![Arnold Schwarzenegger in Arnold - Immagine dal set [credit: courtesy of Netflix]](https://www.movietele.it/wp-content/uploads/2023/06/Arnold_S1_E1_00_13_21_11-scaled.jpg)
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Arnold Schwarzenegger si scusa per i suoi comportamenti inappropriati del passato
Arnold Schwarzenegger in occasione dell'uscita del documentario 'Arnold' torna a parlare delle accuse di molestie e si scusa.
di Erika Pomella / 06.06.2023
Arnold Schwarzenegger non ha di certo bisogno di presentazioni: vero e proprio divo di Hollywood, protagonista di alcune pellicole diventate iconiche nonché ex governatore della California, l’attore è uno di quei volti conosciuti a chiunque, anche allo spettatore più distratto. In queste settimane, inoltre, Schwarzenegger è molto visibile anche sul catalogo Netflix, dove è presente sia con la serie Fubar sia con il documentario in tre parti dal titolo Arnold, che è in arrivo sul colosso streaming on demand.
Arnold on Arnold
Il documentario, diretto da Lesley Chilcott, è un vero e proprio viaggio all’interno della carriera dell’attore di origini austriache: parte dalla sua ascesa nel mondo del bodybuilding austriaco e arriva fino ai giorni nostri. Il prodotto è realizzato grazie alla partecipazione di molte persone che hanno occupato un ruolo più o meno importante nella vita di Schwarzenegger e che, dunque, possono dare testimonianze di prima mano nella realizzazione di un ritratto che sia il più verosimile possibile. Tra i tanti volti che compaiono sul piccolo schermo ci sono il regista James Cameron – con cui Arnold Schwarzenegger ha girato, tra gli altri, Teriminator -, ma anche gli attori Danny DeVito (co-star in I gemelli e Junior) e Jamie Lee Curtis (love interest in True Lies). Tra le celebrità che non si sono tirate indietro davanti a queste interviste c’è anche Sylvester Stallone, che negli anni Ottanta era considerato un po’ la diretta nemesi di Schwarzenegger. “Avevo bisogno di un nemico,” commenta l’attore nel documentario. “Ogni volta che usciva con un film, come ad esempio Rambo II, dovevo trovare un modo per superarlo.”
Arnold Schwarzenegger e le accuse di molestie
Il documentario però affronta anche un momento molto delicato della figura pubblica dell’attore. Come si legge sul Rolling Stone, infatti, cinque giorni prima dell’elezione a governatore dello stato della California, Arnold Schwarzenegger venne coinvolto in uno scandalo portato alla luce da una serie di indagini svolte dal Los Angeles Times. Secondo queste indagini, infatti, ben sei donne si erano fatte avanti per accusare il futuro governatore della California di averle palpeggiate, umiliate e in generale di aver tenuto dei comportamenti problematici e inappropriati. All’epoca Arnold Schwarzenegger accusò la stampa di aver creato una storia falsa solo per sfruttare la sua campagna elettorale e vendere giornali. Allo stesso tempo disse che le accuse erano inventate e che non aveva mai palpeggiato nessuno, sebbene avesse anche ammesso di non essersi sempre comportato nel migliore dei modi. La storia non ebbe ripercussioni sul breve periodo, tanto che Schwarzenegger riuscì a portare a casa la carica per cui si era candidato. E l’opinione pubblica si scagliò anche contro il Los Angeles Times, accusandolo di aver aspettato il momento più adatto per far uscire una storia di cui, stando ai giornalisti che parteciparono all’inchiesta, erano già a conoscenza da tempo.
Tuttavia, nel corso degli anni altre donne si sono fatte avanti per denunciare l’attore: quindici donne in tre decenni hanno confermato una storia fatta di palpeggiamenti e comportamenti esecrabili. Ed è proprio nella docuserie Arnold che l’attore finalmente si prende il suo tempo per scusarsi o, meglio, ammettere le sue colpe. L’attore ha detto:
All’inizio la mia reazione è stata… Sai, ero alquanto sulla difensiva. Oggi posso guardarmi indietro e ammettere che non è importante quale periodo della mia vita fosse. Fossero stati i giorni di Muscle Beach di quarant’anni fa o proprio oggi questo non cambia: era sbagliato. Erano stronzate. Dimenticate tutte le giustificazioni. Era sbagliato e basta.