Buongiorno papà, intervista a Rosabell Laurenti Sellers
L'intervista fatta a Rosabell Laurenti Sellers, protagonista del film Buongiorno papà al fianco di Raoul Bova. Al cinema da Giovedì 14 Marzo 2013.
di Redazione / 11.03.2013
L'intervista fatta a Rosabell Laurenti Sellers, protagonista del film Buongiorno papà al fianco di Raoul Bova. Rosabell interpreta Laila, la ragazzina, decisamente stravagante, diciassettenne che dice di essere la figlia di Andrea, il personaggio di Bova. Buongiorno papà arriva al cinema da Giovedì 14 Marzo 2013.
Come sei stata coinvolta in questo progetto?
Avevo già recitato in varie produzioni della IIF per la tv e per li cinema come Anna Frank, Agata e Ulisse, Ex e Femmine contro maschi e il produttore Fulvio Lucisano, durante la fase del casting, ha consigliato Edoardo Leo di incontrarmi e di sottopormi ad un provino che per fortuna è andato benissimo. Il mio personaggio si chiama Layla come la canzone omonima di Eric Clapton, è cresciuta con sua madre e suo nonno, l'eterno rockettaro Enzo (Marco Gialllini) e quando muore sua madre decide di andare a cercare con lui il padre che non ha mai conosciuto, l'Andrea interpretato da Bova. Lo segue, gli si presenta a casa rivelandogli chi è, ma in un primo tempo quando lei si trasferisce da lui con il nonno Andrea non le crede, la vede ai suoi antipodi come modo di essere, non sopporta la convivenza e non vuole saperne di avere tra i piedi una figlia di 17 anni di cui non sospettava l'esistenza. In un primo momento Layla, vedendo dall'esterno la vita superficiale che conduce, si ritrova a disprezzare suo padre ma col tempo inizia a rendersi conto che si sta legando affettivamente a lui che a sua volta proverà a cambiare grazie a lei. Layla a un certo punto gli dice: "Io non so fare la figlia e tu non sai fare il padre". Andrea le propone: "Impariamo insieme". Fino a quando i due non cercheranno di vivere insieme in armonia.
Che cosa ti è piaciuto del tuo personaggio, l'hai sentita vicina a come sei davvero nella vita?
Layla ha sicuramente delle cose in comune con me per l'aspetto fisico, porta i capelli come li porto io, anche se in scena appaio truccata come una punk, sembro un po' fuori di testa, lontana da quella che sono davvero nella vita. Nel personaggio ho potuto mettere del mio, indosso abiti che provengono dal mio vero guardaroba e che sono sembrati giusti per Layla. Da un punto di vista psicologico io e lei siamo opposte, è stato fatto un bel lavoro per tirarmi fuori certi aspetti meno timidi e più aggressivi che servivano in scena. Io sono più riservata e discreta di Layla che è molto più estroversa di me, ma la sua è una finta aggressività che lei adopera per nascondere la sua sensibilità e la sua vulnerabilità. Sul set seguivo tutto quello che mi diceva Edoardo e ho trovato il modo di combinare le cose, di metterle insieme e creare una ragazza diversa da me nella sua complessità. Sono nata a Los Angeles dove ho vissuto fino a quando avevo tre anni prima di spostarmi con la mia famiglia a New York iniziando a recitare a 7 anni al teatro La M ama. Quando un anno dopo ci siamo trasferiti a Roma, i miei genitori mi hanno messo in condizione sia di recitare che di continuare a frequentare normalmente la scuola, ho girato diverse fiction e vari film e in futuro, appena avrò finito il liceo, mi piacerebbe riprendere contatto con il teatro. Quando ho girato questo film ho perso due mesi di lezioni ma poi ho recuperato presto tutto, studiando tutto quello che non avevo potuto imparare mentre ero sul set. E' stato faticoso perché ho dovuto fare tutto in poco tempo, mentre giravo non ce la facevo proprio a concentrarmi.
Che rapporto si è creato con Edoardo Leo?
Fin da quando ci siamo incontrati per leggere il copione con Raoul Bova nelle settimane che precedevano le riprese Edoardo mi ha trattato alla pari e questo mi ha fatto molto piacere, sono riuscita ad esprimermi in libertà ma facendo sempre molta attenzione alle sue indicazioni e ai suoi consigli, mi capitava anche di improvvisare fuori dal copione, spesso nei momenti buffi quando dovevo insultare e picchiare qualcuno fino a sembrare un'isterica era lui a incitarmi a }asciarmi andare tranquillamente altrimenti sarei stata molto più discreta e guardinga.
E come si è trovata con Raoul Bova?
Benissimo, ogni giorno, ovunque ci trovassimo, appena finivamo le riprese eravamo presi d'assalto da una marea di ragazzine in delirio per lui, quando abbiamo girato alcune scene ad Orvieto eravamo assediati anche quando eravamo in albergo, ero molto impressionata, tutte volevano toccarlo, chiedergli l'autografo e volevano sapere da me qualcosa che riguardasse Raoul ma io ero riservata e reticente. Lui può contare su un pubblico molto "trasversale", è riuscito a conquistare ogni tipo di generazione. Prima delle riprese avevamo lavorato a lungo provando a tavolino insieme a lui e ad Edoardo e tra noi era subito nato un bel rapporto di familiarità, è stato sempre molto carino, mi ha aiutato molto, con lui mi sono sentita sempre a mio agio, protetta ed apprezzata.
Che compagno di lavoro è stato invece Marco Giallini?
E' stato l'intrattenitore per eccellenza del set, durante le pause tra una ripresa e l'altra ci faceva morire dal ridere tutti perché improvvisava cose assurde, è simpaticissimo. Avevo già recitato con lui da bambina in Bulgaria nella fiction Fuga verso la libertà ma quando mi ha incontrato la prima volta su questo nuovo set non mi ha riconosciuto. Soltanto in un secondo momento mi ha ricordato come la bambina dell'epoca che in quella serie tv ero la figlia di un ebreo ma cristiana che subiva varie peripezie mentre lui interpretava un gerarca fascista che mi rapiva chiedendo un riscatto. Ritrovarlo ai nostri giorni, nei panni di mio nonno è stato divertentissimo.
Ricordi qualche momento particolare della lavorazione?
C'è una scena in cui Marco ed io entriamo in bagno mentre Edoardo è seduto sul water, non riuscivamo mia a completarla perché io e Edoardo scoppiavamo regolarmente a ridere. Poi l'ultima sequenza del film, girata in ordine cronologico, l'abbiamo ideata tutti insieme lì, sul campo, è stata rielaborata dal vero e mi ha fatto molto piacere poter contare su una creatività comune. C'è stato un bel lavoro di gruppo, abbiamo pensato a diversi modi di realizzarla e poi abbiamo scelto la scena migliore tra tutte, sapevamo che era l'ultima sequenza della storia e che doveva essere perfetta.
Che tipo difilm è secondo te Buongiorno papà?
Si tratta comunque di un livello di commedia alto, non è "gettata via", ma è particolarmente curata, sia in fase di scrittura che di realizzazione. Credo sia un film che oltre a divertire possa essere in grado di offrire anche molte emozioni che abitualmente le commedie italiane non danno, varie persone che l'hanno già visto si sono commosse tanto.
Fonte: Pressbook del film