Poster Ben-Hur (2016)

Ben-Hur (2016) (2016)

Ben-Hur
Locandina Ben-Hur (2016)
Ben-Hur (2016) (Ben-Hur) è un film del 2016 prodotto in USA, di genere Avventura e Drammatico diretto da Timur Bekmambetov. Il film dura circa 125 minuti. Il cast include Yasen Atour, Sofia Black-D'Elia, Nazanin Boniadi, Morgan Freeman, Jack Huston, Toby Kebbell, Rodrigo Santoro, Ayelet Zurer, Moises Arias, James Cosmo. In Italia, esce al cinema giovedì 8 Settembre 2016. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 25 Gennaio 2017. Al Box Office italiano ha incassato circa 836723 euro.

Sinossi BEN-HUR racconta l'epica vicenda di Giuda Ben-Hur (Jack Huston), un giovane dalle nobili origini che è falsamente accusato di tradimento dal proprio fratello adottivo Messala (Toby Kebbell), ufficiale dell'esercito Romano. Privato del titolo, separato dalla famiglia e dalla donna che ama (Nazanin Boniadi), Giuda è costretto in schiavitù. Dopo anni passati per mare, Giuda fa ritorno alla propria terra d'origine per cercare vendetta, trovando invece la salvezza. Basato sul famoso romanzo di Lew Wallace, "Ben-Hur, una storia di Cristo", vede la partecipazione anche di Morgan Freeman e Rodrigo Santoro.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 8 Settembre 2016
Uscita in Italia: 08/09/2016
Data di Uscita USA: venerdì 12 Agosto 2016
Prima Uscita: 12/08/2016 (USA)
Genere: Avventura, Drammatico, Storico
Nazione: USA - 2016
Durata: 125 minuti
Formato: Colore
Produzione: LightWorkers Media, Metro-Goldwyn-Mayer (MGM), Paramount Pictures, Sean Daniel Company
Box Office: USA: 11.169.776 dollari | Italia: 836.723 euro
In HomeVideo: in DVD da mercoledì 25 Gennaio 2017 [scopri DVD e Blu-ray]

Recensioni redazione

Recensione Blu-ray di Ben-Hur
Recensione Blu-ray di Ben-Hur
Redazione, voto 9/10
Ben-Hur è un film potente e pieno di azione proposto in alta definizione con un video quasi ottimo, audio ottimo in originale (e buono in italiano) e un completo reparto di contenuti speciali con oltre un'ora di extra.

Immagini

[Schermo Intero]

UN RACCONTO INTRAMONTABILE
Inizialmente, il regista Timur Bekmambetov (Wanted – Scegli il tuo Destino; I Guardiani della Notte) di fronte alla proposta di dirigere una rivisitazione di uno dei film più amati del cinema, era titubante. "Il Ben Hur del 1959 non è solo un film, è un fenomeno che ha influenzato la cultura del 20° secolo", spiega Bekmambetov. "Ecco perché quando mi è stata offerta la direzione della sua reincarnazione, il mio primo pensiero è stato 'assolutamente no'. Fortunatamente, il produttore Sean Daniel mi ha convinto a leggere la sceneggiatura, che si è rivelata essere una storia incredibilmente significativa, intrisa non solo di azioni sensazionali, ma di una sfilza di personaggi credibili, e di una grande profondità di pensiero. Anche se l'ambientazione e le circostanze appartengono a migliaia di anni fa, le emozioni e le azioni dei personaggi sono facilmente identificabili, e hanno una risonanza moderna ed universale".
Lo scrittore John Ridley aveva degli intenti simili, durante lo sviluppo dello script. "I fan più accaniti del film del 1959 considererebbero blasfema qualsiasi rivisitazione, dimenticando che questi personaggi esistevano già da 80 anni. La gente tenderebbe a ricordare solo Charlton Heston e la corsa delle bighe, mentre Giuda Ben-Hur è un personaggio classico. E' un uomo offeso in cerca di vendetta e redenzione. Personaggi avvincenti come Ben-Hur e Messala sono la ragione per cui possiamo tornare ad approfondire queste storie più volte, così ho voluto rendere il conflitto personale tra questi ex amici altrettanto teso e memorabile, come la culminante corsa delle bighe".
"I temi emotivi del film, la vendetta contro il perdono, sono senza tempo. I conflitti che vivono i personaggi sono oggi facilmente riconoscibili come lo erano al tempo dei romani o nel 1880, quando Lew Wallace ha scritto il suo romanzo", spiega Daniel. "E' la natura umana, e non cambia mai".
"In molti modi viviamo ancora l'epoca dell'Impero Romano, viviamo ancora dei suoi valori", commenta Bekmambetov. "Il potere, l'avidità e la ricerca del successo governano il mondo, la gente si mette in competizione, ed in pochi si rendono conto che i soli valori umani che contano, sono la collaborazione ed il perdono".

