Il Mondo fino in fondo (2013)
Il Mondo fino in fondoDavide e suo fratello Loris vivono ad Agro, un paesino del nord Italia. Figli di un industriale della zona, i due lavorano nella fabbrica di famiglia. Davide ha diciotto anni ed è gay, Loris ha quasi trent'anni e non ha idea che suo fratello sia omosessuale, per lui l'unica cosa che conta è il calcio, o meglio, l'Inter. È proprio per seguire in trasferta la sua squadra del cuore che Loris chiede a Davide di andare con lui a Barcellona a vedere la partita. In Spagna, Davide conosce Andy, cileno ed ecologista convinto, di cui si invaghisce al primo sguardo; Andy invita Davide ad andare con lui a Santiago e il ragazzo non può fare a meno di seguirlo. Arrivato in Cile, Davide entra in contatto con un mondo a lui sconosciuto, fatto di lotte ecologiste e di attivisti a capo dei quali c'è Ana, l'ex ragazza di Andy. Davide decide di rimanere a Santiago e di iniziare una nuova vita lontano dal provincialismo di Agro, ma non tutto va come previsto.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: mercoledì 30 Aprile 2014Uscita in Italia: 30/04/2014
Nazione: Italia - 2013
Durata: 95 minuti
Formato: Colore
Distribuzione: Microcinema
Note:
Presentato Fuori Concorso nella sezione Alice nella Città al Festival del Cinema di Roma 2013.
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Note di Regia
Ci sono luoghi che chiamano a sé in modo strano e irrituale. Ti mettono nel mirino e con il loro fascino, svuotano lentamente ogni resistenza all'abbandono. Temo che a me e agli attori sia successo qualcosa di molto simile con la Patagonia cilena, uno dei pochi territori di frontiera ancor oggi esistenti. Insieme alla sceneggiatrice, siamo partiti con l'obiettivo di raccontare i sentimenti e le passioni familiari in un paesino del nord Italia, un non-luogo chiamato Agro. Protagonisti sono i due fratelli Piovano, un diciottenne dallo sguardo vivo e dolente e un giovane industriale di provincia. Vivono confinati in un territorio saldamente impermeabile, con abitanti sempre più attenti a evitare qualsivoglia eccesso e adulti sospettosi di ogni impulsività, ogni diversità, soprattutto sessuale. Volevamo costruire una commedia e la cronaca ci metteva sotto gli occhi varie suggestioni: in "casa" si celebrava il calcio e l'anno magico dell'Inter con il suo triplete mentre in tutt'altra parte del mondo si tifava per la Conferenza sul clima di Copenaghen e, a un'altra latitudine ancora, Camila Vallejo, una giovane studentessa cilena muoveva un'intera generazione alla ribellione finendo sulla copertina del Times. Il legame di questi episodi con i nostri protagonisti era suggestivo ma era anche probabile che la Patagonia ci stesse lanciando sotto traccia i suoi incantesimi. Ci suggeriva di mandare i due fratelli in fuga, ci mostrava il divertimento di dirigerli in un luogo sperduto dove, come nella migliore tradizione del road movie, avevano la possibilità di nutrirsi di grandi illusioni e aspirare a grandi imprese. "Se cambi la tua vita forse a qualcun altro verrà voglia di cambiare la sua" viene detto nel film al diciottenne Davide ed è grazie al suo istinto feroce, quasi fisico, che riuscirà a dare una direzione avventurosa al futuro, cambiando non solo la sua vita ma anche quella di suo fratello. – Alessandro Lunardelli
Appunti di Viaggio
"Non ho mai lavorato in un film con così tanti set sparsi in giro per il mondo. Abbiamo cominciato in un piccolo paesino 'inventato' in Piemonte, fino ad arrivare in Cile, percorrendolo dal nord al sud. Abbiamo vissuto nell'arco di due mesi sia l'estate che l'inverno, siamo passati dal caldo torrido di Santiago del Cile al freddo pungente dei ghiacciai della Patagonia. Sono stati mesi molto belli, faticosi e pieni di accadimenti.
Questo è un film che abbiamo girato insieme, davvero insieme. E tutto questo è stato possibile solo grazie al talento di coloro che vi hanno lavorato. Me escluso naturalmente" – Luca Marinelli
"La storia del film si sviluppa durante un lungo viaggio. Un viaggio tra Europa e America del Sud, un viaggio che noi abbiamo affrontato in prima persona. Devo dire che nell'ultima fase di riprese, quando eravamo in Patagonia, non riuscivamo più a distinguere la realtà dalla finzione. Ogni due giorni, proprio come i nostri personaggi, prendevamo armi e bagagli e ci spostavamo alla ricerca di paesaggi nuovi fino a che non siamo arrivati al meraviglioso ghiacciaio di San Rafael, la nostra ultima tappa. È stata un'esperienza molto bella ma anche difficile e a essere sincero in certi momenti ho avuto come la sensazione che quello che stavamo affrontando fosse il viaggio della speranza, che non avremmo mai finito di girare ma soprattutto che non saremmo mai più tornati indietro!" – Filippo Scicchitano
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