Poster Kajillionaire – La Truffa e’ di Famiglia
Locandina Kajillionaire - La Truffa e' di Famiglia
Kajillionaire - La Truffa e' di Famiglia (Kajillionaire) è un film del 2020 prodotto in USA, di genere Crimine e Drammatico diretto da Miranda July. Il cast include Evan Rachel Wood, Debra Winger, Richard Jenkins, Gina Rodriguez. In Italia, esce al cinema giovedì 18 Marzo 2021 distribuito da Universal Pictures. Disponibile in homevideo in Digitale da domenica 18 Luglio 2021.

Un’eccentrica famiglia americana, padre madre e figlia, vive da sempre di espedienti e piccole truffe. La coppia, anaffettiva, ha educato la figlia Old Dolio a non aspettarsi affetto da loro o da altre persone. Quando al trio si aggiunge un’altra ragazza, Melanie, oltretutto attratta da Old Dolio, quest’ultima inizia a pretendere qualcosa di più dai genitori ed entra in rotta con loro. Un tentativo della coppia di adulti di farsi perdonare, con regali e un invito a cena, fallisce rivelandosi, anzi, l’ennesima truffa, stavolta ai danni delle due ragazze che, derubate e disilluse, decidono di non cercarli più e di fare coppia.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 18 Marzo 2021
Uscita in Italia: 18/03/2021
Data di Uscita USA: venerdì 25 Settembre 2020
Prima Uscita: 25/09/2020 (USA)
Genere: Crimine, Drammatico
Nazione: USA - 2020
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Plan B, Annapurna Pictures
Distribuzione: Universal Pictures
In HomeVideo: in Digitale da domenica 18 Luglio 2021

Cast e personaggi

Regia: Miranda July
Sceneggiatura: Miranda July
Musiche: Emile Mosseri
Fotografia: Sebastian Winterø
Scenografia: Sam Lisenco
Montaggio: Jennifer Vecchiarello
Costumi: Jennifer Johnson

Cast Artistico e Ruoli:
foto Debra Winger

Debra Winger

Theresa Dyne
foto Richard Jenkins

Richard Jenkins

Robert Dyne



Produttori:
Dede Gardner (Produttore), Jeremy Kleiner (Produttore), Youree Henley (Produttore), Megan Ellison (Produttore esecutivo), Brad Pitt (Produttore esecutivo), Sarah Esberg (Produttore esecutivo), Jillian Longnecker (Produttore esecutivo)


Supervisore Musiche: Gabe Hilfer | Casting: Mark Bennett.

Recensioni redazione

Kajillionaire, la truffa è di famiglia alla Festa del Cinema di Roma
Kajillionaire, la truffa è di famiglia alla Festa del Cinema di Roma
Erika Pomella, voto 6/10
'Kijillionaire' è stato presentato ad Alice Nella Città, sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma, e racconta di una famiglia che vive truffando il mondo e di una ragazza che non chiede altro che un abbraccio materno

Immagini

[Schermo Intero]

LA PRODUZIONE DEL FILM

Scritto e diretto da Miranda July (Me and You and Everyone We Know), Kajillionaire è uno sguardo intimo e commovente nelle vite e avventure di un’eccentrica famiglia di truffatori. La storia segue le vicende di Old Dolio, la figlia, travolta dall’ingresso nella propria vita di una sconosciuta, invitata dai genitori a unirsi al colpo più importante della loro vita.

Il film vede fra I suoi protagonisti l’attrice nominata per l’Emmy Award Evan Rachel Wood (“Westworld – Dove Tutto È Concesso” “Mildred Pierce”), gli attori nominati per il Premio Oscar Debra Winger (Viaggio in Inghilterra – Shadowlands, Voglia di Tenerezza – Terms of Endearment) e Richard Jenkins (La Forma dell’Acqua -The Shape of Water, L’Ospite Inatteso – The Visitor) e la vincitrice del Golden Globe Gina Rodriguez (“Jane The Virgin,” Miss Bala – Sola Contro Tutti).

Il film è prodotto dalla società vincitrice del Premio Oscar , Plan B di Brad Pitt, Dede Gardner e Jeremy Kleiner (Vice – L’Uomo nell’Ombra, Moonlight, La Grande Scommessa – The Big Short, 12 Anni Schiavo – Twelve Years a Slave), e Youree Henley (Un Amico Straordinario – A Beautiful Day in the Neighborhood, L’Inganno – The Beguiled, Le Donne della Mia Vita – 20th Century Women). Annapurna Pictures di Megan Ellison, che ha ottenuto cinque nomination per il Premio Oscar per le pellicole Vice – L’Uomo nell’Ombra, Il Filo Nascosto – Phantom Thread, American Hustle – L’Apparenza Inganna, Lei – Her e Zero Dark Thirty, ha svolto il ruolo di produttore esecutivo.

A collaborare con July sugli aspetti tecnici sono stati coinvolti il direttore della fotografia Sebastian Winterø (Somebody, Mistero a Crooked House – Crooked House); lo scenografo Sam Lisenco (Good Time, Frances Ha); la costumista Jennifer Johnson (Tonya – I, Tonya, Beginners) e la montatrice Jennifer Vecchiarello (Unicorn Store, Le Donne della Mia Vita – 20th Century Women).

GLI INIZI

Nel corso del 2016, l’autrice e regista Miranda July ha scritto due versioni di altrettante sceneggiature: nessuna sembrava funzionare pienamente, ma entrambe esploravano alcuni aspetti della genitorialità. Alla base c’era una riflessione sull’esperienza della nascita e della rinascita, temi che le apparivano particolarmente misteriosi.

L’illuminazione è arrivata inattesa, durante una mattinata dell’anno successivo, quando si era ritrovata mezza sveglia e schiacciata come un panino dal marito e dal figlio, entrambi addormentati. “Ho visto nella mia mente queste tre figure camminare verso di me: due donne con capelli lunghi al vento e un uomo. Ricordo di aver pensato di potermi riaddormentare e vivere questo sogno, o piuttosto, di provare a trovare il mio cellulare per iniziare a dettare quello che avevo immaginato. Sono riuscita a superare Mike per afferrare il telefono e ho iniziato con grande calma a descrivere quanto avessi visto. È andata avanti per tre giorni, nei quali ho semplicemente proseguito perché la storia era appena cominciata.”

