Beast (2022)

Beast
Locandina Beast
Beast è un film del 2022 prodotto in USA, di genere Thriller diretto da Baltasar Kormákur. Tratto da una storia originale di Jaime Primak Sullivan. Il cast include Idris Elba, Iyana Halley, Leah Sava Jeffries. In Italia, esce al cinema giovedì 22 Settembre 2022 distribuito da Universal Pictures.

Un padre e le sue due figlie adolescenti si ritrovano braccati da un enorme leone solitario intenzionato a dimostrare che nella savana c'è solo un predatore supremo.

Il Dottor Nate Daniels è un marito rimasto vedovo da poco, che torna in Sudafrica, dove ha conosciuto sua moglie, per un viaggio a lungo pianificato con le figlie – la figlia diciottenne Meredith, e la figlia tredicenne Norah – in una riserva di caccia gestita da un vecchio amico di famiglia e biologo della fauna selvatica. Quello che inizia come un viaggio di guarigione si trasforma in una spaventosa lotta per la sopravvivenza quando un leone, sopravvissuto a bracconieri assetati di sangue, inizia a perseguitarli sentendosi ormai minacciato dagli esseri umani.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 22 Settembre 2022
Uscita in Italia: 22 Settembre 2022 al Cinema
Genere: Thriller
Nazione: USA - 2022
Durata: N.d.
Formato: Colore
Distribuzione: Universal Pictures
Soggetto:
Tratto da una storia originale di Jaime Primak Sullivan.
Classificazioni per età: ITA: MIC 6+

Passaggi in TV:
• lunedì 04 Dicembre ore 15:40 su Sky Cinema Suspense

Cast e personaggi

Regia: Baltasar Kormákur
Sceneggiatura: Ryan Engle

Cast Artistico e Ruoli:
foto Idris Elba

Idris Elba

Dottor Nate Daniels
foto Iyana Halley

Iyana Halley

Meredith



Produttori:
Will Packer (Produttore), James Lopez (Produttore), Baltasar Kormákur (Produttore), Jaime Primak Sullivan (Produttore esecutivo), Bernard Bellew (Produttore esecutivo)

Recensioni redazione

Beast, recensione film con Idris Elba
Beast, recensione film con Idris Elba
Matilde Capozio, voto 6/10
Idris Elba è protagonista di un survival movie ambientato in una riserva naturale del Sudafrica, dove un uomo si trova a dover lottare con un leone per proteggere le sue figlie.

Immagini

[Schermo Intero]

