Alessandro Borghese 4 Ristoranti 5a edizione
Alessandro Borghese 4 Ristoranti ad Hong Kong, all'Isola d'Elba, a Palermo, nel Gargano, a Firenze, nella Franciacorta e nella Riviera di Ulisse.
di Redazione / 04.11.2019
Prosegue la quinta edizione di Alessandro Borghese 4 Ristoranti, da martedì 24 settembre su Sky Uno per altre sette nuove puntate. La quinta di queste va in onda martedì 22 ottobre 2019, alle 21:15 su Sky Uno.
Dopo l'esordio esotico ad Hong Kong, lo chef Alessandro Borghese è tornato in patria per fare tappa nel Gargano, un piccolo angolo di paradiso della Puglia. A seguire, le altre puntate in alcuni dei luoghi più belli della Penisola: Isola d'Elba, Palermo, Firenze, Franciacorta, la Riviera di Ulisse.
Il meccanismo della sfida di Alessandro Borghese 4 Ristoranti non cambia: quattro ristoratori della stessa zona di appartenenza si sfidano a colpi di inviti a cena e, capeggiati da Alessandro Borghese, gli altri tre ristoratori avranno il compito di giudicare e votare con un punteggio da 0 a 10 location, menu, servizio e conto del ristorante che li ospita. Oltre al titolo di miglior ristorante, il vincitore di ogni puntata si aggiudicherà anche un contributo economico da investire nella propria attività. Lo chef Borghese, come di consueto, inizia ogni cena con l'ispezione della cucina del ristorante ospite. Durante la serata, anche il personale di sala viene messo alla prova su accoglienza, servizio al tavolo, descrizione del piatto e del vino. Alessandro, avendo a disposizione un bonus di 5 punti, con il suo voto potrà confermare o ribaltare il risultato dell'intera classifica.
Tutti i ristoranti che partecipano al programma sono identificabili attraverso un "bollino" 4 RISTORANTI esposto all'esterno, una rete di locali testati da chi se ne intende: i ristoratori stessi.
Alessandro Borghese 4 Ristoranti 5 è in onda dal 24 settembre, ogni martedì, in prima serata su Sky Uno e sempre disponibile on demand, visibile in mobilità su Sky Go e in streaming su NOW TV. Alessandro Borghese 4 Ristoranti è una produzione originale Sky realizzata da DRYMEDIA. Scritto da Alessandro Borghese, Francesca Capua, Monia Palazzo. La regia è di Gianni Monfredini.
ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI 5B | 5 Novembre 2019
Dopo aver visitato i migliori ristoranti di Hong Kong, Gargano, Franciacorta, Riviera di Ulisse, Palermo e Isola D'Elba, Alessandro Borghese va alla ricerca del miglior ristorante storico di Firenze, che possa rappresentare al meglio l'antica arte culinaria della città. A contendersi il titolo: Trattoria Antico Fattore di Alessio Lucia, Trattoria Zà Zà di Stefano Bondi, Ristorante Natalino di Gabriele Mazzanti e Trattoria Mario di Romeo Colzi. Chi tra di loro si aggiudicherà il titolo di miglior ristorante storico di Firenze?
Trattoria Mario (Piazza del Mercato): Romeo (60 anni) è titolare e cuoco della Trattoria Mario, in cui è nato e cresciuto. Il ristorante è stato aperto nel 1953 dalla sua famiglia e inizialmente era una piccola taverna, dove si servivano pietanze frugali accompagnate dal vino al bicchiere. Romeo non aveva questa vocazione, ma alla fine si è innamorato del suo lavoro, onorando la promessa fatta al padre di portare avanti la Trattoria di famiglia. La location della trattoria è storica, con tovaglie in plastica bianche viola, e piccoli tavoli che favoriscono gli incontri, con sgabelli al posto delle sedie, in cui possono sedersi accanto persone che non si conoscono. In bella vista compaiono alcune regole da rispettare: non si chiede la ciccia ben cotta; non ci sono ketchup o maionese; non c'è il wi-fi; non si serve il caffè, perché storicamente si prendeva nel bar di fronte. La cucina di Romeo è tipicamente fiorentina: tutte le ricette vengono da una lunga tradizione di famiglia. Il menu è appeso al bancone, mentre Romeo preferisce passare tra i tavoli e decantare i suoi piatti.