La prima scena che le è apparsa è ambientata in un deposito bagagli di un aeroporto, ideale per far nascere un film fondato sul tema della truffa. Ma è stata anche la base di partenza per affrontare temi che le erano cari e che avrebbe voluto approfondire. Una giovane donna accompagnata dai propri genitori sta orchestrando una frode per ottenere un rimborso per un bagaglio perso. La ragazza denuncia la mancata consegna della valigia da parte della compagnia aerea, anche se in realtà la famiglia l’ha già recuperata. Per rendere credibile l’operazione, la donna deve comportarsi come una viaggiatrice solitaria. Come spiega July, “La truffa del bagaglio necessita persone che fingano di essere sconosciute. Credo che possa generare un grande turbamento fingere di non conoscere i tuoi genitori in pubblico, perché in qualche modo te li rende estranei per la prima volta.”

La scena è diventata determinante nell’evoluzione di Kajillionaire e la giovane donna è diventata Old Dolio, ventiseienne figlia unica di Robert e Theresa Dyne. I Dyne sono truffatori atipici, che campano di truffe riuscite a metà e difficilmente hanno una casa stabile. La famiglia si tiene alla larga dalla società contemporanea, che guarda con disprezzo, ritenendola falsa e folle. Hanno rifiutato tutti i piaceri materiali e vivono in un vecchio ufficio a buon mercato, in condizioni critiche, adiacente una fabbrica di bolle.

Il commento di July è eloquente, “I Dyne si adoperano e si ingegnano per ottenere somme molto esigue di denaro, e a volte non si tratta neanche di soldi ma di oggetti senza alcun valore. Per scelta sono fuori dagli schemi ma in questo rimangono molto rigorosi. Lo schema che seguono è quasi religioso e non c’è spazio per la discussione. Non è possibile fare opposizione in questa famiglia. Sono certa che tutti conoscano qualcuno che si pone in maniera peculiare e non accetta alcuna critica al proprio modello di vita.”

Usata come un accessorio dai propri genitori sin da quando era in grembo, Old Dolio ha assorbito in pieno abitudini e prospettive. Non ha mai fatto amicizia con nessuno e non è mai stata lontana da loro più a lungo del tempo necessario per realizzare un colpo.
“Richiama il concetto di culto, ma probabilmente ogni famiglia arriva ad avere una sua dimensione che può avvicinarsi,” sottolinea July. “Tutti i nuclei famigliari hanno il loro modo di affrontare le cose. E credo che valga per tutti noi, se a un certo punto nella nostra vita abbiamo pensato “Siamo fatti così, ma non può essere l’unica maniera o la più comune di affrontare la vita. È così che viviamo un’improvvisa trasformazione.”

L’esperienza di Kajillionaire coincide con il percorso che Old Dolio vive fra la consapevolezza e la comprensione del fatto che possa fare scelte diverse da quelle indicate dai genitori. La sua storia ricorda quella di chiunque, forse solo più strana e impegnativa. Prosegue la regista, “Riprendendo il tema del culto, la mia idea era di rappresentare i bambini in una posizione impossibile da spiegare. Per molti motivi, sono i migliori membri di una comunità perché ci sono cresciuti dentro e non hanno vissuto esperienze che possano metterli in discussione. Anche per questo la missione di un figlio è di abbandonare il culto, al contrario di quanto sarebbe atteso. Un tradimento inevitabile e alla base di ogni struttura famigliare.”

Il momento di passaggio arriva nella famiglia quando incontrano una giovane ragazza totalmente disarmante di nome Melanie. Durante una conversazione con Robert e Theresa nel corso di un volo fra New York e Los Angeles, Melanie è incuriosita dalla possibilità di vederli all’opera durante una truffa. E non le dispiace potersi unire a questo strambo gruppo per vivere un’esperienza nuova.

Melanie arriva nel film come un’ambasciatrice della vita di tutti i giorni come noi tutti la conosciamo. Nella scelta di un personaggio latino, July ha voluto combinare la modernità di Los Angeles e la tradizione cinematografica. “Melanie rappresenta un modello che il pubblico conosce. È la versione moderna deIla brava ragazza americana, amabile e positiva,” spiega July. “È la classica persona per cui in un thriller urleremmo di non scendere nella cantina! Ma con sorpresa scopriremo che Melanie è una sorta di guerriera armata, incredibilmente forte.”

La sua vitalità, la visione aperta e l’entusiasmo vibrante per dettagli, cultura pop, moda e tanto altro, introducono una prospettiva alternativa con cui gli spettatori possono identificarsi. “Quando Melanie fa il suo ingresso nella pellicola, senti di poter fare un sospiro di sollievo: ‘ok, siamo tutti d’accordo che questa famiglia era parecchio strana.” Emerge il contrasto. Anche per questo il film diventa ancora più strano per la profondità emotiva in cui ci trascina. Le emozioni sono strane e possono solo rendere le cose più complesse.”

La presenza di Melanie nel clan mette fine alle vecchie routine dei Dyne. Anche se teoricamente Melanie è la classica tipologia di persona che Robert e Teresa avrebbero allontanato con disprezzo, la coppia si approccia positivamente alla sua presenza. Questi cambi subitanei squarciano il velo e aprono gli occhi di Old Dolio con nuove e sorprendenti sensazioni. Ma anche Melanie vive le sue emozioni. Non si tratta solo di una simpatia per questa giovane ragazza atipica, ne è intrigata e forse sta nascendo anche un’attrazione.

Melanie aiuta Old Dolio a prendere i primi, fondamentali, passi per allontanarsi dalla propria famiglia. Quando Teresa prende in giro lo stereotipo del genitore che prepara la colazione per la figlia, senza volerlo mostrerà a Melanie la strada per emancipare Old Dolio e prepararla al futuro.

Dalle parole di July, “Una volta che abbandoni la tua famiglia di origine, è tipico che le prime persone che incontri ti guidino come un genitore, ti propongano le esperienze e garantiscono la tenerezza che potrebbe esserti mancata da bambina. I miei amici e i miei partner lo hanno fatto per me ed è un ciclo, sono convinta che i genitori di Old Dolio lo abbiano affrontato a vicenda per loro stessi.”

