Elvis and Nixon (2015)
Elvis and NixonNel 1970 Elvis Presley (Michael Shannon) si reca a Washington D.C. con l'obiettivo di convincere il presidente Richard Nixon (Kevin Spacey) a nominarlo agente federale sotto copertura. Presley si presenta senza preavviso alla porta della Casa Bianca con il suo amico Jerry Schilling (Alex Pettyfer) e persuade le guardie sbalordite a consegnare di persona una lettera a Nixon, con la quale richiede un incontro privato. I membri dello staff della Casa Bianca Egil "Bud" Krogh (Colin Hanks) e Dwight Chapin (Evan Peters) suggeriscono al presidente che un incontro con Elvis durante l'anno elettorale potrebbe far bene alle pubbliche relazioni, ma Nixon non sembra essere in vena di assecondare la richiesta del leggendario cantante rock. Senza scoraggiarsi, Jerry e Sonny (Johnny Knoxville), il partner di Elvis, cercano di trovare un accordo con Krogh e Chapin: Elvis firmerà un autografo per Julie, la figlia di Nixon, in cambio dell'incontro con il Presidente. Prima di fare il suo ingresso trionfale, Presley viene istruito ampiamente sul protocollo della Casa Bianca, ma della cosa si disinteressa in fretta. Con sorpresa e stupore di tutti, i due simpatizzano, superando il reciproco disprezzo derivante dall'appartenenza a due culture differenti.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 22 Settembre 2016Uscita in Italia: 22/09/2016
Genere: Commedia
Nazione: USA - 2015
Durata: 86 minuti
Formato: Colore
Produzione: Amazon Studios
Distribuzione: Videa-CDE
Box Office: USA: 456.793 dollari | Italia: 221.135 euro
Soggetto:
Basato sul vero incontro che ha avuto luogo il 21 dicembre 1970, ELVIS e NIXON ritrae in modo divertente l'improbabile colloquio tra il cantante rock più importante di sempre e l'uomo politico più potente al mondo.
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NOTE DI REGIA – LIZA JOHNSON
Quando ho letto la sceneggiatura di ELVIS & NIXON, una delle prime cose che mi ha colpito e sorpreso era che Nixon non capisse perché dovesse incontrare Elvis. Oggi viviamo una fusione quasi totale tra il mondo dello spettacolo e quello della politica. Suppongo che Nixon fosse famoso per non comprendere il mondo dei media, ma oggi sembra così strano e antiquato.
Per Elvis l'incontro era molto importante e la lettera che scrisse a Nixon mostra aspetti del suo lato privato. Elvis è una figura enorme e rappresenta cose diverse per molte persone, ma è raro che qualcuno si fermi a pensare a lui come persona. Negli anni '50 rappresentava per i giovani l'incarnazione della controcultura del Rock 'n' Roll, come è accaduto che nel 1970 ha cercato così insistentemente il riconoscimento da parte dell'Establishment?
Quando mi è stata presentata questa bizzarra e meravigliosa sceneggiatura, che includeva già Michael Shannon nel cast, mi sono emozionata perché sapevo che avrebbe gestito perfettamente la profondità della storia di Elvis e anche l'incredibile assurdità della situazione. Anche Kevin Spacey condivideva la mia impressione ed è stato eccitante lavorare sul ruolo di Nixon con qualcuno che ha interpretato personaggi che incarnano il potere dello Stato, da Riccardo III a Frank Underwood. Insieme hanno portato unione e coesione al progetto ed è stato un enorme privilegio lavorare con loro.
