Green Book (2018)
Green BookNel 1962, dopo la chiusura di uno dei migliori club di New York, il buttafuori italoamericano Tony Lip deve a tutti i costi trovare un lavoro per mantenere la sua famiglia. Accetta di lavorare per il pianista afroamericano Don Shirley e decide si seguirlo in tour nel sud degli Stati Uniti. Nonostante le differenze e gli iniziali contrasti, tra i due si instaurerà una forte amicizia.
New York City, 1962. Tony Vallelonga, detto Tony Lip, fa il buttafuori al Copacabana, ma il locale deve chiudere per due mesi a causa dei lavori di ristrutturazione. Tony ha moglie e due figli, e deve trovare il modo di sbarcare il lunario per quei due mesi. L’occasione buona si presenta nella forma del dottor Donald Shirley, un musicista che sta per partire per un tour di concerti con il suo trio attraverso gli Stati del Sud, dall’Iowa al Mississipi. Peccato che Shirley sia afroamericano, in un’epoca in cui la pelle nera non era benvenuta, soprattutto nel Sud degli Stati Uniti. E che Tony, italoamericano cresciuto con l’idea che i neri siano animali, abbia sviluppato verso di loro una buona dose di razzismo.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 31 Gennaio 2019Uscita in Italia: 31/01/2019
Data di Uscita USA: mercoledì 21 Novembre 2018
Prima Uscita: 21/11/2018 (USA)
Genere: Biografia, Commedia, Drammatico
Nazione: USA - 2018
Durata: 130 minuti
Formato: Colore
Produzione: DreamWorks, Participant Media, Amblin Partners, Innisfree Pictures, Wessler Entertainment
Distribuzione: Eagle Pictures
Budget: 23.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 84.478.536 dollari | Italia: 9.883.588 euro
Classificazioni per età: ITA: 7+
In HomeVideo: in DVD da giovedì 16 Maggio 2019 [scopri DVD e Blu-ray]
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LA STORIA
Nick Vallelonga, il figlio maggiore di Tony Lip, è cresciuto ascoltando la storia del viaggio di suo padre con Don Shirley. “Questa era una storia che avevo ascoltato per tutta la mia vita, da quando ero un ragazzino”, dice Vallelonga, attore, sceneggiatore, produttore e regista, i cui crediti cinematografici includono Legami di sangue – Deadfall, Stiletto e i pluripremiati film indipendenti, Yellow Rock e Disorganized Crime.
Tony era cresciuto nel Bronx e aveva iniziato a lavorare nel locale notturno “Copacabana” – dove ha lavorato per 12 anni – cosa che gli aveva permesso di conoscere diverse celebrità, tra cui Frank Sinatra, Tony Bennett e Bobby Darin. Sebbene avesse smesso di frequentare la scuola molto presto, era loquace e carismatico e si era guadagnato il soprannome “Lip” per la sua capacità di riuscire a persuadere chiunque a fare qualsiasi cosa.
“Potrei fare 50 film su mio padre”, dice Vallelonga. “Era uno di quei personaggi esagerati, alla Damon Runyon. Quando entrava in una stanza, si notava che era lì”. Questo ha avuto un grande impatto su suo figlio – così come l’amicizia di Tony con Dr. Shirley e la storia di come si sono incontrati.
“Fin da piccolo volevo fare il regista e raccontare delle storie, e questa è stata
una delle grandi storie che mio padre mi ha raccontato”, dice Vallelonga. “Faceva parte della tradizione della famiglia, ma sapevo anche che era una storia importante su due persone molto diverse che sono arrivate a cambiare le loro vite e il modo in cui guardavano le altre persone. È una storia edificante, tanto importante e potente oggi come allora”.
A Tony, quel viaggio con Shirley nel 1962 aveva aperto gli occhi per la prima volta sulla piaga degli afroamericani nel sud, e sull’enormità di umiliazioni – e pericoli davvero reali – che riversavano sui neri con le leggi razziali e i privilegi dei bianchi. Le leggi di Jim Crow mettevano limiti su dove i neri potessero mangiare, dormire, sedersi, fare acquisti e camminare. Hanno determinato persino quali fontanelle e bagni potessero usare gli afroamericani. In effetti, hanno circoscritto quasi ogni aspetto della loro vita quotidiana. Alcune città del sud hanno persino istituito delle leggi sul coprifuoco, che hanno reso illegale per i neri lo stare fuori dopo il tramonto. L’arresto era la cosa meno terribile che potesse accadere loro se fossero stati catturati.
