Poster Europa

Europa (2021)

Europa
Locandina Europa
Europa è un film del 2021 prodotto in Italia, di genere Drammatico e Thriller diretto da Haider Rashid. Il film dura circa 75 minuti. Il cast include Adam Ali, Svetlana Yancheva, Pietro Ciciriello, Gassid Mohammed, Mohamed Zouaoui, Erfan Rashid. In Italia, esce al cinema giovedì 2 Settembre 2021 distribuito da I Wonder Pictures.

Confine tra Bulgaria e Turchia: Kamal è un giovane iracheno che sta cercando di entrare in Europa a piedi, attraverso la 'rotta balcanica'. È braccato dalla polizia bulgara e dai 'Cacciatori di Migranti'. Kamal ha nello zaino un passaporto, alcune foto di famiglia, dei fogli con degli appunti e dei numeri di telefono per quando arriverà in Europa. Sperando che questo accada.

L'arrivo dei migranti in Europa è gestito da organizzazioni criminali che operano in complicità con forze di polizia di frontiera e ufficiali governativi di alto rango. I migranti, in cerca di sicurezza e dignità, vengono abitualmente abusati da questi rappresentanti della legge che li assoggettano a violenze e intimidazioni, respingendoli oltre i confini europei. Le foreste lungo questi confini vengono anche pattugliate da gruppi organizzati di civili nazionalisti che si definiscono "Cacciatori di Migranti". Uomini e donne ogni giorno affrontano la morte per crearsi una nuova vita.

Kamal, un giovane iracheno che sta entrando in Europa a piedi attraverso la frontiera tra Turchia e Bulgaria, lungo la cosiddetta "rotta balcanica", viene respinto insieme ad altri migranti dalla polizia di frontiera bulgara. Alcuni di loro vengono uccisi, altri catturati, ma lui riesce a scappare. Cercherà una via d'uscita in un'interminabile foresta, un sottomondo dove le regole e la legge non esistono, rimanendo ferito durante uno scontro con i Cacciatori di Migranti bulgari. Per tre giorni e tre notti Kamal lotta per la sua vita in un viaggio di sopravvivenza, fino a un ultimo scontro tra vita e morte.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 2 Settembre 2021
Uscita in Italia: 2 Settembre 2021 al Cinema
Genere: Drammatico, Thriller
Nazione: Italia - 2021
Durata: 75 minuti
Formato: Colore
Produzione: Radical Plans, Beyond Dreams (Kuwait), Fair Play (Italia)
Distribuzione: I Wonder Pictures

Cast e personaggi

Regia: Haider Rashid
Sceneggiatura: Haider Rashid, Sonia Giannetto
Fotografia: Jacopo Maria Caramella
Scenografia: Francesco Bacci
Montaggio: Haider Rashid, Sonia Giannetto
Costumi: Alice Rinaldi

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
Haider Rashid (Produttore), Abdullah Boushahri (Produttore esecutivo), Ivano Fucci (Produttore esecutivo), Michele Saragoni (Produttore esecutivo), Stefano Mutolo (Produttore esecutivo)


Fonico di presa diretta: Giandomenico Petilllo | Sound design: Gabriele Fasano | VFX Supervisor: Daniele Bernabei | Organizzatore generale: Guglielmo D'Avanzo | Direttrice di produzione: Monica Sperandio | Aiuto regia: Sonia Giannetto.

Immagini

[Schermo Intero]

Curiosità

Film realizzato con il contributo di: Direzione Cinema e Audiovisivo – MIC Programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema – Toscana Film Commission Baghdad Film Fund – Ministry of Culture, Iraq AFAC – Arab Fund for Arts and Culture Proxima Award – Milano Film Network OSN Award – Cairo Film Connection. 

