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Attila di Giuseppe Verdi la Prima del Teatro alla Scala 2018 in diretta su Rai1
Oltre tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare Attila nelle case degli Italiani.
di Redazione / 07.12.2018
La prima del Teatro alla Scala in programma venerdi 7 dicembre 2018 propone Attila di Giuseppe Verdi, con protagonisti il direttore d'orchestra Riccardo Chailly, il regista Davide Livermore, le voci di Ildar Abdrazakov, Saioa Hernández, George Petean, Fabio Sartori. Rai Cultura propone in diretta su Rai1/Rai1HD l'evento a partire dalle 17.45, con la regia televisiva di Patrizia Carmine, e anche su Radio3 e in streaming su RaiPlay.
Oltre tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare Attila nelle case degli Italiani, perché la grande musica è di tutti, come hanno dimostrato gli oltre due milioni di telespettatori che il 7 dicembre 2017 hanno seguito su Rai1 Andrea Chénier di Umberto Giordano per l'apertura della scorsa Stagione della Scala.
Oltre a trasmettere l'opera, come di consueto la Rai racconterà anche ciò che accade attorno allo spettacolo più atteso della Stagione. Su Rai 1, Antonio Di Bella e Milly Carlucci, con collegamenti di Stefania Battistini dal foyer, condurranno la diretta televisiva incontrando, prima dell'inizio e durante l'intervallo, i protagonisti e gli ospiti presenti. Per Radio3 seguiranno la diretta Gaia Varon e Nicola Pedone, mentre in studio a Roma ci sarà Oreste Bossini. Coinvolti anche il canale Rai News e la Testata giornalistica Regionale con dirette, servizi e approfondimenti, con ospiti in studio e dal foyer della Scala. Oltre che su Rai 1 e Radio 3, le riprese dell'Attila saranno trasmesse anche all'estero, mentre Rai Com distribuirà l'opera in diretta in circa 30 cinema italiani e all'estero.
Prima della diretta dell'opera, alle 16.10, Rai Cultura celebra il decennale rapporto tra Rai e Scala con il documentario firmato da Felice Cappa "Scala – Rai: il futuro della tradizione". E' un viaggio nel tempo, seguendo i passi fatti dalle due istituzioni nelle proprie scelte culturali e artistiche, ma anche tecnologiche. Testimoni del racconto sono il Maestro Riccardo Chailly, il Sovrintendente Alexander Pereira, la direttrice generale Maria Di Freda, i musicologi Emilio Sala dell'Università Statale di Milano, Emanuele Senici che insegna a Oxford e alla Sapienza di Roma e Angela Ida De Benedictis della Fondazione Paul Sacher di Basilea. E non mancano camei di Claudio Abbado, Giorgio Strehler, Luciano Berio e Bruno Maderna.
RAI5: SCALA – RAI, IL FUTURO DELLA TRADIZIONE
Teatro alla Scala, 7 dicembre 2017, serata inaugurale della stagione dell'opera: a Milano, duemila spettatori assistono all'Andrea Chénier che va in scena. Ma da tempo non sono i soli, perché l'evento è ormai condiviso da milioni di spettatori, non solo in Italia, tra tv, radio e web. Un "rito" che si ripete da novant'anni, dal 1928, quando un'opera, la Tosca, per la prima volta andò in diretta radio dalla Scala grazie all'Eiar, poi diventata Rai. E da allora il cammino tra servizio pubblico radiotelevisivo e Scala è proseguito. Rai Cultura dedica il documentario firmato da Felice Cappa "Scala – Rai: il futuro della tradizione", in onda giovedì 6 dicembre alle 23.10 e venerdì 7 dicembre alle 16.10 su Rai5. E' un viaggio nel tempo, seguendo i passi fatti dalle due istituzioni nelle proprie scelte culturali e artistiche, ma anche tecnologiche. Testimoni del racconto sono il Maestro Riccardo Chailly, il Sovrintendente Alexander Pereira, la direttrice generale Maria Di Freda, i musicologi Emilio Sala dell'Università Statale di Milano, Emanuele Senici che insegna a Oxford e alla Sapienza di Roma e Angela Ida De Benedictis della Fondazione Paul Sacher di Basilea. E non mancano camei di Claudio Abbado, Giorgio Strehler, Luciano Berio e Bruno Maderna. Oltre al repertorio delle opere riprese alla Scala, a partire dalla prima diretta televisiva dell'"Otello" firmato da Franco Zeffirelli del 1976, il documentario propone anche immagini rare che raccontano la sperimentazione realizzata dalla Rai a partire dagli anni Cinquanta con le ricerche elettroniche dello Studio di Fonologia e con la produzione di opere, da "Il Barbiere di Siviglia" con la regia di Franco Enriquez alla "Fantarca sulle" musiche di Roman Vlad messa in scena da Vittorio Cottafavi. Tra gli intervistati è presente anche Mario Lanfranchi che nel 1956 scoprì Anna Moffo proprio per un allestimento di Madama Butterfly trasmesso in diretta dagli Studi di Corso Sempione. Il racconto giunge, infine, ai giorni nostri analizzando le nuove forme di fruizione cross mediale dell'opera, sempre più mediate dalla presenza dei social network, e guarda al futuro con gli sviluppi della tecnologia, sia nella ripresa video in 8k che nella ripresa audio con le varie forme di spazializzazione. A questi si aggiunge la tecnica della diffusione in spazi aperti che permette alla Rai e alla Filarmonica della Scala di proporre la musica colta anche in ambienti esterni, come nel caso del concerto estivo che da alcuni anni viene organizzato in piazza Duomo.