1981 - Indagine a New York (2014)
A Most Violent YearNew York, 1981. Uno degli anni più violenti nella storia della città. Il film segue la storia di un immigrato (Oscar Isaac) che cerca di espandere la propria attività e di proteggere la sua famiglia, mentre violenza e corruzione rischiano di distruggere tutto quello che ha creato.
1981: Indagine a New York è un feroce dramma criminale ambientato a New York City nell'inverno del 1981, statisticamente considerato l'anno più pericoloso nella storia della città. Scritto e diretto dall'acclamato J.C. Chandor e interpretato da Oscar Isaac (A Proposito Di Davis) e Jessica Chastain (Zero Dark Thirty), questa appassionante vicenda si sviluppa in un labirinto di corruzione che vede coinvolti industriali e politici rampanti e che infesta le strade di una città in declino. Il terzo lungometraggio di J.C. Chandor ci parla della risoluta ascesa di un immigrato in una società moralmente corrotta, dove rivalità che covano da tempo e aggressioni gratuite minacciano il suo lavoro, la sua famiglia e, soprattutto, la sua incrollabile fede nella rettitudine del suo percorso esistenziale. Con 1981: Indagine a New York, Chandor intraprende coraggiosamente una nuova strada, verso il luogo in cui le migliori intenzioni cedono il passo al puro istinto, il luogo in cui finiamo per essere più vulnerabili nel compromettere ciò che sappiamo essere giusto.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 4 Febbraio 2016Uscita in Italia: 04/02/2016
Genere: Azione, Crimine, Drammatico, Thriller
Nazione: USA - 2014
Durata: 124 minuti
Formato: Colore
Produzione: Before The Door Pictures, Washington Square Films, FilmNation Entertainment, Participant Media, Imagenation Abu Dhabi FZ, Old Bull Pictures
Box Office: USA: 4.673.000 dollari
Classificazioni per età: ITA: 16+
In HomeVideo: in DVD da mercoledì 6 Aprile 2016 [scopri DVD e Blu-ray]
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GLI INIZI
Nei quattro anni successivi alla Nomination agli Oscar per Margin Call, il regista e sceneggiatore J.C. Chandor si è affermato come narratore sofisticato nonché regista determinato e formalmente audace. Tutti i suoi lungometraggi – il thriller Margin Call, sulla spregiudicatezza dell'alta finanza, e l'epico All Is Lost – Tutto È Perduto, un film quasi muto sulla sopravvivenza nel bel mezzo dell'oceano – sono costruiti intorno ai concetti del collasso o della crisi che si inasprisce, indipendentemente dal fatto che essi si situino in ambito finanziario, professionale, fisico o morale. Chandor ci invita ad entrare in un teatro operativo, in cui spezza in due la psiche dei suoi personaggi: uomini appassionati e motivati, costretti ad impiegare le loro capacità di fronte a limitate possibilità e a violenti dilemmi etici. Con il suo nuovo film, il dramma storico criminale 1981: Indagine a New York, Chandor ci porta di nuovo sulla soglia del pericolo e della confusione morale attraverso la vicenda di Abel Morales, un immigrato alla ricerca del Sogno Americano in una città in declino, pervasa dalla violenza e dalla corruzione.
1981: Indagine a New York è ambientato nei cinque distretti e nei loro pressi durante il 1981 – considerato all'epoca, statisticamente, l'anno più violento a New York City. Uscita dalla crisi petrolifera degli anni Settanta, la città andò incontro ad un drammatico periodo di transizione successivo alla forte espansione della metropoli dagli anni Venti agli anni Sessanta: la città praticamente si fermò a causa dei tagli di budget, dell'elevatissimo tasso di criminalità e della corruzione politica. L'inizio degli anni Ottanta rappresentò il picco del cosiddetto 'trasloco dei bianchi' verso la sicurezza dei sobborghi circostanti, mentre una nuova ondata di immigrati si riversò nei distretti alla ricerca di opportunità, trasformando drammaticamente il tenore e la struttura della città. Lavorare nell'epicentro del capitalismo portò ad attriti e difficoltà: erano finiti i giorni degli intricati codici di comportamento che regolavano i rapporti tra Municipio, Mafia e mondo degli affari. Per i piccoli imprenditori che cercavano di conquistare un rango più elevato nell'ambito dell'industria e del commercio, significava doversela cavare da soli.
1981: Indagine a New York documenta tre giorni nella vita di Abel Morales (Isaac), un ispano-americano che, insieme alla moglie Anna (Chastain), nata a Brooklyn, inizia a lavorare in una piccola azienda di olio combustibile acquistata dal di lei padre, un gangster. Dopo essersi ripromesso di fare affari onestamente, scopre che la scalata verso il successo è fatta di corruzione.