Il sentimento fra Melanie e Old Dolio si anima in maniera organica, senza problemi. Old Dolio non ha mai veramente preso in considerazione il proprio genere o la sessualità; è semplicemente sè stessa e vive con serenità il corso degli eventi che la avvicinano a Melanie. “Forse il film affronta molti aspetti legati al gender senza veramente mai parlarne, lasciando la questione indefinita, lasciando grande spazio alle sue evoluzioni,” prosegue July. “La prima vera immagine raccolta nella cartella ‘Kajillionaire’ del mio computer è il ritratto di una ragazza dai capelli lunghi e lo sguardo corrucciato. Per certi versi, Old Dolio è uno stereotipo cinematografico abbastanza convenzionale, il tipo silenzioso e allo stesso tempo forte. La sua identità può apparire ambigua o misteriosa, capace di far innamorare una bellezza più classica, e questa attrazione reciproca racconta tutto quello di cui abbiamo bisogno.”

Dopo aver presentato Me You and Everyone We Know nel 2005 al Sundance Film Festival, il prodigioso lavoro di July, sviluppato in molteplici ambiti, le ha permesso di ricevere grande ammirazione nell’universo cinematografico. Fra questi c’è sicuramente la produttrice Dede Gardner, presidente al fianco di Brad Pitt della Plan B Entertainment. Le due si sono incontrate per la prima volta a Venezia, da ospiti della casa di moda Miu Miu, che ospitò un’anteprima del cortometraggio/app di July, Somebody. Questo è il ricordo di Gardner, “Io e Miranda abbiamo passato molto tempo assieme in quella occasione. Ero una sua ammiratrice già da tempo e apprezzavo il suo lavoro, così le ho detto “Se mai avrai voglia di fare un altro lungometraggio e avrai bisogno di aiuto, mi auguro che ti rivolgerai a me.” Alcuni mesi dopo ho letto il suo primo romanzo, Il Primo Uomo Cattivo – The First Bad Man, che mi ha fatto impazzire. A una presentazione l’ho avvicinata e le ho raccontato di averlo adorato. Mi ha risposto che stava lavorando a una sceneggiatura e ho risposto, “Perfetto!”

A suo modo di vedere July è un’artista unica al mondo. “Reputo che Miranda abbia l’inquietante capacità di essere tanto ironica che profonda allo stesso tempo. È una persona realmente interessante perché è in grado di conservare intatta la propria umanità – riesci a vedere l’intimità dei suoi sentimenti. Ma questo non preclude il fatto che sia una persona tanto divertente, scellerata e precisa. Legge il mondo con occhi totalmente diversi da tutti gli altri arrivando a esprimersi con toni che non vedi facilmente in giro.”

Gardner è rimasta entusiasta quando ha ricevuto da July la sceneggiatura completa di Kajillionaire – Truffa di Famiglia. È lei stessa a ricordarlo, “Ho subito detto di si, chiaramente, l’ho letta e me ne sono innamorata. Mi sono precipitata a casa di Miranda e ci siamo seduti per parlarne. Le ho raccontato tutte le cose che mi erano piaciute e le ho subito garantito il mio supporto per vedere il film realizzato.”

Gardner è stata rapita dal personaggio di Old Dolio, che vive il mondo con gli schemi che è abituata a ripetere e poi improvvisamente nel corso del film assiste al loro stravolgimento. “Sono stata colpita dall’esperienza di Old Dolio e al suo avvicinamento al mondo reale. Crediamo che si tratti di esperienze che possano accadere solo quando si è piccoli, ma sono convinta che si ripetano continuamente anche da adulti. Mi sono commossa nel vedere questa giovane donna che di fatto vive sulla propria pelle una completa rinascita; la sorpresa, la paura, la meraviglia sono tutte emozioni incredibili. Anche io ho vissuto momenti simili nella mia vita adulta.”

Youree Henley, che July ha conosciuto tramite il marito Mike Mills, è entrata nel progetto sin dalle prime battute. Henley e July si sono frequentati da anni e per lui è stato motivo di grande orgoglio poter collaborare insieme in un nuovo lungometraggio. “Miranda ha delle caratteristiche uniche in quanto autrice, sceneggiatrice e regista, si tratta di un’artista speciale. Supera il concetto di genere ed è in grado di sviluppare una metodologia unica nella costruzione di un film. Ci tenevo a far parte di questo progetto e a supportarla nella sua realizzazione.”

Al contrario dei suoi due precedenti film, July non appare in Kajillionaire – Truffa di Famiglia. Come spiega Henley, “Miranda è molto esigente su ogni dettaglio, dai costumi alla scenografia, fino alle location, e sono convinto che sia stato ideale che non sia passata davanti alla macchina da presa. Così ha potuto semplicemente concentrarsi sulla storia che voleva raccontare.”

METTERE SU FAMIGLIA

Senza un ruolo da interpretare nel film, July ha potuto approcciare la scelta del cast in maniera lucida da regista. “Il mio primo pensiero è stato: ‘Finalmente potrò scegliere due donne che saranno le mie protagoniste!'”

Evan Rachel Wood è stata la prima a salire a bordo, prendendo il ruolo di Old Dolio. Da lungo tempo nutriva la speranza di poter lavorare con July e cita Me and You and Everyone We Know come uno dei suoi film preferiti. Conosce e segue il lavoro di July da quando ha quindici anni.

“Quando si è presentata l’opportunità ho vissuto la sensazione di un sogno che si trasforma in realtà,” racconta Wood, “Non avevo mai visto un film del genere o letto una sceneggiatura come questa. Non è possibile darle un nome o inserirla in una categoria. È divertente e triste, commovente e strana. Non esiste un personaggio paragonabile a Old Dolio.”

La voglia di Wood di interpretare questo ruolo è stata chiara fin da subito, ricorda July. “Evan mi ha confessato di aver ripensato a uno dei suoi film preferiti di sempre, quello forse in cui si è identificata di più, Edward Mani di Forbice. Sono rimasta molto colpita da questo riferimento, perchè mi ha dimostrato come Evan avesse inteso immediatamente i sentimenti di questa persona. Anche il rapporto con il loro corpo e con il contatto avevano un legame con quel film.”

Old Dolio è stata formata alla scuola della fuga, del travestimento repentino e del far perdere le proprie tracce; ha imparato a scrivere falsificando le firme. È la ruota di scorta per i propri genitori e non c’è spazio per molti altri. Lo spiega la stessa July, “Ho immaginato che l’aspetto drammatico delle vite di Robert e Theresa fosse proprio nella loro relazione e che Old Dolio per certi versi ne fosse la vittima. Richard e Theresa sono una coppia, mentre lei non ha nessuno al proprio fianco.”