NUOVI "SANDALONI" DA INDOSSARE
 "La scelta del cast per Ben Hur è stata un'impresa epica quanto la realizzazione del film", dice Daniel. "Abbiamo cercato in tutto il mondo. La scelta dei ruoli di Giuda Ben-Hur e Messala era particolarmente difficile, perché il film poteva funzionare solo se tra i due interpreti ci fosse stata della chimica. All'inizio sono come fratelli, poi diventano acerrimi rivali minacciandosi di morte l'un l'altro. Quando abbiamo visto Jack e Toby lavorare insieme, sapevamo di aver trovato qualcosa di speciale".
"Trovare l'attore giusto per il ritratto di Giuda Ben Hur è stato un lungo processo", ricorda Bekmambetov. "Avevamo bisogno di un artista intelligente, che potesse creare un personaggio che unisce l'abilità e l'ironia aristocratica alla capacità di prendersi cura veramente degli altri. Jack ci ha dimostrato di essere in grado di farlo".
Huston ricorda il primo incontro con Bekmambetov. "Timur mi ha chiesto un parere sul personaggio di Giuda Ben-Hur. Ho cominciato a parlare, e lui prendeva fervidamente appunti. L'ha considerata una chiacchierata, ed era autentica. Lavorare con Timur è stato emozionante, perché è stata più che altro una collaborazione".
"In origine Jack è venuto a provare la parte di Messala (brillantemente interpretato da Toby Kebbell), ma dopo il nostro incontro era chiaro che avevo di fronte il principe Giuda Ben Hur! " esclama Bekmambetov. "Sembrava che fosse nato in quel periodo: un cavaliere esperto, ironico, ben costruito".
"Jack Huston offre un ritratto straordinario di un uomo durante il suo viaggio", commenta la produttrice esecutiva Roma Downey. "Attraverso il corso del film, lo vediamo cambiare fisicamente ed emotivamente: passa dall'essere un principe bello, affascinante e cortese ad un uomo distrutto e messo in ginocchio. Trascorre molti anni a bordo di una galea; il suo corpo perde peso ed il suo cuore si indurisce. Sa che l'unica cosa che gli permette di sopravvivere è il suo desiderio di vendetta".
"Abbiamo apprezzato moltissimo Jack nel ritratto di Ben Hur, perché ha brillantemente compreso come doveva essere il suo personaggio", dice Daniel. "ma prima di tutto, Jack è un Huston, discende da una delle famiglie reali della cinematografia. Abbiamo girato il film presso gli Studi di Cinecittà a Roma, dove John Huston nel 1966 ha diretto "La Bibbia", quindi è stato emozionante tornare a lavorarci con suo nipote dopo tutti questi anni".
Toby Kebbell è stato scelto nel ruolo centrale di Messala, il fratello adottivo e miglior amico di Ben Hur, che però diventerà il bersaglio della sua vendetta.
"Toby ha dato molto al ruolo di Messala", spiega il produttore Duncan Henderson. "Il personaggio è già di per sé molto interessante, ma Toby in più gli ha infuso quel suo innato senso dell'umorismo, che ha sempre apportato sul set. Messala è una figura molto oscura, ma il ritratto di Toby gli dà una certa leggerezza che aggiunge complessità al personaggio".
"Toby impressiona sullo schermo", commenta la Downey. "Ha un bell'aspetto, è forte, è intelligente e profondo. Noi crediamo che voglia bene a Giuda, e nella seconda metà del film è spinto proprio da quell'affetto e dall'amarezza".
"Quando ho incontrato Timur", ricorda Kebbell, "ho capito che non si trattava solo di una corsa di bighe: è la storia di due fratelli, della famiglia, di quanto male a volte trattiamo chi amiamo, e delle volte che abbiamo bisogno del perdono. Tutti i temi trattati si evincono dal libro originale".
Kebbell continua: "I ruoli di Ben-Hur e Messala sono simbiotici. Per noi è stata una sfida divertente giocare con il legame fraterno tra questi due rivali. C'è amore e odio, ma se avessimo esagerato in uno dei due casi, avremmo perso questo conflitto unico che guida il film".
Morgan Freeman interpreta lo sceicco Ilderim, un ruolo notevolmente ampliato rispetto ai precedenti adattamenti di Ben-Hur. Dopo la fuga di Ben-Hur dalla galea mortale, Ilderim diventa il suo mentore e benefattore, e gli insegna a correre con la biga.
 "Avevamo bisogno di un attore del calibro di Morgan Freeman per mostrare l'onore e la dignità del personaggio di Ilderim, rendendolo parte integrante della storia", commenta Ridley. "Per me, come persona di colore, era estremamente importante dare voce a questo personaggio, e renderlo più fedele possibile all'epoca e credibile", aggiunge Daniel: "Ho sempre sognato di lavorare con Morgan Freeman: ha mostrato un grande impegno nella sua interpretazione di Ilderim; ed era importante per tutti noi, dato che è la prima volta che in un film (e opere teatrali) di Ben Hur un uomo di colore viene legittimamente rappresentato, come richiesto dal personaggio originale".
