Figli del Sole (2020)
Khorshidll film narra la storia del dodicenne Ali e dei suoi tre amici: insieme cercano di sopravvivere e sostenere le loro famiglie, tra lavoretti in un garage e piccoli crimini per trovare in fretta del denaro. In un colpo di scena che ha del miracoloso, ad Ali viene affidato il compito di ritrovare un tesoro nascosto sottoterra. Ali chiede aiuto alla sua banda, ma per poter avere accesso al tunnel è necessario iscriversi alla Scuola del Sole: un'associazione di beneficenza che cerca di educare bambini che vivono in strada o sono costretti a lavorare, la cui sede è vicina al luogo in cui si trova il tesoro.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 2 Settembre 2021Uscita in Italia: 2 Settembre 2021 al Cinema
Genere: Drammatico
Nazione: Iran - 2020
Durata: 99 minuti
Formato: Colore
Produzione: Majidi Film Production
Distribuzione: Europictures
Note:
Presentato in Concorso alla 77a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Conosciuto anche come: The Sun [USA]
In HomeVideo: in Digitale da mercoledì 3 Novembre 2021
Cast e personaggi
Regia: Majid MajidiSceneggiatura: Majid Majidi, Nima Javidi
Musiche: Ramin Kousha
Fotografia: Hooman Behmanesh
Scenografia: Keyvan Moghadam
Montaggio: Hassan Hassandoust
Costumi: Amir Malekpour
Cast Artistico e Ruoli:
Ali Nasirian
Hashem
Javad Ezzati
Vicepreside
Tannaz Tabatabaie
Mamma di Ali
Mahdi Mousav
Mamad
Shamila Shirzad
Zahra
Abolfazl Shirzad
Abofazl
Mani Ghafouri
Reza
Safar Mohammadi
Bidello
Ali Ghabesh
Preside
Babak Lotfi
Insegnante
Produttori:
Mohammad Reza Saberi (Produttore consultivo), Majid Majidi (Produttore), Amir Banan (Produttore), Mehdi Badrlou (Produttore esecutivo)
Suono: Mohammad Reza Delpak | Project Manager: Alir Reza Sabzevarl | Assistente alla regia e Coordinatore: Mohammad Asgari | Make-Up: Mir Mohsen Mousavi Madani | Supervisore Effetti Visivi: Javad Matouri | Supervisore Presa Sonora: Hossein Bashash Bafekr.
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NOTE DI REGIA
Figli del Sole parla di bambini costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie. Ad oggi, sono 152 milioni i bambini in questa situazione. Le organizzazioni internazionali portano avanti una lotta disperata per sostenere questi giovani vittime di abusi, privati anche del loro diritto umano all'istruzione. Il messaggio di Figli del Sole è che siamo tutti responsabili nei confronti di questi bambini, molti dei quali sono estremamente talentuosi e tutti preziosi. Semplicemente, non è tollerabile che il loro status sociale ed economico li consegni a un futuro di opportunità limitate e scarse prospettive. Figli del Sole vuole dimostrare le capacità e l'umanità di questi bambini. I nostri giovani attori protagonisti erano tutti bambini lavoratori e si sono rivelati tutti performer sorprendenti ed estremamente intelligenti.
INTERVISTA A MAJID MAJIDI
Il mondo dei bambini è spesso al centro dei tuoi film, cosa ci trovi di così stimolante?
Sono sempre stato entusiasta del sorprendente mondo dei bambini. Ha un'autenticità inconfutabile e, ovviamente, aiuta il pubblico a relazionarsi, ma per me non si tratta solo di un semplice espediente. Come regista, sono autenticamente attratto dai giovani, sono la mia ispirazione: la loro passione, originalità, immaginazione e la libertà, che gli permette di imbarcarsi nelle loro avventure. Vedono quello che gli adulti non riescono più a vedere e dimostrano un coraggio che gli adulti non hanno. Non mi stancherò mai di riprenderli e di divertirmi insieme a loro sul set. La loro sensibilità e delicatezza nei rapporti mi portano semplicemente a rispettarli. Di solito, danno molto di più quando gli chiedi di fare quello che si sentono nel cuore. La loro verità e il loro senso del realismo sono sbalorditivi quando ti fidi di loro, diventando un loro amico e complice.
Qual è stato il tuo processo per il casting dei giovani, in particolare Rouhollah (Ali) e Shamila (Zahra)?
