Il Figlio di Babbo Natale
Il Figlio di Babbo Natale

Clip de Il Figlio di Babbo Natale, ma come fa Babbo Natale?


Vi proponiamo una nuova clip italiana de “Il Figlio di Babbo Natale” in attesa della sua uscita nelle sale italiane il prossimo 23 dicembre. Nel filmato vediamo il momento in cui inizia l'”Operazione Babbo Natale arriva in città“. Babbo Natale, aiutato da un milione di elfi, ha il compito di consegnare 2 miliardi di regali […]

Vi proponiamo una nuova clip italiana de “Il Figlio di Babbo Natale” in attesa della sua uscita nelle sale italiane il prossimo 23 dicembre. Nel filmato vediamo il momento in cui inizia l'”Operazione Babbo Natale arriva in città“. Babbo Natale, aiutato da un milione di elfi, ha il compito di consegnare 2 miliardi di regali in una sola notte. Ma come fa Babbo Natale?

Immaginate una città sotto un manto di stelle alla vigilia di Natale quando i bambini sono già a letto e sognano che l’uomo dalla barba bianca e dal vestito rosso arrivi col suo slittino trainato da otto magnifiche renne. All’improvviso, un’ombra cala sulla città. Un milione di luci abbaglianti. Un milione di esserini che scendono dal cielo. Inizia l’invasione ma non si sente una nota di jingle nell’aria…
È così che ogni anno Natale Babbo Natale svolge il suo lavoro: con un enorme slittino largo un miglio, altamente tecnologico e all’avanguardia, insieme ad un milione di elfi che lavorano in squadre da tre, e che hanno 18,14 secondi per entrare in ogni casa, lasciare i regali, e passare alla dimora successiva.

Babbo Natale sta arrivando, ma questa volta non scende davvero dalla cappa del camino. Il figlio di Babbo Natale segna la prima collaborazione tra la Sony Pictures Animation e la Aardman, società di produzione ben nota per film pluripremiati d’animazione “a passo uno” di grande successo di pubblico, quali Galline in fuga e Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro. Vincitori di più di 400 premi internazionali, compresi quattro premi Oscar, con Il figlio di Babbo Natale, la Aardman realizza il suo secondo lungometraggio in CG e si avvia verso un progetto ambizioso: consegnare due miliardi di regali in un’unica notte.

In cima all’intero apparato organizzativo, c’è logicamente Babbo Natale – o meglio un prestanome da pensione. Il figlio di Babbo Natale infatti ci rivelerà una seconda chicca: la famiglia ‘Natale’ è una vera e propria dinastia. Esiste, quindi, una lunga sfilza di Babbi Natale che risale ad oltre mille anni fa. A mandare avanti la baracca è il primogenito di Babbo Natale, Steve, l’erede in linea per indossare il costume rosso, uomo pratico ma poco amorevole. Il padre di Babbo Natale, Bisnonno Natale, una volta indossava l’uniforme ma da un pezzo è stato allontanato dall’Operazione Regali, insieme al suo vecchio slittino, Evie.

La Signora Mamma Natale, ottima First Lady del Polo Nord, tiene i fornelli accesi, tenendosi impegnata mentre apre ospedali per gli elfi, negozia trattati con la Groenlandia, completa corsi universitari online e prepara sughetti per il giorno di Natale. E poi c’è Arthur, il più giovane dei figli di Babbo Natale. “Arthur crede nel Natale e non soltanto perché è ‘figlio d’arte‘”, afferma James McAvoy, che dà la voce ad Arthur. “Ci crede con tutta l’anima. Non c’è nessuno al mondo che ami il Natale più di Arthur“.

La regia è di Sarah Smith e la sceneggiatura di Peter Baynham e Sarah Smith. Per Smith e Baynham, metà del divertimento nella stesura della sceneggiatura è consistito nel fare i conti (matematici) con l’Operazione Regali e con l’eroica missione di Arthur. “Appena si è cercato di capire come Babbo Natale svolgesse il proprio lavoro, ci siamo resi conto di trovarci di fronte ad una vera e propria follia“, afferma Baynham. “Abbiamo iniziato a pensare: dovrebbe partire dalla punta meridionale della Nuova Zelanda e poi girare il mondo zig-zigando in 12 ore. Si è così scatenata una discussione sui fusi orari internazionali mentre si cercava di capire se Babbo Natale potesse raggiungere zone dove già c’era la luce del giorno per poi tornare a paralleli dove ancora vigeva la notte. L’idea che gli elfi avessero 18,14 secondi per casa è basato su calcoli reali“.

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