All'inizio del film, Morales paga l'acconto per l'acquisto di un pezzo di terra a Brooklyn – precisamente subito oltre il fiume all'altezza di Lower Manhattan, dove ancora oggi il commercio globale ha la sua sede privilegiata. Sulla proprietà sono già presenti serbatoi di carburante che consentirebbero ad Abel di espandere la sua società e di affermarsi sui suoi concorrenti, un gruppo compatto di aziende famigliari che trama per conquistare una fetta di mercato più ampia. La tensione cresce quando dei delinquenti iniziano ad assalire la piccola flotta di autisti di Abel, rubando il loro carburante per poi rivenderlo sul mercato illegale. Nel frattempo, una figura misteriosa si introduce, di notte, nella nuovissima casa dei sogni dei Morales situata a Westchester, un piccolo sobborgo a nord dello Stato. A peggiorare ulteriormente le cose, un ambizioso assistente procuratore (David Oyelowo) apre un'indagine sulla contabilità dell'azienda, minacciando di metterla sotto accusa per evasione fiscale e frode. Colto nel suo momento più vulnerabile, mentre sta cercando faticosamente di saldare l'acquisto del terreno, Abel se la deve vedere con una scelta morale che rischia di distruggere la propria azienda e la vita che si è creato con tanto impegno.
"Abel Morales è un uomo che crede nello spirito, tutto americano, del Destino Manifesto", dice il produttore Neal Dodson che, con Anna Gerb, ha prodotto anche i film precedenti di Chandor, All Is Lost – Tutto È Perduto e Margin Call. "È un uomo che conosce il percorso che deve compiere, che fissa degli obiettivi e vede il proprio destino davanti a sé – è solo questione di capire come ce la farà".
Come nei film precedenti di Chandor, 1981: Indagine a New York esplora la zona grigia tra le scelte che dobbiamo compiere per andare avanti, i compromessi che dobbiamo accettare per proteggere le nostre famiglie, e le conseguenze delle nostre decisioni sulle vite degli altri. Al tempo stesso un esame introspettivo di un outsider ambizioso che diventa un magnate del commercio americano e uno sguardo epico ad una metropoli che ci è familiare e che sta attraversando una fase di transizione in un periodo pericoloso, 1981: Indagine a New York analizza il prezzo che si deve pagare per fare affari in America e fino a che punto alcuni possano spingersi per conquistare il successo con metodi risoluti.
"Attraverso il personaggio di Abel Morales, mi interessava indagare i temi dell'individualismo spietato e dell'indipendenza", dice Chandor. "Io credo che, per avere successo in questo Paese, ci siano cose che puoi e non puoi fare. 1981: Indagine a New York esplora i limiti della scalata sociale quando Abel sale la scala verso risultati più importanti". Dodson aggiunge: "Il percorso di Abel vede il rischio sullo stesso piano della gratificazione. Si mette in una posizione di massima vulnerabilità per ottenere il massimo dei risultati, credendo che il momento in cui hai più paura sia anche il momento in cui compi l'azione più rischiosa, ottenendo potenzialmente il massimo della gratificazione".
Dopo l'universale apprezzamento per il suo primo ruolo importante in A Proposito Di Davis dei fratelli Coen, il protagonista Oscar Isaac si è convinto a recitare in 1981: Indagine a New York per la natura ambigua di Abel e per la sua potenziale discesa nella malvagità. Nel corso del film, il personaggio di Morales si fa sempre più complesso e controverso – un marito che può diventare violento quando viene spinto verso il baratro della rovina professionale.
"Abel sembra un pacifista in un momento della storia di New York City in cui la città somiglia al Selvaggio West", dice Isaac. "Mi è sembrato un uomo virtuoso ma con una zona grigia. È stato facile immaginare che, lungo il suo percorso, diventasse uno psicopatico. Vedi uomini che salgono la scala professionale, che guidano aziende in cui le persone sono considerate come prodotti. Questi capitani d'industria col tempo perdono empatia o imparano a compartimentare i loro impulsi più oscuri. In Abel ho visto un confronto interessante: l'uomo che desidera diventare un supercapitalista, alla disperata ricerca delle cose più belle della vita, che nel tentativo di raggiungere questo obiettivo ricorre alla violenza, una scorciatoia per mettere le mani sull'oro".
Il produttore Dodson paragona Morales ad un uomo che si identifica con Rockefeller, che non ha ancora raggiunto le alte sfere dell'industria e della società ma che desidera farne parte senza ricorrere a strumenti disonesti. "Nella sua testa, un Rockefeller non prende una pistola per sparare al suo concorrente né difende la sua famiglia con la violenza e la vendetta come i protagonisti dei drammi criminali che abbiamo già visto in passato", dice Dodson. "Un Rockefeller usa il cervello – la strategia, il fiuto per gli affari e le sue influenze. Mentre nel nostro film assistiamo a inseguimenti in auto o a piedi e a sparatorie sui ponti, il protagonista – che ci riesca o no – fa del suo meglio per non cedere al canto delle sirene della violenza". Chandor aggiunge: "Abel non pensa che la violenza sia il modo più efficace per ottenere dei risultati. Spera di non doverla usare, una scelta che non vuole fare – finché, nel corso del film, la sua situazione non si complica. Si arrenderà e intraprenderà la strada più vantaggiosa oppure no?"
