Gli uomini di questa città io non li conosco (2015)

Gli uomini di questa città io non li conosco - Vita e Teatro di Franco Scaldati
Locandina Gli uomini di questa città io non li conosco
Gli uomini di questa città io non li conosco (Gli uomini di questa città io non li conosco - Vita e Teatro di Franco Scaldati ) è un film del 2015 prodotto in Italia, di genere Documentario diretto da Franco Maresco. Il film dura circa 115 minuti.

La vita e l'opera di Franco Scaldati, una delle figure più significative della seconda metà del novecento europeo che ci ha lasciati nel 2013. Resta nella sua opera l'irripetibile rappresentazione di un'umanità marginale, sconosciuta e ormai scomparsa nella sua essenza. Il suo percorso è stato sinonimo di radicalità e impegno nel farsi portatore di un'idea di teatro lontana dagli schemi tradizionali. Una voce forte, contro l'ipocrisia del "potere", che affermava: "La bellezza è degli sconfitti. Il futuro non è dei vincitori, è di chi ha la capacità di vivere. E chi ha la capacità di vivere, di essere totalmente se stesso, è inevitabilmente sconfitto. È qui il seme che crea e si traduce in futuro, vita: una sconfitta di straordinaria bellezza. Le facce degli sconfitti, le loro voci, continuano ad esistere. Sono i vincitori che non esisteranno più. Questo è il grande splendore dell'esistenza." (Franco Scaldati).

Info Tecniche e Distribuzione

Genere: Documentario
Nazione: Italia - 2015
Durata: 115 minuti
Formato: Colore
Produzione: Ila Palma - Dream Film, Rai Cinema (in collaborazione con), Regione Siciliana (con il sostegno di)

Cast e personaggi

Regia: Franco Maresco

Commento del regista Franco Maresco

"La bellezza è degli sconfitti. Il futuro non è dei vincitori, è di chi ha la capacità di vivere. E chi ha la capacità di vivere, di essere totalmente se stesso, è inevitabilmente sconfitto. È qui il seme che crea e si traduce in futuro, vita: una sconfitta di straordinaria bellezza. Le facce degli sconfitti, le loro voci, continuano ad esistere. Sono i vincitori che non esisteranno più. Questa è il grande splendore dell'esistenza." (Franco Scaldati).

Il teatro di Franco Scaldati è uno straordinario esempio di resistenza morale e culturale di fronte alla barbarie che avanza senza tregua. È stato per me un privilegio averlo conosciuto ed essere stato suo amico. Spero con questo mio documentario di contribuire alla conoscenza di un grande poeta e di un grande uomo la cui arte ha tanto da dire a questa nostra generazione confusa e disperatamente sola. Sono convinto che se non avessi avuto il privilegio di conoscere Franco Scaldati, più di trent'anni fa, il mio cinema sarebbe stato un'altra cosa e, chissà, forse non avrei nemmeno deciso di fare il regista. Conoscevo dalla nascita la terribile bellezza di Palermo e le sue infinite tragedie, ma è stato Franco a farmi scoprire l'anima profonda della nostra città. Nessuno prima di lui ha raccontato il "sottosuolo" palermitano, nessuno come lui ha rappresentato gli ultimi, gli esclusi, con la sua potenza poetica, reinventando una lingua (il dialetto palermitano) che fino ad allora era stata espressione di una cultura considerata "minore" perché popolare e quindi folkloristica.

Franco Scaldati

Franco Scaldati (Montelepre, 13 aprile 1943 – Palermo, 1 giugno 2013) è stato drammaturgo, attore, regista, poeta. Attivo principalmente in campo teatrale, ne è considerato una delle voci più importanti di fine novecento. Nell'immediato dopoguerra la famiglia si trasferisce a Palermo. Lascia la scuola prima di conseguire la licenza elementare e inizia a lavorare in una sartoria (quella dei fratelli Ferina) frequentata da attori di teatro (per questo viene soprannominato "il sarto"). La sua prima compagnia teatrale nel 1978 viene, infatti, denominata: "La compagnia del Sarto". Il suo debutto in teatro avviene al teatro Biondo di Palermo con un testo di Luigi Capuana. Comincia a mettere in scena le proprie opere: "Il Pozzo dei Pazzi" e, a breve distanza, "Lucio" e in seguito "Manu Mancusa" e "Il Cavaliere Sole". Negli anni novanta, a partire dall'esperienza del laboratorio Femmina dell'ombra, porta la sua attenzione al territorio dando vita a numerosi laboratori con gli abitanti del quartiere Albergheria (uno dei quartieri più degradati del centro storico di Palermo). In questi anni mette in scena "La Notte di Agostino il Topo", "Sonno e Sogni" e "Santa e Rosalia". Vari dei suoi testi sono scritti in lingua siciliana, quella correntemente parlata a Palermo. Oltre che autore e attore di molte opere teatrali, Scaldati si cimenta anche come attore nel cinema partecipando ai film Kaos dei fratelli Taviani, L'uomo delle stelle e Baaria di Giuseppe Tornatore, I briganti di Zabut, Il giorno di San Sebastiano, Gli indesiderabili di Pasquale Scimeca e Il Buma di Giovanni Massa. Nel 2003, con la regia di Daniele Ciprì e Franco Maresco, è uno dei protagonisti del film Il Ritorno di Cagliostro. Negli anni 2005 e 2006 ha ricoperto l'incarico di direttore artistico della sezione teatro delle "Orestiadi" di Gibellina. Nel 2012, insieme a Franco Maresco e Roberta Torre, realizza spettacoli e laboratori per la rassegna In Cantiere ai Cantieri Culturali alla Zisa a Palermo. Durante la sua carriera si impegna a creare e recuperare nuovi spazi culturali. Apre i teatri indipendenti Teatro & C., Re di Coppe e Il Piccolo Teatro. Le sue opere, pubblicate in Italia, sono state tradotte anche in catalano, in polacco e in svedese. 

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