L’angelo di Sarajevo

L'angelo di Sarajevo (2015)

L'angelo di Sarajevo
Locandina L'angelo di Sarajevo
L'angelo di Sarajevo è un film del 2015 prodotto in Italia, di genere Drammatico diretto da Enzo Monteleone. Il film dura circa 120 minuti. Il cast include Giuseppe Fiorello, Luca Angeletti, Thekla Reuten, Emanuela Grimalda, Radoje Cupic, Adnan Haskovic.

È l'estate del 1992. Sarajevo è sotto assedio da oltre tre mesi. La città è messa a ferro e a fuoco da una cruenta guerra civile. I cecchini sono appostati ovunque e i continui colpi di artiglieria colpiscono duro, notte e giorno, distruggendo tutto ciò che incontrano. Nessuno è al sicuro. La stampa di tutto il mondo racconta minuto per minuto cosa sta accadendo in Bosnia Erzegovina, mandando sul posto i suoi uomini migliori. Marco De Luca (Giuseppe Fiorello), noto e navigato giornalista è uno di loro. E' inviato a Sarajevo per l'emittente televisiva italiana per cui lavora. Si rimbocca le maniche e insieme al suo amico cameraman comincia a raccontare gli orrori di quella guerra. Poi la notizia di un nuovo bombardamento: si tratta di un orfanotrofio. E mentre Marco è intento a preparare il suo servizio entra in una camerata piena di culle, rimane colpito da un'unica bimba bruna fra tutti gli altri biondi. È Malina e ha dieci mesi. Il giornalista capisce subito che quell'incontro gli cambierà la vita. Quella bambina sola e indifesa, infatti, fa nascere il lui un forte sentimento di paternità, come mai provato prima. Tra mille dubbi su come e se riuscirà a diventare un buon padre, Marco decide di portare la piccola Malina con sé in Italia. Salvarla da quell'inferno di fuoco e dolore non sarà comunque un'impresa facile, ma non sarà solo, Marco potrà contare, infatti, sul valido aiuto di un gruppo di persone amiche.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita in Italia: 20/01/2015 (Rai1)
Genere: Drammatico
Nazione: Italia - 2015
Durata: 120 minuti
Formato: Colore

NOTE DI REGIA – Enzo Monteleone

Quando Roberto Sessa e Giuseppe Fiorello mi hanno proposto di trarre un film per la tv dal libro di Franco di Mare "Non chiedere perché" devo dire che non conoscevo questa straordinaria vicenda. Ma, appena letto il libro, sono stato subito conquistato dalla forza della storia, dalle situazioni, dai personaggi, e dalla possibilità di raccontare eventi che abbiamo vissuto in diretta solo 20 anni fa ma che ci sembrano già così lontani. O così vicini. "Ma come? Sono passati già 20 anni? Mi sembra ieri…" È stata una guerra brutale, così vicino a casa nostra, e per molto tempo sotto valutata. Certo in Italia il 1992 è stato un anno tragico, l'anno delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, l'anno di Mani Pulite, e forse per questo da noi l'attenzione per la guerra in Bosnia in quel primo anno è stata meno puntuale. Attraverso la storia personale del nostro protagonista, un'avventura umana coraggiosa, abbiamo potuto riallacciare i fili della memoria di quello che è successo. La vicenda dell'inviato della Rai che decide di adottare la piccola Malina nonostante la terribile situazione e gli impedimenti è una della tante piccole storie coraggiose di cui le guerre sono costituite. Una storia di umanità e di impegno, la storia di una decisione irrazionale presa "senza chiedersi perché", dettata solo dalla voglia di fare qualcosa, anche solo una piccola cosa. Come salvare una bambina. Girare a Sarajevo, la città che ha subito il più lungo assedio della storia, è stata un'esperienza emozionante. Sarajevo oggi è una città nuova, ricostruita, moderna, ma porta indelebili le ferite della guerra. Lo vedi nei volti della gente al di sopra dei 30 anni, uomini e donne che hanno vissuto quegli anni, lo vedi nei giardini in pieno centro diventati cimiteri affollati di lapidi. Lo vedi nelle facciate dei palazzi che ancora oggi portano i segni osceni dei bombardamenti. Molte delle persone che sono state coinvolte nelle riprese avevano ben chiaro il ricordo di quegli anni. Quando abbiamo girato la scena del funerale di Kemal i loro sguardi sperduti, il loro dolore, le loro lacrime, erano veri. Questo film è stata anche l'occasione di girare con un gruppo di attori straordinari: Giuseppe Fiorello che ha voluto fortemente realizzare questa storia e si è gettato con entusiasmo e generosità nell' avventura; Thekla Reuten che ha capito immediatamente il progetto ed ha accettato la sfida senza un attimo di esitazione; Luca Angeletti, sempre propositivo, che ho ritrovato dopo Il capo dei capi; e tutto il cast serbo-bosniaco guidato da Radoje Cupic , un eccellente Kemal. Ma un pensiero particolare va alla piccola Iva Nikolic vera co-protagonista del film: girare con bambini piccoli è sempre problematico. Iva ha portato sul set una grazia e un' allegria che ci ha permesso di superare tutte le difficoltà. E i suoi grandi occhi scuri, i suoi capelli arruffati e le sue risate ci accompagneranno a lungo. Tutti sanno che un film è un lavoro di squadra, ma qui devo sottolineare il grande apporto dato da tutti i reparti: dalla fotografia di Stefano Falivene, fresco vincitore del Globo d'Oro per il bellissimo Still Life, al montaggio di Cecilia Zanuso (David di Donatello, Nastro d'Argento e Ciak d'Oro per Il capitale umano), alle scenografie di Maurizia Narducci, ai costumi di Marina Roberti (mia complice ne Il capo dei capi), alle musiche dei miei consueti collaboratori Pivio&De Scalzi (David di Donatello per Song 'e Napule). Insomma una bella squadra di grandi professionisti del cinema che hanno dato un'impronta personale a questo lavoro. 

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