“Quello che mio padre ha vissuto con Dr. Shirley in quel viaggio ha cambiato il
modo in cui guardava il mondo, perché ha visto cose che non si era reso conto che stessero accadendo, cose che non aveva mai visto prima”, dice Vallelonga. “In definitiva, penso che la stessa cosa valesse anche per Dr. Shirley”.
In effetti, Shirley aveva vissuto una vita molto diversa dalla maggior parte degli altri afroamericani, sia geograficamente sia culturalmente. Aveva studiato musica classica all’estero e, negli Stati Uniti, si era esibito principalmente nel nordest. Quando Tony lo incontrò, Shirley viveva in un lussuoso appartamento sopra la Carnegie Hall. “Era solo un viaggio di due mesi, ma è stato un grande cambiamento per mio padre, e ha modificato anche il modo in cui ci ha insegnato a trattare e rispettare le persone”.
Vallelonga ha sempre sperato di poter girare un giorno un film su questo capitolo cruciale della vita di suo padre, così negli ultimi anni della vita di Tony e di Dr. Shirley, Vallelonga registrò ore di audio e videotape con suo padre che raccontava la storia.
Andò anche da Shirley, che aveva conosciuto come amico di famiglia, e passò ore a intervistarlo. “Ho incontrato Dottor Shirley quando avevo cinque anni”, dice Vallelonga. “Era un uomo meticoloso, ben vestito, parlava bene, era molto colto. Era molto legato a mio padre e alla mia famiglia. Ed era così carino anche con me e mio fratello. Ci portava regali. Ricordo che mi ha regalato dei pattini quando ero piccolo. Era un essere umano davvero speciale, una persona molto speciale”.
Se da un lato Vallelonga vede Green Book come una testimonianza del carattere e dell’eredità di suo padre, dall’altro è particolarmente orgoglioso che il film possa mettere in mostra anche il talento musicale di Donald Walbridge Shirley, virtuoso pianista, compositore, arrangiatore e artista.
Dr. Shirley era un uomo profondamente riservato. La maggior parte delle
informazioni su di lui si trovano solo nelle note di copertina dei suoi album, che scrisse lui stesso, o nelle storie che raccontava di sé alle altre persone, inclusi i Vallelonga. I dettagli sulla sua storia possono a volte essere contraddittori. Ma secondo la tradizione che lo circonda, Shirley è entrato al Conservatorio di Leningrado all’età di 9 anni, ha fatto il suo concerto di debutto con l’orchestra dei Boston Pops a 18 anni, e avrebbe poi preso diverse lauree e imparato molte lingue. Nel 1955, al suo primo album per la Cadence Records, Tonal Expressions, Shirley fu descritto dalla rivista Esquire come “probabilmente il pianista più dotato del settore… così bravo da non permettere paragoni”. Il leggendario pianista e compositore Igor Stravinsky, che era contemporaneo di Shirley, disse di lui: “La sua virtuosità è degna degli dei”. “Dr. Shirley era un genio, un uomo fantastico e sorprendente”, dice Vallelonga. “Il suo talento era incredibile. Sono contento che il suo nome, il suo lavoro e il suo talento si diffonderanno nel mondo attraverso questo film”.
Vallelonga dice che il lavoro di suo padre al Copacabana gli ha permesso di poter apprezzare la musica e i musicisti, per questo quando ha sentito suonare Shirley, ha capito subito che quell’uomo avesse un talento straordinario. “Mio padre parlava sempre di lui, metteva la sua musica a casa nostra e ce la faceva ascoltare”, dice Vallelonga. “Quella musica ha aperto il mio mondo. Ascoltavo i Beatles, Jimmy Rosselli, la musica italiana e Don Shirley. È stato un grande mix culturale per me”.
Nel 2013, dopo oltre 50 anni di amicizia, Tony Vallelonga e Don Shirley morirono quasi a tre mesi di distanza l’uno dall’altro – Tony morì il 4 gennaio 2013 all’età di
82 anni e Shirley morì il 6 aprile 2013 all’età di 86 anni. Dopo un periodo di lutto, Vallelonga tornò alla loro storia e iniziò a pensare: questo è il momento di scriverla.
