I figli della Shoah (2014)
Un viaggio nell'animo dei figli della ShoahIsrael Moscati, "figlio della Shoah", decide di partire per un viaggio alla ricerca di altri figli e nipoti di sopravvissuti per condividere la sua sofferenza con loro. È un viaggio a cui non può più sottrarsi: Roma, Parigi e Israele per indagare nell'animo e nelle emozioni di uomini e donne che, come lui, si sono ritrovati per tutta la vita a convivere con il trauma e il silenzio dei propri genitori. Questo è il momento di condividere il suo dolore e di cercare dai suoi compagni di viaggio altre risposte, inseguite per tutta la vita. Perché benché se ne parli e si affronti il dolore, la ricerca di risposte non si esaurisce mai.
Info Tecniche e Distribuzione
Genere: DocumentarioNazione: Italia - 2014
Durata: 57 minuti
Formato: Colore
Produzione: Global Vision Group, Rai Cinema
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NOTE DI REGIA
Il dramma della Shoah ha lasciato un'impronta indelebile non solo sui sopravvissuti ai campi di sterminio ma anche sulle generazioni successive. Il trauma subito ha portato ad un immenso vuoto fisico ed emotivo con cui i superstiti si sono trovati a convivere. Il loro senso di colpa per essersi salvati ha reso molto difficile la capacità di vivere una vita normale a guerra finita ed ha, di conseguenza, reso complicata la costruzione di successivi legami familiari. Eccolo, dunque, il pesante fardello dell'olocausto che, oltre ad aver lacerato i genitori ha colpito anche i figli di seconda generazione che sono cresciuti con la consapevolezza di un vuoto affettivo da dover colmare silenziosamente con le proprie forze. Da questa premessa nasce un documentario che vuole indagare nell'animo e nelle emozioni di tutti i protagonisti coinvolti. Nelle loro parole e nei gesti involontari sono sedimentate tracce di esperienze passate, espressioni di dolore che si fanno memoria, testimonianza e coraggio. Via via emergono con forza le tensioni, le difficoltà ed il volume delle paure che da sempre li accompagna, coinvolgendo lo spettatore in un caratterizzante ed unico percorso umano. Il documentario non ha avuto l'intento di produrre sedute psicanalitiche ma di restituire racconti commoventi vissuti e narrati in prima persona, che culminano nella consapevolezza di provare ad elaborare il proprio lutto attraverso il rapporto e il confronto con i nipoti. Da qui scaturisce l'esigenza di aprire e chiudere questo viaggio nella scuola elementare ebraica Vittorio Polacco di Roma. Questo è il momento, anche per Israel, di elaborare il suo personale lutto e mettere insieme tutte le storie raccolte in questo suo percorso rendendolo in qualche modo universale. Un percorso di ricerca oggi, di vita che calca il passato, che taglia l'oggi e lo presenta al domani. Beppe Tufarulo
IL VIAGGIO DI ISRAEL MOSCATI
Tantissimi e innumerevoli sono stati i film sulla Shoah. Pochi sono stati i soggetti che hanno approfondito il tema specifico della storia dei cosiddetti "figli della Shoah", di quei bambini e bambine ebrei, ormai persone adulte, che sono nate da genitori sopravvissuti ai lager o fortunosamente scampati ai rastrellamenti dei nazifascisti. Israel Moscati si è prefisso lo scopo di percorrere un viaggio nell'anima di questi figli, come egli stesso lo è, dopo anni di domande poste ai propri genitori… Domande rimaste inevase o risposte insoddisfacenti rispetto ai quesiti del proprio malessere inconscio, sia durante l'infanzia che nell'età adulta. Ogni storia rimaneva avvolta in un silenzio difficile da scalfire. L'idea originale consiste nel porre i bambini di oggi, pronipoti degli scampati ai lager, come fonte primaria di speranza per un futuro che non dovrà mai più ripetersi, affrontando con la narrazione di storie le domande pressanti dei bambini stessi. La scelta delle quattro V classi elementari della scuola ebraica "Vittorio Polacco" di Roma è precisa. Roma fu infatti teatro di una crudele vendetta da parte dei nazisti e da questa stessa scuola furono deportati 115 bambini ebrei (tra questi quattro zii di Israel) che non fecero più ritorno. Il racconto si snoda in classe, sotto le crude e dirette domande delle scolaresche, la spinta e l'entusiasmo dei bambini nel voler conoscere le storie di sopravvissuti lontani diventa il filo magico che unisce il rapporto tra le generazioni. Israel, parte quindi alla volta di Parigi, Gerusalemme e Tel Aviv, per raccogliere le testimonianze di persone della sua stessa generazione, sicuramente aspettandosi le domande che egli si è posto crescendo, cercando di trovare, nelle persone con esperienze simili alle sue, eppure lontane geograficamente, lo stesso fardello di sofferenza che ha segnato la vita dei "figli della Shoah". I bambini diventano così, con la loro innocenza e solarità, il meraviglioso e spontaneo trait d'union tra le vecchie e nuove generazioni.
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