"Morgan Freeman ed io abbiamo lavorato insieme in Wanted – Scegli il tuo Destino, e non vedevo l'ora di collaborare nuovamente con lui", spiega Bekmambetov. "Ilderim nella sua interpretazione è cinico, emotivo, intelligente e complicato allo stesso tempo. Non si espone mai completamente, ma si ha la sensazione che 'guidare' questi personaggi faccia parte di un suo piano".
Freeman dice di aver apprezzato la sua esperienza in Ben-Hur. "Ho notato che il regista ed i produttori si sono molto divertiti: e quando c'è allegria significa che si è contenti dei risultati che si stanno ottenendo".
Esther, l'amica d'infanzia di Giuda e sua promessa sposa, è interpretata da Nazanin Boniadi ("Homeland – Caccia alla Spia" e "How I Met Your Mother" in TV). "Il personaggio di Esther mi ha attratto per la sua complessità. Essendo Ebrea, fa resistenza all'occupazione romana e difende i diseredati, ma sostenere i ribelli vuol dire mettere in pericolo la dinastia degli Hur, e la sua stessa famiglia", dice la Boniadi. "In seguito, perde la sua casa, la famiglia e l'uomo che ama, e diventa una dei primi discepoli di Gesù, il profeta falegname che le insegna che la libertà si raggiunge attraverso il perdono e la compassione".
Ayelet Zurer (L'Uomo d'Acciaio; Angeli e Demoni) interpreta Naomi Ben-Hur, la madre di Giuda e prode matriarca della Casa degli Hur. La Zurer spiega: "Naomi risente dell'occupazione romana, ma non vuole mettere a rischio lo status della sua famiglia facendo apertamente opposizione. Ha un cuore gentile e generoso, e adotta Messala da bambino: una decisione che potrebbe rimpiangere".
Sofia Black-D'Elia (Benvenuti a Ieri, "Gossip Girl") interpreta Tirza, la sorella minore di Giuda, dalla volontà d'acciaio, che si innamora di Messala. La Black-D'Elia afferma: "il percorso di Tirza è noto. All'inizio del film, conduce una vita rosea e protetta, poi, in un attimo perde tutto, ed è costretta ad affrontare la realtà. In definitiva, deve dimenticare l'uomo che le ha rovinato la vita: l'uomo che ama".
"Volevamo che i nostri personaggi femminili fossero complessi, forti ed influenti quanto quelli maschili", aggiunge Sean Daniel. "Appaiono sempre anche nelle versioni precedenti della storia, ma non viene data loro la profondità e lo sviluppo che invece queste attrici hanno apportato ai loro ruoli".
Rodrigo Santoro (The 33; 300) interpreta Gesù Cristo, che incontra Ben Hur in diversi momenti della storia.
"Quando ho incontrato Rodrigo, ho intuito chiaramente di aver trovato l'attore giusto", ricorda Bekmambetov. "Il suo talento è un dono di Dio – Rodrigo interpreta questa figura spirituale, pur sembrando il ragazzo della porta accanto".
"Rodrigo è stata una scelta perfetta per il ruolo di Gesù", commenta la Downey. "Ha forza,  gentilezza e profondità d'animo".
Henderson è d'accordo. "Rodrigo ha una grande determinazione e una pace interiore. E' fonte di ispirazione nel ruolo, grazie alla calma che emana, ed alla sua presenza regale".
   Interpretare il ruolo di Gesù è stato un impegno delicato per Santoro. "Miliardi di persone in tutto il mondo hanno un rapporto molto personale ed intimo con quest' uomo, con la sua immagine, e con quello che rappresenta", commenta Santoro. "E' una responsabilità tremenda, ma anche un'occasione unica per approfondire ciò che ha passato per divulgare i suoi insegnamenti".
"La prima cosa che ho fatto,  è stato tentare di cancellare tutti i preconcetti che avevo su di lui", dice Santoro. "Tutto ciò che ho sentito, e le cose che anche mia nonna mi diceva da piccolo. Mi sono messo in una situazione neutrale e ho iniziato da lì".
Santoro si è sottoposto ad un programma fisico e mentale per prepararsi al ruolo: ha praticato per molto tempo lo yoga e la meditazione, e ha seguito una rigorosa dieta alimentare.
  "Ho cercato di connettermi il più possibile con l'idea che mi sono fatto di Gesù", continua Santoro. "Per cercare di capire profondamente questa persona e tutto ciò che rappresenta, ho voluto creare il ritratto di un uomo dietro il mito. Volevo renderlo identificabile, senza rinunciare a nessuno dei suoi insegnamenti, alla sua aura, alla sua spiritualità e a tutto ciò che lo rende unico. E' stata la cosa più difficile che abbia mai fatto".