La sceneggiatura raccoglie la giustapposizione al contempo assurda e comica dell'icona del rock più carismatica al mondo e del Presidente americano probabilmente meno rock 'n' roll che ci sia stato. Mi piace l'approccio degli autori alla storia. Amo il modo in cui hanno immaginato scene fantasiose per completare le informazioni storiche note. Ad esempio, sappiamo dai dibattiti televisivi tra Nixon e Kennedy che il Presidente era riluttante rispetto ai cambiamenti che si stavano verificando nel rapporto tra il mondo dello spettacolo e quello della politica. Negli archivi nazionali è riportato che Bob Haldeman davvero rispose alla richiesta di Krogh e Chapin relativa all'incontro tra Elvis e Nixon scrivendo: "State scherzando!" Ma non sappiamo esattamente cosa sia successo in ogni momento di quella mattina; Nixon non iniziò le sue registrazioni fino al febbraio del 1971.
Ho apprezzato il modo in cui gli autori hanno modellato tutti i dettagli storici, e la produzione riflette questa attenzione. Alex Pettyfer guida una Cadillac Eldorado, bianca con interni in pelle rossa, esattamente come la macchina che Elvis comprò per Jerry. La sala TV nella tenuta di Graceland è stata ricreata nei minimi dettagli, compreso il tavolo da caffè a specchio, la scimmia di porcellana bianca e il logo TCB. Gli abiti che indossa Michael Shannon sono realizzati sui modelli originali usati per fare l'abito che Elvis indossava alla Casa Bianca. Le sue collane e gli occhiali sono repliche esatte.
Per fortuna abbiamo potuto consultare Jerry Schilling. Il suo libro è stato una preziosa guida per gli autori e per me. Per esempio, credo che l'amicizia tra Jerry e Elvis sia durata per tutta la vita perché Jerry ad un certo momento ha voluto trovare la propria strada e ha preso le distanze nei momenti critici. Non è andata così per tutti i membri della Memphis Mafia. Ma quello era l'approccio di Jerry. Molti dei fatti riportati nel film sono accaduti veramente durante il viaggio alla Casa Bianca, alcuni poco prima o subito dopo, o negli anni successivi. Gli autori hanno "compresso" alcune situazioni reali per dar vita a questa storia in modo giocoso e ben lontano da un docu-drama facendo convivere la veridicità dei personaggi e le verità emotive insieme a i fatti noti. Credo che si avvicini più a un bromance storico.
LA PRODUZIONE
L'idea di fare un film sull'incontro tra Elvis Presley e Richard Nixon è stata originariamente ispirato da un ritratto di Elvis tutt'altro che sorridente di fronte alla telecamera e di profilo, tipo foto segnaletica, che si trova in casa del produttore Cassian Elwes. Ad una festa di Natale, Joey Sagal, amico di lunga data di Elwes, che aveva anche impersonato Elvis, ha raccontato la storia che c'era dietro la fotografia dell'artista Russell Young. "Mi ha detto che la foto è stata scattata quando Elvis era andato segretamente a Washington per diventare un agente della narcotici sotto copertura", ricorda Elwes. "Joey ha detto: 'Questa è la foto ufficiale di Elvis per il distintivo.' Ed io ho esclamato: 'Di cosa stai parlando?' E mi ha raccontato tutta la storia."
Per delineare la storia sono state fondamentali due testimonianze dell'incontro e degli eventi che lo resero possibile. Il libro di memorie Me and a Guy Named Elvis di Jerry Schilling, amico e confidente di lunga data di Presley, è stato una sorta di road map per gli autori. L'altro sono le note manoscritte prese durante la riunione dal consigliere di Nixon Egil "Bud" Krogh, pubblicate poi nel libro The Day Elvis Met Nixon.
Grazie alle informazioni di Schilling, che rappresentavano il punto di vista di Presley e quelle di Krogh, che rappresentavano quello della Casa Bianca, i produttori sapevano che la storia aveva la stoffa per diventare un grande film. "Quando ho letto la sceneggiatura mi sono detto: 'devo fare questo film", dice Cassian Elwes.
Al di là di impersonare Elvis
In un mondo pieno di persone che interpretano o sono sosia di Elvis, sarebbe stato facile per i registi trovare qualcuno in grado di imitare i manierismi fisici del re. La sfida è stata trovare un attore che andasse oltre i movimenti delle labbra o il modo di muovere le gambe per far emergere la persona sotto il personaggio.
