Arriva Furiae, una raccolta di racconti che vi lascerà senza fiato
'Furiae' è una raccolta di racconti che somiglia a una giostra di favole oscure e che si fa forte di uno stile di scrittura che, da solo, vale il prezzo d'acquisto
di Erika Pomella / 20.12.2021
Con serpenti tra i capelli e bocche spalancate a urlare una maledizione: è così che siamo abituati, culturalmente e letterariamente, a immaginarci le Furie, queste creature alate che avevano nel sangue il compito della vendetta e nel cuore l'ambizione a colpire i malfattori. Le Furie erano – e sono – prima di tutto donne, creature multiformi con diverse funzioni e con diverse anime, a seconda di chi era la mano che tratteggiava il loro carattere e il loro ritratto. Aletto, Megera e Tisifone sono ora le tre donne alate che aprono Furiae, una raccolta di racconti firmata da Alfonso Zarbo. Racconti che hanno come comune denominatore la scelta di parlare di donne ribelli, di donne determinate a esistere, a uscire dagli schemi dello status quo dettato dal loro tempo e dalla loro condizione sociale e di genere. Aletto, Megera e Tisifone sono le tre guide che accompagneranno il lettore, molto spesso impreparato, lungo un viaggio che spazia nel tempo e nello spazio: dai conquistadores spagnoli, fino all'oltretomba egizio, passando per la Lombardia dei giorni della Merla.
Furiae somiglia più che altro a una raccolta di favole oscure, racconti che non hanno il compito di raccontare una storia, ma di far rivivere la Storia, attraverso lo sguardo consapevole del ventunesimo secolo, senza che questa visione rischi di influenzare troppo l'ambientazione o il modo di agire dei vari personaggi in scena, che non appaiono mai né fuori tempo né fuori contesto. A emergere con più forza, però, non è tanto quello che viene raccontato ma il modo in cui viene fatto. Con Furiae ci troviamo infatti davanti a una raccolta che rende la scrittura una sorta di protagonista aggiunta. Molto spesso, in ambito editoriale, la scrittura è un mero mezzo con cui raggiungere il compimento di un intreccio: che venga fatto bene o male è un altro discorso. Ma in Furiae le parole si concretizzano, quasi diventano tridimensioni sulla pagina. Diventano il mezzo per raccontare, ma anche la voce che il lettore ascolta. Le parole mutano, si evolvono, danzano intorno ai personaggi per dar loro non solo credibilità, ma anche un punto di ancoraggio fermo e deciso. E lo stile di Alfonso Zarbo è asciutto ed elegante al tempo stesso. Non si cela mai dietro facili manierismi messi in atto per dimostrare un proprio talento: è l'ode di qualcuno che ama le parole, che non le spreca, che non le usa per riempire una pagina "tanto per far numero". Ed è qualcosa di così raro, ormai, che va sempre riconosciuto. Furiae è una lettura consigliata anche a chi, come chi scrive, non è un fan dei racconti e delle raccolte. È una lettura consigliata a chiunque ami una storia ben scritta perché, per parafrasare Daniel Pennac, una bella storia più salvarvi più o meno da qualsiasi cosa.