NOTE DI PRODUZIONE – di Haider Rashid

L'idea del film è nata leggendo delle esperienze di vita reale dei migranti che attraversano il confine tra Turchia e Bulgaria e dalle conversazioni che ne sono seguite con varie persone. La Bulgaria è il paese in cui mio padre si è recato, quando è scappato dall'Iraq nel 1978 alla volta dell'Europa. Sebbene il suo viaggio sia stato diverso da quello che intraprende il protagonista del film, in qualche modo mi è sembrato ancora più giusto raccontare questa storia. La prima stesura della sceneggiatura è stata scritta nell'arco di cinque o sei notti, in modo molto viscerale ma già strutturata nella storia e nel personaggio. La volontà era di usare elementi di genere nella struttura e nel ritmo della storia, evitando qualsiasi tipo di retorica e pietismo e concentrandomi sul personaggio, sia narrativamente che in termini di rapporto con la macchina da presa. Volevo che il pubblico conoscesse sufficientemente il protagonista per provare empatia nei suoi confronti, ma non troppo, così che questa fosse non solo la storia di una persona, ma dei tanti che hanno vissuto questa orribile esperienza, a volte senza farcela. L'obiettivo era di creare un'esperienza che avvolgesse gli spettatori con un forte senso di presenza. Questa prima stesura non ha subito modifiche sostanziali per circa un anno, durante tutta la fase di ricerca dei finanziamenti per il film. Nel frattempo abbiamo effettuato sopralluoghi in Bulgaria e ho potuto incontrare sul campo migranti, ex funzionari pubblici, e avvocati per i diritti umani, visitando anche la foresta e l'area che sono il teatro della storia. In questa fase del progetto è stata riscontrata la veridicità di quanto sarebbe stato rappresentato sullo schermo, ma sono emersi lati più oscuri e raccapriccianti della questione migratoria, poi integrati nelle successive stesure della sceneggiatura, che ho scritto con Sonia Giannetto, regista diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, qui anche in veste di co-montatrice e aiuto regia. Una collaborazione fondamentale e centrale nella realizzazione del film, importante anche per la concezione del suono, che già nella fase di scrittura è stato concepito e sceneggiato in modo tale da avere una valenza narrativa che potesse contribuire al racconto in maniera fondamentale. L'intera storia e il lavoro della macchina da presa in EUROPA sono focalizzati sul protagonista, con l'idea che la macchina da presa potesse "respirare" con lui guidando, con i suoi movimenti, anche i movimenti all'interno del suono del film. La particolare concezione del suono sia nel montaggio che nel missaggio di EUROPA deriva in parte dalle mie passate esperienze con la realtà virtuale. Il documentario "No Borders", Premio MigrArti alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2016, è stato il banco di prova tecnico per molti dei concetti espressi poi nel suono di EUROPA che adotta un approccio tridimensionale. Si tratta di una evoluzione dell'approccio scelto per "No Borders": l'approccio visivo è tornato quello del cinema lineare, ma con la spiccata intenzione di mantenere un approccio immersivo sul personaggio. Per quanto riguarda il ruolo principale, quello di Kamal, l'obiettivo era di trovare un attore che potesse comprendere il senso di perdita e spaesamento che si voleva rappresentare a livello emotivo. La scelta è caduta su Adam Ali il cui volto ricordava quello degli attori del cinema muto che riuscivano a rappresentare una storia solo con l'espressività. Il primo incontro con Adam Ali è avvenuto in videochiamata mentre l'attore era in Canada per interpretare un ruolo nella serie "Little America" di Apple TV+. Con il protagonista, Adam condivide la lingua e un certo senso di spaesamento identitario. Ha spesso dovuto affrontare sfide fisiche ed emotive notevoli durante le riprese, senza mai fare uso di controfigure. Il contributo dello Stunt Coordinator Ally McLelland è stato fondamentale per permettere ad Adam di affrontare le scene di scontro fisico. Le riprese di EUROPA sono state effettuate nel luglio 2019 in un bosco selvaggio chiamato Alpe della Luna, in provincia di Arezzo, Toscana. Inizialmente il film doveva essere girato nella foresta di Strandhza in Bulgaria, dove si svolge la storia, ma la produzione era legata ai finanziamenti italiani. I sopralluoghi in Toscana sono durati svariate settimane, poiché era importante trovare un luogo che corrispondesse alla foresta originale e quello dell'Alpe della Luna si è rivelato praticamente identico in termini di terreno, alberi e piante. Importante, in questo senso, è stato il contributo di Denitza Stefanova, una regista bulgara con base a Roma. La natura selvaggia e il realismo sono stati privilegiati rispetto alla praticità logistica, il che ovviamente ha reso più difficile il lavoro del team di produzione, vincolato da un budget che consentiva solo 18 giorni di riprese. Inoltre, si era scelto di girare il film in sequenza per consentire alla performance di crescere coerentemente con la storia e in modo che si potesse adattarla a seconda delle location e di eventuali cambiamenti forzati. Le tre settimane di set sono state difficili, ma più tempo la troupe trascorreva nella foresta, più si isolava dal mondo esterno, entrando in qualche modo a far parte del film. È stata un'esperienza umana unica per l'intera troupe. Per quanto riguarda i VFX, nonostante il film contenga poche inquadrature con effetti visivi, l'aspetto tecnologico impiegato nella realizzazione di tali inquadrature è di grande innovazione. Daniele Bernabei, VFX supervisor, e Luca Prestini, senior compositor, hanno utilizzato le nuove funzionalità del software Nuke di Foundry, la più importante società di software per VFX al mondo, dedicate all'elaborazione mediante l'utilizzo di reti neurali e intelligenza artificiale. Questo ha abbattuto considerevolmente i tempi di realizzazione dei VFX, rendendoli quindi adatti al budget del film, utilizzando questa tecnologia avanzata per ridurre considerevolmente le ore-uomo e quindi i costi. Bernabei e Prestini, entrambi ricercatori interni a Foundry e collaboratori della società di produzione di EUROPA, Radical Plans, hanno quindi usato i VFX del film come un progetto sperimentale, intorno a cui è poi stato realizzato un case study.

