La carriera di Orlando Bloom che oggi, 13 gennaio, festeggia il suo compleanno, si snoda tra elfi, pirati, inseguimenti e combattimenti, e una serie di progetti indipendenti e azzardati.
Orlando Bloom nasce il 13 gennaio del 1977 a Canterbury in Kent, Inghilterra; prende il nome dal compositore e organista inglese Orlando Gibbons, attivo a cavallo fra ‘500 e ‘600, e il cognome da Harry Bloom, scrittore e giornalista sudafricano che all’epoca era il marito della mamma di Orlando, ma non era in realtà il suo padre naturale, che è invece Colin Stone, un amico di famiglia.
È stata sua madre Sonia a spingere Orlando, ancora adolescente, a interessarsi di arte e recitazione, e lui ha cominciato a seguire dei corsi a un college di Belle Arti, prima di unirsi al National Youth Theatre, e da lì ottenere una borsa di studio per la British American Drama Academy, ed essere poi ammesso al corso di recitazione della prestigiosa Guildhall School of Music and Drama (dove, tra i suoi compagni di corso e più cari amici, c’è anche la nostra Maya Sansa).
Orlando Bloom inizia la sua carriera con alcune apparizioni televisive, nelle serie Casualty, un popolare medical drama britannico, e nel poliziesco L’ispettore Barnaby; al cinema, invece, appare per la prima volta in una comparsata nel biopic Wilde (1997), con protagonista Stephen Fry, e poi ottiene il ruolo di un soldato scelto nel ricco cast del film bellico Black Hawk Down (2001) di Ridley Scott.
Le cose però cambiano quando Orlando, all’epoca ancora un attore sconosciuto, si presenta al casting generale per una manciata di ruoli ancora da definire nella colossale trilogia che il regista Peter Jackson si appresta a portare sul grande schermo: stiamo naturalmente parlando di Il signore degli anelli, adattamento dell’omonima opera di J.R.R. Tolkien; dopo qualche provino, Bloom ottiene il ruolo dell’elfo Legolas, una parte in cui, tra la lunghissima parrucca biondo platino, le orecchie e tutto il resto, è quasi irriconoscibile, ma che lancerà comunque la sua carriera, facendolo diventare uno dei nomi di punta del cast, oltre che idolo dei giovani e in particolar modo del pubblico femminile. L’esperienza ha segnato il giovane Orlando anche a livello personale, con il lungo periodo trascorso insieme sul set neozelandese che ha cementato il legame tra i componenti del cast, tanto che lui e gli altri membri della “Compagnia dell’anello” si sono fatti tatuare la parola “nove” in elfico (lui ha scelto il polso).
L’attore riprenderà, come sappiamo, il suo personaggio anche in due capitoli della trilogia di Lo Hobbit, La desolazione di Smaug (2013) e Lo Hobbit-La battaglia delle cinque armate (2015).
I grandi successi di Bloom sono inevitabilmente legati al genere fantasy e di avventura: ha preso parte infatti a quella che è una delle saghe di maggior successo degli ultimi decenni, quella iniziata con La maledizione della prima luna (2003) e proseguita con Pirati dei Caraibi-La maledizione del forziere fantasma (2006) e Pirati dei Caraibi-Ai confini del mondo (2007), al fianco di Johnny Depp e Keira Knightley; dopo un’assenza dal quarto film, il suo Will Turner è riapparso con un cameo nel quinto, e finora ultimo, episodio della saga, Pirati dei Caraibi-La vendetta di Salazar (2017) ma ha espresso interesse anche a ritornare, in futuro, in eventuali nuovi capitoli del franchise.
Ha frequentato il genere fantasy anche sul piccolo schermo, come protagonista delle due stagioni della serie Carnival Row, insieme a Cara Delevigne, ambientata in una cittadina neo-vittoriana popolata da creature fatate fuggite dalla guerra.
In generale la carriera di Orlando Bloom è stata segnata, fin dall’inizio, dai ruoli d’azione, prendendo parte a diverse grandi produzioni, spesso in costume, che coniugano l’avventura al dramma epico o storico: è lui a dare volto a Paride, il giovane irruento e imprudente in Troy (2004), al fianco di Brad Pitt, Eric Bana e Diane Kruger, a cui segue il ruolo da protagonista in Le crociate (2005) di Ridley Scott, mentre ha toni più comici e leggeri il suo Duca di Buckingham nella versione de I tre moschettieri (2011) anche in 3D firmata da Paul W.S. Anderson. Sono tratti da storie vere, invece, i più recenti The Outpost (2020), film bellico ambientato in Afghanistan, e Gran Turismo-La storia di un sogno impossibile (2023), adattato dall’omonima serie di videogiochi.
Ai ruoli in franchise di successo e blockbuster si alternano, invece, anche una serie di pellicole insolite, indipendenti, e spesso poco viste, dai generi più disparati: tra i suoi primi film, ad esempio, troviamo il biopic australiano Ned Kelly (2003), al fianco del compianto Heath Ledger, o il buffo mockumentary britannico The calcium kid (2004), su un lattaio e pugile dilettante; tra i suoi titoli meno noti ci sono anche il crime drama Haven-Inseguendo il paradiso (2004) con Zoe Saldana, i drammi Main Street-L’uomo del futuro (2010) con Colin Firth, Sympathy for delicious (2010), esordio alla regia di Mark Ruffalo, Romans-Demoni dal passato (2017), la black comedy semi-improvvisata Un tranquillo weekend di mistero (2015), e co-produzioni come Zulu (2013), crime thriller franco-africano con Forest Whitaker, o l’action thriller anglo-cinese Operazione S.M.A.R.T. –Senza tregua (2017).
In mezzo a tanti ruoli cupi, una sola vera e propria commedia romantica, con un ruolo pensato su misura per lui dal regista Cameron Crowe: si tratta del sottovalutato Elizabethtown (2005), al fianco di Kirsten Dunst.
Orlando sarà tra i protagonisti di Wizards!, una commedia firmata da David Michôd e sceneggiata anche da Joel Edgerton, affiancherà Andie MacDowell nel thriller Red right hand, e sarà un ex pugile nel film The Cut, con John Turturro.
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