Trattoria Antico Fattore (Uffizi): Alessio è il titolare e responsabile della Trattoria Antico Fattore di Firenze. Il locale risale al 1865 ed è riconosciuto dalla Camera del Commercio di Firenze come appartenente al Registro delle Imprese Storiche. Si trova in pieno centro storico, proprio dietro la Galleria degli Uffizi. All'epoca era un importante punto di ritrovo per personaggi illustri quali pittori, scultori, scrittori e musicisti. L'Antico Fattore era un convivio fiorentino e tra le sue mura, nel 1931, nacque la manifestazione letteraria del premio Antico fattore, tutt'oggi in voga, che eleggeva il poeta/scrittore dell'anno. La cucina dell'Antico Fattore è una cucina di tradizione, artigianale e casalinga, con qualche aggiunta di piatti più commerciali che, secondo Alessio, non possono mancare. Per lui, avere un cuoco fiorentino rappresenta la vera forza della sua cucina.
Trattoria Zà Zà (Piazza del Mercato): Stefano (62 anni) è il titolare del ristorante e si occupa sia della sala che della cucina. La trattoria è divisa in due ambienti: da un lato c'è la zona più antica del locale, risalente al 1975 e caratterizzata da ambienti più conviviali, informali, colori sgargianti e tanta oggettistica (cavalli di legno, bambole, burattini, vecchie foto del locale e personaggi che hanno mangiato lì); dall'altro lato la parte più moderna, con un'atmosfera chic, con grandi lampadari, quadri e tele d'epoca e poltrone in velluto. Anche la Trattoria Zà Zà è inserita nell'archivio degli Esercizi Storici Fiorentini. Il menu è molto ampio e non offre solamente cibi della tradizione toscana, ma anche proposte di mare, di tartufo o piatti più commerciali, dalla pasta al pesto, passando dalla bolognese alla parmigiana. Per la bistecca alla fiorentina, invece, Stefano non utilizza la chianina, una carne bovina, secondo lui dura e stopposa, ma carne slava.
Ristorante Natalino (tra Piazza della Signoria, Santa Croce e Piazza del Duomo): Gabriele (52 anni) è il titolare e responsabile di sala del Ristorante Natalino, sotto la guida della famiglia Mazzanti da più di 30 anni. Il Ristorante Natalino si trova nel centro storico di Firenze, nella Chiesa delle Badesse, una vecchia chiesa sconsacrata. Grazie alla sua posizione centrale, ha favorito il passaggio di molti artisti, come i pittori Arrigoni e Stefanelli. La location è storica, con tavoli e sedie in legno, mise en place semplice e bottiglie di vino esposte, che richiamano un'atmosfera famigliare e conviviale. La cucina è tradizionale toscana: non mancano la ribollita, la pappa al pomodoro e altri piatti tipici come il peposo, la panzanella, la trippa, i crostini con fegatini. La Fiorentina regna sovrana, alta 4-5 dita, cotta su pietra lavica, tagliata al tavolo e condita secondo il gusto dei clienti.
ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI 5B | 29 Ottobre 2019
Dopo le tappe ad Hong Kong, sul Gargano, in Franciacorta, sulla Riviera di Ulisse e a Palermo, Alessandro Borghese torna sullo schermo per la sesta e penultima puntata in onda martedì 29 ottobre. Destinazione del sesto episodio inedito del programma è l'Isola D'Elba, un'oasi verde e blu tra le acque dell'Arcipelago Toscano, dove è possibile cenare anche a pochi passi dal mare, circondati da spiagge dorate, paesaggi lunari e acque cristalline. In questa atmosfera magica, con il sottofondo delle onde e della brezza marina, Alessandro andrà alla ricerca del miglior ristorante in una baia. A contendersi il titolo ci sono: Emanuel – Bistrot di mare di Luca Del Gratta, La Caravella di Consuelo Martorella, Il Golfo di Felice Montauti e Ristorante Le Viste di Pierluigi Creazzo. Chi tra loro riuscirà ad aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante?