HAIDER RASHID VERSO "EUROPA"

"Ho iniziato a fare cortometraggi quando avevo diciotto anni, con i miei amici del liceo. Mi sono poi trasferito a Londra per studiare Cinema, ma presto ho abbandonato la scuola e, tra lavori saltuari nel montaggio e sottotitolaggio, ho iniziato a scrivere il mio primo film, che ho poi diretto e prodotto a 23 anni. Era un dramma ambientato a Londra chiamato 'Tangled Up in Blue', sul figlio di un noto scrittore iracheno alle prese con la morte del padre a Baghdad. Sono riuscito a ottenere un'uscita in un unico schermo a Londra, ma il film ha viaggiato in un paio di dozzine di festival in tutto il mondo, uno dei quali è stato il Dubai International Film Festival, che è stato un centro straordinario per i registi arabi o di origine araba, insieme al suo evento annuale del Gulf Film Festival. Quegli anni sono stati incredibilmente preziosi per me perché il mio lavoro non riceveva molta attenzione in Europa. Ma poterlo condividere in una community appassionata come quella creata da Masoud Amrallah Al Ali, ex direttore artistico del Dubai International Film Festival, mi ha dato l'opportunità di crescere come regista. Dopo un documentario musicale chiamato 'Silence: All Roads Lead to Music', che ha debuttato anche a Dubai e poi ha viaggiato in altri festival tra i quali quello di Seattle, sono tornato in Italia, ho fondato la mia casa di produzione Radical Plans e nel 2013 ho prodotto il mio secondo lungometraggio di finzione intitolato 'Sta per piovere' con un micro budget. Il film racconta la storia di Said Mahran, un giovane nato in Italia di origini algerine, che ha dovuto affrontare un decreto di espulsione perché suo padre ha perso il permesso di soggiorno e l'intera famiglia è stata quindi invitata a lasciare il Paese. Said e suo fratello Amir non erano mai stati in Algeria, l'Italia era il loro paese e ora li respingeva. Con questo film ho voluto affrontare il tema della cittadinanza e dell'identità, a me molto caro, costante nella mia famiglia e nel mio ambiente. Anche se abbiamo ottenuto una piccola uscita, che per noi è sembrata incredibile dato che era un film così piccolo, l'accoglienza è stata sorprendente ed è ancora proiettato periodicamente da qualche parte nel Paese. Abbiamo avuto modo di proiettarlo anche al Parlamento italiano durante le discussioni sulla legge sulla cittadinanza, che non è stata ancora modificata per includere l'ormai grande numero di figli di immigrati nati e cresciuti in Italia. Nel 2013 ho poi deciso di fare un film che desse una mia personale interpretazione della scena rap italiana lungo 20 anni. Abbiamo trascorso due anni on the road con alcuni dei più grandi rapper del Paese e siamo usciti nel 2015 con 'Street Opera' che è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma. Quel film mi ha insegnato molto sulla musica, sulla cultura giovanile e sul guadagnarsi il rispetto della propria comunità, che è ciò su cui si basa la cultura del rap underground. Nel 2015 la realtà virtuale stava tornando e sembrava che fosse destinata a rimanere. Ho iniziato ad armeggiare con essa, facendo il primo esperimento con le riprese a 360 gradi e utilizzando il suono immersivo. Non c'era così tanta tecnologia come c'è oggi per far funzionare la realtà virtuale ed è stato molto divertente inventare soluzioni. Ho avuto la grande fortuna di lavorare con due persone che sono state fondamentali in questo processo: Daniele Bernabei, con cui collaboro da anni e che ora lavora a Londra presso Foundry, una delle software house VFX più importanti al mondo – precisamente sugli strumenti VR per Nuke, la loro suite VFX – e Gabriele Fasano, il mio sound designer che da anni lavora e ricerca il suono spaziale ed è sceso nella tana del coniglio con me per capire come affrontare questa nuova straordinaria tecnologia. Una cosa di cui ero sicuro, però, era che il miglior uso della realtà virtuale per me non sarebbe stato solo un espediente per provocare un 'effetto wow', ma per farne un buon utilizzo ai fini narrativi. È stato allora che ho avuto l'idea per 'No Borders'. Volevo immergere il pubblico nei centri di accoglienza per migranti autogestiti a Roma e Ventimiglia, al confine con la Francia, non troppo lontano da Cannes, per provare a mostrare alle persone dall'interno le fatiche che queste giovani donne e uomini stavano affrontando nel viaggiare attraverso il Paese, dopo essere arrivati sulle coste del Sud Italia, per raggiungere il Nord Europa. È stato un progetto entusiasmante ma artisticamente pensato per lasciarmi alle spalle le regole del cinema lineare, l'idea del fotogramma e della composizione nel modo in cui ero abituato a pensarci. È stato liberatorio quando è successo, perché ho iniziato a pensare alla vista a 360 gradi sia in termini di immagini che di suono. Ci sono stati molti tentativi ed errori e la post-produzione ha richiesto diversi mesi in quanto Daniele, Gabriele ed io abbiamo fatto ricerca e sviluppo sulle tecnologie coinvolte. Gran parte della ricerca e sviluppo che abbiamo fatto è stata poi utile per lo sviluppo degli strumenti Nuke VR, poiché 'No Borders' è stato ampiamente utilizzato per i test da Foundry. Allo stesso tempo mi ha colpito sentire storie di persone – a volte adolescenti senza le proprie famiglie – che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l'Europa. Non solo mi ha informato come cittadino, ma mi ha anche ricordato storie e ricordi della mia famiglia. Leggendo, discutendo e studiando sempre di più mi sono imbattuto in ciò che stava accadendo al confine orientale dell'Europa, a terra, dove i migranti venivano cacciati dai cosiddetti 'cacciatori di migranti'. È stato allora che ho avuto l'idea per EUROPA. Il titolo è venuto insieme all'idea, l'uno non potrebbe vivere senza l'altro."

