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Kurdbun - Essere Curdo (2022)
Kurdbun - Essere CurdoUn frammento vivente di epica contemporanea: uno spaccato dell'identità curda di oggi. Il diario visivo della giornalista Berfin Kar scolpisce la memoria collettiva di ogni curdo.
Il documentario ripercorre i settantanove giorni di assedio da parte dei carri armati turchi a Cizre, città curda nel sudest della Turchia al confine con la Siria e l'Iraq. Un'azione punitiva non annunciata dal governo dopo la vittoria alle elezioni del partito democratico filocurdo HDP riuscito a entrare nel Parlamento di Ankara.
Un massacro di civili avvenuto tra il 2016 e il 2017 che viene alla luce grazie al documentario Kurdbûn – Essere curdo, del regista, sceneggiatore e scrittore curdo-iraniano Fariborz Kamkari (Pitza e Datteri, I fiori di Kirkuk) che ha raccontato: "Uno degli aspetti che più mi ha impressionato della strage di Cizre (città curda in Turchia) è la somiglianza con la mia esperienza personale a Sna (città curda in Iran) trentotto anni fa, quando l'esercito iraniano ha attaccato la città indifesa e l'ha bombardata per più di trenta giorni solo perché gli abitanti avevano deciso di non accettare il regime di Khomeini".
Il film testimonia come tutte le sopraffazioni e le guerre non abbiano patria, trascinando civili impotenti in gorghi di terrore ma evidenziando anche il coraggio di chi non arretra nel darne testimonianza. Una delle voci del documentario è quella di Antonio Gramsci: "Vivo, sono partigiano. Per questo, odio chi non parteggia, odio gli indifferenti".
Kamkari, attraverso un lavoro di scrittura e montaggio, ha ricostruito la drammatica esperienza dell'assedio vissuto dalla giornalista curda Berfin Kar, che insieme al suo cameraman è rimasta bloccata nella città durante tutto il periodo dei bombardamenti, documentando giorno dopo giorno la violazione dei diritti umani perpetrate dall'esercito turco contro donne, anziani e bambini, ma anche il coraggio degli abitanti nel trovare forme di sopravvivenza e resilienza quotidiana come dimostra la frase di Brecht "Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa un dovere" che campeggia su quel che resta di un muro di Cizre distrutto dai bombardamenti.
La reporter Berfin Kar – simbolo del coraggio della libertà di stampa – dopo la fuga da Cizre si era rifugiata in Europa con gli hard disk contenenti le riprese di quei giorni e tramite un network di filmmaker curdi è riuscita a contattare il regista Kamkari a cui ha proposto di visionare il girato. Attraverso questo documentario, ispirato dal diario di guerra per immagini di Berfin Kar, Kamkari ha voluto raccontare l'esperienza, sua personale e di molti altri, di ciò che significa essere Curdo.
Vedere la resistenza di un popolo che accetta la morte ma non si inchina – ha spiegato Kamkari – riempie il cuore di ogni spettatore di dolore e nello stesso tempo di orgoglio. Il viso dei bambini, il pianto dei padri sui cadaveri dei figli adolescenti uccisi dai cecchini e i volti orgogliosi delle donne, che sono state la spina dorsale della resistenza di Cizre, pronte a morire, ma non ad accettare l'ingiustizia. Questa è l'esperienza mia e di ogni curdo delle quattro zone del Kurdistan. Allora ho deciso di partire dal documento per denunciare un incredibile crimine contro l'umanità e per ricostruire un pezzo della memoria collettiva di un popolo ancora oggi diviso e perseguitato.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 12 Maggio 2022Uscita in Italia: 12 Maggio 2022 al Cinema
Genere: Documentario
Nazione: USA - 2022
Durata: 90 minuti
Formato: Colore
Produzione: Far Out Films, Acek s.r.l.
Distribuzione: Officine Ubu
Cast e personaggi
Regia: Fariborz KamkariSceneggiatura: Fariborz Kamkari
Musiche: Mario Berlinguer
Fotografia: Baran Yasak
Montaggio: Paolo Modugno
Produttori:
Fabrizia Falzetti (Produttore per Far Out Films), Adriana Chiesa Di Palma (Produttore per Acek s.r.l)
Immagini
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La distribuzione del film
Premiere il 19 Aprile 2022 al Cinema Troisi di Roma, Kurdbûn – Essere curdo alla presenza del regista seguita da altre proiezioni-evento: il 12 maggio 2022 a Firenze al Cinema Stensen, il 13 maggio 2022 a Milano a Sguardi Altrove Film Festival e il 23 maggio 2022 ad Ancona al Cinema Italia.