Anche se Old Dolio è una persona strana che vive una situazione bizzarra, il dolore che prova – anche se non è in grado di dargli un nome – è evidente e riconoscibile. Ha avuto una vita che non possiamo neanche definire diversa ed è cresciuta in maniera radicalmente opposta alla norma. Richard e Theresa sono orgogliosi di loro stessi, perchè sanno che gli altri vivono costretti in una realtà falsa, schiavi dei soldi, delle cose materiali e della propria vanità. La loro visione dell’essere genitori li ha spinti a trattare Old Dolio da sempre come un adulto. Nessun segno di affetto, neanche una torta di compleanno o una tenerezza, perchè sarebbe stato fuori luogo. Mentre Old Dolio si strugge per una dimostrazione di amore, accettazione o approvazione da parte dei genitori, finisce per diventare un alieno nel mondo reale.”

Quando qualcuno dal mondo reale, Melanie, fa il suo ingresso nella vita di questa famiglia, Melanie perde tutti i propri punti di riferimento. Come osserva Wood, “Agli inizi si sente minacciata da Melanie e la tratta con grande freddezza. I suoi genitori stanno mostrando più affetto e interesse per una sconosciuta di quanto abbiano mai fatto con lei. Ha la sensazione di rischiare di essere sostituita. Infine comincia a provare dei sentimenti per Melanie e non ha alcuna idea di come gestirli. L’unica cosa che è in grado di fare è di allontanarla. L’equivalente di un bambino delle scuole elementari che è attratto da una bimba e le getta la sabbia in faccia perchè non sa come vivere questo sentimento.”

Wood e July si sono incontrate con frequenza nello studio della regista per sviluppare assieme il personaggio. Il modo di parlare e la postura rappresentavano un’aspetto importante di questo processo. Già dalla prima prova è arrivata con un’idea che è apparsa a tutti immediatamente vincente quanto inattesa. Il ricordo di July è eloquente. “Evan mi ha detto, ‘ho qualcosa per te’ e ha improvvisamente iniziato a parlare con un tono di voce molto più basso. Ha così raccontato di aver avuto dei problemi alla corde vocali quando era più giovane e di aver frequentato un’insegnante di dizione per allenarsi e non danneggiare la propria voce. Così le ho chiesto, ‘ma sarai in grado di tenere questa voce per tutto un film?’. L’idea mi metteva un certo nervosismo. Ma non è stato un problema, era la sua voce originale. Così ho capito che quella voce era anche l’interruttore per farla entrare nel personaggio, quindi un vero dono. Sono anche arrivata a dimenticarmi la sua voce di sempre, visto che questa nuova versione era totalmente naturale. In fondo cosa è naturale, soprattutto quando facciamo riferimento a elementi distintivi di genere?”

Durante le loro prove, July ha ricreato differenti scenari per mettere alla prova Wood nei panni di Old Dolio. L’aspetto fisico era fondamentale in questa operazione. Sono le parole di Wood a chiarire, “Abbiamo creato delle regole per il personaggio. Per Old Dolio è difficile guardare la gente negli occhi, non ama essere toccata e tiene le mani sempre rigida e basse. È una creatura strana nella maniera in cui si muove e si parla.”

In una delle messinscene July ha preso il ruolo della terapista per Old Dolio. “Le ho fatto domande sulla sua famiglia, sui genitori, affrontandola con totale ignoranza e creando un certo disagio. L’ho messa nella posizione di non sapere come rispondere a questi interrogativi,” racconta la regista. “Old Dolio ha un’anima pura, vive di rapporti come tutti, ma non è in grado di esprimersi con le parole. Così le ho detto che se le mie domande le risultavano strane, o non sapeva come rispondere, di dirmelo senza complessi. È stato molto divertente ed è in quel momento che ho sentito Old Dolio arrivare nella nostra storia.”

Old Dolio non sarebbe quello che è se non ci fossero i suoi orgogliosamente anti conformisti, Robert e Theresa. Al primo posto dei possibili candidati per il ruolo di Robert c’era Richard Jenkins, che Gardner conosce tanto come amico che come professionista per film come Cogan – Killing Them Softly. “Ho pensato da subito che Richard sarebbe stato sublime,” chiarisce Gardner. “E non avevo alcun dubbio che si sarebbe trovato incredibilmente a proprio agio con Miranda, come poi effettivamente è stato. Ha un animo così generoso e dona tutto sè stesso quando lavora su un film.”

Anche per July si trattava di una splendida idea.”Apprezzo Richard Jenkins da molto tempo. C’è tanta ironia nella sceneggiatura e il suo ruolo è molto divertente, e mi ha fatto molto ridere pensare alla sua faccia mentre dice le sue battute. Ha tempi perfetti, molto asciutti. Inoltre i suoi personaggi sono sempre stati molto affidabili e amabili, perciò mi piaceva molto l’idea di metterlo alla prova con un ruolo molto più ambiguo. Ero certa che Richard sarebbe stato in grado di diventare una figura difficile da capire per lo spettatore.”

Jenkins aveva appena chiuso un’impegnativa stagione di viaggi per seguire gli innumerevoli premi assegnati a La Forma dell’Acqua – The Shape of Water quando Gardner gli ha inviato la sceneggiatura di July. “Ero stato fuori casa per tanto tempo e avevo programmato una bella pausa. Avevo deciso di rifiutare qualsiasi proposta per un pò,” confessa l’attore. “Poi ho letto la sceneggiatura e ho pensato, ‘oddio, non posso rinunciare a questo film.’ Non capita spesso di leggere progetti come questo. È allo stesso tempo triste, divertente, umano e bizzarro. Ogni scena si trasforma in qualcosa di diverso, mantenendo una strana e meravigliosa consistenza. È uno dei film con maggiore umanità a cui abbia mai preso parte.”

Robert ha il ruolo del paterfamilias, sicuro di ogni sua affermazione su qualsiasi aspetto della società Americana, dall’etere genitori alla costante minaccia di terremoti in California. C’è un’evidente scarto fra la sua percezione della vita e la realtà. A testimoniarlo è l’inusuale e infaticabile rapporto che la sua famiglia ha con la criminalità. “Robert si considera un esteta e un amante dell’arte per quello che fanno anche se non sono dei talenti nati,” racconta Jenkins.

Alla stessa maniera è orgoglioso di come ha gestito la paternità, sottolinea Jenkins. “Robert si considera un padre meraviglioso e difende il proprio stile e le proprie scelte verso la fine del film. Qualunque cosa possa pensare la gente di lui, è convinto di acer fatto il proprio meglio come padre. Ed è come l’ho sempre considerato anche io. Robert sembra ambiguo e concentrato solo su sé stesso, come effettivamente è, ma non vale nella sua testa.”