Quando è stato contattato per la parte, l'acclamato attore Michael Shannon, candidato all'Oscar® per il suo ruolo in REVOLUTIONARY ROAD, non sapeva molto di Elvis a parte la sua identità pubblica, ma il produttore Holly Wiersma, che aveva lavorato con Shannon nel 2006 nel thriller BUG, non si è arreso fino a quando non l'ha convinto ad accettare la parte. "Gli ho persino mandato animali di peluche che cantavano le canzoni di Elvis per la sua bambina", ricorda Wiersma.
Alla fine Shannon ha visto il ruolo come un'opportunità per ridisegnare la percezione pubblica di una figura iconica americana. "Non avrei mai immaginato me stesso nel ruolo di Elvis", dice Shannon. "Ma una volta che ho iniziato a lavorare sulla parte, mi sono reso conto che era una persona molto più complicata di quello che si pensa. Purtroppo, imitatori e sosia hanno trasformato Elvis in una sorta di caricatura fumettista. In realtà era un uomo molto intelligente e complesso."
Per ottenere una migliore comprensione dell'uomo che si celava dietro agli occhiali modello Aviator, Shannon ha visitato la tenuta Graceland e i leggendari Sun Studios a Memphis, dove Presley ha iniziato la sua carriera discografica. Inoltre ha visitato l'umile casa di quando era ragazzo. "La cosa che mi ha colpito è stato quando sono andato a Lauderdale Courts, il complesso di edilizia popolare di Memphis dove ha vissuto Elvis quando era ragazzo. Hanno conservato questo piccolo appartamento dove viveva con i suoi genitori e si può visitare la camera da letto di Elvis. Rimasi in quella stanza immaginandolo come un adolescente seduto sul letto, o che guarda fuori dalla finestra e sogna quello che vuole fare della sua vita. Mi ha davvero colpito."
Shannon ha lavorato molto per cogliere le sfumature della voce distintiva di Presley. "Jerry mi ha dato un'intervista presa dal film ELVIS ON TOUR. C'erano solo circa 30 secondi in cui si sentiva Elvis parlare, solo due o tre righe, ma l'ho ascoltato ripetutamente per poter imitare la voce. Una delle cose che più mi intimoriva era che nessuno in realtà ha mai parlato come Elvis. Non è solo un accento del sud, non avevo mai sentito un accento simile in vita mia. Sul set o ascoltavo il mio CD o pensavo ad Elvis."
Un impeccabile Nixon
Kevin Spacey, che è stato due volte nominato agli Emmy per ruolo del presidente Frank Underwood nella serie drammatica di Netflix HOUSE OF CARDS, è stata la prima scelta per interpretare il 37° presidente degli Stati Uniti. "Le riprese che richiedevano Kevin erano programmate per 5 giorni e fortunatamente lui era disponibile", dice Cassian Elwes. Così il due volte premio Oscar® è partito in quarta. "Kevin ha ritirato il Golden Globe per HOUSE OF CARDS nella notte di domenica a Los Angeles, ha fatto quattro interviste dietro le quinte, è arrivato in Louisiana alle 3:30 del mattino e alle nove era sul set per interpretare un assolutamente perfetto Nixon," ricorda Elwes.
Per Spacey, noto appassionato di politica che ha recentemente lavorato come narratore e produttore esecutivo della serie di documentari RACE TO THE WHITE HOUSE per la CNN, la possibilità di ricostruire l'incontro Elvis-Nixon è stata irresistibile. "Prima di tutto, è una storia esilarante," dice, "e io non potevo perdermi la possibilità di lavorare con Michael Shannon. È un grande attore teatrale e ha interpretato così verosimilmente Elvis che abbiamo trascorso davvero bei momenti durante le riprese."
