Daniele Vicari torna al lavoro con un film ispirato a Limbo
Daniele Vicari dopo il successo del suo Diaz, torna al lavoro ispirato da Limbo, il romanzo che scritto da Melania G. Mazzucco incentrato sulla storia di una coraggiosa ragazza che lascia la sua famiglia per arruolarsi nell'esercito.
di redazione / 13.10.2012
Daniele Vicari torna al lavoro: il giovane regista cinematografico e sceneggiatore che recentemente abbiamo apprezzato per il suo lavoro Diaz – Non pulire questo sangue e per La nave dolce, sarà di nuovo sul set per dirigere la regia di un nuovo film.
Non è ancora noto il titolo del film, ma la certezza è che la pellicola sarà ispirata a Limbo, il romanzo che la scrittrice Melania G. Mazzucco ha prodotto nel 2012 e pubblicato con la casa editrice Einaudi. Per la regia di questo film, che sarà prodotto da Domenico Procacci con la Fandango, Daniele Vicari collaborerà con Laura Paolucci, di cui ricorderemo la sceneggiatura di numerosi film di successo, tra cui Caos Calmo, Diaz e Indagine non autorizzata.
Si spera che il nuovo film, incentrato sulla storia di una coraggiosa ragazza di 28 anni che lascia la sua famiglia per arruolarsi nell'esercito, raggiunga lo stesso successo di Diaz, che nel giro di pochi mesi è diventato un vero e proprio caso cinematografico.
Daniele Vicari, laureato in Storia e Critica del cinema presso l'Università di Roma La Sapienza, vanta nella sua carriera film come Partigiani, del 1997, che racconta la lotta al nazismo e al fascismo della cittadina emiliana di Correggio; Uomini e lupi, del 1998; Non mi basta mai, del 1999; Velocità massima, del 2002, e molti altri, fino ad arrivare al successo di Diaz e di La nave dolce.
Limbo di Melania G. Mazzucco è ufficialmente descritto come segue:
La vigilia di Natale, Manuela Paris torna a casa, in una cittadina sul mare vicino Roma. Non ha ancora ventotto anni. È assente da tempo, da quando è andata via – ancora ragazza – per fare il soldato. In fuga da un'adolescenza sbandata, dalle frustrazioni di una madre che cerca attraverso di lei il proprio riscatto e dalle lacerazioni della sua famiglia. Con rabbia, determinazione e sacrificio, Manuela si è faticosamente costruita la vita che sognava, fino a diventare sottufficiale dell'esercito e comandante di plotone in una base avanzata del deserto afghano, responsabile della vita e della morte di trenta uomini. Ma il sanguinoso attentato in cui è rimasta gravemente ferita la costringe a una guerra molto diversa e non meno insidiosa: contro i ricordi, il disinganno e il dolore, ma anche contro il ruolo stereotipato di donna e vittima che la società tenta di imporle. L'incontro con il misterioso ospite dell'Hotel Bellavista, Mattia Rubino, un uomo apparentemente senza passato e, come lei, sospeso in un suo personale limbo di attesa e speranza, è l'occasione per fare i conti con la sua storia. E per scoprire che vale sempre la pena vivere – perché nessuno, nemmeno lei, è ciò che sembra. Cronaca, affresco e diario, storia d'amore e di perdita, di morte e resistenza, spiazzante e catartico, "Limbo" si interroga anche, e ci interroga, su cosa significhi, oggi, essere italiani.