Theresa rappresentava una sfida impegnativa per una professionista, sia come approccio fisico che per il temperamento. Anche per questo July era comprensibilmente emozionata quando Debra Winger ha firmato per il ruolo. “Theresa non è la classica madre a cui siamo abituati a pensare. C’è un lato oscuro dentro di lei,” commenta la regista. “La stessa Debra è una donna formidabile e si capisce che abbia un dialogo con il proprio lato oscuro; è una persona piena di sentimenti. È accattivante e ha tipicamente interpretato ruoli molto sensuali nelle precedenti pellicole, ma come donna raccoglie delle contraddizioni. È riuscita a portare il personaggio in una tale profondità. Abbiamo parlato delle nostre famiglie e di donne conturbanti, e dei motivi per cui potessimo essere innamorate di Theresa, dell’empatia che abbiamo provato per lei.”

Ogni volta che July abbia parlato con i suoi amici durante la scrittura di Kajillionaire – La Truffa È Di Famiglia, il nome di Gina Rodriguez è comparso ciclicamente ogni volta che arrivava a descrivere Melanie. Dopo aver studiato i suoi lavori precedenti Judy ha messo gli occhi sull’attrice. Rodriguez ha risposto in maniera entusiasta alla sceneggiatura, anche se la sua affollata agenda non ha permesso alle due di incontrarsi dal vivo per molte settimane. Ma una volta che sono venute a contatto, in un negozio di frullati a Culver City, hanno entrambe avuto la sensazione di colpo del destino. È la stessa July a raccontarlo, “Io e Gina eravamo entusiaste di poter lavorare insieme, anche se c’era la consapevolezza di essere una coppia inusuale. È arrivata una signora che ci ha detto apertamente, ‘Ok, non conosco il motivo per cui vi troviate a parlare ma sono una grande estimatrice di entrambe e mi auguro che si tratti di un film’ È stata una sensazione magica. Non ci siamo esposte ma rappresentava esattamente le nostre emozioni. Il potenziale di questa operazione è apparso incredibile a entrambe.”

Rodriguez ha chiuso le riprese di un film a New York poco prima dell’inizio della produzione e non era disponibile per le riprese o per incontrare il resto del cast prima del primo ciak. Quello che potuto fare, però, è stato passare con July del tempo, durante il quale le due donne hanno modellato il personaggio. “È stato meraviglioso,” racconta Rodriguez. “Miranda mi ha passato pagine e pagine di informazioni sul passato di Melanie.”

Melanie è per molti motivi una normale ragazza di vent’anni, come spiega la sua interprete. “È nata e vive a Pasadena, ha un lavoro in un negozio d’ottica che non la entusiasma, mentre sembra molto presa dalle classiche cose che fanno le sue coetanee: cultura pop, shopping, trucchi e qualsiasi app che possa essere scaricata sul suo iPhone. Anche se disponibile e amichevole, non ha ancora trovato la propria strada. Quando la incontrano, è impegnata a riempire gli spazi della propria vita che ritiene ancora vuoti.”

Con i Dyne, Melanie trova un canale per esprimere la propria energia, la passione per l’avventura e il desiderio di legarsi. A spiegarlo è la stessa Rodriguez, “Melanie è intrigata e profondamente curiosa di questa atipica famiglia ed è addirittura a suo agio con la loro stranezza. Per lei è chiaro che la frode è qualcosa di sbagliato. Ma comunque non corre via perchè queste persone si sono aperte e lei coglie ogni occasione per costruire una relazione. Inoltre, comprende che fare parte di una famiglia di truffatori è una scarica di adrenalina!”

Con il crescere del suo coinvolgimento con la famiglia Dyne, pur con una certa cautela in occasione dei loro colpi, comincia a capire che l’educazione ricevuta da Old Dolio, se così è possibile chiamarla, è stata poco ortodossa, al punto da renderla emotivamente bloccata. E non manca occasione di rendersi conto che c’è qualcosa di veramente assurdo nelle loro dinamiche di famiglia.

“Old Dolio è stata cresciuta in un’atmosfera di paura e incognite,” spiega Rodriguez. “Le sue paure sono quelle dei genitori e nella maggior parte delle volte sono infondate e sbagliate.”

Prosegue l’attrice, “Melanie è determinata nel voler aiutare Old Dolio, che non ha mai dormito in un vero letto, celebrato il proprio compleanno o avuto un buon amico. Allo stesso tempo, realizza che i suoi sentimenti sono cambiati da una semplice empatia a qualcosa di più intenso e personale. Ora è normale che la posta in gioco sia più alta.”

Anche Robert e Theresa ne sono consapevoli. Invitano la figlia e Melanie a una cena in uno dei migliori e più cari ristoranti di Los Angeles. Fingono che si tratti del compleanno di Old Dolio e Robert si alza in piedi per pronunciare un discorso. Se lui e Theresa siano sinceri è a libera interpretazione dello spettatore, ma al di là di tutto Jenkins lo definisce come uno dei passaggi fondamentali del film. “In una storia in cui non c’è alcuna vera connessione o intimità fra figlia e genitori, c’è il tentativo di lasciare a Old Dolio qualcosa che possa tenere con sè per il resto della propria vita.”

Conclude Wood, “”Parte del viaggio di Old Dolio è fatto di una crescita a lungo attesa e della comprensione di non dover essere spaventata di tutto, per poter finalmente abbandonare il nido, come un bruco si trasforma in farfalla. È una storia che parla di metamorfosi e vita, genitori e giovani, amore e accettazione di quello che sono i tuoi genitori, perchè spesso non sono quello che vorresti.”

LA SQUADRA CREATIVA

I produttori di Kajillionaire – La Truffa È Di Famiglia si è imposta come priorità di garantire a July tutti i collaboratori necessari per mettere in opera la sua visione del film. A spiegarlo è Henley, “A questo punto della sua carriera Miranda ha due film molto apprezzati e li ha girati con il suo tocco unico. Così parte dell’obiettivo è stato quello di coinvolgere persone capaci di garantire la sua visione e pronte a metterci dentro tutta la loro professionalità.”

Dopo che il direttore della fotografia, il danese Sebastian Winterø ha lavorato nel 2014 sul cortometraggio di July, Somebody, la regista era certa di voler tornare a lavorare con lui su un lungometraggio. Con Winterø, che vive a Copenhagen, hanno cominciato a discutere degli aspetti visivi del film quasi un anno prima. Hanno così cominciato a condividere referenze fotografiche come scatti di Harry Gruyaert e fotogrammi di film amati da July, come Bright Star e Ubriaco d’Amore – Punch-Drunk Love. Così hanno iniziato a fare i piani per le riprese di Kajillionaire – La Truffa È Di Famiglia.