Spacey si è preparato molto sulla personalità del Nixon "dietro le quinte" prima dell'inizio delle riprese. "Ho ascoltato ore e ore di registrazioni di conversazioni telefoniche di Nixon e riunioni private della Casa Bianca", dice Spacey. "Sono rimasto sbalordito dalla paranoia che aveva sul fatto che persone all'esterno cercassero di distruggerlo. Aveva un enorme diffidenza della stampa e un sacco di nemici. È incredibile quanto fosse scontroso e il suo uso di un linguaggio volgare è stato scioccante. Non potevo credere al genere di cose che ha detto."
Oltre a studiare i manierismi vocali di Nixon, l'attore si è anche concentrato sul linguaggio del corpo del presidente. "Se si guardano le fotografie private di Nixon, si osserva che teneva una posizione ricurva," dice Spacey. "Non si sentiva a sua agio e ho cercato di incarnare l'essenza di quel disagio."
Secondo Johnson, la preparazione meticolosa di Spacey gli ha permesso di sviluppare il personaggio andando oltre la semplice imitazione. "La sua ricerca del personaggio è davvero incredibile. Si chiedeva come fosse Nixon in quel momento della sua vita, cosa avesse vissuto prima, che cosa volesse. Volevamo che Kevin recitasse trasmettendo il valore comico e drammatico delle scene senza essere artificiale e imitativo."
Shannon e Spacey hanno saputo sfruttare il sorprendente rapporto che si crea tra i loro personaggi durante il breve incontro nello Studio Ovale. "Nixon era un buon manipolatore ed Elvis aveva un modo di fare molto personale per ottenere ciò che voleva", dice Spacey. "Si potrebbe pensare che queste due figure avessero buone ragioni per essere sospettosi l'uno dell'altro, ma nel periodo di tempo che trascorsero insieme, Elvis e Nixon si resero conto che provenivano da ambienti simili e condividevano una visione del mondo non troppo diversa. Almeno nella nostra versione dei fatti, Elvis e Nixon mostrano di apprezzare reciprocamente la compagnia dell'altro e penso che questa sensazione sia un elemento divertente che caratterizza tutto il film".
Spacey è stato concentratissimo sul personaggio di Nixon durante tutte le riprese. "Kevin aveva un piccolo schermo sul set per guardare vecchi filmati di Nixon", dice Johnson. "Ha assorbito la fisicità del presidente, il modo in cui Nixon si muoveva, i gesti delle mani e il modo di parlare".
Pur avendo stili contrastanti, l'accoppiata dell'estroverso Spacey e del più riservato Shannon ha dato vita ad una chimica naturale nell'Ufficio Ovale. "Kevin ha un bizzarro senso dell'umorismo e anche io," spiega Shannon. "Ci siamo fusi bene. Circa a metà della sua settimana di riprese, Kevin mi ha dato un colpetto sulla spalla e ha detto: 'Questo film sarà come IL DOTTOR STRANAMORE.' Ho esclamato: 'Oh, questo sì che sarebbe divertente.' E quando mi ha chiesto perché, ho risposto che il mio film preferito di Elvis era proprio IL DOTTOR STRANAMORE. Cosa c'è di meglio di girare un film su Elvis che probabilmente sarà nello stile del tuo film preferito?"
Portare in scena lo Scontro tra Titani
Wiersma contattò la regista Liza Johnson che si mostrò subito entusiasta e animata da un vero e proprio amore per la storia e dal grande legame con Shannon, che aveva diretto nel 2012 nel film drammatico RETURN. Sebbene sentisse un forte connessione con i personaggi nella sceneggiatura, non poteva immaginare che avrebbe finito per interagire anche con le loro controparti reali. "È stato surreale avere le vere figure storiche sul set insieme agli attori che li impersonavano," dice Liza Johnson.
