Film di Roma 2012: Black Star – nati sotto una stella nera di Castellani
Al Festival Internazionale del Film di Roma 2012 viene presentato il film Black Star - nati sotto una stella nera di Francesco Castellani liberamente ispirato alla vera storia dei Liberi Nantes Football Club (squadra di calcio di rifugiati).
di Redazione / 10.11.2012
Al Festival Internazionale del Film di Roma 2012 sabato 17 novembre 2012 viene presentato fuori concorso il film Black Star – nati sotto una stella nera di Francesco Castellani liberamente ispirato alla vera storia dei Liberi Nantes Football Club (squadra di calcio di rifugiati).
Una produzione Point Films in collaborazione con Rai Cinema, con il patrocinio dell'alto Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – Unhcr, il film racconta di quattro amici italiani che gestiscono una squadra di calcio di rifugiati politici con l'obiettivo di farla partecipare al campionato cittadino. In estate, ottengono in gestione un campo di calcio abbandonato nel cuore del quartiere Pietralata, ma si trovano a fronteggiare l'opposizione di alcuni abitanti che hanno fondato un comitato di quartiere per rivendicare l'uso del campo. Grazie a un abile avvocato, il comitato ottiene un'ordinanza di sgombero. Pur di non rinunciare al proprio sogno, i ragazzi della squadra reagiscono barricandosi nel campo per quattro giorni, fino a un imprevedibile epilogo durante la notte di San Lorenzo.
Black Star è liberamente ispirato ad una vera squadra di calcio di rifugiati, la "Liberi Nantes Football Club". Il regista Francesco Castellani parla così di questa squadra di calcio realmente esistente a cui si è liberamente ispirato il film:
Ho conosciuto la squadra nel 2007 su un polveroso campo di calcio della periferia romana in occasione di una partita contro una squadra di ragazzi romani. In campo appariva uno striscione: "FREE TO PLAY" c'era scritto. Credo che la suggestione di partenza del film sia stata proprio in quel "liberi di giocare"; l'aspirazione cioè ad uno spazio di gioco che è anche di vita e di espressione. Un bisogno comune a tutti, che vale per un campo su cui giocare ma vale per la vita, per il lavoro, per il talento e per l'amore; vale per un rifugiato, per un clandestino, ma anche per un qualunque ragazzo italiano. Tutti cerchiamo la nostra strada, il nostro destino e una dimensione di vita da vivere liberamente. E tutti allo stesso modo questa possibile libertà la sentiamo minacciata dalla precarietà e dalla paura.
Il film racconta una disputa di quartiere per un campo di calcio abbandonato, una vera e propria "guerra tra poveri", che è anche una scoperta dell'Altro. I personaggi che nel corso della vicenda si confrontano e si scontrano, fanno da specchio alle pulsioni e alle paure a cui ci spinge il disagio di vivere il nostro tempo, ma sono anche il riflesso dei sentimenti e degli slanci istintivi che possono darci la forza di cambiare una situazione.
Non volevo realizzare un film "sulla Migrazione" ma raccontare piuttosto una storia di relazioni umane in bilico tra commedia e tensione. Il fenomeno della migrazione entra di riflesso nella vicenda, come catalizzatore di tensioni tra persone calate in una realtà quotidiana nella quale l'incertezza e la precarietà del vivere accomunano migranti e non migranti, ugualmente privi di identità e stabilità.
La Liberi Nantes Football Club è una squadra di calcio realmente esistente ed è interamente composta da giocatori vittime di migrazione forzata e partecipa al campionato di terza categoria. È la prima squadra in Italia, a carattere permanente, che ha scelto di rappresentare il popolo dei rifugiati, dei richiedenti asilo, molte volte vittime di torture e di violenze e più in generale di tutti coloro che sono costretti a scappare dal proprio paese per sopravvivere: i migranti forzati.
Ad oggi la rosa della squadra, che ha come colori sociali quelli delle Nazioni Unite, si compone di circa 25 elementi e vede tra le proprie fila atleti afgani, eritrei, guineani, irakeni, nigeriani, sudanesi, togolesi, centroafricani, etc.Si tratta comunque di una realtà "aperta", che cerca di coniugare le necessità proprie di una squadra di calcio, con quelle dei suoi atleti, uomini impossibilitati a pianificare i propri tempi, le proprie disponibilità e più in generale il proprio futuro. I ragazzi che compongono il Liberi Nantes Football Club, nella quasi totalità, sono arrivati da poco in Italia, non hanno un lavoro, vivono in centri di accoglienza e si appoggiano a tutte le strutture di assistenza che offre la città di Roma.