PORTARE IL PRIMO SECOLO NEL VENTUNESIMO
"Il Ben-Hur con Charlton Heston è senza dubbio uno dei miei film preferiti", dice il produttore esecutivo Mark Burnett. "E' uno spettacolo incredibile, soprattutto per l'epoca in cui è stato realizzato. Per quanto sia significativo quel film per me, come per tanti altri, al contrario i miei ragazzi non ne hanno mai sentito parlare: ho capito che c'era una fetta di pubblico pronta per un nuovo approccio a questa storia classica, e con tutti i progressi nella cinematografia si poteva creare uno spettacolo ancora più emozionante per un pubblico moderno".
Bekmambetov ha dimostrato di essere il mezzo per portare la storia del I° secolo nel XXIesimo. "Non volevamo che fosse un altro film roboante", spiega Bekmambetov. "Il suo essere epico non è dato dalle centinaia di cavalli, dall'enorme numero di comparse e dalle arene gigantesche, ma dalla sua idea. Il suo stile, il montaggio, la recitazione e la cinematografia, ci auspichiamo conquistino il pubblico di oggi".
"Timur è un regista unico", commenta Daniel. "Ha una visione contemporanea, ma allo stesso tempo è un pensatore classico: è la giusta combinazione per un progetto come questo".
Il direttore della fotografia Oliver Wood (The Bourne la serie) ha apportato uno stile viscerale. Uno degli strumenti più innovativi utilizzati è stata la telecamera G4. "Lo stile della telecamera funziona come un iPhone", spiega Bekmambetov. "In ogni scena sembra di stare veramente lì, in quel momento".
Bekmambetov ha trovato l'ispirazione visiva su YouTube. I filmati di una telecamera di sicurezza dell' incidente di un autobus nella Corea del Sud, ha dato alla squadra l'input di una collisione tra una nave greca ed una galea di schiavi. I filmati della NASCAR invece, hanno aiutato Bekmambetov ad impostare il ritmo, la velocità e l'intensità della corsa delle bighe. "Lo stile stupefacente di ripresa di Oliver Wood, è studiato in modo da rendere reale ogni scena, come se si fosse presenti in quel momento", spiega Bekmambetov. "Abbiamo cercato di sacrificare l'artificiosità in nome dell' autenticità, per far conoscere al meglio questo mondo al pubblico. Tutte le tecniche di ripresa che abbiamo usato saranno familiari agli spettatori di oggi. Abbiamo voluto catturare l'azione come fosse realtà, e per arrivare a questo risultato abbiamo tratto ispirazione non dai dipinti classici, ma dalle foto su Instagram e dai video su YouTube".
Le attuali innovazioni, come le telecamere Go-Pro, hanno permesso a Bekmambetov e Wood di girare da ogni angolazione, anche mettendo le telecamere nella sabbia per ottenere delle riprese eccezionali da sotto le bighe.
"Io amo la libertà del Go-Pro", dice Wood. "Normalmente, si è limitati dagli spazi occupati da telecamere, dalle attrezzature e dall'operatore, mentre il Go-Pro dà libertà di movimento".