IL SOGGETTO
Questa storia su una lunga amicizia alla fine è diventata un film… grazie a un’altra lunga amicizia. Vallelonga conosceva l’attore Brian Hayes Currie (Armageddon, Con Air) da moltissimi anni, e Currie aveva conosciuto bene il padre di Vallelonga ed era persino apparso nel film di Vallelonga del 2008, Stiletto. Currie rimase davvero scioccato quando, alcuni anni fa, in un bar di Studio City, in California, Vallelonga gli raccontò questa storia su Tony, che Currie non aveva mai sentito. “Brian mi ha detto: sei pazzo?! Devi assolutamente fare questo film!”. Ricorda nga. L’entusiasmo di Currie ha dato a Vallelonga la spinta finale di cui aveva bisogno. “Gli ho detto che sentivo di essere finalmente pronto a farlo, e ha accettato di scriverlo con me”. Secondo Currie, la storia aveva una rara profondità e una percezione emotiva unica. “Questo film parla del vedere il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona e dell’imparare a vivere nei panni dell’altro”, dice Currie. “In molti modi, entrambi gli uomini sono due pesci fuor d’acqua. All’inizio di questa storia, queste due persone non hanno niente in comune, non si sarebbero mai dovuti incontrare, non dovrebbero nemmeno stare insieme. Ma la loro storia dimostra che persone molto diverse possono capirsi e rispettarsi a vicenda”.
LA SCENEGGIATURA
A questo punto entra in scena Peter Farrelly, che insieme a suo fratello Bobby ha scritto, diretto e prodotto una dozzina di film di successo, tra cui Tutti pazzi per Mary, Amore a prima svista, Lo spaccacuori e il cult Scemo & più scemo. Insieme, avevano creato un genere comico del tutto loro: una serie di commedie incredibilmente divertenti che spesso mettevano in risalto quel talento nascosto di noti attori drammatici, come Jeff Daniels, Matt Damon e Gwyneth Paltrow. Mentre Vallelonga e Currie stavano iniziando ad esplorare diverse idee per la sceneggiatura, Farrelly, che stava sviluppando la serie comica di DirectTV Loudermilk con Bobby Mort, si imbatté in Currie.
“Gli ho chiesto: cosa stai facendo?”, dice Farrelly. “E lui mi raccontò di questa storia basata sul padre del suo amico, il buttafuori più duro di New York, che lavorò come autista per un pianista di colore di nome Don Shirley, in tour nel sud degli States nel 1962. Pensai che fosse un’idea fantastica. Gli ho detto: buon per te. Corri a farlo!”.
Nelle settimane che seguirono, Farrelly non riuscì a togliersi dalla testa quello che gli aveva detto Currie. “Ho continuato a pensarci”, dice. “Stavo a letto a pensare, ‘Dio, questa è una storia bellissima’. Guidavo pensando, ‘Quel ragazzo ha una storia fantastica tra le mani’. Quindi alla fine chiamai Brian e gli chiesi
‘Ehi, com’è finita con quella storia del pianista nero e dell’autista italiano?’
Quando mi disse ‘Non abbiamo ancora iniziato a scriverlo’, gli chiesi, ‘Posso scriverlo con voi? Mi piacerebbe salire a bordo. Adoro quella storia”.
Un film drammatico, d’epoca, legato ai conflitti razziali, sembrava una brusca
svolta creativa per Farrelly. In effetti lo era, ma non del tutto. “Questo film è un inizio per me”, dice Farrelly. “Ma questa storia mi riporta in realtà a ciò che ho sempre voluto fare. Nel corso degli anni, quando le persone mi chiedevano se avessi mai fatto un film drammatico, la mia risposta è sempre stata: Sì, quando arriverà il momento. È l’universo che te lo porta. È come chiedere a qualcuno: Quando ti innamorerai? Quando arriva… arriva”.
Non molto tempo dopo che Farrelly salì a bordo del progetto, lui, Currie e Vallelonga si incontrarono in un ristorante. “Pete è stato fantastico”, ricorda Currie. “Ha detto: faremo assolutamente un film su questa storia. Te lo prometto in questo momento. Riesco a prevedere sempre quando un film sarà realizzato e questo lo sarà. Pete era impegnato con Loudermilk, così Nick e io iniziammo a scrivere la prima bozza”.
Vallelonga e Currie avevano moltissimo materiale su cui lavorare: interviste registrate di Vallelonga a Tony, gli appunti delle sue interviste a Shirley, oltre a fotografie, brochure, cartoline, persino la mappa che mostrava la rotta del viaggio, che Tony aveva tenuto. Dopo il viaggio iniziale di due mesi di Tony e Dr. Shirley, i due hanno fatto un altro tour che è durato circa un anno – Shirley ha poi chiesto a Tony di unirsi a lui nel suo tour in Europa, ma Tony ha rifiutato perché non voleva rimanere lontano dalla sua famiglia così a lungo – quindi Vallelonga e Currie hanno avuto accesso anche alle numerose lettere che Tony e sua moglie Dolores si erano scambiati mentre Tony era in viaggio, in cui emergono le emozioni e le esperienze che stavano vivendo.