IL CONTESTO

Le storie che vedono opporsi esseri umani contro animali bestiali sono alla base della mitologia per il loro significato primordiale e indelebile. I miti greci di Teseo contro il Minotauro, Perseo contro la Medusa, o famosi racconti come Moby Dick e Ventimila Leghe Sotto I Mari, oltre, ovviamente a film celebri come Lo Squalo – Jaws, King Kong, Anaconda, Jurassic Park e Cujo di Stephen King. Così, quando il produttore esecutivo Jaime Primak Sullivan ha chiamato il produttore di grande successo Will Packer con l’idea di realizzare “Cujo con un leone,” Packer ha immediatamente accettato. “Ho pensato che si trattasse di un’idea affascinante,” spiega Will Packer. “Dovevamo capire che struttura dare alla storia, quali fossero i personaggi, come li avremmo fatti interagire, ma l’idea di un leone e di un thriller sulla lotta alla sopravvivenza mi ha entusiasmato.”
Per costruire i personaggi e lo sviluppo narrativo a partire dalle promettenti premesse pensate da Primak Sullivan, Packer e il produttore James Lopez si sono rivolti allo sceneggiatore Ryan Engle, con cui avevano già collaborato nel 2018 per l’apprezzato thriller La Rivalsa Di Una Madre – Breaking In. La sceneggiatura ha così preso un’evoluzione inattesa, raccontando il dramma di un padre che combatte per proteggere la propria famiglia. “Beast è un film che affronta le difficoltà emotive di un padre nei confronti delle proprie famiglie,” spiega Packer. “È una famiglia che è in grande affanno già prima di mettere piede in Africa. Un padre e due ragazze stanno affrontando la trasformazione della propria vita, dopo che la madre è morta di cancro. Si inizia con un nucleo già devastato da un dolore inimmaginabile, per poi vederli messi alla prova da una serie di incredibili circostanze che li porta sulla strada del leone. Ora, sono in pericolo e devono combattere per le proprie vite.”
Durante il processo di sviluppo e scrittura, gli autori hanno scoperto che spesso i leoni si ritrovano invischiati in una dinamica di vita e di morte contro contrabbandieri senza scrupoli e hanno deciso di inserire questo elemento nella storia. “Dal punto di vista degli umani, è normale valutare che stiano vivendo una situazione impossibile, per cui faranno tutto ciò che è a loro disposizione per sopravvivere alla minaccia che incombe,” approfondisce Packer. “Ma anche il leone vive un processo di auto-preservazione. Quando i cacciatori isolano un leone uccidendo gli altri membri del suo gruppo, stanno automaticamente creando una feroce scheggia impazzita. Quindi questo film vuole presentare anche la consapevolezza di un leone che s’imbatte nel suo nemico più acerrimo: l’essere umano.”
Packer e Lopez avevano bisogno di un regista che potesse girare scene d’azione ad alto livello d’intensità senza trascurare gli elementi emotivi della storia, e si sono messi in contatto con il regista islandese Baltasar Kormákur, che ha da subito apprezzato l’idea. Infatti, questa è la tipologia di film che da sempre avrebbe voluto fare, sin da ragazzino. “Sono fortemente affascinato dagli animali,” racconta Kormákur. “Sono solito viaggiare con i miei cavalli per la campagna. Anche da piccolo, ritagliavo le fotografie dei leoni africani dalle riviste e dai giornali. Quando ho racconto a mia madre che avrei girato Beast, ha tirato fuori un vecchio album e mi ha detto, “Questa potrebbe essere una delle ragioni per cui stai girando questo film….”
Già dalle prime conversazioni, era cruciale per Packer, Lopez e Kormákur arrivare a una battaglia finale fra il padre, il Dr. Nate Samuels interpretato da Idris Elba, e l’antagonista leone. “La mia idea era di realizzare tutto con una sola sequenza,” racconta Kormákur. “Ero però consapevole che sarebbe stato incredibilmente complicato. Avremmo dovuto inserire un leone gigantesco all’interno del film. Per ogni movimento, avremmo dovuto immaginare e poi vedere il corpo di Idris muoversi, torcersi ed essere colpito dal leone. Sapevo che avremmo avuto grosse difficoltà agli effetti visivi. Entrambi i contendenti avevano bisogno di essere completamente immersi in questa lotta per riuscire a renderla brutale e viscerale. Ogni interazione è stata pensata nel più piccolo dei dettagli, come se si fosse trattata di una danza coreografata per i due.”
Gli autori hanno deciso di girare il film in Sudafrica, per dare un senso di completo realismo alla narrazione e rendere il terrore vibrante in ogni sua scena. “Baltasar ha fatto un lavoro straordinario nello sviluppare la giusta energia per questa pellicola,” spiega Packer. “La premessa di una famiglia in pericolo combinata alla volontà di girare nella savana sudafricana è un passaggio decisivo. Non abbiamo utilizzato green screen o deciso di ricostruire un set nel mezzo degli Stati Uniti. Il regista voleva girare nell’ambiente originale, con spazi immensi che potessero dare allo spettatore la sensazione di trovarsi lì.”
Inoltre, Kormákur ha lavorato per immergere il pubblico nel senso di pericolo, proponendo la prospettiva dei protagonisti intrappolati e impauriti. “Il leone è sempre visto dal punto di vista dei personaggi,” spiega Kormákur. “Percepisci sempre il suo arrivo. Non c’è modo di frenarlo e sei bloccato nell’inquadratura. Già dall’inizio sapevo che tutte le scene d’azione sarebbero state girate in questo modo. È un grosso aiuto alla suspense e all’eccitazione provare la sensazione di essere intrappolati.”
Packer è rimasto impressionato dall’impegno e dalla dedizione di Kormákur. “Come dice Baltasar, ‘La mia visione è di portare lo spettatore in questo mondo,” spiega il produttore. “Ha deciso di lavorare sul punto di vista, con lunghe sequenze, con un risultato che arrivo a definire viscerale. Il film ha un’energia che è interamente frutto del lavoro di Baltasar. Mi ha spesso ripetuto di voler amplificare ogni singolo momento e rendere la tensione palpabile. Ogni movimento di macchina doveva essere un sussulto. Quando Nate gira la testa, la macchina da presa segue il movimento. Ci sono occasioni in cui inizia una rotazione e ti chiedi cosa ti troverai dietro di te.”
Nel corso del film, è chiaro che il leone attacca solo perché in passato è stato messo in pericolo di vita da altri esseri umani. In questo continuo gioco di emozioni, Beast ci ricorda quanto sia importante rispettare e proteggere le creature e i luoghi del nostro mondo. Il leone di questa storia ci ricorda cosa succede quando la natura non è trattata correttamente.