UN FANTINO EPICO
Il momento culminante del film, la corsa decisiva delle bighe di Ben-Hur contro Messala, è stato girato per più di 32 giorni a Roma, presso gli studi di Cinecittà. Fin dal primo giorno, si è deciso di filmare la maggior parte della corsa a porte chiuse, il che ha richiesto dodici settimane di formazione intensiva di guida delle bighe per Huston e Kebbell. Anche se entrambi avevano precedenti esperienze di equitazione, la corsa con quattro cavalli necessitava di nuove abilità.
"Sono cresciuto con i cavalli", dice Jack Huston. "Mi sento molto a mio agio tra loro, ma dover guidare quattro cavalli contemporaneamente è tutt'altra cosa: hanno una forza incredibile, e il problema è gestire le curve su un terreno sabbioso che fa sbandare; un'esplosione di adrenalina mai provata prima".
"La corsa delle bighe è davvero uno sport estremo dell'epoca; pur avendo fatto riferimento alla NASCAR ed alla Formula 1, la corsa con una biga trainata da quattro cavalli è molto più pericolosa". Bekmambetov confessa: "Ho avuto la possibilità di guidarla sul set, e onestamente, mi sono davvero spaventato: senza comfort, sospensioni o airbag, il pilota è molto vicino al suolo e l'unico modo per manovrare il carro è utilizzare il peso del proprio corpo, stando in equilibrio sulla piattaforma. Non avremmo potuto compiere quest'impresa senza l'incredibile Steve Dent, il nostro Horse Master e coordinatore stunt, e Phil Neilson, il nostro regista della seconda unità di riprese".
 "Quando si esce dai cancelli, ci sono altre sette squadre con 28 cavalli che gareggiano affianco", continua Huston. "Si deve girare a favore della telecamera, ma allo stesso tempo, si deve seguire l'azione: è come guidare una macchina da corsa e recitare allo stesso tempo".
"La preparazione mi ha molto coinvolto", dice Kebbell. "Abbiamo iniziato con un cavallo ed una biga, poi con due cavalli che tirano una biga, poi quattro. C'è stata una grande curva di apprendimento. Quel che più mi ha affaticato in un primo momento, non era tanto il numero di piegamenti e inchiodate che ho fatto, ma le mie dita, che dovevano essere così forti da poter controllare i quattro cavalli".
"Credo che in principio Jack e Toby abbiano pensato: 'Quanto sarà difficile?', suppone Henderson,"Mantenere il controllo di tutti e quattro i cavalli è un compito fisicamente molto impegnativo; possono allontanarsi in qualsiasi momento, perciò bisogna domarli continuamente, non solo per la propria incolumità, ma anche per quella di tutte le persone intorno".
"A guidare una biga a più di 60 km all'ora non sembra andare così veloce, ma se si prova ad andare alla stessa velocità su una motocicletta con la visiera, ci si rende conto di quanto sia differente", dice Kebbell sorridendo. "Fare una curva con il sole negli occhi e la polvere in faccia, è una sensazione incredibile".
"Abbiamo realizzato dei filmati eccezionali di Jack e Toby mentre guidano le bighe al galoppo", afferma l'Horse Master Pete White. "Si vede chiaramente che sono proprio loro nel testa a testa durante la corsa".
Malgrado sia stato fatto ogni sforzo possibile per usare gli effetti pratici, alcune delle riprese più pericolose sono state create digitalmente, per la sicurezza dei cavalli e delle squadre di stunt. La tecnica ormai vietata di far correre i cavalli legati ad una fune nascosta, utilizzata nel Ben-Hur del 1959, ha portato a tristi conseguenze di lesioni accidentali o addirittura alla morte di decine di cavalli. Al contrario, gli effetti visivi permettono ai cavalli digitali di schiantarsi e cadere senza mettere in pericolo alcun animale.
"Con l'aiuto del CG i cavalli hanno potuto attraversare la folla o cadere rotolandosi", spiega il regista della seconda unità Phil Nielsen. "Ma nella maggior parte, sono gli attori stessi a gareggiare ad alta velocità nella corsa, così al pubblico sembrerà di stare al fianco di Giuda e Messala".
"Non c'era spazio per la totale improvvisazione", continua Nielsen. "Di tanto in tanto si sono verificati alcuni momenti belli ed inaspettati, ma ogni movimento è stato coreografato per la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti".
"La squadra degli stunt ed i conduttori delle bighe coinvolti sono i migliori in circolazione", continua Nielsen. "Ma anche i conduttori più esperti si sono trovati a guidare delle bighe molto più piccole di quelle d'abitudine: sembrava di stare su uno skateboard. E' stata una corsa fuori dal comune".