“Avevamo così tante informazioni, così tante belle storie”, dice Vallelonga.
“Alcune di queste erano così assurde che nessuno ci avrebbe creduto. Abbiamo passato tre, quattro settimane a creare le scene”. Quando hanno finito, hanno presentato il loro progetto a Farrelly. “È stato geniale nell’ottimizzarlo”, dice Vallelonga. “Tutti e tre insieme lo abbiamo perfezionato, perfezionato e perfezionato, ricominciando dall’inizio con gli input di Peter”.
Sebbene la sceneggiatura sia basata su eventi reali, è stato in questo modo che
hanno definito l’arco narrativo generale della sceneggiatura. Il dono di Farrelly per la narrazione e i personaggi, e la sua precisione come scrittore, hanno reso il tutto possibile.
“Pete sa cosa funziona e cosa no, cosa è importante e cosa è eccessivo”, dice
Currie. “Ama raccontare storie e affascina il pubblico quando parla perché sa cosa fa funzionare davvero una storia”.
Dopo che la sceneggiatura fu completata, Farrelly la inviò al suo socio/produttore Charles Wessler, senza dirgli nulla a riguardo. “Mi ha solo detto, leggila e dimmi cosa ne pensi”, ricorda Wessler. “Quando ho iniziato a leggerla ho pensato che fosse diversa da tutto ciò che avevamo fatto prima. A pagina 22 ho pensato che fosse perfetta per Pete. L’ho adorata e gli ho detto che volevo farne parte”. Wessler, che ha lavorato con Farrelly per quasi 30 anni, dice che la maggior parte della gente non sa che il regista, famoso per le sue commedie, ha conseguito un Master of Fine Arts alla Columbia University e ha scritto due romanzi.
“Nel corso degli anni, Pete ha condiviso centinaia di storie fantastiche con me e i nostri amici”, afferma Wessler. “Storie che vanno dall’infanzia al college e al trasferimento a L.A. dopo la laurea all’università. Ha un occhio così attento per tutti i dettagli umani. Ha sempre avuto il talento di mescolare ‘il divertente’, ‘il tragico’ e ‘l’umanità’. Ciò che rende Pete un regista così meraviglioso è la sua onestà. È un osservatore straordinario della vita e delle persone e traduce ciò nelle sceneggiature e nei film. È divertente e lavorare con lui è uno spasso”.
Il pluripremiato attore Viggo Mortensen, che interpreta Tony Vallelonga, afferma che il potere di Green Book deriva non solo dal fatto che sia una storia vera, ma dai punti di forza che Farrelly apporta come sceneggiatore e regista: la sensibilità e il realismo.
“Devi riuscire a vedere questi personaggi come persone reali, in situazioni reali, e Pete è riuscito in questo intento”, dice Mortensen. “I dettagli del periodo e gli aspetti drammatici della storia sono così ben gestiti. Ci sono situazioni divertenti, ma non è la comicità che si vede negli altri suoi film. L’umorismo deriva più dalle situazioni e dai contrasti tra i personaggi. C’è molta attenzione ai dettagli, un’autenticità che ti aiuta a credere a tutto”.
L’attore vincitore dell’Oscar® Mahershala Ali, che interpreta Don Shirley, afferma che è il bilanciamento tra umorismo e dramma che rende Green Book fortemente autentico. “Sembra vero perché è un mix”, dice Ali. “Il modo in cui Peter Farrelly, Brian Currie e Nick Vallelonga hanno scolpito questa sceneggiatura, ti porta al culmine delle risate e ti immerge nel più profondo dolore”.
Jim Burke ha prodotto il film candidato agli Oscar® Paradiso amaro e ha co-
prodotto il secondo film di Farrelly, Kingpin. Conosce Farrelly da molti anni e da tempo desiderava vedere Farrelly espandersi in altri generi. “Le commedie di Pete sono fantastiche, ma so che in lui c’è dell’altro, e volevo vederlo al cinema”, dice Burke. “Quando è venuto da me con questa idea ho pensato che fosse fantastica. Credevo che questa storia potesse avere alcuni spigoli taglienti a causa di questi due personaggi ma che Pete sarebbe riuscito a gestire la cosa in maniera molto tenera”.