I PERSONAGGI

Dr. Nate Samuels (Idris Elba)
Anche se ha lasciato la savana per costruirsi una nuova vita negli Stati Uniti al fianco della moglie, il Dr. Nate Samuels, interpretato da Idris Elba, è ancora il ragazzo cresciuto in Sudafrica, che continua a segnare la bellezza selvaggia degli spazi aperti e sconfinati. Quando ritorna alla sua terra d’origine insieme alle due figlie, Meredith e Norah, è l’occasione di rendere omaggio alla defunta moglie per chiudere un capitolo importante della sua vita.
Dal giorno in cui sono state concepite, Nate ha amato le sue due figlie con tutto il  cuore e la dedizione. Purtroppo le cose non funzionavano allo stesso modo con la moglie, ed erano arrivati alla consensuale decisione di separare le proprie strade. Quando però alla donna è stato diagnosticato un cancro, il medico che per anni aveva usato le proprie conoscenze per curare gli altri, non è riuscito a guarire la persona cui era stato più legato nella sua vita. Ora intrappolato in una riserva protetta con il solo istinto a guidarlo, Nate deve sopravvivere per dare un futuro alle sue figlie. Se riuscirà nel suo intento, Meredith e Norah impareranno a fidarsi ancora di lui.
Elba, che lavora con il produttore Will Packer sin dal 2007 per This Christmas – Natale ed Altri Guai, per poi proseguire nel 2009 con Obsessed, è rimasto molto intrigato e ispirato dalla sceneggiatura e dalle sue ambizioni. “Io e Will abbiamo in comune la ricerca di progetti che riescano a spingere i nostri limiti,” racconta Elba. “Quando mi ha portato questa sceneggiatura, sono rimasto sorpreso, ma ho accettato al volo. Avevamo già fatto thriller in passato, ma questo è un capitolo nuovo delle nostre carriere. È stato entusiasmante, a partire dalla sceneggiatura che riusciva a lavorare su più livelli. Il film è solo migliorato via via che abbiamo costruito la squadra. È stata un’esperienza folle.”
E non vede l’ora che il pubblico possa vederlo in sala. “Credo che sia un film unico nel suo genere,” afferma l’attore. “Abbiamo già visto pellicole in cui l’antagonista è una bestia o un animale e i nostri eroi sono braccati, ma questo ha una dinamica che combina anche i contrasti di una famiglia senza mai perdere la sua identità thriller. Il ritmo non perde mai il passo.”