Note di Regia – Fariborz Kamkari
Sono stato contattato dalla giornalista Berfin Kar (pseudonimo). Mi ha chiesto di visionare i rushes che lei e il suo cameraman hanno girato durante l'assedio di una città curda in Turchia, Cizre, e di dare un parere. Dopo poche immagini di quel documento ho accettato di farne un film. La giornalista è attualmente in Turchia in attesa di processo per aver fatto il suo mestiere di reporter durante l'assedio. Il girato di Berfin è veramente impressionante. Raccontare giorno per giorno l'assedio di una città da dentro, accanto agli abitanti in attesa dell'arrivo della tempesta, vedere i carri armati schierarsi sulle colline che si preparano per sferrare l'attacco, vivere giorno e notte sotto i bombardamenti a tappeto, dà un valore inestimabile al lavoro incredibilmente coraggioso di Berfin e offre un'esperienza unica allo spettatore. La camera di Berfin registra i momenti di una guerra drammatica contro i civili indifesi che mai nessun film di finzione è riuscito a descrivere. Vedere il crollo di un palazzo con gli abitanti dentro da pochi metri di distanza, i cecchini che colpiscono, invisibili, alla cieca, anziani, donne, bambini, è devastante. Vedere l'immenso dolore e la resistenza di un popolo che accetta la morte ma non si inchina, riempie il cuore di ogni spettatore di dolore e nello stesso tempo di orgoglio. Uno degli aspetti più impressionanti per me era la somiglianza della guerra di Cizre con la mia esperienza personale a Sna (città dell'Iran occidentale) 38 anni fa, quando l'esercito iraniano ha assediato la città indifesa e l'ha bombardata per più di 30 giorni solo perché gli abitanti avevano deciso di non accettare il regime di Khomeini. Io avevo 8 anni e con la mia famiglia ho vissuto in un sotterraneo senza acqua e cibo per l'intera durata della guerra. Nel viso dei bambini terrorizzati di Cizre ho visto me stesso, nel pianto dei padri sui cadaveri dei figli adolescenti uccisi dai cecchini ho rivissuto il pianto di mio padre e nei volti orgogliosi delle donne di Cizre, che sono state la spina dorsale della resistenza, ho ritrovato il viso di mia madre che era pronta a morire, ma non ad accettare l'ingiustizia. Questa è l'esperienza comune di ogni Curdo delle quattro zone del Kurdistan. La storia del Kurdistan coincide con quello che è successo a Sna 38 anni fa e poi a Cizre 5 anni fa, non si tratta di due episodi singoli ma solo due esempi di quello che si ripete da più di 90 anni in tutta la regione. L'elenco delle città distrutte dagli eserciti nazionali è lunghissimo, ma ne nomino solo alcune, più conosciute dal pubblico occidentale: il massacro di Dersim e quello di Dyarbakr in Turchia, il massacro di Qmishli in Siria, il genocidio di Halabja, l'operazione Al Anfal a Kirkuk e quello di Barzan e Dohuk e Shengal in Iraq. Il massacro di Qarna, la guerra di Saqez, Sna, Mohabad e il massacro di Paveh in Iran…. Allora ho deciso di partire dal documento di Berfin per denunciare un incredibile crimine contro l'umanità, ma anche per ricostruire un pezzo della memoria comune di un popolo perseguitato. Ho pensato di scrivere un diario esistenziale e ideologico che riflettesse la coscienza individuale e la consapevolezza che ogni Curdo ha della propria storia e identità e tramite questo non solo commentare l'esperienza drammatica di Berfin, ma anche raccontare la storia moderna di un popolo diviso e perseguitato. Le immagini entrano nell'intimità – quotidiana e della memoria – dei personaggi e garantiscono allo spettatore l'autenticità assoluta della testimonianza e del racconto. I materiali d'archivio, 'rubati' durante l'assedio e altri, sono montati come brevi sequenze della guerra quotidiana che appartiene alla storia contemporanea curda, ma appartiene anche alla storia di tutta l'umanità. Il lavoro fondamentale è stato unificare le due linee narrative del film in un corpo unico.
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