NOTA DI AMNESTY ITALIA

Il 5 settembre 2015 veniva ritrovato sulle spiagge turche il corpo senza vita di Alan Kurdi, bimbo curdo-siriano di tre anni. Era finito in mare nel tentativo di raggiungere le isole greche. Da lì a pochi giorni centinaia di migliaia di persone – prevalentemente provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan – sono arrivate in Europa attraversando i paesi balcanici, aprendo così ufficialmente "la rotta balcanica". Nei mesi successivi si concretizza, purtroppo, quello che era stato solo dichiarato ma mai reso concreto negli atti: una nuova chiusura delle frontiere. In virtù dell'impropriamente detto "accordo" tra Unione europea e Turchia, seguito da altri e nuovi provvedimenti interni attuati dai diversi stati membri con i paesi dei Balcani, i confini degli stati lungo la rotta balcanica vengono definitivamente resi invalicabili e il viaggio verso l'Europa torna ad essere più pericoloso, lungo e costoso, anche e soprattutto in termini di vite umane. Si attua così una nuova fase politica di esternalizzazione della gestione dei flussi migratori e controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea. Il tutto a danno e contro i diritti delle persone. Decine di migliaia di persone, infatti, restano bloccate dentro i paesi balcanici in campi temporanei, sovraffollati, con condizioni igieniche inadeguate, mancanza di acqua calda, cibo insufficiente e difficoltà di accedere alle cure mediche. Lungo tutta la rotta le persone subiscono violenze, torture, respingimenti e restrizioni arbitrarie da parte delle autorità di polizia di frontiera dei vari paesi, anche europei. Il regista Haider Rashid con il suo film Europa, attraverso la storia di un ragazzo iracheno, ci "porta" nella cruda, violenta e pericolosa rotta all'interno dei paesi balcanici e dei confini dell'Europa. Il respiro del protagonista spesso affannoso scandisce i ritmi della disperazione nel tentare il pericolosissimo "game". Dal quale non sempre si riesce ad uscire vivi. Braccato anche dalla natura oltre che dalle polizie di frontiera complici dei trafficanti di esseri umani viviamo con lui la sua angoscia che è la stessa di tutti i migranti.

Eventi

Premiato con il Beatrice Sartori Award – Premio della critica indipendente a Cannes nella Quinzaine des Realisateurs 2021, e con il Nastro della legalità 2021 dai Giornalisti Cinematografici Italiani. 

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