In tutti i miei film, il casting è la parte che richiede più tempo in fase di pre-produzione. È un processo difficile e complicato. Il processo di eliminazione è molto doloroso e straziante, richiede molto tatto ed empatia, specialmente con i bambini, per non infrangere i loro sogni. È una grande responsabilità. Nel corso di quattro mesi abbiamo fatto oltre 3.000 provini, prima di trovare i nostri attori. Alcuni sono veri bambini di strada, come Shamila (Zahra) e suo fratello Aboulfazl. Sono immigrati afghani sia sullo schermo, sia nella vita reale. Vivono con i genitori e, proprio come nel film, passano le giornate lavorando sulla strada o in metropolitana e frequentando una scuola per bambini lavoratori. Un anno fa ho visitato la loro scuola. Shamila era come una luce, sicura di sé, con un carisma naturale. Poi ho incontrato suo fratello minore e gli ho chiesto di discutere nella loro lingua. Erano così naturali e perfetti che gli abbiamo chiesto di venire al casting. La loro forza nella recitazione proviene proprio dal loro vissuto. Quanto a Rouhollah (Ali), anche lui non aveva mai recitato. Era puro, con un'energia grezza, determinato a dare più del previsto. Scegliere il personaggio principale era il compito più difficile. Ma Rouhollah ha superato tutti, perché aveva una tale intensità e un tale desiderio di ottenere il ruolo di protagonista… Proprio come il personaggio che interpreta, determinato a trovare il tesoro e salvare sua madre.
Hai già lavorato con un cast giovane, qual è il tuo approccio per tirar fuori le loro migliori interpretazioni?
Trovare il giovane attore giusto è metà dell'opera. Quindi devi conoscere ciascun bambino, lasciando che il loro talento e la loro passione risplendano e fioriscano. Sono molto vicino a loro, mi raccontano tante storie, e scherziamo insieme con tenerezza. Devo creare una vera e propria complicità con ciascuno di loro. Passiamo dei bei momenti insieme e incoraggio la loro libertà. Così, questa si trasforma in fiducia, che gli permette di padroneggiare le proprie parti, perché non hanno più paura, vogliono brillare e piacere. Questa sincerità e innocenza vengono catturate naturalmente. Accetto anche qualche improvvisazione, quando è meglio di quanto scritto su carta, quindi adatto la sceneggiatura per loro, piuttosto che il contrario. Con loro, l'improvvisazione è sempre una fonte illimitata di ricchezza. È magia.
Gran parte del film è girato in esterni e in spazi pubblici. Qual è l'importanza di questa scelta e quali sono state le sfide?
La maggior parte delle location erano reali perché volevamo che il film risultasse fluido, non come una finzione, più come un documentario. Alcuni di questi luoghi, come la metropolitana, avevano dei limiti, ma contro ogni previsione, siamo riusciti a far funzionare tutto. Una location molto importante era un set: il tunnel e il serbatoio dell'acqua sono stati costruiti appositamente per il film, ed è stata la parte più impegnativa delle riprese. Ogni parte di questo tunnel è stata costruita separatamente per accogliere i movimenti degli attori e consentire alla telecamera di filmare da diverse angolazioni. Ci è voluto un mese per completarlo ed è stata dura.
Tu e il direttore della fotografia avete dei metodi di lavoro particolari per catturare momenti del cast giovanile in questi ambienti naturali?
Abbiamo preparato tutti i movimenti di macchina nelle location reali, più volte, senza gli attori. Nella metropolitana, il traffico regolare non si fermava e c'erano molte regole che rendevano le riprese più difficili. Quindi, abbiamo provato tutta la scena con gli attori, senza le telecamere. I momenti emotivi sono stati i più difficili, perché dovevano essere catturati in una o due riprese al massimo. Non avevamo alcun controllo sulla scena della conversazione tra Ali e Zahra: dovevano scendere da un treno vero, mentre la telecamera li seguiva, pronunciando immediatamente le loro battute. Quando stavamo girando quella scena, ho preparato Zahra, chiedendole di ricordarsi che poteva essere mandata in un campo e deportata con tutta la sua famiglia. Quando il treno si è fermato, era completamente pronta. Quando i bambini sono scesi, sono sceso immediatamente anche io, rimanendo dietro la telecamera mentre li stavo riprendendo. La performance di Zahra è stata magnifica. È stata spontanea, ma potente. A prima vista potrebbe sembrare crudele, ma per lei, gridare quell'affermazione ad alta voce e chiaramente in un film, è stato un sollievo, si è tolta un peso. Esprimere questa ingiustizia l'ha inorgoglita.