"Quando abbiamo girato le scene nello Studio Ovale, Jerry Schilling ha deciso di contattate il vero Bud Krogh e invitarlo sul set", ricorda la Johnson. "Così abbiamo avuto il finto Jerry Schilling e il finto Bud Krogh mentre i veri Bud e Jerry erano lì che chiacchieravano tra loro. Avevo davanti a me gli attori mentre i personaggi reali erano proprio dietro di me. Quella notte siamo andati in un bar con Cary Elwes e tutto ad un tratto Bud Krogh comincia a recitare delle scene de LA STORIA FANTASTICA. Ho pensato che fosse il giorno più surreale della mia vita."
Due gruppi di assistenti
Mentre Elvis e Nixon sono al centro della scena, nel film ci sono anche molti personaggi secondari. Jerry Schilling, la figura dominante dell'entourage di Presley, aveva diritto all'approvazione finale per il casting del suo personaggio. Ha presentato cinque nomi tra cui il 25enne Alex Pettyfer. Una volta che Wiersma gli ha offerto la parte, Pettyfer ha trascorso tutto il tempo che poteva con il suo corrispettivo della vita reale.
"Alex è un attore molto intelligente", dice Schilling. "Guardando le foto di me di 44 anni fa, ci si rende conto quanto abile sia stato nel ripetere il mio linguaggio del corpo e il mio atteggiamento", dice Schilling. "Probabilmente mi conosce meglio di me."
Durante i suoi incontri con Schilling, Pettyfer ha appreso molto degli aspetti privati di Elvis Presley. "Jerry mi ha parlato di come la gente abbia dato sempre così tanta enfasi agli aspetti esteriori di Elvis senza mai comprenderne l'interiorità, la sua mente e il suo cuore", dice il giovane attore inglese che ha recitato in film come MAGIC MIKE e SONO IL NUMERO QUATTRO. "Così nell'interpretare Jerry ho cercato di fare in modo di non esagerare con l'imitazione."
Insieme all'attore e drammaturgo vincitore del premio Pulitzer Tracy Letts (I SEGRETI DI OSAGE COUNTY), nel ruolo dell'ufficiale anti-droga John Findlay, il produttore Wiersma ha selezionato diversi attori di supporto solo pochi giorni prima dell'inizio delle riprese che si sono tenute in Louisiana il 12 gennaio 2015. La cantante e attrice Sky Ferreira ha accettato di interpretare la fidanzata di Schilling Charlotte dopo aver partecipato ad una festa di Natale a casa di Wiersma. Johnny Knoxville ha accettato di interpretare il membro della Memphis Mafia Sonny appena tre giorni prima dell'inizio delle riprese. E Colin Hanks ha ottenuto il ruolo dell'aiutante di Nixon Egil "Bud" Krogh nei primi di gennaio, dopo che Wiersma lo vide nella serie televisiva FARGO a Capodanno.
A differenza del vero Bud Krogh, che è cresciuto idolatrando Presley, Hanks non conosceva se non marginalmente il Re del rock. "Sono nato l'anno della sua morte", dice l'attore che è un appassionato di musica nonché regista del documentario ALL THINGS MUST PASS: THE RISE AND FALL OF TOWER RECORDS. "Durante la mia infanzia non c'è stato molto Elvis. Conoscevo un paio delle sue canzoni, ma in sintesi pensavo ad Elvis come un uomo vestito di bianco con una grossa collana al collo. Ciò che veramente mi ha attirato del progetto è stata la potenzialità del chiedersi "E se…?" E se Elvis e Nixon avessero parlato di questo? O di quest'altro? E ho apprezzato molto il modo in cui la sceneggiatura gioca con l'idea di come questo incontro sia avvenuto."
Lavorare a fianco di Krogh è stato fondamentale per Evan Peters che interpreta il ruolo dell'assistente del Presidente Dwight Chapin. Meglio conosciuto per i suoi ruoli in AMERICAN HORROR STORY e X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO, Peters dice scherzando che si è avvicinato al suo personaggio partendo dall'esterno: "Chapin ha dei capelli fantastici, è uno dei motivi per cui ho voluto interpretarlo".
