fuga, insieme a Teresa, che viene ferita ad una spalla. Colombo, sopraggiunto in carrozza, li incrocia in un vicolo e li ferma. Cesare si vede costretto ad affidargli la sua ragazza, che è sempre più debole a causa dell'emorragia, e corre via per unirsi ai garibaldini. Una volta in carrozza, Teresa, turbata e sfinita, rivela al cardinale di aspettare un figlio dal giovane patriota. I sensi di colpa assalgono Colombo, che si sfoga con il cardinal Baldoni, suo anziano confessore, per non essere stato imparziale, avendo lasciato in carcere gli altri due giovani attentatori. Così, quando si apre il processo a Monti e Tognetti, Colombo decide di difenderli apertamente in aula per sostenere le loro ragioni "patriottiche" nel tentativo di salvarli da una condanna a morte certa. E il tentativo quasi gli riesce, se non fosse che il cardinal Baldoni, determinante nella votazione della sentenza, viene a mancare proprio in aula, colpito da infarto. Viene sostituito da Don Marino, che nel frattempo si è venduto al Papa Nero per diventare cardinale. Monti e Tognetti vengono condannati a morte dal tribunale ecclesiastico, la loro unica possibilità di salvezza è riposta nella clemenza di Pio IX. Il Papa Nero, indispettito dallo "strappo" del coraggioso cardinale, che giudica molto pericoloso per il futuro del suo potere, mette Colombo di fronte a un feroce "aut aut": dovrà essere proprio lui a convincere l'anziano Papa a non firmare la grazia ai due patrioti. Solo così avrà la certezza di aver recuperato la sua fedeltà e gli permetterà di salvare la vita di suo figlio Cesare. Ma Colombo non ci sta e fa esattamente il contrario: sicuro del fatto che suo figlio è fuggito da Roma e si è unito ai reparti garibaldini che stanno avanzando, sfida il potente gesuita e chiede a Pio IX di risparmiare la vita ai due giovani, dichiarando che solo un atto di clemenza gli restituirà l'affetto del popolo di Roma. Ma il destino è decisamente avverso: Garibaldi viene sconfitto a Mentana dalle truppe francesi, che sono giunte a dare man forte ai soldati zuavi, mentre Pio IX, succube del papa nero, non firma la domanda di grazia inviata dai condannati. Il Papa Nero vendica così l'affronto fattogli da Colombo, facendo decapitare Monti e Tognetti e facendo uccidere anche Cesare Costa: l'omicidio del giovane appare come un delitto d'onore eseguito dal conte Ricci, convinto che Cesare sia l'amante della moglie. Sconfitto e con la morte dei tre giovani che gli pesa sul cuore, Colombo decide di scrivere al Papa per dimettersi da tutti gli incarichi: d'ora in poi farà solo il prete. E' lo stesso Papa Nero a mandarlo in esilio, affidandogli una parrocchietta ai confini dello Stato Pontificio, proprio quando Teresa partorisce "suo nipote", il figlio di Cesare Costa. Il 20 settembre del 1870, ormai invecchiato e malato, Colombo viene raggiunto dalla notizia che Roma è stata liberata dai Bersaglieri, che hanno fatto breccia a Porta Pia. Con le ultime forze, Colombo torna a Roma per festeggiare l'evento con la popolazione e muore felice tra le braccia del suo fedele perpetuo Serafino. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita in Italia: 08/04/2013 (TV)
Genere: Storico, Drammatico
Nazione: Italia - 2013
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Nicola Innocenti, Zlatko Volarevic, produttore RAI Marta Aceto, Roberta Manfredi per Dauphine Film Company, Alberto Simone per Dauphine Film Company
Budget: 5.230.000 euro (stimato)
Soggetto:
Liberamente ispirata all'opera 'In nome del Papa Re' di Luigi Magni.

