Locandina – Hai paura del buio

Hai paura del buio (2010)

Hai paura del buio
Locandina Hai paura del buio
Hai paura del buio è un film del 2010 prodotto in Italia, di genere Drammatico diretto da Massimo Coppola. Il film dura circa 95 minuti. Il cast include Alexandra Pirici, Erica Fontana, Antonella Attili, Marcello Mazzarella, Alfio Sorbello, Manrico Gammarota. In Italia, esce al cinema venerdì 6 Maggio 2011 distribuito da BIM Distribuzione.

Bucarest è una metropoli molto diversa da come la si immagina, così come Eva, vent'anni, dolce ed orgogliosa come un'eroina della nouvelle vague, è molto diversa dall'idea che abbiamo delle "immigrate" rumene.Eva esce dalla fabbrica per l'ultima volta – non le hanno rinnovato il contratto – e decide che è giunto il tempo di partire. La sua meta è Melfi, sperduto paese dell'entroterra meridionale italiano, noto per l'enorme insediamento della FIAT che, come uno spazio ritagliato da un altro tempo e un altro mondo, seziona i campi neri, definendo con essi una cicatrice aperta tra la civiltà contadina e quella postindustriale.Trovata ospitalità da Anna, una sua coetanea che lavora alla FIAT, Eva inizia a seguire un gruppetto di donne, poi tra queste ne sceglie due, infine una sola. Eva diviene la sua ombra, ne spia ogni movimento, ne conosce alla perfezione abitudini e occupazioni.Eva decide che è tempo di affrontare la sua preda in un faccia a faccia drammatico, un gioco al gatto e al topo in cui Eva è torturatore spietato e vittima inerme al tempo stesso. Eva e Anna sono finalmente vicine, finalmente libere; ma se Eva ha compiuto il suo percorso, quello di Anna è solo all'inizio…

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: venerdì 6 Maggio 2011
Uscita in Italia: 06/05/2011
Genere: Drammatico
Nazione: Italia - 2010
Durata: 95 minuti
Formato: Colore 35mm
Produzione: Indigo Film, Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il Cinema
Distribuzione: BIM Distribuzione

Hai paura del buio è un film che racconta la storia di due illusioni, piccole, inevitabili e complementari legate dalla materia "globale" che rende la piana di Melfi e i confini a est della nuova Europa luoghi dalle trame non tanto dissimili.

Il modo in cui ho girato e montato il film – i rapidi passaggi e i lunghi piani sequenza, i tanti primi piani sullo sfondo del complesso industriale di Melfi, con i suoi campi a circondare gli enormi complessi delle fabbriche – più che una volontà esplicita e consapevole è la faticosa ricerca di ciò che è significativo nello scontro tra la realtà (ricostruita e non) e una nevrosi del guardare; un tentativo di mettere ordine nel caos attraverso la ricerca dell'essenzialità, del rigore, dell'astrazione.

L'intreccio delle vite delle due protagoniste, il loro incontro, il dolore, la solitudine, la sensazione di sconfitta che affliggono l'una e l'altra sono anche la chiave per parlare di ciò che le circonda. Nei miei documentari non mi sono mai preoccupato molto della "morale della favola"; non è questo ciò che importa. Non credo in un cinema ideologico. Credo nella forza della storia individuale come motore di domande su quel che siamo, e in questo senso il mio film è un tentativo di cinema politico, tentativo che diviene efficace solo se giunge ad essere linguisticamente autentico e coerente fino all'ossessione eppure decifrabile; un cinema che vuole provare ad essere vicino a chi guarda, nella speranza di poter offrire la possibilità della bellezza.

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