Ispirandosi a eventi realmente accaduti, COLONIA racconta la storia di Lena e Daniel, una giovane coppia che rimane implicata nel colpo di stato militare avvenuto in Cile nel 1973. Quando Daniel viene rapito dalla polizia segreta di Pinochet, Lena segue i suoi passi fino a un’area inespugnabile che si trova nel Sud del paese, chiamata Colonia Dignidad. La Colonia, apparentemente, è una missione guidata da un predicatore laico di nome Paul Schäfer ma, nella realtà, è un luogo dal quale nessuno è mai riuscito a fuggire. Lena deciderà di entrare a far parte di questa setta allo scopo di ritrovare Daniel.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 26 Maggio 2016Uscita in Italia: 26/05/2016
Data di Uscita USA: venerdì 15 Aprile 2016
Prima Uscita: 13/09/2015 (Toronto International Film Festival)
Genere: Drammatico, Storico, Romantico
Nazione: Germania, Lussemburgo, Francia - 2015
Durata: 110 minuti
Formato: Colore
Produzione: Majestic Filmproduktion, Iris Productions, Rat Pack Filmproduktion, Fred Films
Distribuzione: Good Films
Box Office: Italia: 163.102 euro
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NOTE DI PRODUZIONE
“Tutti gli amanti dei classici del cinema ammirano i grandi thriller degli anni ’70,” spiega il produttore Benjamin Herrmann. “I TRE GIORNI DEL CONDOR” e “TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE” sono due film di quel genere, capaci di comunicare un messaggio serio attraverso l’intrattenimento e la suspense.
40 anni dopo, la combinazione tra thriller e ‘messaggio’ ha fatto di nuovo la sua apparizione in ARGO e in THE IMITATION GAME, due esempi sopraffini di thriller moderni, che coinvolgono il pubblico, affascinandolo, allo stesso tempo. Con COLONIA il nostro scopo era proprio questo.”
Colonia Dignidad fu fondata nel 1961 dal predicatore laico tedesco Paul Schäfer e dai suoi seguaci; divenne un campo inespugnabile a 300 chilometri a sud da Santiago del Cile. Schäfer regnò su questo borgo isolato per quasi quarant’anni. Tutti gli abitanti erano prigionieri in una sorta di Stato dentro lo Stato, una forma di dittatura, e vivevano secondo le regole autocratiche imposte dallo stesso Schäfer. Originariamente, il borgo fu costruito per essere un ‘Villaggio Tedesco Modello’ mascherato da missione caritatevole per la popolazione rurale del Cile, e in seguito divenne una delle più grandi fattorie del Cile. Nel corso di quattro decenni, solo un numero esiguo di persone riuscì a fuggire da Colonia Dignidad, gran parte dei fuggitivi venivano catturati e riportati a Colonia con l’appoggio dell’Ambasciata Tedesca, che collaborava strettamente con Paul Schäfer.
In seguito, quando nel 1973 il Generale Augusto Pinochet salì al potere, iniziò un capitolo ancora più oscuro. Avendo stretti legami con i servizi segreti di Pinochet, Schäfer permise al governo di usare Colonia Dignidad come campo di torture per i prigionieri politici. Inoltre, produceva e vendeva armi e gas velenosi al governo cileno, e tentò addirittura di produrre uranio arricchito. Alla fine degli anni ’70, quando inizialmente i media pubblicarono la notizia dell’esistenza di Colonia Dignidad, tutto il mondo rimase indignato, ma in Cile non ci furono conseguenze. Solo quando Pinochet abdicò, nel 1990, la giustizia fece il suo corso nelle accuse a carico di Paul Schäfer. Quest’ultimo scappò in Argentina, dove fu poi arrestato nel 2004 e condannato dalla corte cilena a 33 anni di carcere per migliaia di capi d’accusa, tra cui abuso sessuale su bambini e decine di altri crimini. Morì in prigione a Santiago nel 2010. Gli ex membri di Colonia Dignidad rimasero e presero possesso della proprietà, che in seguito fu rinominata Villa Baviera.
