Ciao Amore, Vado A Combattere (2016)
Goodbye Darling, I'm Off to FightUno contro uno, la folla che grida il tuo nome, l'avversario di fronte a te. Non c'è scampo, non puoi rimandare, non puoi scappare: devi affrontarlo, una volta per tutte. Chantal Ughi era una modella, un'attrice, una cantante, ma la sua vita apparentemente spensierata nascondeva un passato oscuro. Non bastavano le passerelle, i set cinematografici e i palcoscenici a risolvere quel passato. Ci voleva il ring. È nel Muay Thai, la boxe tailandese, che Chantal ha trovato il modo di affrontare i suoi demoni: trasferitasi in Tailandia, sotto la guida di un maestro locale, al Muay Thai si è dedicata anima e corpo, vincendo quattro titolo mondiali. Ma non le basta, c'è ancora qualcosa da sputare fuori, un'ombra da affrontare, da prendere a calci, precisi e potenti come solo lei sa darne. Chantal torna sul ring, oggi, per riconquistare la cintura di campionessa del mondo; ma questa volta, per vincere veramente, dovrà affrontare il più temibile dei nemici: se stessa.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 20 Aprile 2017Uscita in Italia: 20/04/2017
Genere: Drammatico
Nazione: Italia, Tailandia, USA - 2016
Durata: 73 minuti
Formato: Colore
Produzione: Meproducodasolo
Distribuzione: I Wonder Pictures
Soggetto:
Il film racconta la storia vera di Chantal Ughi, attrice, modella e cantante che in seguito a un momento di forte crisi personale ha trovato nel Muay Thai, la boxe tailandese, un'arma per affrontare i demoni del proprio passato.
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DICHIARAZIONI DEL REGISTA
Nell'ottobre del 2013 una mia amica giornalista mi parlò di una storia affascinante: una ragazza italiana era stata modella in Giappone, attrice cinematografica in Italia, cantante a New York e poi si era trasferita in Thailandia, rivoluzionando la sua vita ancora una volta, diventando campionessa del mondo di Muay Thai, l'antica arte del combattimento Thailandese.
Decisi di contattarla, incuriosito dalle mille vite fuse in una sola persona. Purtroppo, mi disse che era tornata in Italia e si era ritirata dal ring, dopo 53 incontri. Rimanemmo in contatto; lei si voleva raccontare, sentiva l'esigenza di dire qualcosa, ed io iniziai a percepire che in lei si nascondesse una storia profonda.
Iniziai a leggere i suoi diari, a visionare filmati e fotografie dei suoi anni precedenti; dal periodo trascorso nel locale Nublu Club di New York, dove si esibiva con la sua band, fino ai primi anni trascorsi in Thailandia. In quelle immagini trovavo nuove motivazioni che mi facevano desiderare di raccontare la sua storia: dietro ogni scatto e frame, leggevo, attraverso i suoi occhi, che la verità non risiedeva solamente nell'immagine che avevo di fronte. Quegli scampoli di materiale erano intimi e sinceri, non avevano filtri.
Un giorno, Chantal mi chiama: "Torno in Thailandia, e tra un mese combatto a Bangkok davanti alla famiglia reale, per riconquistare il titolo del mondo"
Insieme al produttore Alfredo Covelli, col quale fin da subito ho condiviso il progetto, decidemmo di iniziare la produzione rapidamente, e due settimane dopo, ci siamo ritrovati in un campo di addestramento di Muay Thai, con il direttore della fotografia Simone Moglié.
È stato un tempo di lavorazione intenso, nel quale Chantal ha ripercorso il suo passato, recente e remoto, affrontando i suoi demoni. Quegli stessi demoni che l'hanno spinta a cambiare vita e a reinventarsi sempre, che l'hanno fatta combattere senza sosta, sia sul ring che nella vita.
DICHIARAZIONE DELLA PROTAGONISTA
Vorrei dedicare questo film a tutte le donne che hanno subito violenza. Vorrei far sapere loro che ci sono modi per combattere il passato e liberarsi, per risorgere dalle ceneri e rinascere.
Devono essere consapevoli che potrebbe essere un lungo viaggio: nel mio caso, il viaggio è durato sette anni e ho attraversato e combattuto molte battaglie. Eccomi qui, oggi, con un paio di cicatrici in più, ma se dovessi affrontare nuovamente tutto questo, non avrei neanche un secondo di esitazione.
Combattere i tuoi demoni ed emanciparti in una società patriarcale è difficile, ma non è solo un sogno. Nel mio caso include il dolore, dover superare la barriera del dolore. La Muay Thai è un'arte marziale nobile e brutale. Sembra bella e forse facile da fuori, ma questa è pura illusione: a volte c'è sangue dappertutto.
La realizzazione di questo film è stata un processo molto doloroso per me. Anni fa, Howard Monath Schwartz, un amico film-maker di New York, passò con me un periodo in Thailandia filmando tutto, voleva realizzare un progetto su di me, ma poi la sua attrezzatura venne rubata da un mio ex fidanzato lottatore, che geloso e rancoroso, vendette le cineprese sul mercato nero, così il progetto rimase incompiuto.
Sono così felice di aver incontrato Simone e Alfredo, e che finalmente loro siano stati in grado di dar vita alla mia storia. È stato molto difficile tornare indietro e cercare di vincere nuovamente il titolo mondiale, ripercorrere la mia strada, tornare a guardare negli occhi fantasmi e demoni del mio passato che avevo sepolto e dimenticato, e che ho scoperto essere più forti di prima.
Alla fine ho capito che nessun'altra soluzione era possibile: ho dovuto affrontare la mia vita.
Questa mia esperienza è fatta di adrenalina, sudore, lacrime, dolore, lividi, solitudine, violenza, pace, fatta di buio e luce, fatta di terra e cielo, fatta di carne, e sì, dell'incredibile emozione di avere la mano alzata alla fine dell'incontro,
anche solo per un secondo, prima del silenzio, prima di scivolare di nuovo sotto le corde, in un posto dove nessuno ti conosce, nessuno parla la tua lingua, in un mondo in cui a nessuno importa se sei donna o uomo. Tenete a mente che in quel luogo e in quel momento, ero sola, totalmente persa nella terra della Muay Thai, ma stavo facendo del mio meglio per trovare me stessa.
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