IL SOGGETTO ORIGINARIO
Per Chandor, le origini di 1981: Indagine a New York sono da ricercare nel suo fascino per la New York City del 1981, quando la metropoli era una pentola a pressione sul punto di esplodere. Aveva anche un legame personale col periodo storico poiché molte famiglie della East Coast amiche dei suoi genitori o dei suoi nonni – gente che aveva trasformato piccole aziende, come la Standard Heating Oil di Abel, in strutture più grandi, trovandosi spesso, nella fase successiva alla fondazione, davanti a successi o a battute d'arresto dello stesso genere.
"Costruire un'azienda da zero è forse la cosa che sappiamo fare meglio in questo Paese", dice Chandor". "Dal punto di vista creativo, è uno degli elementi più affascinanti del nostro essere americani. Ma c'è anche il grosso rischio di fallire". Chandor è stato colpito dal fatto che la maggior parte di queste piccole imprese fossero a carattere famigliare, costruite con anni di fatiche. Alcune avevano successo e altre no. Attraverso queste storie famigliari, ha iniziato a immaginare un marito e una moglie che cercano di costruire un impero in uno dei periodi più difficili della leggendaria storia di New York City.
Mentre studiava quel periodo storico, Chandor scoprì che, a Midtown Manhattan, nel distretto famoso per l'abbigliamento, si era verificata una serie di furti a ciel sereno: camion pieni di abiti eleganti pronti per essere spediti e venduti sul mercato venivano costantemente assaliti e saccheggiati da ladri che non facevano parte della criminalità organizzata.
"Ho pensato all'olio combustibile perché era un affascinante commercio di basso livello che anche un immigrato come Abel poteva ragionevolmente intraprendere, cercando di fare carriera attraverso la perseveranza e il duro lavoro", dice Chandor. "Esattamente come l'abbigliamento, l'olio combustibile dipende dal trasporto su gomma per le consegne. Questo settore è curioso perché consente anche possibili affari illeciti. Diversamente dagli abiti, l'olio combustibile rubato non è tracciabile. Sottrarlo ad un concorrente era, per certi aspetti, il crimine perfetto perché se mischiavi l'olio rubato a quello di tua proprietà, i profitti potevano aumentare esponenzialmente".
Il passo successivo di Chandor durante la fase di scrittura è stato di costruire il personaggio di Abel Morales come un uomo determinato a far crescere la propria azienda secondo principi etici in un'epoca di criminalità e corruzione dilaganti. Essendo un outsider con l'obiettivo di farcela – per il quale la sconfitta non poteva essere nemmeno presa in considerazione – il personaggio doveva spiccare su tutti quelli che stavano intorno a lui, compresa sua moglie. Chandor ha fatto di Abel un immigrato con una moglie che era sua partner sia in amore che nel lavoro.
"Immaginavo Abel e Anna provenire da due mondi molto diversi", dice Chandor. "Lei controlla i conti della società e suo padre ne era il proprietario prima che gliela comprassero. Probabilmente all'inizio non era un'azienda di grande successo – forse con due o tre camion. Ma nel corso di un decennio i Morales l'hanno resa più solida. Nella parte di soggetto che è rimasta fuori dal film, immaginavo il padre di Anna come un uomo che faceva una vita da gangster in senso più tradizionale, forse era ricorso alla violenza come strumento per farsi pagare i debiti o per fare pressione sui nemici. Visto che Abel fa parte di una famiglia giovane, rappresentava l'opposto di questo stile di vita – con l'aiuto di Anna, è riuscito a far crescere l'azienda ad un livello più alto, con metodi che sentiva giusti e corretti".
Intorno a Morales ci sono l'avvocato-consigliere Andrew Walsh (Brooks), che lo aiuta ad attraversare le intricate macchinazioni di un mondo degli affari che talvolta assume modalità mafiose, e il suo protetto Julian (Elyes Gabel), un giovane camionista che, in una delle scene iniziali, viene assalito dai malviventi e abbandonato sulla tangenziale. Ma a Chandor interessava di più esplorare la comunità dei piccoli imprenditori di New York City, un melting pot fatto di etnie e classi sociali molto diverse. Tra questi, anche il personaggio di Peter Forente, il rampollo di una famiglia aristocratica interpretato da Alessandro Nivola, che di Abel è sia amico che concorrente. Peter è nato in una famiglia di industriali e lavora la metà di Abel ottenendo però maggiori profitti.
Chandor voleva anche esaminare il tema della scalata sociale attraverso sia Abel che Anna Morales, che si trasferiscono nella loro moderna casa da sogno a Westchester in una delle scene invernali d'apertura del film. "Benché abbiano origini diverse, era importante che la loro azienda e le loro relazioni personali venissero meticolosamente intrecciate", dice Chandor. "Abel e Anna hanno una relazione vivace e appassionata ma sono anche dei grandi calcolatori – e talvolta nemmeno del tutto onesti l'uno con l'altra". In una scena chiave, Anna costringe Abel a nascondere i libri contabili della società sotto la loro bellissima casa nuova durante una retata dell'assistente procuratore distrettuale (Oyewolo), un episodio in cui Anna minacciosamente prende il controllo di una situazione potenzialmente pericolosa. Man mano che la storia si fa più ampia e complessa, scopriamo che Anna è tutt'altro che una santa e che forse è persino corrotta – lasciando così Abel solo in un mondo duro e spietato.
