Ivan (Giorgio Pasotti) è un sacerdote con una fortissima fede in Dio e nell’uomo. La sua incrollabile convinzione sarà, però, messa alla prova dall’arrivo di Adamo (Claudio Amendola), un neofascista assegnato alla sua comunità di recupero. La preparazione di uno strüdel di mele diventerà l’occasione per un teso braccio di ferro tra una visione positiva e una negativa del mondo, il tutto accompagnato dallo sguardo allucinato degli altri membri della comunità: lo sciatore alcolizzato Gustav (Robert Palfrader), la problematica Sara (Gerti Drassl) e l’ex-terrorista Khalid (Aram Kian).
Una commedia dolceamara, che riflette sulla necessità tutta umana di conservare sempre e comunque la speranza.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita in Italia: 11/06/2020 (RaiPlay)Genere: Drammatico
Nazione: Italia - 2020
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Cannizzo Produzioni, Greif Produktion, Sigma Film, Cineworld Roma, Dinamo Film, Rai Cinema, IDM Film Fund (con il sostegno di), Commission dell'Alto Adige (con il sostegno di)
Soggetto:
Il film si ispira al lungometraggio danese Le mele di Adamo ('Adams æbler') di Anders Thomas Jensen.
In HomeVideo: in Digitale da giovedì 11 Giugno 2020
Cast e personaggi
Regia: Giorgio PasottiSceneggiatura: Giorgio Pasotti, Federico Baccomo
Musiche: LEO-Z
Fotografia: Carlo Rinaldi
Scenografia: Veronika Merlin
Montaggio: Sebastian Longariva
Costumi: Sabrina Beretta
Cast Artistico e Ruoli:
Giorgio Pasotti
Padre Ivan
Claudio Amendola
Adamo
Robert Palfrader
Gustav
Gerti Drassl
Sara
Aram Kian
Khalid
Roberto Nobile
Dott. Catalano
Giancarlo Martini
Er Crocca
Lorenzo Renzi
Gaetano
Peter Mitterrutzner
Bruno
Filippo Vianello
Christopher
Hannes Perkmann
Filippo
Marco Boriero
Nicola
Produttori:
Gianluca Cannizzo (Produttore), Gianluca Lazzaroni (Produttore), Heinz Stussak (Produttore), Barbara Cirulli (Produttore), Jean Gontier (Produttore), Ivan D'Ambrosio (Produttore esecutivo)
Organizzatore generale: Cristiano Di Meo | Delegato di produzione: Cristian Elia Berna | Direttore di Produzione: Francesco Felice Lattuada | Location Manager: Michele Priano.
Immagini
NOTE DI REGIA – Giorgio Pasotti
“Abbi Fede” è una favola grottesca sulla sfida più antica del mondo; quella tra bene e male. La mia intenzione è quella di raccontare questa lotta anche e soprattutto con un particolare utilizzo della luce. Per buona parte della storia Adamo è un personaggio negativo e ho voluto sottolineare questa sua caratteristica tratteggiandolo con ombre nette e con forti contrasti sul volto. I suoi fondi sono sempre scuri e spesso entra in scena, o ne esce, passando per zone d’ombra: le tenebre che si porta dentro e che sembrano inghiottirlo o rigettarlo a seconda della situazione. Nel riprenderlo abbiamo giocato con la prospettiva, inquadrandolo un po’ dal basso, per suggerire un’immagine tutta d’un pezzo, come fosse uno di quei busti che rappresentano i dittatori. Al tempo stesso Padre Ivan, certo della sua fede, è caratterizzato da una fotografia con toni chiari, quasi senza contrasto e con fondi rassicuranti, esaltati – fin quando il suo mondo non è messo in discussione – dalla profondità di campo che rende tutto visibile. Tutto, fuori e dentro di lui, deve suggerire allo spettatore la quiete, l’equilibrio, la sicurezza. Per usare dei riferimenti più precisi posso dire che per Adamo abbiamo realizzato una fotografia che si ispira alle “Pitture Nere” di Francisco Goya; e per Padre Ivan ci siamo rifatti alle illustrazioni di Norman Rockwell. Due mondi distanti e inconciliabili, proprio come i nostri due protagonisti. La certezza della fede di Padre Ivan è tradotta stilisticamente in inquadrature sempre ben equilibrate; l’inquietudine di Adamo è invece espressa con la camera a spalla, per indurre lo spettatore a sentire il malessere la forza distruttiva che questo personaggio reca in sé. Questo, almeno, per la prima parte del film: poi, in maniera inattesa, lo scontro porterà i due a “contaminarsi” a vicenda e la situazione cambierà completamente. Come in un ipotetico incontro di boxe, infatti, proprio nel momento in cui sta per trionfare Adamo cambia, vacilla, capitola. A poco a poco il piccolo seme che faticosamente Padre Ivan ha provato a riporre in lui germoglia, facendo nascere al suo interno quel senso di responsabilità e partecipazione che fino a poco prima sembrava impensabile. Questo è il turning point del film. Il momento in cui i due protagonisti si scambiano il percorso e, con esso, gli stili di ripresa. Proprio perché il “contaminarsi” degli opposti è un sotto-tema della storia, anche per quanto riguarda il tono musicale il film è caratterizzato da scelte che possono essere definite agli antipodi tra loro. A un commento musicale “classico”, con esecuzioni di archi tese a rendere la solennità dello scontro tra bene e male, si affiancano canzonette di musica leggera, che conferiscono una patina di normalità alla sgangherata comunità gestita da Padre Ivan, i cui ospiti – contrariamente a quello che pensa il prete – sono ben lontani dal salvarsi dalle sabbie mobili in cui si sono impantanate le loro vite. Vera e propria funzione narrativa ha pure la piccola comunità montana, incastonata tra le Valli dell’Alto Adige, che è a tutti gli effetti un personaggio. Come loro, mutevole. Con la sua chiesetta di legno fuori dal tempo e i boschi che la circondano, si presenta come un paesaggio incantato, capace di infondere pace e serenità. Con l’acutizzarsi dello scontro, specie quando il male sembra prendere il sopravvento, si fa ostile minaccioso, con i fulmini che squarciano gli alberi e il vento che sbatte le porte della chiesa, come volesse prendere a schiaffi la certezza della fede di Padre Ivan. In questo, i riferimenti alla Bibbia che ci sono in sceneggiatura trovano ampia corrispondenza. Così come nelle Sacre Scritture, anche qui la natura è chiamata a rappresentare l’ira divina di fronte alle nefandezze del genere umano. Ma proprio quando il male sembra aver trionfato la commedia grottesca (un’altra contaminazione!) si trasforma in favola e una sorprendente guarigione, che neppure la scienza è in grado di spiegare, salva Padre Ivan da una morte certa. Ha perduto la fede ma ha trovato un amico: Adamo. Come a dire che i miracoli avvengono non quando crediamo che possano realizzarsi, ma quando abbiamo creato le condizioni necessarie perché avvengano! Ed è proprio in questo che risiede la forza di questa storia; nel ricordarci che la ricchezza nasce dal confronto, dalla perdita delle certezze. Dall’ascolto. Degli altri e di noi stessi. In un’epoca come quella che stiamo vivendo, in cui le differenze di credo e religione sono troppo spesso rimarcate col sangue, è un messaggio semplice ma rivoluzionario. E anche una piccola mela non appare più solo come un frutto o il simbolo del peccato originale, ma come l’inizio di una grande storia.
HomeVideo (beta)
info: 11/06/2020 (RaiPlay).
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