WHEN IN ROME…
'L'autenticità' è stato il principio guida che il team creativo ha perseguito per ricreare il mondo di Ben-Hur. Bekmambetov e la scenografa Naomi Shohan convenivano sul fatto che la loro Gerusalemme dovesse apparire come se fosse stata scavata in una collina rocciosa.
Matera, una città dell'Italia meridionale risalente al terzo secolo, si è rivelata essere la location perfetta. Molte delle case di Matera, alberghi e ristoranti sono stati costruiti all'interno ed intorno alle grotte esistenti.
"Abbiamo valutato molti luoghi", spiega il produttore Sean Daniel, "Ma ci siamo innamorati di Matera. E' una città unica e di forte impatto visivo, dove le abitazioni originali sono scavate nella roccia di un enorme gola. La città è stata abitata per migliaia di anni, e si ha davvero la sensazione di fare un salto nel passato".
Per rappresentare l'esterno del Palazzo di Hur è stata selezionata una residenza locale, in base al suo punto di osservazione sulla collina. La Shohan spiega: "Avevamo bisogno di una panoramica da cui si potevano scorgere i soldati romani pronti ad invadere Gerusalemme, così abbiamo setacciato Matera fino a quando finalmente abbiamo trovato la struttura adatta. Aveva una magnifica porta d'ingresso ed una vista verso il basso su una vasta rampa di scale, dalla città fino alla gola".
"Ho visto dei film girati a Matera, ma nessuno è come questo", spiega Burnett. "Le rocce e le verità nascoste della città, essendo così antica, hanno qualcosa di speciale che appare sullo schermo. Matera è stata una scelta fantastica".
"Dopo aver optato per Matera, aveva senso costruire gli interni presso i leggendari studi di Cinecittà", spiega il produttore Sean Daniel. "Cinecittà è il luogo dove nel 1959 è stato girato Ben Hur, oltre ad alcuni dei più grandi film mai realizzati. E' un posto molto suggestivo".
Il set più grande e maestoso realizzato a Cinecittà è stato l'interno del Palazzo di Hur. La Shohan ha progettato il palazzo sulla base di fotografie che lei stessa ha scattato, di una casa scavata a Pompei, ed ha incorporato elementi dorati, blu e bianchi per rappresentare la fede ebraica della famiglia Hur.
Cinecittà è stata anche la sede del set della galea, un'impresa complicata non solo per la Shohan, ma anche per supervisore SFX, Andy Williams.
La nave è stata costruita in tre sezioni: la galea principale, una sezione più piccola in grado di ruotare fino a cinquanta gradi per simulare il ribaltamento della barca dopo la collisione con un'altra nave, ed una terza sezione appesa a delle gru, per poter essere immersa in una grande vasca esterna.
Per simulare il dondolio del mare, il team di Williams ha costruito questa nave massiccia su un sistema di airbag. Creare l'effetto dello speronamento della nave durante la battaglia navale, è stato un'ulteriore grande sfida. "Abbiamo posizionato dei bracci idraulici al di sotto della struttura, per rendere lo shock dell'impatto", spiega Williams.
"I remi sono stati posizionati su dispositivi a frizione, avendo così la possibilità di regolare la tensione di ognuno", continua. "Le persone che vogavano dovevano manifestare un duro sforzo, e mettere in evidenza i loro muscoli. Hanno dovuto lavorarci un po', ma non così tanto da non poterlo fare tutto il giorno".
Senza dubbio il set più grande di Ben Hur è il Circus Tiberius a Cinecittà World, che dista 45 minuti d' auto da Roma. Ci sono voluti più di tre mesi per allestirlo.
"Abbiamo progettato tutta l'arena, ma ne abbiamo costruita solo una frazione, per praticità", spiega la Shohan, "Nel nostro immaginario, c'era un tunnel ed una scala maestosa, circondata da fontane e bracieri che conducevano fino alla città di Gerusalemme".
 Jim Rygiel, il supervisore VFX, ha gestito l'estensione fisica del set dell'arena finale. "Ricercavamo la praticità, così hanno costruito soltanto un sesto dell'arena, perché c'era bisogno di vedere solo i cavalli e le bighe che correvano intorno alla pista. Le parti superiori sono state realizzate in digitale, e riempite con circa diecimila spettatori digitali".
La crocifissione, il finale emotivo del film, è stata messa in scena a Matera. La scena si è rivelata un'esperienza straziante per il cast e la troupe, a causa della rigidità del clima. Le croci sono state fissate sul bordo di un burrone profondo, totalmente esposte alle intemperie; ed il giorno prima era persino caduta la neve.
"Anche andare in loco per registrare la scena è stato un problema", ricorda Bekmambetov. "E' stato terrificante vedere Rodrigo su quella croce".
"Quando ero lì su quella croce, il freddo era quasi insopportabile", ricorda Santoro. "Ero sulla cima di un colle con tante persone sotto e Matera sullo sfondo, e stavo fermo ad aspettare. Quando mi hanno fatto scendere dalla croce, non riuscivo a smettere di tremare. E' stata probabilmente l'esperienza emotivamente più forte che abbia mai vissuto".
"L'unica parola che posso usare per descrivere la sensazione della scena della crocifissione, è surreale", spiega Nazanin Boniadi. "Si percepisce chiaramente come doveva esser stato all'epoca vedere quest' uomo così tanto amato, venire ingiustamente e brutalmente ucciso".
"Le mani di Rodrigo sono state legate alla croce, e il suo corpo tremava dal freddo", dice la Downey con un brivido. "Il suo coraggio ed il suo impegno nell'assumere questo ruolo ci ha incantato. Durante le riprese, durate venti minuti, tutti i presenti sono rimasti in assoluto silenzio".