Una dei confronti più importanti è stato dedicato a come avrebbero approcciato le scene esterne durante il giorno. I Dyne non hanno una macchina, per cui camminano o prendono l’autobus in una città in cui sole batte in maniera inesorabile. Nella sua profonda attenzione ai dettagli, July ha preso familiarità con l’idea di essere un pedone a Los Angeles. “È un’esperienza accecante,” spiega. “Il sole negli occhi è forte. Io e Sebastian abbiamo capito che non si poteva evitare questa dimensione, per renderle l’immagine più morbida e carina.”

Hanno affrontato la sceneggiatura scena per scena, scambiando idee fino a quando non sono arrivati a un approccio condiviso pienamente da entrambi. Infine, sono arrivati a una delle scene più importanti del film, un passaggio in cui sono coinvolte Old Dolio e Melanie. Ambientato in una stazione di rifornimento, comincia in un baio avvolto dall’oscurità e prosegue per oltre quattro pagine di dialoghi. Winterø è arrivato con una proposta molto audace come girare in un unico lungo piano sequenza.

“Non è mai stata una mia aspirazione renderla una lunga messinscena,” ricorda fra le risa July. “Ma nel secondo in cui me lo ha proposto, ero allo stesso tempo nervosa ed eccitata. La potevo vedere: doveva essere una parte del film totalmente diversa dalle altre, doveva esprimere libertà. Le attrici dovevano arrivare a sentirsi totalmente liberi, e non sarebbe potuto succedere se ci sono continue interruzioni e interventi.”

I produttori avevano messo in conto un approccio coraggioso, ma solo un paio di giorni prima delle riprese hanno effettivamente capito quali erano gli obiettivi di Winterø. “Ho immaginato che si sarebbe trattato di una ripresa in Steadicam,” dice Henley. “Poi, durante un incontro logistico ho detto qualcosa sulla Steadicam e Sebastian ha replicato ‘Quale Steadicam? La ripresa la facciamo a mano.’

“Non potevo crederci, ho pensato che eravamo definitivamente arrivati alla follia. Ma si è trattata della scelta migliore. Era esattamente lo strumento giusto da usare perchè dava alla scena una componente dinamica; siamo fermi nel buio, le due donne parlano, si apre la porta e arriva la luce e iniziamo a seguire Old Dolio e Melanie che attraversano questo scenario complesso. Siamo riusciti a dare grande intensità a tutta la scena.”
Alla ricerca di uno scenografo, è emersa la possibilità di coinvolgere Sam Lisenco, apprezzato sul film dei fratelli Safdie Good Time. Contattato per il progetto, Lisenco non ha perso l’opportunità di lavoro. “Pensando ai precedenti lavori e ai libri di Miranda, avrei accettato anche se non ci fosse stata una sceneggiatura. Ma l’ho letta e ho riso ad alta voce per tutto il tempo. Ha un senso dell’ironia molto asciutto ma contestualmente pieno di vita. È stato un privilegio poter assistere alla trasformazione in film di quanto avessi letto.”

July ha trovato un collaboratore molto propositivo, che però è stato capace di favorire il suo processo creativo. “Ero alla ricerca di una figura in grado di trovare uno sguardo positivo anche in location poco affascinante,” sottolinea la regista. “Sam era la persona giusta al posto giusto, capace di tirarmi fuori da alcune mie abitudini, dalle mie esperienze passate. È riuscito a far emergere dettagli negli interni, che non saremmo stati in grado di costruire dal vero. Dall’altro lato, è riuscito a intervenire con soluzioni perfette, come se fossero sempre state in quel luogo.”

È stato meticoloso nello sviluppo dei vari interni, incluse le case dei personaggi principali e dei clienti di Melanie, Sue e Abe. “C’è un elemento altamente sensibile su come le persone si adoperano per rendere ospitali il proprio ambiente,” spiega Lisenco. “E c’è un sottile equilibrio che devi affrontare per evitare di ritrarre personaggi di finzione senza sarcasmo. È un film pieno di cose, dalla collezione di oggetti britannici ai toni e ai materiali della casa di Abe, con legni tipici degli anni ’60. Sono quegli elementi che permettono al pubblico di sentirsi in un certo modo senza perdere il filo del film.”

Kajillionaire – La Truffa È Di Famiglia è la terza collaborazione di July con la costumista Jennifer Johnson, che ha studiato il guardaroba completo di Somebody.

“Ero alle stelle quando Miranda mi ha invitato a seguirla su un nuovo progetto dedicato a una famiglia di truffatori,” spiega Johnson. “È una persona splendida con cui lavorare ed essere amica. È estremamente collaborativa, completamente aperta a nuove idee e molto interessata alla selezione dei costumi. Ha partecipato a tutte le prove e non ha perso un passaggio della ricerca e della costruzione dei profili che ho fatto per il film. Puoi mostrarle centinaia di immagini e Miranda le valuta con serietà una per una. È splendido poter lavorare su un progetto in cui sei compresa e apprezzata.”

Johnson ha messo tutto il proprio impegno nella comprensione delle personalità dei Dyne per poi poterla esprimere attraverso la scelta degli abiti. Non poteva, ad esempio, non tenere in considerazione che si tratta di persone che vivono in maniera essenziale fuori dalle griglie della modernità e della tecnologica. “Era importante capire la psicologia di queste persone così estreme nelle proprie convinzioni e allo stesso tempo pervase dalla paura. Come si vestono? Come si vorrebbero vestire? È interessante che ogni loro scelta dall’abbigliamento alle azioni più semplici, fino anche al cibo è frutto dell’immediatezza e della disponibilità, senza alcuna influenza che arrivi dalla rete. Nulla ha a che fare con la moda, con Instagram o l’universo social.”

