Il Barbenheimer ha un nuovo seguace: anche Quentin Tarantino non ha resistito e ha visto 'Barbie' e 'Oppenheimer' nella stessa serata
Negli Stati Uniti il Barbenheimer (qui vi spieghiamo cos’è il fenomeno) è ormai una realtà. L’uscita in contemporanea di Barbie di Greta Gerwig (Recensione) e Oppenheimer di Christopher Nolan ha portato ad una vera e propria esplosione di meme, con conseguenze anche nella vita fuori dal web. Negli Stati Uniti, ad esempio, i cinema organizzano doppie proiezioni, di modo che gli spettatori possano vedere nell’arco della stessa serata il manifesto della Gerwig e il ritratto maestoso della scienza fatto da Nolan. Una “doppietta”, dunque, come andava tanto di moda agli inizi degli anni Settanta, quando il cinema prevedeva doppie proiezioni, una di seguito all’altra. Un modus operandi che, all’epoca, aveva nella famiglia di Quentin Tarantino e in Tarantino spesso un grande fautore, come lui stesso ha raccontato nel suo libro Cinema Speculation, edito in Italia per La Nave di Teseo. E ora Quentin Tarantino continua ad essere fan di queste doppiette oltre che grande fruitore del cinema stesso.
La dimostrazione? Il regista di C’era una volta a… Hollywood, che sta lavorando al suo decimo e presumibilmente ultimo film da regista, è stato immortalato alla biglietteria di un cinema del Westwood Village, a Los Angeles. Da quanto appreso da Variety, il metteur en scene si trovava al Regency Bruin Theatre, insieme a Roger Avary, che con lui aveva co-sceneggiato Pulp Fiction, uno dei lungometraggi cardine della breve ma intensa filmografia tarantiniana. L’immagine di Tarantino al botteghino è accompagnata da una didascalia che spiega che il regista, dopo aver visto Oppenheimer abbia attraversato la strada per assicurarsi anche di poter vedere Barbie nella stessa giornata, partecipando di fatto al fenomeno di massa che sta avendo luogo in questi giorni, sebbene sia un fenomeno che in Italia si sente molto meno, dato che inspiegabilmente l’ultimo film di Christopher Nolan raggiungerà la sala non prima del prossimo 23 agosto, quando al cinema tornerà anche il primo film del regista, Following.
A seguire, lo scatto che ritrae Quentin Tarantino alla biglietteria, con la didascalia della condivisione che recita: “Sì, i nostri ragazzi erano fuori la scorsa notte facendo quello che amano fare maggiormente quando sono insieme: vedere film.”
Dietro questo scatto, inoltre, c’è anche un aneddoto per cinefili. Regency Bruin Theatre, la sala cinematografica che Quentin Tarantino ha scelto per vedere Barbie, è lo stesso che Tarantino ha usato in una scena di C’era una volta… a Hollywood, in cui Sharon Tate (interpretata, coincidenze della vita, da Margot Robbie) acquista un biglietto per potersi sedere in sala e guardare insieme al pubblico un film in cui appariva in qualità di attrice. Si tratta quindi di una sorta di ribaltamento cinefilo, visto che ora Tarantino – regista di quel film – paga un biglietto per vedere in quello stesso teatro Margot Robbie recitare. Un vero e proprio Easter Egg della vita reale.
Quentin Tarantino non ha alcun account social, perciò non possiamo sapere con esattezza quello che ha provato vedendo il film, né i suoi pensieri sul fenomeno Barbenheimer. L’unica testimonianza viene dal suo compagno di avventure cinematografiche, Roger Avary, che sul suo account Twitter ha scritto:
“Lo spettacolo di Barbie a Westwood la notte scorse aveva un pubblico fantastico, che ha letteralmente esultato per tutto il film. Molto di loro facevano il larping (espressione che indica il LARP, Live-Action Role-Playing e che, in questo caso, probabilmente si riferisce al fatto che in tutto il mondo, chi va a vedere Barbie, si veste dei colori della bambola Mattel, ndr). Era da tanto che non vedevo qualcosa di simile. È stato fantastico.”
Disclaimer: non abbiamo modo di verificare che ‘Barbie’ sia il film sul biglietto acquistato da Tarantino, ma il commento di Roger Avary pubblicato poche ore dopo lo scatto in cui vediamo Tarantino, che tra l’altro è stato citato su Twitter dallo stesso Roger Avary (account verificato), si può considerare una conferma.
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