LA MODA NEL PRIMO SECOLO
 Quando si è trattato di progettare i costumi per Ben Hur, la costumista Varya Avdyushko ha assunto un approccio differente dal classico film in costume.
"La cosa più importante per Timur era di rendere la storia credibile", spiega la Avdyushko. "Non voleva fare un film in costume a cui nessuno poteva relazionarsi. Volevamo che il pubblico provasse una certa connessione con i nostri personaggi, e per far sì che ciò accadesse, abbiamo usato dei piccoli trucchi per rendere il loro aspetto un po' più moderno".
"Durante la lavorazione al progetto ci siamo avvalsi di truccatori italiani, maestri prop e stuntmen che ogni tanto si fermavano e con le lacrime agli occhi mi dicevano che i loro nonni avevano lavorato nel Ben-Hur del 1959", ricorda Bekmambetov. "Il padre della nostra truccatrice, Luigi, ha truccato Charlton Heston, anche il nonno del nostro costumista ha lavorato a quel film, e durante una scena della galea, al posto di Giuda c'è lo stuntman Giorgio, il cui padre ha sostituito Heston all'epoca. I corsi e ricorsi del tempo".
"Abbiamo fatto delle ricerche approfondite per mostrare le corse con le bighe per come realmente erano, ed alcuni momenti davvero drammatici di tutta la sequenza, non sono stati inventati: sono realmente accaduti duemila anni fa". Bekmambetov continua: "La nostra costumista Varya Avdyushko ha lavorato duramente, creando dei costumi sorprendenti, replicando fedelmente quelli utilizzati durante l'Impero Romano. Durante la nostra ricerca abbiamo notato che tutti i conduttori delle bighe avevano tre cinturini in pelle sul petto: anche se non siamo riusciti a capire qual era il loro scopo, li abbiamo comunque applicati sui costumi. In seguito, quando uno degli stuntmen è caduto dalla biga, ebbene, quelle cinghie gli hanno protetto la cassa toracica, ed abbiamo intuito che fungessero come una sorta di protezione che usavano i Romani".
"Per il disegno dei costumi mi sono ispirata a quelli di entrambi i film precedenti, quello muto e quello del 1959, che sono davvero meravigliosi", spiega la Avdyushko, "così come ai riferimenti storici come mosaici, affreschi e statue. Poi li ho paragonati a delle immagini contemporanee per cercare di fare un collegamento tra quello che siamo abituati a vedere al giorno d'oggi, ed il materiale storico".
E continua: "Ho esaminato delle immagini di soldati romani e le ho messe a paragone con delle foto attuali delle forze speciali e della milizia tedesca, per renderli più riconoscibili al pubblico".
L'obiettivo della Avdyushko era quello di creare costumi che esaltassero e rispecchiassero ogni personaggio. "All'inizio Ben-Hur appare alle feste ed alle cene: è una persona solare e colorata. Dopo gli anni di schiavitù appare più chiuso; si copre il volto, ed i suoi colori sono scuri".
"Per Messala vale più o meno la stessa cosa", aggiunge la Avdyushko. "All'inizio è un ragazzino, poi entra nel mondo della guerra: diventa un soldato, poi un ufficiale e, infine, raggiunge un altissimo rango nell'esercito romano. In apparenza è un duro, ma sotto la sua armatura si scorge la sua vulnerabilità".
"Anche il guardaroba femminile subisce un grande cambiamento nel corso della storia", commenta la Avdyushko. "Quando appare per la prima volta Naomi, è la regina della casa", dice la Avdyushko. "Sia Naomi che Tirza sono vestite con abiti splendidi, appaiono molto sicure di sé, ma successivamente le vediamo vivere in una grotta, e gli abiti con cui sono state arrestate, sono diventati degli stracci".
"Esther sfugge al destino della famiglia di Giuda", commenta la Avdyushko ", ed è diventata una discepola di Gesù. Malgrado ciò, volevo che apparisse come una donna forte e indipendente, non una seguace passiva. Le donne non dovrebbero indossare dei pantaloni in un dramma storico, così le ho fatto indossare dei pantaloni che sembrano una gonna".