“Ero uno studente delle scuole elementari,” ricorda il regista Florian Gallenberger, “quando sentii parlare di questo posto in Cile, dal quale le persone non potevano fuggire, e dove vivevano come prigioniere. Rimasi profondamente sconvolto.”
Mentre il suo dramma storico, JOHN RABE, era in fase di post-produzione, Gallenberger lesse il libro autobiografico scritto da un ex ‘Colono’, come venivano chiamate le persone che vivevano a Colonia Dignidad. Proprio poche settimane dopo, lo sceneggiatore Torsten Wenzel gli mandò un soggetto per realizzare un film su questa vicenda. Questa coincidenza segnò l’inizio del progetto di COLONIA.
Gallenberger si è spinto fino in Cile in cerca di notizie su Colonia Dignidad. “Più tempo trascorrevo studiando i fatti storici e ascoltando le storie della gente, più volevo saperne sul microcosmo creato da Schäfer,” racconta Gallenberger. “Volevo raccontare la storia di un uomo e di una donna che, per caso, diventano membri di questa ‘comunità’ e che poi tentano di scappare.”
Il Produttore Benjamin Herrmann aggiunge: “Non volevamo fare un film basato semplicemente sui fatti – le macchinazioni della CIA, il Governo Tedesco, e il regime di Pinochet. Volevamo concentrarci su Colonia Dignidad, su questo Stato nello Stato. Questa scelta conferisce grande intensità alla storia dei nostri protagonisti.”
Dopo diversi viaggi in Cile e molti incontri con ex ‘residenti’ di Colonia Dignidad, Gallenberger è riuscito a guadagnarsi la loro fiducia, e a farsi raccontare le loro vite apertamente, e ciò gli ha permesso di scoprire tutti i segreti dell’organizzazione della setta. “Sebbene i due protagonisti siano inventati, ogni dettaglio relativo al film è storicamente confermato, anche alcuni dialoghi con Paul Schäfer sono autentici,” spiega Gallenberger.
Questa assoluta fedeltà ai fatti storici e ai protagonisti della vicenda hanno colpito profondamente il cast e la troupe del film. Emma Watson, che interpreta la protagonista Lena, sottolinea: “Il fatto che sia una storia estremamente dinamica costruita attorno a fatti storici è ciò che rende il film così interessante.”
Gallenberger ha scritto il ruolo del protagonista maschile pensando a Daniel Brühl: “Brühl conferisce il giusto mix di sensibilità, mascolinità e sincerità.” I due avevano già lavorato assieme in JOHN RABE e sono amici da molti anni. “Quando abbiamo presentato il nostro progetto al Festival del Cinema di Cannes, nel 2014, i potenziali finanziatori sono rimasti talmente colpiti dalla sceneggiatura, che siamo riusciti a far partire le riprese nell’arco di soli 4 mesi,” racconta il produttore Herrmann.
Il team di COLONIA voleva una protagonista femminile forte e l’interesse di Emma Watson nei confronti della parte fu un gran colpo di fortuna. “Cercavo un’attrice con un’aura luminosa e una presenza abbagliante. Ed Emma Watson è esattamente così,” racconta Gallenberger. “Credo che la ragione principale per la quale Emma abbia deciso di unirsi a questo progetto sia l’interesse che nutre nei confronti della politica. Sin dall’inizio ha mostrato grande coinvolgimento nella storia di Colonia Dignidad. Inoltre, per lei era importante interpretare il ruolo di una donna che affronta il destino con coraggio e non teme alcuna difficoltà. Il suo personaggio rischia tutto pur di riuscire nel suo intento. Nella vita fuori dal set, Emma è esattamente così.” Nota Gallenberger.
Emma Watson descrive il suo punto di vista: “Tutti abbiamo familiarità con la narrazione convenzionale, quella in cui la donna interpreta il ruolo della damigella in difficoltà mentre l’uomo interpreta il cavaliere nell’armatura scintillante che arriva a salvarla. In COLONIA, c’è un’inversione di ruoli: è Lena che va a salvare il suo uomo; ed ho pensato che fosse davvero favoloso – qualcosa che non si vede di frequente nei film, una dinamica interessante.”
