Da Alice a Biancaneve: reimmaginare favole epiche
Joe Roth, ex presidente della 20th Century Fox e dei Walt Disney Studios e produttore del fantastico successo globale di Tim Burton Alice in Wonderland, sapeva che la sua squadra aveva trovato qualcosa di incredibile quando lo script di Evan Daugherty di quello che sarebbe diventato Biancaneve e il Cacciatore è arrivato alla sua società […]
di Redazione / 07.07.2012
Joe Roth, ex presidente della 20th Century Fox e dei Walt Disney Studios e produttore del fantastico successo globale di Tim Burton Alice in Wonderland, sapeva che la sua squadra aveva trovato qualcosa di incredibile quando lo script di Evan Daugherty di quello che sarebbe diventato Biancaneve e il Cacciatore è arrivato alla sua società di produzione con base a Los Angeles, la Roth Films. Al tempo, il capo dello sviluppo alla Roth (e produttore esecutivo di questo film), Palak Patel, ha visto il potenziale della storia di Daugherty, che era una versione innovativa della favola dei Fratelli Grimm, pubblicata originariamente nel 1812 nella raccolta “Kinder- und Hausmärchen” (“Fiabe”).
Roth e Patel sono stati anche quelli che hanno trovato l’uomo che avrebbe diretto questa avventura epica. Rupert Sanders, pluridecorato regista pubblicitario, si è fatto strada fino al top del suo mondo grazie a uno stile visivo unico che caratterizza distintamente campagne come quella per l’irresistibile videogame Halo 3. Roth, Patel e la produttrice esecutiva Gloria Borders sono rimasti affascinati dal tono senza compromessi e dall’impressionante varietà del lavoro di Sanders, oltre che dall’anima e dalla profondità delle sue pubblicità.
Quando la squadra di Roth ha avuto una bozza soddisfacente del copione, Sanders è stato il primo e unico filmmaker a cui hanno inviato l’idea. Creatore veterano di fantasiosi spot pubblicitari, Sanders credeva fosse importante sia reimmaginare la storia che offrire una Biancaneve cinematografica a entrambi i sessi. I produttori sentivano che la sua idea e i suoi numerosi talenti insieme avrebbero garantito il via libera alla produzione.
Roth sapeva che con questa favola senza tempo e l’arsenale visivo di Sanders erano sulla giusta via:
“Mi piaceva moltissimo l’idea di stravolgere questa storia. Dopo aver fatto Alice in Wonderland ho capito che se trovi la storia giusta e ci fai lavorare un cineasta visionario – uno che ha davvero l’occhio – e hai un tocco moderno e usi tutti gli strumenti che la modernità ti mette a disposizione, hai il meglio di tutti i mondi.“
Il produttore dice di aver trovato l’uomo giusto in Sanders:
“Quando abbiamo visto il suo reel pubblicitario, ci è stato chiaro che aveva un occhio fantastico. Sono rimasto colpito da quanto fosse intelligente, e sapevo che avrebbe imparato velocemente.“
In verità all’inizio il cineasta inglese è rimasto un po’ perplesso. Sanders racconta:
“Stavo cercando un progetto e avevo tra le mani un paio di cose. Poi mi hanno inviato questo copione, e ho pensato, ‘Biancaneve? Ma stiamo scherzando?’ Dopo averlo letto però, ho pensato che fosse un’incredibile opportunità per creare un mondo che la gente non aveva mai visto prima. Quello che mi ha toccato della storia è stato che attinge a una cosa che molte persone hanno dentro di loro. Da bambini l’abbiamo letta tutti e abbiamo visto il cartone fatto nel 1937 – la prima incursione della Disney nel mondo delle fiabe. Mi piaceva moltissimo l’idea di reinventarla.”