Meredith “Mare” Samuels (Iyana Halley)
Fotografa in erba, sulle orme della madre scomparsa, Meredith, interpreta da Iyana Halley, ha vissuto i suoi primi anni nell’attesa che venissero esaudite le tante promesse del padre, Nate. Oggi, a 18 anni, ha già visto la madre spegnersi per il cancro e ha giurato di non fidarsi mai più del padre. Il papà aveva promesso di proteggere la loro famiglia, e ai suoi occhi, ha fallito tanto quanto medico che genitore. Controvoglia, accetta di partire per un viaggio di famiglia in Sudafrica nella speranza di poter onorare la madre nella sua terra di origine, che tanto le era cara. Quando però il leone inizia ad attaccarli, Meredith sarà forzata a scegliere fra una posizione ferma alla rabbia e al dolore o credere al padre che proverà a guidarle fuori da un’esperienza che mette tutti in pericolo di vita.
L’iniziale freddezza di Meredith verso il padre nasconde un profondo dolore, che Halley ha esplorato con il regista Baltasar Kormákur. “Balt mi ha spiegato che Mare non sta facendo un capriccio, ma vive un grosso turbamento personale,” ricorda Halley. “Questa prospettiva mi ha permesso di sviluppare il personaggio ancora meglio. È un’adolescente che sta affrontando la morte della madre, in un contesto che la vede anche molto distante dal padre. È molto determinata ma deve comunque continuare a rispettare il ruolo paterno per non compromettere anche il rapporto con la sorella.”
Quando tutto è ormai a rischio, si rivelerà coraggiosa almeno quanto il padre. Quando il loro amico di famiglia, il biologo Martin Battles (Sharlto Copley), rimane ferito nella foresta, e il leone è ancora nei paraggi, Martin comunica tramite radio alla famiglia di tenersi alla larga. Nate rispetta l’indicazione di Martin, ma Meredith si infuria e prova lei stessa a salvare il loro amico. “Mare crede che il padre non stia facendo abbastanza,” spiega Halley. “Le riaffiora il ricordo della madre morente e la sua rabbia nei confronti del padre per non essere riuscito a evitare l’irreparabile. Sapendo che Martin è sofferente e ha bisogno di aiuto, si adopera e prova ad andarlo a recuperare. Ai suoi occhi, Martin è connesso alla loro madre, considerando che erano amici sin dall’infanzia. Non si tira indietro perché sa che la madre avrebbe fatto altrettanto.”

Norah Samuels (Leah Jeffries)
La grazia della madre e l’istinto del padre: Nora, interpretata da Leah Jeffries, è una ragazzina di 13 anni che è rappresenta l’esatto opposto della sorella Meredith. È lei, infatti, la prima a usare l’ironia per sciogliere le frequenti tensioni fra la sorella e il padre, Nate. Anche se è più giovane di Meredith, Norah sembra comprendere le complessità del matrimonio dei genitori e, a differenza della sorella più grande, non incolpa il padre per la morte della mamma.
Quando la famiglia rimane intrappolata nell’automobile, braccata dal feroce leone, Norah si rivela preziosa e insostituibile per la fuga della famiglia. Per Jeffries, le riprese in Sudafrica, in particolar modo nella riserva protetta nella provincia rurale di Limpopo, sono state un’esperienza straordinaria. “Ho visto così tante colline e montagne,” ricorda Jeffries. “Tutto era splendido, specialmente il tramonto. Quando siamo arrivati alla riserva, il sole era sopra la montagna. Saliti in quota, è sceso lentamente con una potenza che non posso descrivere. Ero talmente rapita che non credo di essere riuscita a scattare neanche una foto, tanto ero concentrata su quella bellezza.”
Jeffries ha molto legato con gli attori che interpretano il padre e la sorella durante la prima settimane di riprese, grazie a un piccolo pezzo hip hop ispirato al nome del regista Baltasar Kormákur. “Dal nulla, è arrivato alle mie spalle Mr. Elba e ho sentito ‘Yo, I’m like pepper. I’m like salt. I like making movies with Balt!‘ Poi Iyana è balzata in piedi e ha ricantato il motivetto. Continuamente hanno fatto di tutto per farmi cantare.” Dopo un pò di silenzio. “Non dico di essere timida, devo solo sentirmi a mio agio.”

Martin Battles (Sharlto Copley)
Martin Battles, interpretato da Sharlto Copley, è la figura più vicina a un fratello che Nate Samuels possa immaginare. Manager di una riserva protetta, biologo e attivista contro il bracconaggio, Martin è sopravvissuto ai suoi anni in Sudafrica, la propria casa, seguendo un semplice principio: gli esseri umani non riusciranno mai a prevaricare la natura. Mai.
Nei decenni passati a curare e proteggere la natura selvaggia nella riserva protetta, Martin non ha mai visto un leone attaccare gli esseri umani con la sfrenata ferocia che lui sta affrontando al fianco della famiglia Samuels. Percepisce nell’animale qualcosa in più del semplice istinto di sopravvivenza, ma piuttosto il desiderio di cercare vendetta sugli umani che l’hanno umiliato e incattivito.
Il regista Baltasar Kormákur ha subito espresso l’intenzione di utilizzare l’attore sudafricano Copley per il ruolo di Martin Battles  “Avevo notato Sharito in District Nine anni fa e lo avevo trovato molto talentuoso,” racconta Kormákur. “Era un’interpretazione molto naturale, quasi selvaggia.” Kormákur era convinto che quell’approccio abbia permesso a Copley di muoversi naturalmente fra gli straordinari leoni che poi sarebbero stati sviluppati in VFX. Il film gli ha dato ragione.