“Quando Emma e Daniel si sono incontrati a Londra, ci siamo resi immediatamente conto che l’alchimia fra loro era perfetta: avevamo trovato i nostri protagonisti,” riassume Benjamin Herrmann.
Trovare l’attore giusto per il terzo ruolo importante del film, quello di Paul Schäfer, si è rivelato ancor più difficile. “Molti attori erano restii a interpretare questo ruolo,” spiega Herrmann. L’attore svedese Michael Nyqvist, divenuto celebre come protagonista della trilogia “Millennium”, era uno dei nomi favoriti, ma era impegnato in altri progetti.
“Riuscire ad averlo per questo ruolo era talmente essenziale per la dinamica del film che abbiamo spostato le riprese delle sue scene per permettergli di interpretare la parte. Averlo per questo ruolo è stato un vero dono!” sottolinea Herrmann. “Il suo primo giorno davanti alla macchina da presa ha coinciso con la nostra terza settimana di riprese,” racconta Gallenberger. “Non è stato facile iniziare a girare senza aver mai neanche visto l’antagonista, ma quando Michael Nyqvist è apparso sul set, tutto è immediatamente diventato chiaro. La sua incredibile presenza fisica è stata resa ancor più inquietante dal nostro bravissimo truccatore Waldemar Pokromski, che lo ha trasformato nella copia vivente di Paul Schäfer – è stato davvero affascinante. Michael non aveva timore di interpretare un personaggio così oppressivo e ripugnante. La sua performance ci ha lasciati tutti quanti di stucco.”
Effettivamente, COLONIA dipinge Paul Schäfer come un uomo orribile, profondamente convinto di quello che sta facendo. “Devi guardare dritto nel tuo abisso personale per interpretare un personaggio così cattivo,” aggiunge Nyqvist.
Il resto del cast arrivava da quattro paesi e da due continenti: Richenda Carey interpreta Gisela, il supervisore di Colonia Dignidad; Vicky Krieps e Jeanne Werner sono due donne ‘Colone’; August Zirner è l’ambasciatore tedesco in Cile; Martin Wuttke è il capo dell’Ufficio di Amnesty International di Santiago del Cile; César Bordón è Contreras, il temuto capo della DINA, mentre Nicolás Barsoff è il capo di un gruppo di resistenza.
Dietro alla macchina da presa, la produzione ha preteso la medesima qualità:
– Il Direttore della Fotografia Kolja Brandt (HECTOR AND THE SEARCH FOR HAPPINESS, NORTH FACE-UNA STORIA VERA, YOUNG GOETHE IN LOVE)
– Lo Scenografo Bernd Lepel (LA CADUTA, LA BANDA BAADER MEINHOF)
– I Compositori André Dziezuk (AN AFFAIR OF LOVE) e Fernando Velázquez (THE IMPOSSIBLE, HERCULES),
– La Costumista Nicole Fischnaller (LA SPIA-A MOST WANTED MAN, IL FALSARIO)
– I Truccatori Waldemar Pokromski (IL NASTRO BIANCO, IL PIANISTA, SCHINDLERS’S LIST-LA LISTA DI SCHINDLER) e Claudine Moureaud (IL MERCANTE DI VENEZIA)
– Il Tecnico del Suono Carlo Thoss (LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA)
– Il Montatore Hansjörg Weissbrich (TRENO DI NOTTE PER LISBONA)
– Il Sound Designer Frank Kruse (PROFUMO: STORIA DI UN ASSASSINO, RUSH) e
– Il Montatore del Suono Bruno Tarrière (LEON, ALEXANDER)
“È stato affascinante vedere come il team si sia adattato a girare in location diverse e poi assistere mentre tutto il puzzle veniva assemblato nella sala di montaggio,” ricorda Benjamin Herrmann. “In Lussemburgo, il nostro scenografo, Bernd Lepel, ha ricreato i campi di Colonia Dignidad in una miniera di ardesia abbandonata.”
