La regista Greta Gerwig, dopo l'anteprima di 'Barbie', ha parlato della genesi del suo film, del compagno Noah Baumbach e dello sciopero degli sceneggiatori di Hollywood.
La scorsa domenica si è tenuta a Los Angeles l’anteprima mondiale del film di Greta Gerwig, Barbie, che è tra i titoli più “caldi” della stagione cinematografica. Dalle prime reazioni arrivate dalla stampa estera, sembra che Barbie abbia rispettato le aspettative: come film più atteso della stagione, non ha deluso chi si aspettava grandi cose dal film interpretato da Margot Robbie e Ryan Gosling, circondati da un cast stellare che arricchisce lo “sfondo” di questo viaggio nel mondo reale da parte della bambola più famosa al mondo. La pellicola, che vuole raccontare le sfumature del mondo femminile, attraverso la visione della barbie interpretata dalla Margot Robbie che ha già reso iconica la scena in cui si toglie le scarpe e mostra i piedi e il suo modo di camminare con la sola punta, è stata scritta da Greta Gerwig insieme al compagno Noah Baumbach.
Proprio riguardo all’atto di scrivere la sceneggiatura di Barbie, la regista, che ha sfilato sul pink carpet con un tailleur fucsia, ha detto al The Hollywood Reporter:
“L’abbiamo scritta in un periodo molto specifico. Eravamo nel mezzo del lockdown e tutto il resto e io non facevo che pensare: ‘non so se ci sarà mai un altro film, ma se dovesse esserci, allora scriviamo il film più oltraggioso, anarchico e divertente. Lasciamo che l’immaginazione venga fuori con un bang’. È stato qualcosa che ho deciso che avrei diretto solo quando la sceneggiatura fosse stata scritta.”
Noah Baumbach era uno dei grandi assenti alla serata di presentazione di Barbie. La spiegazione di questa assenza è stata data sempre da Greta Gerwig che, a Variety, ha spiegato:
“Il mio co-sceneggiatore e co-creatore, il mio compagno nella vita e nell’arte, Noah Baumbach, non è qui. Lui sta supportando con passione la lotta della Writers Guild of America. Lui è una Barbie-Girl. Niente in Barbie sarebbe potuto accadere senza di lui. E niente a Hollywood potrebbe succedere senza gli sceneggiatori.”
Parole, queste, che dimostrano come anche Greta Gerwig sia da parte degli sceneggiatori e degli autori di Hollywood che stanno scioperando da settimane nella speranza di ottenere condizioni migliori per poter vedere riconosciuto il proprio lavoro, senza il quale, davvero, non potrebbero esserci né film né serie tv.
Barbie è un film che, in quanto a hype, deve contendere il primato con Oppenheimer, il film di Christopher Nolan con Cillian Murphy. In effetti, le due pellicole sono tra i titoli più attesi dell’estate e della stagione cinematografica, al punto che in rete è possibile vedere anche meme e fotomontaggi in cui Barbie e Oppenheimer si stringono la mano: da una parte un mondo pieno di colori pastello, dall’altro uno scienziato a e un mondo avvolto dalle fiamme. E proprio riguardo a questa “competizione”, resa possibile anche dal fatto che negli Stati Uniti entrambi i film escono il 21 luglio, Greta Gerwig ha spiegato:
“È tutto amore. Raddoppialo. Raddoppialo di nuovo. Penso che bisognerà vivere questa esperienza. Barbie e poi Oppenheimer. Oppenheimer e poi Barbie. Penso che bisogna fare entrambi i viaggi.”
Quello che è sicuro è che questa competizione – che andrà a guardare soprattutto gli incassi – dimostra come il cinema stia continuando a combattere per rimanere a galla, per essere quella fabbrica di sogni che molto spesso ci salva dalla quotidianità.
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