Burke crede inoltre che il lavoro fatto nelle commedie abbia preparato Farrelly
molto bene per una transizione verso i film drammatici, cristallizzando le sue capacità di scrittore. “Con la commedia, devi far ridere e usare solo la giusta sequenza di parole”, dice Burke. “Peter è abituato a questo, e lo applica anche nella sceneggiatura drammatica. La sua migliore qualità di scrittore è la sua ostinazione, perché ciò che gli scrittori fanno è scrivere e riscrivere. Se sei fortunato, la tua prima bozza è piuttosto buona, ma la parte più difficile della scrittura è rendere il buono molto buono e poi eccellente. È quello che fa Pete”.
La vincitrice di Oscar® Octavia Spencer (The Help, Il diritto di contare) è da sempre una paladina di storie che fanno luce sull’esperienza afro-americana e che ampliano la profondità e la diversità delle vite che vediamo ritratte sullo schermo. Dopo aver coprodotto il film drammatico del 2013 di Ryan Coogler, Prossima fermata Fruitvale Station, ha generosamente offerto la sua passione, la sua visione e il suo sostegno a Green Book, entrando a far parte del team del film come produttrice esecutiva fin dalle prime fasi di sviluppo. “Octavia ha portato al progetto le sue intuizioni uniche e la sua delicata sensibilità”, dice Farrelly. “È un’attrice così dotata, ma anche una narratrice, e le sue intuizioni sulle complesse relazioni tra quelle personalità diverse sono state inestimabili. Ha avuto un entusiasmo palpabile nel raccontare questa storia e ci sentiamo molto fortunati per il suo coinvolgimento”.
Green Book è un film drammatico, naturalmente, ma ci sono momenti di leggerezza che sono interni alla storia e rafforzano i personaggi. “Ho detto a tutti che stavo scrivendo il mio primo film drammatico”, dice Farrelly. “Ma mentre vai avanti con i personaggi e con la loro storia, ti rendi conto che è una coppia davvero strana”. L’artista raffinato ed elegante e l’uomo duro e macho. “Mettere insieme questi due ragazzi in una macchina, è come mettere i protagonisti di La strana coppia in viaggio. Ci sono cose di cui Dr. Shirley parla, di cui Tony non abbia la men che minima idea. Sono agli opposti, ed è da lì che proviene la maggior parte dell’umorismo comico”.
In effetti, Tony e Dr. Shirley sono completamente agli antipodi, su quasi tutti i livelli, e ci vuole un po’ prima che inizino a capire cosa abbiano in comune.
“Doc non è come gli altri afroamericani con cui Tony è cresciuto a New York”, dice Mortensen. “Non ha mai visto un uomo come lui. All’inizio Tony pensa che questo ragazzo sia molto pungente, pignolo, persino snob. Tony potrebbe non essere brillante come Doc Shirley, ma ha un buon istinto ed è dotato di intelligenza di strada. E anche se Doc pensa che Tony sia una buona guardia del corpo e un bravo autista, pensa anche che sia fastidioso. Tony parla continuamente in macchina, fuma, mangia ininterrottamente, fa domande personali. E Doc Shirley è abituato ad avere conducenti discreti ed educati che non parlano, a meno che non venga loro richiesto. Si possono vedere i diversi punti di vista di entrambi fin dall’inizio del viaggio”.
La loro relazione è quasi antagonistica in un primo momento, ma più Tony e Dr. Shirley trascorrono del tempo insieme, più trovano argomenti e discussioni, e cominciano a rivelarsi a vicenda. Tutto mentre sono costretti in un’auto insieme. E quell’elemento del viaggio era una grande attrazione per Farrelly.
“È interessante notare come in molti dei miei film ci siano effettivamente dei viaggi”, dice Farrelly, citando Scemo & più scemo, Kingpin e Tutti pazzi per Mary, tra gli altri. Lo stesso Farrelly ha fatto il giro del Paese 22 volte – 16 di queste in solitaria. “Non c’è niente di più bello che salire in macchina e andare. Mi aiuta a pensare. Mi schiarisce le idee. C’è qualcosa nel mio cervello che continua a spingermi verso questo tipo di storie. Non ne ho mai abbastanza”. Mortensen crede che i road movie presentino situazioni in cui le persone sono costrette a stare insieme, il che spesso porta alla scoperta dell’altro e all’autorivelazione.