Peters è cresciuto ascoltando la musica di Presley, ma non sapeva molto della sua vita privata fino a quando non ha ricevuto la sceneggiatura di ELVIS & NIXON. "È stato bello essere parte di questo film perché ha note quasi un po' ridicole ma recitate con semplicità e in modo asciutto. Per me, questo lo rende ancora più divertente."
La realtà confermata da due testimoni di prim'ordine
Se il pubblico trova difficile credere che Elvis Presley si sia veramente presentato alla Casa Bianca chiedendo di incontrare il Presidente, non è l'unico. Il consigliere di Nixon, Egil "Bud" Krogh, ricorda di aver ricevuto una nota scritta a mano su un foglio di carta intestata della American Airlines. "Diceva: 'Caro Signor Presidente: Il mio nome è Elvis Presley. Sono un grande ammiratore … ' e procedeva dicendo come avrebbe voluto aiutare il paese in qualità di agente sotto copertura". Krogh ricorda. "Ho pensato, 'Non può essere vero. Chapin mi sta facendo uno scherzo."
In verità, come raccontato anche nel film, Elvis era tremendamente serio – così come il dono per Nixon che aveva portato con sé. Krogh ricorda quello che è successo dopo l'arrivo di Presley e del suo entourage. "Ho ricevuto una telefonata dal capo dei servizi segreti che mi ha detto, 'Bud, abbiamo un piccolo problema qui: Elvis ha con sé una pistola."
Presley si presentò al presidente con una Colt calibro 45 automatica dalla seconda guerra mondiale, che ora si trova nella collezione permanente presso la Nixon Library a Yorba Linda, California. Per Krogh è stata un'esperienza incredibile: "Sono stato uno dei più grandi fan di Elvis negli anni '50. Non sono mai andato ad un appuntamento senza la sua musica; quando Elvis è venuto nel mio ufficio e ci stringemmo la mano, la mia era ghiacciata. Ho avuto il privilegio di camminare con Elvis dalla Sala Roosevelt allo Studio Ovale. "
Come consulente tecnico di ELVIS & NIXON, Krogh ha fornito molti particolari sul dono della pistola così come altri dettagli che abbiamo poi riportato sullo schermo. Hanks ha lavorato duramente per rappresentare uno dei giorni più strani della vita Krogh. "L'interpretazione di Collin è stata spettacolare," dice Krogh. "Ha dimostrato la massima integrità ed è stato davvero divertente e piacevole starlo a guardare."
A completamento della testimonianza oculare di Krogh dell'incontro, anche Jerry Schilling ha condiviso la sua visione di Presley e dei suoi rituali, attingendo ai suoi 23 anni di esperienza in qualità di braccio destro del Re del Rock. "Elvis era un povero ragazzo originario di Tupelo, Mississippi, che si era trasferito a Memphis da adolescente", ricorda Schilling, che aveva 12 anni nel 1954, quando ha incontrato Presley durante una partita di calcio pochi giorni dopo che Elvis, allora 19enne, aveva registrato il suo primo singolo "That's All Right". Era una sorta di emarginato e anche allora Elvis aveva un atteggiamento alla James Dean; era "figo" ancor prima di avere tutte le carte in regola per esserlo veramente."
Schilling ha anche fornito allo sceneggiatore Cary Elwes i dettagli relativi al fine settimana durante il quale si recarono a Washington D.C. "Ho ricevuto la chiamata nel bel mezzo della notte", ricorda Schilling, che da anni faceva parte dell'entourage di Presley e che aveva lasciato la tenuta di Graceland per trasferirsi a Los Angeles e lavorare come montatore alla Paramount Pictures. "Elvis ha detto: ho bisogno che tu mi venga a prendere all'aeroporto e non voglio che nessuno sappia dove sono."