A questi ragazzi intraprendenti viene affidato un compito, con sfide e pericoli. Il dramma è allo stesso tempo divertente e toccante, anche teso a volte: cosa è stato più importante per creare un film con umorismo, emozioni e sincerità?
Non volevo fare una polemica seria sul lavoro minorile. Volevo fare un film divertente, energico, gioioso, pieno di avventura e coraggio, che mostrasse quanto siano capaci, pieni di risorse e resilienti questi bambini. Tuttavia, speravo anche che fosse chiaro quanto siano perspicaci i bambini riguardo alle relazioni. Devono essere scaltri nei confronti degli adulti e sensibili l'uno con l'altro. Sono estremamente attenti, addirittura saggi. Speravo che tutti questi elementi dessero ancora più forza alla mia dichiarazione fondamentale sui loro diritti. Per affrontare temi cupi come il lavoro minorile, serve empatia e umorismo, per questo ho deciso di creare un'avventura pericolosa alla ricerca di un tesoro. La parola "tesoro" emoziona tutti. Il bidello anziano segue immediatamente Ali. "Tesoro" significa qualcosa di diverso per tutti, perché è una speranza inaspettata di trovare qualcosa di speciale, di magico. Nel corso di questa avventura, uno dei personaggi scopre addirittura che in realtà il tesoro è lui stesso!
La scuola offre ai ragazzi qualcosa di diverso dal "tesoro" che vi cercano sotto. È una bella giustapposizione: cosa vuole dire il film sull'importanza dell'accesso all'istruzione?
Secondo me, il vero tesoro, sono questi ragazzi e il loro potenziale. L'istruzione è un loro diritto inalienabile ed è la chiave del loro futuro. Certo, non tutti i bambini sono studiosi di natura, a molti non piace stare seduti in classe, ma gli dà il tempo di respirare, di crescere e di scoprire sé stessi e gli altri intorno a loro. È un'occasione di cui tutti i bambini hanno bisogno. La giustapposizione della scuola e del tesoro crea una metafora per evidenziare l'importanza dell'istruzione e la necessità di scavare dentro sé stessi per trovare il proprio tesoro.
È stata una scuola vera o delle scuole per bambini di strada a ispirare la storia? O magari degli insegnanti che hai conosciuto? Assolutamente sì. L'idea di questo film è nata dalla scuola di Teheran, fondata da una giovane ONG. Ne sono stato ispirato e credo che questa iniziativa dovrebbe crescere ed essere adottata da tutti i paesi. Spero che questo film aiuti a creare consapevolezza e ad attivare delle iniziative.
Cosa speri che riceva il pubblico, e in particolare il pubblico più giovane, dal film?
Un film che tocca il cuore e la coscienza del pubblico può creare consapevolezza, senza prediche. Spero che il pubblico più giovane veda questi bambini affrontare sfide enormi, provando e quindi arrivando al successo, persino con sogni improbabili e inverosimili. Non vorrei che nessun bambino, in tutto il mondo, si disperasse: le conseguenze sono terribili. Per quanto riguarda gli adulti, vorrei mostrargli che siamo responsabili di tutti i bambini e che dovremmo creare per loro una società sicura.
Hai detto che il film è una dedica ai bambini di strada: qual è il messaggio che vuoi trasmettere al pubblico?
La scheda all'inizio del mio film dice che, secondo le statistiche delle organizzazioni mondiali per i diritti dei bambini, come l'UNICEF e l'ILO, ci sono 250 milioni di bambini lavoratori in tutto il mondo, di cui 152 milioni sono in condizioni pericolose. Anche se il numero è in costante diminuzione, grazie alle istituzioni mondiali e alle numerose associazioni in 190 paesi, è comunque un numero sconvolgente. Dovremmo vedere il mondo intero come una famiglia e questi bambini come membri di questa famiglia, la nostra famiglia. Se qualcuno di questi ragazzi viene ingannato, o coinvolto in bande criminali, spaccio di droga o furto, ne soffre tutta la famiglia, la nostra comunità mondiale. Tengo profondamente ai diritti dei bambini. I bambini non dovrebbero essere privati della loro infanzia, né del loro sviluppo. I bambini meritano di essere trattati con più protezione, dignità e giustizia e spero che il mio film possa contribuire a questo cambiamento.
Intervista dal pressbook del film
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info: 2 Settembre 2021 al Cinema.
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