LA SCELTA DEL CAST
Una volta terminata la sceneggiatura, il cast prese forma nel corso di tre importanti festival del 2013, quando Chandor stava presentando il suo secondo lungometraggio, All Is Lost – Tutto È Perduto, con protagonista Robert Redford. Al Festival di Cannes di maggio, alla prima del film, Chandor si trovò in platea seduto dietro a Chastain. Già appassionata sostenitrice di Margin Call, Chastain fu doppiamente colpita dall'avvincente nuovo film di Chandor e si unì al pubblico in una lunga standing ovation. Tra il Festival di Cannes a maggio e quello di Telluride a fine agosto, dove fu presentato anche All Is Lost – Tutto È Perduto, Chastain lesse la nuova sceneggiatura di Chandor ed espresse un fermo interesse ad interpretare Anna Morales. Chandor prontamente affidò la parte all'impegnatissima attrice, la cui carriera era esplosa l'anno prima sulla scia della sua nomination agli Oscar per Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow. Chastain propose a Chandor l'idea di coinvolgere anche Oscar Isaac, suo amico ed ex-compagno di studi alla Juilliard, che stava per diventare famoso grazie al film dei fratelli Coen.
A Proposito Di Davis. Chandor, Dodson e Gerb incontrarono Isaac al Telluride Film Festival e si intesero alla perfezione. Poco prima dell'inaugurazione del New York Film Festival ad ottobre – sia il film di Chandor che quello dei Coen erano in programma – Isaac aveva terminato la lettura di 1981: Indagine a New York e si era impegnato ad interpretare Abel Morales.
"Pensavo che J.C. avesse scritto una storia molto forte, densa e complessa per come sapeva seguire la vicenda di questo personaggio specifico", dice Isaac. "Mi piaceva il fatto che si svolgesse nel giro di un mese in un periodo unico e insolito della storia di New York City. Il fatto, poi, che io viva a Brooklyn non era certo un male – avevo già la città nelle ossa".
Chastain e Isaac da molto tempo desideravano lavorare insieme, dai tempi della scuola di recitazione alla Juilliard e il fatto che fossero rimasti in contatto nel corso dei dieci anni successivi li aveva portati entrambi a raggiungere il successo. Per Isaac, uno dei punti di forza di 1981: Indagine a New York era il tipo di intimità tra Abel e Anna Morales che Chandor aveva rappresentato nella sceneggiatura. "Sembrava davvero un viaggio – come se queste due persone si conoscessero e si capissero a vicenda, e potessero dare il peggio di sé insieme", dice Isaac. "Ma c'era anche sempre questa sensazione di sicurezza tra loro: erano complementari, in senso buono. Il fatto che io e Jessica ci conoscessimo già è stato di enorme aiuto".
Per Chastain, il ruolo offriva una splendida opportunità di recitare la parte di una brava moglie e madre che nasconde un'oscura inclinazione ad essere anche una donna d'affari. "Me la sono immaginata come una a cui piace essere donna e a cui piace l'idea di essere sposata con un uomo molto virile", dice Chastain. "Ma nel corso del film, quando le questioni finanziarie della loro azienda si fanno più complicate, comincia a nutrire del risentimento nei confronti di Abel. Si sente frustrata quando le cose non vengono affrontate nel modo che lei giudica più opportuno. Sente di doversi far valere e di dover togliere al marito certe responsabilità, compromettendo così l'unità del loro matrimonio".
Chastain e Isaac si sono incontrati in privato prima delle riprese per sviluppare meglio i loro personaggi e per approfondire le ragioni che mettono in crisi i Morales. "Sin dall'inizio ho sentito che Abel e Anna si amavano molto – sono perfetti l'uno per l'altra, in tutta franchezza", dice Chastain. "Ma volevamo scoprire di più. Oscar ed io abbiamo deciso che probabilmente si erano conosciuti al liceo e che poi erano diventati una famiglia, ciascuno col proprio ruolo. I litigi e le divergenze nel corso del film non fanno che alimentare il loro amore e renderli più forti. Alla fine ti chiedi se Abel abbia o meno superato il limite rispetto ai mezzi cui ricorre per fare affari – e se Anna lo abbia cambiato oppure no".
"Entrambi appartengono alla categoria degli attori che raggiungono il successo da un giorno all'altro dopo dieci anni di duro e diligente lavoro in teatro, in televisione o nel cinema indipendente", dice Dodson. "Tre anni fa Chastain si è trovata ad avere sei o sette film in uscita nello stesso anno – tutti film in cui lei aveva lavorato in modo eccellente. Per Oscar è andata allo stesso modo. Aveva interpretato ottimi ruoli da non protagonista al cinema e teatro e, improvvisamente, è diventato famoso. Ci siamo quindi sentiti incredibilmente fortunati di poterli avere insieme sul grande schermo. Jessica si è impegnata moltissimo affinché Isaac ottenesse la parte, incoraggiandoci a sceglierlo. Sono grandi sostenitori l'uno dell'altra e penso che questo aspetto sia stato molto importante per le loro interpretazioni nel film".