Secondo Schilling, Elvis non aveva detto dove andasse né alla moglie Priscilla, né a suo padre o al suo manager, il Colonnello Tom Parker. "Per due giorni e mezzo ho avuto il controllo della vita di Elvis nel tentativo di farlo entrare alla Casa Bianca. Parliamo di una grande responsabilità! "
Schilling e Presley sono arrivati la mattina seguente a Washington registrandosi in un hotel sotto il falso nome di Mr. Cougar. "Elvis ed io abbiamo praticato il karate e avevamo persino i nostri nomi ", spiega Schilling. "Elvis era il signor Tiger e il mio nome era Mr. Cougar."
"È stato fantastico avere il parere di Jerry su ciò che fosse plausibile", dice la regista Johnson, che ha instaurato una profonda amicizia con Schilling. "Potevamo chiedergli cose tipo: Elvis avrebbe potuto indossare questo vestito quando è successo? Soprattutto Michael ha apprezzato la presenza di Jerry perché poteva verificare con lui se le scelte erano realistiche. Ma il ruolo di Jerry è andato ben oltre; è un uomo di estrema profondità e integrità ed è stato un grande collaboratore per tutti noi."
Anche Johnny Knoxville ha sfruttato la presenza di Schilling per approfondire il rapporto tra Presley e il suo personaggio, Sonny. "Jerry e io siamo usciti a berci una cosa la domenica prima dell'inizio delle riprese", ricorda Knoxville. "Ho interrogato Jerry su Sonny e anche su Elvis. Jerry è stato di grande aiuto con questo ruolo."
Per coloro che conoscevano Elvis solo come personaggio dello spettacolo, le ossessioni private del cantante rappresentate in ELVIS & NIXON sono state una sorpresa. "Elvis aveva dei lasciapassare rilasciati dello sceriffo del Tennessee, del Nevada e del Colorado ", dice Schilling. "Tutti noi avevamo il diritto di portare delle armi perché Elvis aveva ricevuto minacce di morte. E per quanto bizzarro possa sembrare, le armi avevano un loro senso."
Il film tocca anche aspetti della spiritualità di Presley. "Uno dei motivi per cui amavo stare con Elvis è che era assetato di conoscenza, poteva trattarsi di astrologia, numerologia, filosofia di Yogananda o quella indiana. Ero felice che questo film includesse alcuni di questi aspetti."
Un divertente assaggio di storia della cultura pop
In ELVIS & NIXON è divertente assistere a questo legame tra due icone americane molto diverse tra loro che sottolinea quanto la verità a volte possa essere più assurda della finzione. La storia offre anche una rara prospettiva degli aspetti più mistici di Elvis vissuti dai suoi amici più cari. "La mia principale speranza è che questo film stimoli le persone a dare "un'altra occhiata" a Elvis", dice Shannon. "Penso che sia una grande storia su qualcuno che ha tutto ma che non riesce semplicemente a rilassarsi e godersi ciò che ha. Elvis aveva questa profonda attenzione verso gli altri e verso il mondo. Sente la necessità di far qualcosa al riguardo e ritengo che sia una bella storia da raccontare."
In termini di puro intrattenimento, Cassian Elwes è fiducioso che il pubblico sarà conquistato dalle straordinarie interpretazioni dei due protagonisti e dal loro rapporto. "Michael Shannon è uno dei migliori attori del momento", dice il produttore. "Vedere Kevin Spacey misurarsi con lui è come guardare uno dei più grandi incontri di pugilato di tutti i tempi."
Aggiunge Johnson, "Amo il modo in cui la storia testimonia l'assurdo scontro di due mondi, il contesto degli Stati Uniti nel 1970 e il modo in cui i due uomini così potenti fossero entrambi terrorizzati dalla controcultura."
Schilling sa che gli spettatori di tutto il mondo potranno apprezzare il film, ma ha una grande preoccupazione. "Elvis è famosissimo in Giappone, così come in Inghilterra e in Germania, quindi credo che i suoi fan di tutto il mondo si divertiranno," dice. "Se Elvis sta guardando dall'alto, spero che sia felice di questo film," ride Schilling. "In caso contrario, sono nei guai!"
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