VENDETTA E REDENZIONE
Lo sceneggiatore Keith Clarke ha scorto una sorta di perdono nel romanzo originale, Ben-Hur, a Tale of Christ. Anche se Ben-Hur ha tutte le caratteristiche di un racconto classico ed epico di vendetta, l'aspetto che ha attratto il team creativo al progetto, è stato il tema della redenzione.
"Una delle ultime frasi pronunciate da Cristo è 'Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno' ", spiega Clarke. "Con l'ultimo respiro, ha perdonato i responsabili della sua morte".
"Molte tragedie nel mondo potrebbero essere evitate col perdono dei nostri nemici", continua Clarke. "Sono un grande ammiratore di Nelson Mandela, perché è stato in grado di confrontarsi con le persone che sono state ingiuste con lui e le ha perdonate. In Medio Oriente, i conflitti hanno imperversato per generazioni, a causa della difficoltà di dire 'so che ciò che mi hai fatto è orribile, ma ti perdono ' ".
Il produttore Sean Daniel afferma: "Indipendentemente dalla fede di ognuno, si potranno apprezzare i temi profondi ed universali esposti nel film".
"Se si guarda questo film senza aver mai letto la Bibbia, si godrà della storia, dell'azione e dell'avventura", dice la Downey. "Da cristiani, il film sarà ancor più significativo, invece".
"Ben-Hur non dà apertamente un messaggio di fede, ma degli spunti su cui riflettere", spiega Burnett. "E' un messaggio di speranza che fa parte della storia scritta da Lew Wallace nel 1880. E' una storia che è già stata raccontata, ma che è degna di essere raccontata ancora più e più volte, per questa generazione e per quelle a venire".

HomeVideo (beta)


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Ben-Hur (2016) disponibile in DVD da mercoledì 25 Gennaio 2017
info: 08/09/2016.


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