Al fine di prepararsi al meglio per le loro parti, Chastain e Isaac hanno entrambi lavorato con degli insegnanti di dialetto. Chastain si è incontrata regolarmente con una signora di Brooklyn che l'ha aiutata a modellare la parlata di Anna, fitta e strascicata, tipica di quel distretto. "La ascoltavo parlare facendole delle domande e poi abbiamo ripetuto insieme affinché potessi copiare la sua voce", dice Chastain. "Anna non avverte il proprio accento perché è una persona dignitosa che aspira ad una posizione sociale più elevata – crede di potersene andare in giro con un atteggiamento regale. Lei sente di essere una persona di classe e ho quindi cercato di mantenere un accento sottile". Ha anche capito che Anna non presta attenzione alle statistiche della criminalità che erano così allarmanti in quel periodo. "Viveva a Westchester, in periferia, ed era nata in un posto dove suo padre era un uomo di potere, quindi era protetta da ogni forma di violenza", dice Chastain. "Non credo che avesse molta paura perché non aveva mai subito grandi perdite nella vita. È un po' come una principessa ma c'è qualcosa che va anche al di là. Era protetta".
Il cast è stato completato con un melting pot di attori provenienti dal cinema e dal teatro, sia americani che stranieri, da veterani dell'industria cinematografica come Brooks e Nivola all'attore inglese David Oyelowo (Selma – La Strada Per La Libertà, The Butler – Un Maggiordomo Alla Casa Bianca) nel ruolo dell'assistente procuratore distrettuale Lawrence e a Elyes Gabel ("Il trono di spade", "Scorpion", Interstellar), che interpreta lo sfortunato camionista Julian. Catalina Sandino Moreno (Maria Full Of Grace), che aveva ottenuto una nomination agli Oscar, compare invece nella parte della moglie di Julian.
Per Chandor avere un cast ricco e variegato è stata una manna dal cielo: spesso i dialoghi di strada di 1981: Indagine a New York ricordano i classici drammi metropolitani di Sidney Lumet. "Il mio film precedente [All Is Lost – Tutto È Perduto] non aveva un granché in termini di dialoghi ed è quindi stato meraviglioso tornare a lavorare con attori che parlano", dice Chandor. "Attori di talento che si attaccano [verbalmente] è una delle cose che preferisco in un film. Le interpretazioni che siamo riusciti ad ottenere sono sempre state eccezionali".
Per l'attore Oyelowo – membro della Royal Shakespeare Company nella sua natia Inghilterra ma anche volto molto presente nei film americani – 1981: Indagine a New York è stato affascinante per come sia riuscito a rappresentare sottilmente la mobilità sociale e il fatto che essa alimenti il Sogno Americano. "Penso che sia un'intelligente analisi di che cosa sia davvero questo sogno", dice Oyelowo, figlio di genitori nigeriani. "Da straniero, è una cosa che ammiro perché anche se sei figlio di un netturbino, puoi comunque ragionevolmente pensare di diventare Presidente degli Stati Uniti. Ma le possibilità della mobilità sociale hanno un lato oscuro – possono infondere alle persone l'idea di aver diritto a tutto, senza parlare poi del crimine e del materialismo".
Quale interprete di uno dei personaggi che minacciano più seriamente di far fallire il Sogno Americano di Abel Morales, Oyelowo ha trovato che questo film fosse un gradino più in alto dei tipici drammi a sfondo criminale sull'ascesa di un immigrato lungo la scala sociale. "Il nostro film si muove sulla sottile linea di confine che divide il celebrare le ambizioni e il duro lavoro dal comprendere come il fascino del crimine si insinui quando i tempi si fanno difficili", dice Oyelowo. "È come un classico gangster movie osservato attraverso una lente diversa – non gangster in senso mafioso ma più come quel che accade quando una persona normale viene messa sotto pressione fino al punto di meditare o prendere in considerazione l'azione criminosa".
LA SCENOGRAFIA DI NEW YORK CITY NEL 1981
New York City all'inizio degli anni Ottanta offre agli attori e alla troupe enormi possibilità dal punto di vista cinematografico presentandosi sotto forma di una città barocca in rovina in tutti i sensi: spazi industriali fatiscenti, carozze della metropolitana coperte di graffiti, abiti grandi e spessi che paiono inghiottire chi li porta, proteggendolo dagli assalti. Dal punto di vista visivo, è ciò che lo scenografo John Goldsmith (Non È Un Paese Per Vecchi) descrive tanto come un momento critico per la città quanto come personaggio centrale del film.