“In generale, i road movie ti danno l’opportunità di mettere insieme personaggi che normalmente non passerebbero molto tempo insieme”, dice Mortensen. “Cose interessanti possono accadere… e accadranno. Più tempo passi con qualcuno, più ci potresti andare d’accordo o in disaccordo. Più imparerai su di loro e su te stesso. Non c’è proprio modo di evitarlo. Il nostro road movie inizia su una Cadillac Coupe De Ville nel 1962, guidando attraverso il sud degli Stati Uniti, e siamo costantemente insieme, perché io sono la sua guardia del corpo e devo stare con lui ovunque vada. Questo è il lavoro. Per quanto la storia al centro di Green Book riguardi gli ostacoli che Tony e Doc Shirley devono affrontare – il razzismo istituzionalizzato e altri problemi che incontrato lungo la strada – l’ostacolo più complesso che ciascuno dei nostri personaggi deve affrontare si trova dentro se stessi”. Ali vede la stretta vicinanza dei loro personaggi nell’auto come una forza che colma il divario tra i loro mondi diversi. “Non è che diventano più simili l’uno all’altro, ma imparano come accettarsi e diventano veri alleati nel tempo”, dice Ali. “Arrivano a capire che sono in questo viaggio insieme, come amici, come una sorta di compagni di squadra, ed è bello vedere quello che succede”.
Per i produttori e il cast, i temi che Green Book affronta così in profondità – dalla razza ai pregiudizi, alla sessualità, agli stereotipi – sono molto attuali ancora oggi.
“Questo è un film sul rapporto tra un uomo nero e un uomo bianco prima del Civil Rights Act, e sullo sfondo ci sono delle ovvie tensioni socio-economiche e razziali”, dice Mortensen. “In molti modi, stiamo affrontando gli stessi problemi rappresentati nel film ancora oggi. Ci sono molte situazioni che si ripetono nella storia, tra il 1962 e oggi, e penso che la gente troverà questo illuminante oltre che divertente”.
In molti modi, Green Book è un film che costringerà il pubblico a confrontarsi con i propri preconcetti e pregiudizi. “Ci sono cose in Green Book che ti faranno incazzare sul modo in cui l’uomo tratta i suoi simili”, dice Wessler. “Ma c’è una redenzione qui: due uomini che creano un rapporto, nonostante le loro differenze”.
Mortensen crede che un film del genere, se ambientato nel passato, può aiutarci a vedere il nostro presente più chiaramente.
“Uscire dal tempo presente può anche spazzare via tutto il rumore delle nostre preoccupazioni immediate e dei pregiudizi”, dice Mortensen. “Tutte quelle cose che ti impediscono di ascoltare qualcuno quando hai una discussione. Guardare un film d’epoca – se è ben costruito e diretto come lo è Green Book – e il modo in cui le persone si sono comportate in passato, spesso ti permette di imparare cose che non potresti imparare guardando un film girato in un ambiente contemporaneo”.
“Questa storia è raccontata con un’eleganza così leggera”, afferma Dimiter D.
Marinov, che interpreta il violoncellista Oleg del trio musicale di Dr. Shirley. “Credo che sia un capolavoro sull’essere umani, sui rapporti umani, sul modo in cui esistiamo. Ogni singola persona, specialmente i giovani, dovrebbe vedere questo film e capire che se vuoi cambiare qualcosa nel mondo, devi iniziare da te stesso. È un film sulla bontà, la vera bontà. Ti dimostra che se sei buono, cambierai, e il tuo cambiamento cambierà anche gli altri. La storia si ripete finché non impariamo”.
E queste lezioni non si limitano alle questioni razziali. “Don Shirley era gay in un momento storico in cui era particolarmente difficile”, dice Farrelly. “Questo riguarda ancora oggi molte persone in tutto il mondo. Questa storia ha avuto luogo nel 1962, ma questi sono gli stessi argomenti di cui parliamo tutt’oggi”.
Il modo in cui questi due personaggi – due uomini agli antipodi che sembrano non avere nessuna esperienza condivisa su cui costruire un’amicizia – alla fine si uniscono è ciò che conferisce a Green Book la sua forza e la sua rilevanza, ritiene Ali. “Questo è un film perfetto per il pubblico di tutto il mondo, perché parla di persone che sono diverse, che sono in grado di scoprire le loro somiglianze e insegnarsi a vicenda le proprie differenze”, dice Ali. “Sono in grado di accettarsi l’un l’altro. Questi uomini provengono da mondi molto diversi e diventano alleati”.
HomeVideo (beta)
info: 31/01/2019.
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