July aveva già sviluppato nella propria mente una gamma di criteri per definire gli abiti di scena di Old Dolio, già abbondantemente descritti nella sceneggiatura. Anche se il personaggio non ha gli strumenti per scegliere vestiti alla moda, il suo abbigliamento riesce comunque a colpire l’interesse di Melanie, molto attenta allo stile. A spiegare le ragioni è la stessa July, “Doveva avere un senso per entrambe: Old Dolio doveva indossare questi abiti e sentirsi a proprio agio, Melanie invece deve fraintenderli e immaginare che facciano parte di un look molto più studiato di quanto si possa credere. C’è un’influenza hip-hop, qualcosa di Balenciaga: sono ovviamente riferimenti che non esistono per Old Dolio ma fanno parte della cultura che conosce Melanie. È stato molto divertente affrontare questi elementi con Jennifer. Abbiamo affrontato un camion di costumi e poi deciso di accorciare le maniche alle cose che ci piacevano. Anche con Richard, abbiamo preso una camicia enorme e poi le abbiamo tagliato le maniche per dargli una componente di stranezza. Serve quasi a ricordare che tutti questi abiti sono frutto di qualche furtarello.”

Johnson ha anche scelto dei dettagli che potessero dare un elemento in più al personaggio di Robert, soprattutto durante i loro colpi. “Robert ha un’eleganza innata, esattamente come Richard Jenkins. Ogni abito o accessorio che usa è valorizzato al massimo,” afferma Johnson. “Ho provato a prendere tutto il suo guardaroba ordinandolo via posta. Questo perché mi sono costruito la sensazione che tutto quello che indossa sia frutto di furti di pacchi Amazon presi da sconosciuti in giro per la città.”

Per Johnson la parte più complessa è coincisa con il guardaroba di Theresa, “Volevo puntare ad arrivare al cuore delle sue scelte e rifletterle nei costumi,” spiega la costumista. “Theresa è rigida, controllata e superstiziosa, come alcuni fondamentalisti religiosi. Mi ha portato così a ispirarmi a donne di fede pentecostale molto conservatrici, con capelli molto lunghi e abiti modesti, con il corpo completamente coperto. La modestia è un modo di esprimersi, capace di trattenere ogni emozione. Guardandoli, la loro apparenza è confusa da strati di abbigliamento vario che rendono Theresa ancora più intrigante.”

Ha ordinato vestiti da una donna Mennonita trovata online e vi ha aggiunto un abito floreale che è diventato un pezzo chiave del guardaroba di Winger. Altri costumi servivano invece a mostrare le abitudini di famiglia, con magliette che potrebbero essere state indossate in qualche concorso a premi.

Tanto è stata faticosa la ricerca dedicata al guardaroba della famiglia Dyne, il lavoro di Melanie ha rappresentato l’esatto opposto.

“Melanie è informato su tutte le novità della moda e su Instagram,” ridacchia Johnson. “Ogni suo completo proviene dalla moda Spanx e ogni maglietta è di un rosa pallido. È molto strano, al punto tale che guardando il film puoi avere la sensazione che Melanie non stia neanche indossando una maglietta.”

Rodriguez è stata una risorsa straordinaria nello sviluppare il guardaroba di Melanie, come racconta: “Gina ha un grande seguito e conosce così tanta gente nel mondo della moda e dei social che è stato molto semplice lavorare sul suo personaggio. Ha inviato un messaggio a una linea di abbigliamento che si chiama Naked e il giorno dopo abbiamo ricevuto un quantitativo incredibile di abiti. Invece il piccolo zaino che Gina usa nel film è il suo personale, un atto di grande generosità.”

LA CASA DELLE BOLLE

Un elemento essenziale della storia risiede nel fatto che i Dyne vivono in un magazzino abbandonato adiacente a una società di nome Bubbles. Un difetto di progettazione provoca una perdita che si manifesta secondo un programma preciso (due volte al giorno e tre volte tutti i mercoledì), che manda in giro schiuma giù dai muri. Quando succede, i tre afferrano secchi e bidoni della spazzatura per correre lungo i muri, cercando di prendere il materiale e poi gettarne i residui nello scarico del bagno.

Nel concepire la casa dei Dyne, July ha tratto parte della propria esperienza di giovane ragazza senza tanti soldi da spendere nell’affitto. “Mi è capitato di vivere in posti dove l’affitto era molto basso per la presenza di un difetto molto evidente,” racconta la regista. “Con il tempo ti abitui a questo difetto, anche se è ridicolo. Mi è capitato di vivere in posti che non avevano bagno o cucina e in qualche modo mi arrangiavo.”

Ha voluto così trovare un dettaglio che potesse essere comico e, in qualche modo, rubare l’occhio. “Volevo che fosse come una fatica di Sisifo: qualcosa che non si può riparare e deve essere costantemente rivissuto,” spiega. “Allo stesso modo ero ben consapevole che rischiavo di non avere molto opportunità di inserire elementi di bellezza nel film. Per questo sono arrivata alla conclusione di dover utilizzare l’ostacolo della casa come elemento visionario ed esteticamente raffinato…e mi sono venute in mente le bolle.”

L’interrogativo che ha dovuto affrontare la produzione è come si potesse costruire un muro di bolle? L’obiettivo è caduto sulle spalle del responsabile degli effetti speciali, Dave Peterson, che ha lavorato con Henley su molti film. “Sapevo che se ci poteva essere qualcuno in grado di farcela, era solo Dave,” ha commentato la produttrice. “Si è presentato con un ricettario di bolle…grandi, strette, piccole..”

July aveva però una richiesta molto specifica: le voleva rosa. E questa è diventato la sfida che ha dovuto affrontare Lisenco. “Quando pensi alle bolle, le immagini rosa, come in un bel bagno caldo. Ma la realtà è che non sono rosa, ma bianche, ed è solo la bottiglia che contiene il liquido a essere rosa.”

La sua valutazione è che ci siano voluti due mesi e molti tentativi per ottenere le bolle con il colore e la consistenza richiesta. Si è trattato di un intrigo molto complesso da risolvere. “Abbiamo lavorato sulla tecnica per ottenere il peso giusto,” spiega. “Deve essere pesante abbastanza per tendere verso terra e leggera abbastanza per non esplodere durante la caduta. Inoltre, l’obiettivo è che le bolle vengano bene una volta inquadrate e per questo punti a farle grandi, ma più grandi sono e meno colore vedi, perché la superficie della bolla è solo sapone e non ha colore.”

July è stata coinvolta in tutto il processo, con la squadra che le ha mostrato ogni tentativo di lavoro. Questo è il ricordo di Lisenco, “Fino a quando non abbiamo girato questa scena, Miranda ci mandava email sul colore e sui movimenti delle bolle. Era necessario creare l’impressione che la schiuma dovesse essere scartavetrata dal muro, per una dimensione che doveva funzionare per tutta la storia. Siamo arrivati all’undicesima ora prima di trovare la consistenza perfetta e vedere lo sguardo di Miranda è stata una grande emozione.”