"Una delle cose che J.C. mi ha scritto di Abel nel nostro primo scambio di corrispondenza è stato questo concetto di dualismo relativo al modo in cui lui si presenta al mondo e a ciò che sta dietro alla facciata", dice Goldsmith. "Ho iniziato a pensare allo spirito di quei tempi e a come fosse possibile rievocarlo sul nostro set. C'era molta decadenza a New York City nel 1981. Tanti lasciavano la città. Ma c'era anche dell'eccesso nei vestiti che si portavano all'epoca – tessuti vistosi, grandi risvolti. Volevamo esplorare la tensione tra il lusso e la decadenza, e mostrare tutto questo con il nostro design".
Goldsmith – che ha lavorato con Chandor al suo film precedente All Is Lost – Tutto È Perduto e che, pur vivendo oggi a Los Angeles, proviene dalla East Coast – è stato felicissimo di poter girare a New York City, dove non aveva mai lavorato prima. Nelle sue ricerche, ha fatto riferimento a fotografie d'epoca come quelle di Carl Burton, che aveva ritratto le difficili strade di New York City negli anni Settanta, e quelle di Dinanda H. Nooney, che passò gli anni 1978 e 1979 a fotografare gli abitanti di Brooklyn in 18 diversi quartieri. Ha anche passato al setaccio i cataloghi di Sears e le riviste di architettura del periodo per ispirarsi ulteriormente. Giunto il momento della ricerca delle location, Goldsmith e il location manager Sean Illnseher si sono concentrati su zone industriali ai margini della città. La sceneggiatura di Chandor descriveva i grandi serbatoi di olio combustibile come le sculture di Richard Serra, che possono essere attraversate. Hanno anche esplorato appartamenti nei casermoni fatiscenti al di fuori del distretto, come quello di proprietà di Julian, il protetto di Abel. La decadenza attraversa 1981: Indagine a New York in una scena dopo l'altra.
Goldsmith, inoltre, ha collaborato strettamente con la costumista del film, Kasia Walicka-Maimone, per capire meglio come rendere coerente la scenografia con il resto della produzione, in modo che riflettesse la vita interiore dei personaggi – dai palazzi e gli abiti alle automobili. "Avevamo a che fare con una coppia con grandi ambizioni, che voleva presentarsi al mondo come persone realizzate", dice Goldsmith. "Questo si vede soprattutto nella loro elegante casa di Westchester, tutta vetro e acciaio, e nel loro abbigliamento. Al tempo stesso, però, il loro livello di sofisticatezza non è all'altezza di quello che puoi trovare nelle pagine di Architectural Digest o di una rivista di moda".
Un dettaglio irrilevante come le unghie di Chastain è diventato un elemento visivo importante al fine di esprimere la ferocia che si nasconde sotto la facciata, altrimenti compassata, dei Morales. "Quando le unghie sono lunghissime, sei debole e incapace di fare qualsiasi cosa", dice Chastain. "Ho pensato che fossero un mezzo eccellente per indicare che Anna era il tipo di donna cui interessava di più essere una leader nel mondo esterno che una persona che si prende cura della propria famiglia. Ha tre figli ma non la vediamo molto impegnata a crescerli, non pulisce casa né prepara loro da mangiare. Quello che mi è piaciuto di più delle unghie di Anna è il fatto che le impedissero di fare qualsiasi cosa, tanto erano lunghe".
I COSTUMI DELL'EPOCA
Per i costumi del film, Chandor si è rivolto a Kasia Walicka-Maimone, famosa per aver lavorato ai tre lungometraggi di Bennett Miller e a Moonrise Kingdom di Wes Anderson. Walicka-Maimone si è presentata alla prima riunione con un approccio più sfumato, dal punto di vista sartoriale, allo spirito dell'epoca. "Era preparatissimo per il film, se ne era arrivato con tantissimi libri di immagini fotografiche", dice Walicka-Maimone. "Io avevo una serie di immagini sostanzialmente identiche. Ci siamo subito resi conto di parlare la stessa lingua". Mentre il primo, raffinato lungometraggio di Chandor era ambientato in una banca d'affari contemporanea, per il regista era importante che nel suo nuovo film, dedicato ad un ambizioso immigrato, i costumi e le scenografie non facessero passare in secondo piano gli elementi più umani. Per 1981: Indagine a New York la grande scommessa sul piano estetico era di non impantanarsi nei dettagli esteriori dei cliché tipici degli anni Ottanta. "Non volevo che il film diventasse una passeggiata tra le hit dell'epoca", dice Chandor. "È una storia che parla di persone. Gli abiti che indossano e i posti che frequentano nel corso del film sono solo in funzione di ciò. Kasia è una specialista di questo approccio – è una maestra del tocco leggero, capace di trovare la bellezza nell'abbigliamento dei personaggi senza rubare la scena, in modo che ci si possa concentrare sui temi più profondi. In questo modo anche gli attori hanno spazio per mettersi in mostra".