Emma Watson aggiunge: “Ricordo la prima volta che ho visto il set. Sono rimasta senza parole, davvero. Era una riproduzione esatta, al centimetro; ogni stanza, ogni spazio, era identico all’originale. Incredibile. È stato strano e inquietante il fatto di essere stata al campo Colonia in Cile proprio poco tempo prima.”
Altre scene sono state girate nei campi fuori dal Lussemburgo, mentre le lunghe “Casematte” sotto alla capitale sono state utilizzate per le scene ambientate nel sistema di tunnel sotto a Colonia Dignidad. Per girare le scene nel tunnel allagato, i filmmakers hanno chiuso per una settimana una piscina al coperto a Berlino-Tiergarten.
Girare nella vera location di Villa Baviera, l’ex Colonia Dignidad, non è stato possibile. Altri luoghi in Cile, come lo Stadio Nazionale di Santiago, il centro di detenzione per i raduni dei prigionieri durante il colpo di stato del 1973, sfortunatamente non abbiamo potuto utilizzarlo poiché è stato ammodernato. Poi i location scout hanno trovato il posto adatto per girare nel centro di Buenos Aires, e così la produzione ha deciso di girare lì tutte le scene in esterni, in cui si vedono i combattimenti per le strade. Tutti gli interni di Colonia Dignidad, inclusi i saloni, i dormitori e l’ospedale, così come gli interni dell’Ambasciata tedesca, sono stati girati a Monaco e nei suoi dintorni.
“È stato duro per tutto il cast e per la troupe lavorare in location così dispersive. Ma è una fonte d’ispirazione vedere come tutti questi piccoli pezzi abbiano dato vita a un film così grande,” racconta Benjamin Herrmann. “A rendere tutto ancor più difficile, è stato il fatto di avere pochissimi giorni a disposizione per le riprese,” spiega Florian Gallenberger. “Ripensandoci, è stato incredibile quanto ciascun dipartimento abbia lavorato duramente a questo progetto.”
L’uniformità dell’aspetto visivo del film è frutto del lavoro svolto da Kolja Brandt con la macchina da presa. Ha creato dei mondi visivi diversi utilizzando attrezzature e tecniche differenti. Per le scene ambientate in Cile nel 1973, ad esempio, Brandt ha utilizzato una serie di ottiche degli anni ’70. “Che hanno creato un look sfocato e delicato,” spiega Gallenberger. “In contrasto, tutte le scene ambientate a Colonia Dignidad hanno un look brillante e limpido, e la macchina da presa è vicina ai personaggi e alle loro vicissitudini. Le immagini di Kolja conferiscono un senso di ansia continua e di claustrofobia.”
Il montatore Hansjörg Weissbrich ha avuto il compito di mettere assieme tutto il puzzle. “Hansjörg riconosce l’importanza di ciascuna parte, ed è stato tremendamente divertente trovare il ritmo di ogni scena e dell’intero film,” racconta Gallenberger.
L’ultimo elemento importante era la musica. Sono state utilizzate tre canzoni molto celebri per sottolineare la storia d’amore tra Lena e Daniel e conferire il mood degli anni ’70: “Try (Just A Little Bit Harder)” di Janis Joplin, “Samba Pa Ti” di Carlos Santana, e “Ain’t No Sunshine” di Bill Withers (che appare anche nella versione cover nei crediti finali del film, interpretata dall’astro nascente Tedesco-Danese Jesper Munk).
Inoltre, Gallenberger e Herrmann ritenevano che gli arrangiamenti del compositore francese André Dziezuk e del compositore spagnolo Fernando Velázquez catturassero perfettamente il mood della storia: le difficoltà, le tensioni, il coraggio. L’emozionante colonna sonora di Dziezuk e Velázquez accompagna lo spettatore attraverso i differenti stati d’animo del film.
Come racconta Gallenberger, “Le composizioni di Fernando sono la ciliegina sulla torta. Segnano il passo finale, dopo cinque anni di lavoro.”
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