Alla fine, è arrivato il giorno delle riprese con gli attori. Dal ricordo di Jenkins, “Non sapevo cosa aspettarmi. Si è trattata di una scena molto tecnica. Migliaia di bolle rosa arrivavano dal soffitto e noi dovevamo prenderle con secchi e bidoni della spazzatura.Io, Debra ed Evan abbiamo ricevuto istruzioni molto precise ed è stata un’esperienza unica nel suo genere. Siamo riusciti a vivere questa scena in maniera molto naturale, come se fosse un qualcosa che eravamo abituati a fare da sempre.”

LOS ANGELES INTERPRETA SÈ STESSA

Il piano di lavorazione di Kajillionaire – La Truffa È Di Famiglia era molto corto, muovendosi da un quartiere di Los Angeles a un altro. Le uniche eccezioni sono state una settimana a Glendale e tre giorni di riprese a Pomona.

“La città di Los Angeles è una delle protagoniste del film,” osserva Henley. “Allo stesso tempo, è la Los Angeles di Miranda July. Mi è sembrato di vedere una cite che non conoscevo, anche se sono cresciuta qui, e chiaramente non mi era mai capitato di vedere questa versione in un film.”

Nella ricerca delle giuste locations, Gardner racconta, “Abbiamo lavorato per trovare una versione della città che il pubblico non dovesse necessariamente riconoscere, ma comunque creare anche una sensazione particolare di legame. Ci sono luoghi nascosti e altri più oscuri.”

July ha portato avanti il proprio metodo nella scelta delle locations, spiega Henley. “È stata un’esperienza unica. Da vera performer, ha cominciato a interpretare i vari personaggi per capire come potevano muoversi nella scena. È stato un modo per testare ogni aspetto.”

Lisenco è stato coinvolto in prima persona nella scelta delle location, al fianco del responsabile Dave Conway con cui ha passato giornate a guidare avanti e indietro per la città. “Cercavamo posti che ci sembrassero appropriate. E poi iniziavamo a scattare foto fino a quando non riuscivamo a prendere l’angolo giusto,” è il ricordo di Lisenco. “Abbiamo lavorato cercando di trovare riferimenti alla crisi degli alloggi, alle architetture degli anni ’60, ai negozi di paccottiglia, per cercare di costruire un universo che apparisse surreale agli occhi dello spettatore.”

LA MUSICA DI KAJILLIONAIRE – LA TRUFFA È DI FAMIGLIA

Come per ogni altro elemento del film, July aveva un’idea ben precisa di cosa volesse per Kajillionaire – La Truffa È Di Famiglia.

La colonna sonora era l’ultimo pezzo del puzzle a trovare posto. Nel gennaio 2019, July aveva chiuso tutti gli aspetti della pellicola, ma non era ancora sicura per quanto riguardasse la colonna sonora. Mentre la ricerca del compositore andava avanti. Plan B organizzava una proiezione del suo nuovo film, The Last Black Man in San Francisco. Si trattava della prima colonna sonora realizzata da Emile Mosseri per un lungometraggio ed era libero e disponibile.

Al loro primo incontro, Mosseri è arrivato con alcuni pezzi registrati sul suo cellulare. July non era molto convinta quando lui le ha proposto di sentirli, perchè erano molti i brani ascoltati fino a quel momento e nulla l’aveva pienamente convinto. “In quel momento mi sentivo come la principessa sul pisello, ma non l’ho frenato e le abbiamo ascoltate. La prima cosa era la traccia romantica per Old Dolio e Melanie ed è una delle cose più belle che io abbia mai sentito. Da lì è stato tutto in discesa. Abbiamo realizzato tutto in cinque settimane. È stata una collaborazione straordinaria.”

Un altro dei passaggi chiave del film è una selezione che Melanie suona al piano nel salotto di Abe. July aveva bisogno di quel brano prima che effettivamente iniziassero le riprese, così da permettere a Rodriguez di interpretare la scena. July ha così richiamato un’amica che conosce sin dall’adolescenza, che oggi lavora in un’agenzia governativa statunitense, Summer Mastous. La donna è una talentuosa pianista che ha suonato per alcune delle prime performance di July all’inizio della sua carriera e ha degli album pubblicati negli anni ’90. “Summer ha scritto un brano perfetto. Il giorno che abbiamo lavorato con quella musica è stato come lanciare un incantesimo sull’intera troupe e il cast, permettendo a tutti di capire l’importanza della scena e il suo ritmo.”

Nella ricerca di una canzone da selezionare per la scena finale fra Old Dolio e Melanie, la regista afferma di aver ascoltato almeno due decenni di proposte musicali. “Avevo individuato cinque criteri ben precisi che il brano doveva rispettare e sembrava impossibile trovarne una che funzionasse in pieno. Doveva essere lenta ma ballabile, il testo doveva entrare tardi, la versione strumentale doveva funzionare anche da sola e doveva riuscire a esprimere l’identità del film. Niente di più!!!”

Aveva iniziato a raccogliere alcune candidature secondarie quando le è capitato di sentire “Mr. Lonely” di Bobby Vinton, uscita come singolo nel 1964. Il tema dolce amaro è ideale per accompagnare Old Dolio, che abbandona un’esistenza solitaria non senza qualche rimpianto. “Mi tremavano le mani,” racconta July. “Mi sono innamorata dell’idea di Old Dolio nei panni di Mr. Lonely. È stato anche un modo per complicare ancora di più il tema di genere, senza mai veramente parlarne.”

Gardner nota che “Mr. Lonely” oggi ha un significato che nessuno poteva prevedere. “Non potevamo immaginare in che momento storico sarebbe stato distribuito il film. Abbiamo scelto “Mr. Lonely” molto prima della pandemia, ma mi pare abbia un senso. Miranda ha un certo sesto senso nel comprendere in anticipo in che direzione si stia muovendo il mondo. Ho pensato, ‘Mio Dio, come ci è riuscita? È andata così.”

Nella sua scena finale, Kajillionaire – La Truffa È Di Famiglia arriva all’apice della sua ironia, della creatività e delle emozioni che sono state create da July. “È una commedia arthouse, ma molto commovente,” commenta Wood. “La realtà sembra distorta, ma non è surreale. Questi personaggi sono reali, così come le loro emozioni. Tutto con il tocco speciale di Miranda.”

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Kajillionaire – La Truffa e’ di Famiglia disponibile in Digitale da domenica 18 Luglio 2021
info: 18/03/2021.


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