Una delle immagini di riferimento per Chandor era un uomo nella pubblicità di Barneys dell'epoca che indossava un abito immacolato. "Era un abito molto classico, fatto benissimo", dice Walicka-Maimone. "Abbiamo capito subito che avremmo dovuto riprodurre questo abito e quindi abbiamo applicato una variante, facendone una versione a doppio petto con l'aiuto di una straordinaria sartoria di Brooklyn, Martin Greenfield Clothiers". Opportunamente, questa sartoria di Bushwick, specializzata in abiti da uomo classici fatti a mano – la cui clientela comprende persino il Presidente Barack Obama – è di un piccolo artigiano la cui carriera rispecchia quella di Abel Morales. Dopo aver fondato la sua società nel 1977, Greenfield ha comprato il laboratorio del 1917 di proprietà del suo ex-datore di lavoro, passando dallo status di semplice garzone di bottega a quello di sarto più esclusivo e richiesto del Paese. "Ha lavorato con noi in modo straordinario", dice Walicka-Maimone. "Siamo riusciti a scovare tessuti che non esistono più nella sartoria contemporanea, tessuti assai più pesanti".
Greenfield ha realizzato diversi abiti su misura per Oscar, facendo di lui istantaneamente un'icona che incarna non solo l'epoca precisa in cui Abel si muove nel film ma anche la serietà e la determinazione degli sforzi che l'immigrato fa per avere successo nel mondo degli affari. "Ho sempre la sensazione che i costumi siano l'ultimo strato dei personaggi, come la pelle", dice Walicka-Maimone. "L'aspetto più divertente del lavoro della costumista è l'analisi dell'onestà e della vicinanza degli abiti di un personaggio, il rigore e la noncuranza che caratterizzano il suo muoversi nel mondo con lo strato che indossa". Verso la fine del film, Abel insegue la sua nemesi in una zona industriale di Brooklyn indossando un immacolato cappotto cammello sollevato dall'aria come il mantello di un supereroe.
Tra gli altri costumi degni di nota nel film figurano un completo da tennis Fila, di gran moda all'epoca, indossato dal personaggio interpretato da Alessandro Nivola, il concorrente di Abel che ha un grande successo nel business dell'olio combustibile – "Questo personaggio conduce una vita raffinata ed esclusiva, probabilmente ha frequentato un'università dell'Ivy League, quindi col suo look siamo andati giù più pesanti", dice Walicka-Maimone -, una collezione di giacche di pelle dell'epoca portate dai malviventi che assalgono il camionista Julian e il costoso cappotto invernale lungo e bianco di Armani indossato da Anna Morales in molte scene. L'aspetto del personaggio che ha inizialmente colpito Chastain è stato la meticolosa rappresentazione di Chandor di un tipo di donna che si sarebbe affermata come icona più avanti in quel decennio – bionda, capelli vaporosi, unghie lunghe, spalline esagerate. Chastain, con la consulenza di Walicka-Maimone, sapeva di dover tenere a freno il gusto di Anna per una moda da sogno, di dover restare nei limiti delle motivazioni psicologiche represse del personaggio. "Era molto importante che avesse i capelli biondi, ma non secondo lo stereotipo degli anni Ottanta che li vede cotonati e platinati", dice Chastain. "Volevo che sembrasse che Anna fosse andata a farsi i capelli dal parrucchiere più costoso di New York City. Volevo che facesse vedere di possedere i soldi – l'acconciatura migliore, le unghie più belle, i vestiti più eleganti – in modo da far capire che per lei questo stile di vita era una novità. Quindi lei forse esagera un po' con queste cose".
Non estranea all'alta moda sia sul grande schermo che nella vita, Chastain aveva già un rapporto di lavoro stabile con Giorgio Armani e la sua famiglia, avendo indossato abiti della casa di moda italiana alle cerimonie di premiazione e per eventi sul tappeto rosso. Chastain ha dato una mano al lavoro di Walicka-Maimone facendole avere un appuntamento con Roberta Armani presso la sede della società. La protagonista del film e la costumista si sono viste a Milano per setacciare gli archivi degli abiti dei primi anni Ottanta che sarebbero potuti servire per il look di Anna Morales. Dal momento che il nome di Armani era diventato, alla fine degli anni Ottanta, sinonimo di "abbigliamento dei potenti", era verosimile che Anna facesse riferimento a questa emblematica etichetta per soddisfare le sue aspirazioni. "Anna è una persona che fa davvero di tutto per essere parte del Sogno Americano – qualsiasi cosa esso significhi per lei", dice Chandor. "Con le auto che guida, gli abiti che indossa, il modo in cui si comporta – dà vita a ciò che lei crede sia il successo. Questo può essere divertente per un attore, un regista o per i costumisti". Chastain aggiunge: "Ci hanno viziati. Gli Armani si sono presi cura di noi molto bene".
FOTOGRAFARE LA STORIA
Il direttore della fotografia Bradford Young (Pariah, Senza Santi In Paradiso, Selma – La Strada Per La Libertà, Mother Of George), nato a Louisville nel Kentucky, è stato entusiasta di lavorare con Chandor dopo aver ammirato il suo lavoro in Margin Call. "Mi interessava molto la storia di New York City nei primi anni Ottanta, un periodo famigerato della sua storia", dice Young. "Mi piaceva il fatto che il soggetto di J.C. trattasse di persone oneste che cercano di fare cose positive in un periodo in cui il profitto stava iniziando seriamente a distruggere la gente". Da un punto di vista visivo, Young ha cercato di evitare immagini convenzionali di New York City, quelle che si erano viste in film topici degli anni Settanta come Taxi Driver o Il Braccio Violento Della Legge. "Uno degli aspetti mancanti in entrambi i film era l'eleganza e la raffinatezza della decadenza che la città stava attraversando all'epoca", dice Young. "Con questo film volevo riuscire a inquadrare la decadenza del periodo in modo più netto e preciso".