Passaggi in TV:
• sabato 09 Dicembre ore 06:40 su Rai Premium
• sabato 09 Dicembre ore 08:25 su Rai Premium

Immagini

[Schermo Intero]

Il regista Luca Manfredi

"Nel corso della sua lunga carriera, mio padre ha fatto diversi film con Luigi Magni, quasi tutti ambientati nella Roma papalina e risorgimentale dell'ottocento. Tra questi, il mio preferito è sempre stato In nome del Papa Re, un film del 1977, dove Nino interpreta un cardinale illuminato e progressista, in forte contrasto con il reazionario padre generale dei gesuiti, il cosiddetto Papa Nero, interpretato da un grandissimo Salvo Randone. Per cui, avendo assistito ai ripetuti dissidi interni che hanno afflitto la Chiesa in questi ultimi anni (che ha visto, recentemente, le sorprendenti dimissioni di papa Ratzinger…), da autore e da regista mi sono reso conto che il contenuto di quel film non era affatto superato, ma anzi ancora attualissimo. Così, mi è venuta l'idea di fare un omaggio a Magni, a cui sono legato da grande affetto, proponendo alla Rai una versione televisiva del suo film, in due parti, di durata quindi doppia rispetto all'originale, raccontando una storia che mettesse al centro un confronto tra una chiesa reazionaria e attaccata al potere e una chiesa più pastorale e progressista, e aggiungendo fatti nuovi e personaggi della rivolta romana del 1867 (come la vicenda della strage del lanificio Ajani dove, tra gli altri, fu trucidata Giuditta Tavani Arquati e tutta la sua famiglia) che nel film di Magni erano stati solo accennati per ovvi motivi di tempo. E' nato così "L'ultimo Papa Re" che racconta le gesta dei patrioti romani, sostenitori di Garibaldi, negli ultimi tre anni del regno di Pio IX. Io credo che sia importante che il pubblico televisivo veda questo film, perché racconta un pezzo importante della storia risorgimentale italiana, quando i patrioti romani organizzarono una serie di azioni militari contro l'esercito degli zuavi, i violenti mercenari del papa, per favorire l'ingresso di Garibaldi a Roma, dopo la vittoria di Monterotondo, e porre fine al potere temporale di Pio IX. E, in particolare, racconta la crisi di un cardinale "giusto", monsignor Colombo, chiamato ad indagare sull'attentato alla caserma Serristori degli zuavi, che, nel corso delle sue indagini, scopre che uno dei tre attentatori è suo figlio e farà di tutto per evitare la ghigliottina ai tre giovani patrioti. Quando si è trattato di scegliere il migliore interprete per fargli indossare le vesti di Colombo, il cardinale illuminato e progressista che fece mio padre, qui arricchito anche di un nuovo ruolo "investigativo", quello del capo della polizia pontificia, ho capito che solo Gigi Proietti poteva raccogliere questa ambiziosa eredità, con la sua grande ironia e la sua proverbiale "romanità", affiancato da un tenero e divertente Lino Toffolo, nei panni di Serafino, il suo fedele perpetuo veneto, un ruolo che fu a suo tempo di Carlo Bagno. Oltre alla sua storia appassionante, la forza di questo film sta nel ricchissimo cast di attori, come Jerzy Stuhr, grandissimo attore polacco che interpreta il Papa Nero, Sandra Ceccarelli e Duccio Camerini nei ruoli della contessa Ricci e del suo perfido marito, Domenico Diele che fa il giovane patriota figlio del cardinale, e poi Francesco Venditti e Marco Cassini nei panni dei patrioti Monti e Tognetti, Paola Tiziana Cruciani che è una verduraia di Trastevere, e poi Arnaldo Ninchi nelle sacre vesti di Pio IX, oltre a tutti i bellissimi personaggi interpretati da Renato Scarpa, Luigi Petrucci, Massimo Wertmuller, Gloria Scarano, Roberta Mattei, Emiliano Coltorti, Giovanni Scifoni, Paolo Calabresi, Bruno Conti, e anche Camillo Milli, unico attore ad essere presente in entrambi i film".

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