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Conferenza stampa: I sogni segreti di Walter Mitty con Ben Stiller

Ecco cosa ci ha detto Ben Stiller all'incontro con la stampa a Roma durante la conferenza stampa di I sogni segreti di Walter Mitty, il film che vede la star americana nel triplo ruolo di produttore, regista e attore.

Si è svolta oggi a Roma la conferenza stampa di I sogni segreti di Walter Mitty, il nuovo film che vede la star americana Ben Stiller nel triplo ruolo di produttore, regista e attore della pellicola. Il film uscirà nelle sale italiane il 19 dicembre distribuito da 20th Century Fox. Ecco cosa ci ha detto Ben Stiller, presente all'incontro con la stampa.

D: Ci Racconta com'è stata per te questa esperienza da regista.

R: Ogni volta che si fa un film si prende spunto dalla situazione in cui ti trovi nel momento in cui lo realizzi. In un certo senso è stato così anche nel girare questo film, ci ho messo dentro quello che vivo in questo momento della mia vita, i problemi che ho. Girare un film ti dà la possibilità di fare qualcosa che non avevo mai fatto prima, potermi spingere in territori diversi, nuovi, anche scomodi, ma questo è il modo per cercare di dare il meglio di te. Questa è stata dal punto di vista registico l'esperienza che mi ha dato maggiori soddisfazioni finora.

D: Ha lasciato la commedia grottesca per entrare nella poesia, nel surreale. Ha lasciato la famiglia per andare avanti da solo. Com'è questa sua nuova visione?

R: E' stata la sceneggiatura che ha dettato quello che doveva essere lo stile del film. La storia di Walter che passa tutta la sua vita a guardare le meravigliose immagini di cui si occupa per lavoro, di persone che fanno cose straordinarie, mentre lui non fa nulla di tutto ciò. È proprio l'importanza che il protagonista dedica all'immagine nella sua vita che ha dettato quello che doveva essere lo stile visivo del film. Così come il tono, essendo questo lavoro molto meno cinico di altri miei film che ho diretto in passato. È più aperto ai sentimenti. È stato qualcosa di nuovo, qualcosa che ha volte mi ha fatto anche un po' paura, ma ciò è una cosa fondamentale per un regista.

D: Il protagonista del film è un bravo skater. Lei che rapporto ha nella sua vita con questo sport?

R: Io sono cresciuto facendo skateboard a New York, fa parte della mia infanzia. È uno sport che amo molto, anche se non sono così bravo come si vede nel film. In molte di quelle inquadrature, soprattutto nei primi piani, sono io sullo skate, anche se mi avevano messo delle imbracature per evitare che potessi farmi male. Quest'estate ho iniziato anche ad insegnare a mia figlia.

D: Quanto è difficile oggi riuscire ad essere se stessi in un'epoca in cui domina il virtuale?

R: Uno dei temi del film è l'idea di cercare di creare, da parte del protagonista, un legame, una connessione con le altre persone e con se stesso, perché questi sogni che Walter fa ad occhi aperti sono importanti per lui per poter andare avanti, gli consentono, nella routine quotidiana, di continuare a vivere. Dall'altra parte però lo blocca, gli impedisce di creare un rapporto con gli altri. Oggi è molto importante creare un legame con gli altri, soprattutto in quest'epoca di passaggio dall'analogico al digitale, in cui siamo distratti da troppe cose. E' molto più difficile avere una vera e propria interazione con gli altri, adattarsi alla realtà.

D: Il film racconta anche la fine dell'era della carta stampata e il passaggio ad un prodotto virtuale. Lei come vive questa nuova fase tecnologica?

R: Questo è un cambiamento che io ho vissuto fin da bambino, prima non esistevano i cellulari, i videogames, i computer. La mia generazione ha vissuto in pieno il passaggio dall'analogico al digitale e trovo che sia un peccato che oggi tutto sia sempre più digitale, poter avere una rivista o un libro fisicamente in mano è un qualcosa di bello. Io detesto leggere i libri sui tablet. Quando abbiamo fatto ricerche per il film, della rivista Life, mi sono reso conto quanto sia importante avere in mano la rivista. Purtroppo i ragazzi di oggi non capiscono più l'importanza di tutto ciò. Anche nel cinema, il girare un film non più in pellicola ma in digitale è molto triste. Io amo girare in pellicola e per questo film non potevo fare altrimenti. Un film che parla di un uomo alla ricerca di un negativo, non potevo di certo girarlo in digitale.

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