Una delle sfide più difficili dal punto di vista fotografico era di collocare la decadenza urbana in un ambiente che è enormemente cambiato negli ultimi tre decenni. "È difficile catturare l'immagine di una città che è diversa di quasi 180 gradi rispetto a com'era nel momento storico in cui la vicenda è ambientata", dice Young. "È complicato ritrovare quegli angolini bizzarri. Quella sostanza realistica e quella patina non ci sono più. Abbiamo dovuto modificare l'immagine di una città che abbiamo già visto tante volte – cambiare il nostro obiettivo e reinquadrare la metropoli in modo preciso e sottile". La sua principale fonte di ricerca è stata la fotografia di strada di Jamel Shabazz, nato a Brooklyn ed ex-agente penitenziario. "L'opera di Jamel tende ad avere una tonalità molto magenta – è calda e pastosa", dice Young. "Riusciva a cogliere personaggi di emarginati, aumentandone la sensazione di umanità fotografandoli con consapevolezza. Volevo che il nostro film avesse la stessa tessitura visiva – cogliere una città in difficoltà ed esaminare gli essere umani sottoposti a questa violenza, persone che sembrano tener duro con grande fermezza. Quando metti insieme questi due aspetti, il risultato può essere bellissimo".
Dopo aver letto la sceneggiatura di Chandor, Young ha capito immediatamente che 1981: Indagine a New York era pensato per il formato panoramico e che il regista voleva un film ampio ed esteso. Young ha utilizzato macchine da presa digitali, optando per un nuovissimo ed eccellente obiettivo anamorfico 50mm dell'Arri per gran parte delle riprese, privilegiando ampi campi lunghi rispetto a primi piani più intimi. "Sentivo che così riuscivo a cogliere l'equilibrio perfetto tra volti e paesaggi", dice Young. "Il film è molto misurato e disciplinato in questo senso. Abbiamo cercato di essere attenti all'architettura, alla struttura e alle linee, oltre che alla simmetria dei corpi immersi nel paesaggio".
UN ANNO GELIDO
1981: Indagine a New York è stato girato per oltre 40 giorni a Brooklyn, nel Queens, nel Bronx, a Staten Island, Long Island e a Westchester durante uno degli inverni più rigidi della storia di New York City, con temperature ben sotto lo zero per gran parte delle riprese e continue bufere che ricoprivano di neve scenografie meticolosamente assemblate. Inizialmente Chandor aveva ambientato il suo soggetto nei mesi estivi per aumentarne la violenza sfruttando il caldo e l'umidità tipici dell'estate newyorchese. Tuttavia, quando problemi produttivi hanno fatto slittare le riprese in inverno, Chandor ha velocemente adattato il soggetto, aggiungendo solennità ad un protagonista che è impetuoso fino al midollo nei suoi tentativi di far crescere l'azienda e di conquistare il Sogno Americano. Gli attori e la troupe si sono dovuti adeguare in fretta al lavoro in inverno – trasformando radicalmente, in alcuni casi, i costumi e le scenografie.
Nessuno della produzione avrebbe potuto prevedere che l'inizio del 2014 sarebbe stato ricordato come l'inverno più violento a memoria d'uomo, un inverno che ha depositato in tre mesi 165 centimetri di neve sulla città. "Avere a che fare col freddo è una cosa ma è dura quando cerchi di fare un film in mezzo a cinque cambiamenti climatici al giorno", dice Young. "È stato un decathlon mentale cercare di essere all'altezza di problemi che non puoi controllare. Ti puoi nascondere dal sole con un'attrezzatura che riesca a oscurarlo sul set ma non potevamo nasconderci dalla neve e dalla pioggia gelata. Questa è stata la sfida estrema. Ma i problemi climatici non hanno fatto altro che rafforzare il nostro film perché hanno legittimato la verità e l'autenticità che volevamo comunicare. Eravamo alla mercé di quello che accadeva di fronte a noi". Goldsmith aggiunge: "Il clima ha rappresentato certamente la sfida più difficile. Facevi dei piani in modo che succedessero determinate cose durante le riprese ma poi tutto si complicava a causa della neve. In alcuni casi abbiamo dovuto realizzare molte scenografie di ricambio. Ma alla fine penso che l'inverno abbia influenzato positivamente il film. L'isolamento è una delle idee più importanti della vicenda narrata – c'è una specie di solitudine nel modo in cui Abel e Anna lottano ognuno per contro proprio e la neve ha aumentato eccezionalmente questa sensazione. Le scene con personaggi soli nel paesaggio innevato – il fiato che si percepisce, le mani in tasca, le spalle curve – sono diventate tra le immagini più memorabili del film".
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info: 04/02/2016.
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