Kees (Martin Munro)
Brutale e senza principi, il “cacciatore” olandese guida un manipolo di uomini che ha trasformato la savana nello spazio in cui le loro razzie prendono vita. Kees, interpretato da Martin Munro (Warrior), dà valore solo ai soldi che zanne insanguinate, tesori trafugati o animali in via di estinzione possono garantirgli sui mercati di contrabbando. Kees ha corrotto le menti della sua squadra di mercenari sudafricani, insistendo in maniera viscida sul fatto che le loro azioni sono necessarie per garantire alle loro famiglie libertà e indipendenza dall’uomo bianco.
In tutti questi anni il continente è stato decimato, ma Kees non ha mai incontrato una creatura tanto feroce, astuta e indomabile come questo leone. Arrogante, ubriaco di potere, a tratti delirante, Kees crede di essere l’unico uomo in grado di fermare il leone. Si sbaglia di grosso.

IL LEONE

Nascosto in una lontana foresta di baobab, fra scimmie, antilopi, serpenti, scimmie ed elefanti, il Leone vaga alla caccia delle sue vittime al chiarore della notte. Il suo orgoglio, i leoni che avrebbe protetto a ogni costo, sono stati catturati dai contrabbandieri. Da solo, il leone è alla ricerca di vendetta nei confronti dell’animale responsabile della loro morte: gli esseri umani.
Il leone di Beast è enorme, con un corpo lungo quanto una macchina e zanne dalle dimensioni di una palla da calcio. L’animale più regale dell’intera savana si rivela anche quello più letale. Il leone è stato creato utilizzando tutta la tecnologia più avanzata in termini di animazione per il cinema, rappresentando una sfida molto complessa tanto a livello di design che di regia. Durante le riprese, attori e autori avevano necessariamente bisogno di un riferimento fisico della bestia e dei suoi movimenti. “Il più delle volte, abbiamo avuto uno stunt vestito di grigio che guidava i movimenti,” racconta il regista Baltasar Kormákur. “Indossava un grande cappello con le dimensioni della testa del nostro leone, permettendoci di sapere dove poteva e dove non poteva arrivare. Poi, giravamo la scena senza di lui così da eliminare ogni elemento dall’inquadratura. Ovviamente quello è il momento più strano perché stai girando senza alcuna controparte che risponde ai movimenti dell’attore.”
Kormákur è rimasto entusiasta di questa esperienza, nonostante tutte le difficoltà. “Ho imparato tantissimo da questo film,” afferma Kormákur. “Ho lavorato con Enrik Pavdeja (Jurassic World – Il Regno Distrutto – Jurassic World: Fallen Kingdom), che è un fantastico professionista, e gli animatori di Framestore, tutti già presenti dalle riprese fino alla conclusione della post-produzione.”
Tutte le figure coinvolte nella produzione sono state molto impegnate nello sviluppare le dinamiche che investivano l’animale, specialmente quando erano sotto attacco. “Con Baltasar abbiamo parlato a lungo del Leone dell’Atlante, che è quasi estinto, ed è il riferimento principale su cui abbiamo lavorato,”  racconta Idris Elba. “Quando attacca la macchina, puoi percepire i colpi subiti dalla macchina. Non parliamo di un leone comune, ma di un animale assolutamente fuori dalla norma. La botta equivale a un tamponamento e abbiamo fatto di tutto per dare al pubblico la sensazione di questa energia, dell’intelligenza e della ferocia.”
La squadra di stunt, guidata da Kerry Greg (Avengers: Age of Ultron), ha lavorato a stretto contatto con i reparti VFX e SFX per garantire il pieno realismo dei combattimenti inscenati fra leoni ed esseri umani. L’ultimo scontro fra Nate Samuels e il Leone è stato filmato in Sudafrica, nella provincia del Capo Settentrionale. La produzione era molto al nord, praticamente al confine. “Eravamo al confine della Namibia,” spiega Kormákur. “Si possono vedere praticamente entrambi i paesi.”
•     In nessuna scena veri leoni interagiscono con gli esseri umani
•     Per le scene principali non sono stati usati veri leoni
•   Leoni veri sono stati usati solo per documentazione visiva.
•   Il Leone principale è stato creato con la migliore tecnologia al momento disponibile, come mai è stata usata per la produzione cinematografica.
•  Nessun animale è stato ferito o sfruttato per la realizzazione di questo film.

