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Film

Maestro, come Bradley Cooper si è trasformato in Leonard Bernstein

Bradley Cooper per 'Maestro' si è sottoposto a lunghe ore di trucco prostetico per poter diventare Leonard Bernstein

Maestro è l’opera seconda firmata da Bradley Cooper, dopo aver debuttato dietro la macchina da presa con A star is born. Il film è stato presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, anche se solo metaforicamente, visto che a causa dello sciopero non ha potuto presenziare di persona. Maestro (di cui potete trovare qui la recensione) è un film biografico che porta sul grande schermo la vita e l’arte di Leonard Bernstein, considerato uno dei più grandi direttori d’orchestra e autore delle musiche di West Side Story. La pellicola, che arriverà su Netflix il 20 dicembre dopo l’uscita in alcune sale statunitensi selezionate (di modo da poter concorrere per il Premio Oscar), è stata al centro di alcune polemiche prima ancora della presentazione ufficiale al Festival di Venezia. Bradley Cooper, infatti, era stato accusato da alcuni membri della comunità ebraica di anti-semitisimo: questo perché secondo l’accusa il fatto che Cooper avesse scelto di utilizzare un trucco prostetico per accentuare un naso già pronunciato sarebbe stato l’equivalente di indossare una cosiddetta jew-face. La polemica, però, è rientrata immediatamente quando gli eredi del vero Leonard Bernstein hanno preso le difese dell’attore, sottolineando come Bradley Cooper si fosse in realtà impegnato proprio per restituire un’immagine il più veritiera possibile di Leonard Bernstein.

La preparazione di Bradley Cooper per diventare Leonard Bernstein, anche nella sua versione “anziana”

Al di là della resa più o meno riuscita di Maestro, è indubbio che Bradley Cooper abbia fatto di tutto per somigliare al soggetto del suo film tanto nella mimica quanto nell’estetica. Un’ambizione, quest’ultima, che è stata resa possibile anche dallo straordinario lavoro fatto da Kazu Hiro e dal suo team di “trucco e parrucco”. Un team e un professionista che avevano già mostrato il loro valore artistico vincendo il premio Oscar per l’incredibile lavoro fatto trasformando Gary Oldman in Winston Churchill per il film The Darkest Hour. Ora Entertainment Weekly ha riportato alcune dichiarazioni fatte da Kazu Hiro durante la sua partecipazione al New York Film Festival. L’artista del make-up ed esperto di trucco prostetico ha spiegato che, per Maestro, doveva recarsi sul set all’una del mattino per le sequenze in cui Bradley Cooper doveva interpretare un Leonard Bernstein settantenne. Hiro ha spiegato:

“Per l’ultima parte lui (cioè Bradley Cooper, ndr) era coperto praticamente dappertutto, corpo e braccia. Ci volevano cinque ore. Per l’ultima parte, per tutto il tempo, la nostra chiamata sul set era all’una del mattino. L’altra cosa, poi, è che Bradley Cooper voleva che il suo trucco fosse finito prima della crew call (quando, cioè, viene chiamato il cast per poi dare il via alle riprese, ndr), di modo che potesse apparire nei panni di Bernstein mentre sistemava le riprese e tutto il resto.  Questo dunque significava anticipare la nostra chiamata di circa due ore rispetto al normale, quindi sì, è stata dura.”

Bradley Cooper interpreta Leonard Bernstein per un periodo che copre circa due decadi. Questo significava, per i responsabili del trucco, far sì che il volto dell’attore invecchiasse in modo graduale, proprio per dare la sensazione del tempo che passa e lascia segni sul volto. Hiro, a questo proposito, ha detto:

“Dovevamo continuare ad aggiungere perché man mano che invecchiava dovevamo aggiungere altri elementi. Lo stadio più giovanile (a livello prostetico, ndr) riguardava il naso, le labbra, il mento e una parrucca. Dopo il terzo stadio abbiamo dovuto cominciare a fare aggiunte su guance e collo.”

Il lavoro di Kazu Hiro e del suo team per il film Maestro è stato davvero eccezionale e ha ricevuto il plauso non solo dalla critica che lo ha visto a Venezia, ma anche il riconoscimento massimo, quello dei figli del vero Leonard Bernstein. Jamie Bernstein, sul tappeto rosso del New York Film Festival, ha infatti detto che vedere Bradley Cooper nei panni del padre:

“Ci ha tolto il respiro, ci ha fatto sussultare. In alcune immagini riusciamo a dire che quello è Bradley Cooper, ma ci sono certe fotografie in cui ci siamo trovati a pensare: “Mio Dio, è così straordinariamente perfetto.”

L’altra figlia di Benstein, Nina Maria Felicia Bernstein, ha invece ricordato:

“Ho ricevuto una chiamata su FaceTime, ma non riconoscevo il numero. Così ho risposto e c’era mio padre vecchio. Naturalmente non era mio padre nei panni di un vecchio. Era Bradley. Non riuscivo a smettere di ridere. Aveva la sigaretta e gli occhiali.”

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