Sanders dice che era anche molto eccitato dalla “possibilità di fare con la storia qualcosa di più mascolino.” Il regista dice:
“Biancaneve ha un arco di sviluppo che è la mitica ascesa di un eroe. E’ quasi la versione femminile di Luke Skywalker. Abbiamo costruito un universo che tocca tutti i suoi temi, incluse le metafore e le immagini iconiche, ma tutto è alterato. Abbiamo ancora lo specchio, la mela rossa e la regina cattiva, ma abbiamo anche aggiunto imponenti battaglie e una ribellione. Questa storia è più ampia, e la posta in gioco è molto più alta. E’ la lotta di vita contro morte.“
Nelle 24 ore che hanno seguito la lettura della sceneggiatura, Sanders ha messo insieme una collezione di idee per i suoi produttori. Ha presentato questa idea preliminare il giorno successivo, incorporando nella storia di Daugherty concept visivi che si ispiravano a scultori inglesi e francesi e ad artisti tedeschi. Non aveva alcun interesse nel presentare una Biancaneve fragile che deve essere salvata da qualcun altro; l’eroina di Sanders era concentrata sulla sua missione tanto quanto la sua antagonista.
Mentre il copione si sviluppava, il regista ha capito che i simboli dei fratelli Grimm erano piuttosto importanti per portare avanti la narrazione, e dice:
“Sono molto potenti. Tutto in quella storia – lo specchio, la mela – è un’icona e ha molti risvolti e significati più profondi. La mela è la conoscenza dell’albero della vita. La storia di Biancaneve ci aiuta a capire la mortalità e ci insegna a non farci sotterrare da gelosia e ira perché questo ci fa smettere di vivere. Ci insegna che bisogna godersi la vita e non tentare di raggiungere qualcosa che, in definitiva, non ha alcuna importanza.“
Per dimostrare agli executive della Universal Pictures l’azione ed emozione di cui è capace un regista che esordisce al cinema, a Gennaio 2011 Sanders ha preso un cast e una troupe ridotta all’osso e ha filmato scene selezionate che avrebbero fatto parte della sua idea di Biancaneve e il Cacciatore. Facendosi aiutare da amici e colleghi del campo ha montato una breve presentazione, ha aggiunto degli effetti speciali e si è affidato a un amico per la voce narrante. Quando la società ha visto questa bizzarra presentazione che Sanders aveva completato in una settimana circa – con la Regina che si dissolve in dei corvi, la sua mela che si disintegra e le fate che emergono dal petto di alcuni uccelli – ha dato il via libera al film. Tutti si sono resi conto che il giovane filmmaker era più che in grado di dirigere e creare un’epica con uno stile e un approccio peculiari.
Sanders riassume i suoi pensieri sullo stile visivo di questo film:
“Volevo creare un mondo fantastico molto ricco, ma volevo separare la favola dalla fantasia perché per me sono cose molto diverse. Volevo creare qualcosa che fosse vigoroso e gagliardo, ma anche molto emotivo, e realizzare un film di scala epica che avesse anche dei grandi sentimenti. Spsso si vedono film di questo genere che sono molto forti dal punto di vista visivo ma che non hanno cuore. Io volevo trovare l’emozione in questa storia.“
Durante la pre-produzione, John Lee Hancock di The Blind Side e Hossein Amini di 47 Ronin hanno entrambi contribuito a quello che sarebbe diventato il copione finale basato sulla storia di Daugherty, e Roth ha chiesto a Sam Mercer, esperto cineasta e collaboratore di lunga data di M. Night Shyamalan, di unirsi al gruppo come produttore.
Mercer spiega che il motivo che lo ha spinto a unirsi ai produttori è stato che il film era una re-invenzione che rispettava però l’atemporale fascino di questo personaggio, e a proposito della nostra eroina dice:
“Biancaneve sta facendo un percorso, ma non lo ha ancora accettato. Deve prendere il controllo del regno e ascendere al trono che suo padre le ha lasciato. Il personaggio è là per il suo popolo, e tutte queste sono cose in cui riusciamo a immedesimarci. Con l’estetica di Rupert e il suo occhio per i dettagli cinematografici, sapevamo di riuscire a dare a questo materiale un’atmosfera contemporanea e a renderlo il grande e divertente film action dell’estate.“
Biancaneve e il Cacciatore esce nelle sale italiane il 11 luglio 2012.