I LUOGHI
Beast è stato girato in Sudafrica, fra le province di Limpopo, del Capo settentrionale e a Cape Town. “Siamo molto orgogliosi di essere riusciti a portare una produzione di questa dimensione nella regione,” afferma il produttore James Lopez. “Sappiamo bene quale impatto possa avere un’operazione di questo livello sulla regione. La storia è ambientata in una riserva protetta e quando abbiamo cominciato a discutere su dove potessimo ambientare il film, il Sudafrica era in assoluto al primo posto fra le alternative. L’industria cinematografica locale è già molto strutturata. Con i primi sopralluoghi abbiamo compreso quanto la comunità di professionisti locali ci avrebbe potuto dare e abbiamo preso la decisione con grande entusiasmo.”
Fra le premesse c’era anche la volontà di rispettare e preservare gli ambienti naturali in cui si sono tenute le riprese. Per una scena in particolare, con Nate Samuels (Idris Elba) immerso in una pozza d’acqua, la produzione ha preferito costruirne una ex novo così da non alterare gli equilibri di una esistente usata dagli animali. Lo scenografo Jean-Vincent Puzos, coadiuvato dalla sua squadra, ha organizzato uno spazio con alberi e pietre, per poi portarci l’acqua. Il risultato è stato uno specchio d’acqua, in tutto e per tutto simile a un lago locale.
Per il regista Baltasar Kormákur è risultato fondamentale non scimmiottare l’immagine dei luoghi, per offrire una versione realistica degli ambienti e delle persone. La costumista namibiana Moira Anne Meyer vive in Sudafrica e ha portato un vasto numero di referenze culturali per costruire un guardaroba autentico, tanto per gli abitanti dei villaggi che dei contrabbandieri.
Anche se il cast di Beast arriva da tutto il mondo, è stato importante per gli autori avvalersi di maestranze e generici sudafricani. “Nel film si sente parlare Venda, una delle lingue indigene delle regioni nord orientali del Sudafrica, dove il film è ambientato,” spiega Lopez. “Anche i nomi dei luoghi sono reali. Volevamo essere certi di rispettare il territorio in ogni aspetto, da casting al dialetto, fino all’architettura. Tutto contribuisce a rendere la storia il più possibile verosimile.”
Fra i membri sudafricani del film ci sono Liyabuya Gongo, Daniel Hadebe, Thapelo Sebogodi, Chris Langa, Mduduzi Mavimbela, Chris Gxalab, Tafara Nyatsanza, Ronald Mkwanazi, Naledi Mogadime e Thabo Rametsi.

INFORMAZIONI E NUMERI SUL CONTRABBANDO IN SUDAFRICA
• Il bracconaggio di animali selvatici provenienti dalle riserve sudafricane, come in altri posti del mondo, continua a essere una minaccia permanente.
•  Secondo il Ministero dell’Ambiente sudafricano, nel 2019 ci sono stati più di 2.014 casi di contrabbando. Il numero è diminuito a 1.573 nell’anno successivo, anche a causa di una mobilità ridotta per via della pandemia.
•  Ossa, denti e artigli sono spesso venduti sui mercati illegali: tanto quelli dei leoni che nel caso delle tigri, commerciate in Asia, hanno altissimi ritorni economici per i contrabbandieri.
•   Fino al 2019 era ancora legale allevare leoni in cattività e ucciderli successivamente per sfruttarne i pezzi più richiesti, o in alternativi, usarli per “partite di caccia legali” in cui i turisti possono sparare per sport.
• Un secolo fa, vivevano più di 200.000 leoni in Africa. Oggi sono poco meno di 20.000, per un calo del 90%.
• I leoni si sono ormai estinti in 26 nazioni africane ed è sparito il 95% delle loro varietà.


dal pressbook del film

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