I RISTORANTI DELLA SESTA PUNTATA
Ristorante La Caravella (Porto Azzurro): Consuelo (64 anni) è la titolare del ristorante La Caravella, gestisce la sala e supervisiona la cucina.
La location de La Caravella è una palafitta sul mare di proprietà della famiglia di Consuelo sin dal 1949, anno in cui il nonno Aladino aprì il ristorante. L'interno del locale è suggestivo, e ricorda la prua di barca, con un timone in bella mostra all'ingresso. Il ristorante è molto curato, con un parquet chiaro e delle vele che coprono il soffitto. Al ristorante La Caravella è possibile arrivare in barca, prenotando un tavolo durante il viaggio.
La cucina è tradizionale, caratterizzata da pesce fresco locale con cui si possono fare vari tipi di sughi, cacciucco, risotto ai frutti di mare, calamari ripieni, polpo e molto altro, senza utilizzare troppi condimenti se non olio evo, aglio e prezzemolo.
Ristorante Il Golfo (Marina di Campo): Felice (52 anni) è il titolare del ristorante insieme alla moglie Francesca. I coniugi hanno aperto il ristorante nel 2013, e ad oggi è uno dei più conosciuti dell'Isola D'Elba, con una clientela ormai fidelizzata.
La location de Il Golfo presenta degli interni classici, con il bancone del bar in vista e i tavoli in legno. All'esterno, una terrazza sul mare rende l'atmosfera molto suggestiva: la struttura e la pavimentazione in legno danno proprio la sensazione di mangiare su una piattaforma che fluttua sul mare. Al ristorante si può arrivare in barca e attraccare proprio accanto alla terrazza.
La cucina è tradizionale: formati di pasta partenopei fatti in casa, come i paccheri e gli scialatielli, vengono accompagnati a sughi di pesce fresco. Tra le specialità, spicca la zuppa di pesce.
Le Viste (Portoferraio): Pierluigi (44 anni) è il titolare del Ristorante Le Viste a Portoferraio. Di origine pugliese, frequenta l'Isola D'Elba sin da ragazzo, quando studiava architettura a Firenze. Durante l'estate, da ragazzo ha fatto tanta gavetta per racimolare qualche soldo, primo passo per realizzare il suo sogno.
La location si trova in uno stupendo scorcio dell'isola, da cui si può ammirare anche l'Isola di Capraia. Il ristorante è una terrazza sul mare, a cui si può arrivare con un tender e si trova proprio sulla spiaggia delle Viste, da cui prende il nome, famosa per le residenze di Napoleone. La cucina è tradizionale, con piatti poveri e popolari, ma non mancano innovazione e creatività dello chef. Il pesce è fresco, cucinato al forno o alla griglia, e con qualcosa di più raffinato come il tortello ripieno di capesante e gamberi con asparagi e tartare di astice.
Emanuel Bistrot (Portoferraio): Luca (33 anni) è il titolare dell'Emanuel Bistrot, rinnovato da poco più di un anno con un'impronta contemporanea sia nella location che nella cucina.
La location del locale è molto curata, e si divide in tre parti: l'esterno dedicato all'aperitivo, con tavolini in legno sotto un fico secolare, l'interno dedicato al servizio serale, e una terrazza esterna in cui si può cenare con vista sul pontile.
La cucina è fatta di prodotti del territorio, ma comunque innovativa: l'Emanuel Bistrot ha valorizzato il tonno, la palamita e altre tipicità, rivisitate in chiave contemporanea con tante tipologie di lavorazione, anche provenienti da culture diverse.
ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI 5B | 22 Ottobre 2019
Alessandro sbarca a Palermo per una puntata dedicata interamente allo street food. Lo chef e i ristoratori potranno assaporare il vero "manciari di strada", un tempo cibo povero, oggi conosciuto e apprezzato da tutti. Tra chioschi, mercati, carretti ambulanti con distese di arancine e panelle, Alessandro andrà alla ricerca dei migliori piatti della tradizione siciliana, legati allo street food. A contendersi l'ambito titolo ci sono: Friggitoria da Davide di Davide Troìa, Da Mimì di Giuseppe Lo Iacono, Dainotti's Apericapo di Arianna Dainotti e Roxy Street Food 1987 di Noel Casisa. Chi tra loro riuscirà ad aggiudicarsi il titolo di miglior street food di Palermo?
I RISTORANTI DELLA QUINTA PUNTATA
Friggitoria da Davide (zona stadio): titolare e cuoco del ristorante è Davide (32 anni), che svolge questa attività da almeno 10 anni. Nonostante il suo locale sia aperto da poco tempo, Davide lavorava già come ambulante proprio lungo la strada davanti alla Friggitoria. Secondo lui, lo street food è una specialità che permette di conoscere la storia di Palermo: nel suo locale, infatti, Davide dà la possibilità ai suoi clienti di conoscere la storia del cibo di strada attraverso dei pannelli proprio dedicati alle ricette street food per eccellenza.
La location della Friggitoria è tanto semplice quanto curata e moderna. Alcuni tavolini dal design minimal animano la grande sala principale, che cattura l'attenzione con la scritta al neon "da Davide" appesa sulla parete, mentre nell'altra parte del locale ci sono il bancone vendita e la cassa inserita in una riproduzione di un classico baracchino da street food.
Da Mimì – Street Food D'Autore (Zona popolare – Malaspina): Giuseppe (39 anni) è titolare e cuoco del locale Da Mimì. Sin da quando era bambino, Giuseppe ha sempre dimostrato un forte interesse per la cucina: la sua famiglia è nella ristorazione da circa 70 anni, e per questo motivo sostiene che i pilastri culinari siciliani non debbano assolutamente essere stravolti.
Il suo menu propone i piatti tipici palermitani, dai pastellati alle panelle e crocchè, dalla caponata al caldume (quinto quarto bollito), fino alle rascature (scarti delle panelle) e le stigghiole (budellino di agnello alla griglia). Dall'esterno, il locale di Da Mimì richiama i classici chioschi da cibo di strada; all'interno, invece, è molto curato, con sedie e tavolini, tovaglie a scacchi bianchi e rossi, maschere africane di legno e pareti abbellite con tantissime fotografie.
Da Arianna – Dainotti's Apericapo (nel Mercato del Capo): Arianna (39 anni) è la titolare, cuoca e addetta alla vendita del locale Dainotti. Con entusiasmo e determinazione, Arianna porta avanti l'attività creata dal padre 23 anni fa.
Da Dainotti's Apericapo si possono assaggiare tutti i cibi tipici dello street food palermitano: panelle, crocchè, arancine, stigghiola, quarume, i mangia e bevi (involtini di pancetta e cipollotti), e in occasioni speciali anche i panini con la milza.
Il locale di Arianna si affaccia direttamente sulla strada del mercato del Capo: per questo motivo, vi è una parte dedicata alla vendita ed è composta da diverse bancarelle. Dall'altra parte, invece, c'è la zona dedicata al servizio con i tavolini, in mezzo ad un'atmosfera che sembra quella di un vero mercato cittadino, tra schiamazzi, colori e profumi di qualunque natura.
Roxy Panineria Friggitoria (Mondello): Noel (31 anni) è il titolare e cuoco della friggitoria. Secondo Noel, lo street food non è solo una moda ma è un'arte, la vera eccellenza di Palermo: il cibo di strada, infatti, rappresenta la base della cucina e di tutta la cultura siciliana.
Tra i piatti che si possono assaggiare al Roxy, le panelle, le crocchè, l'arancina "accarne" (alla carne) o "abburro" (bianca con prosciutto) e il panino con la milza.
Il locale si divide in due zone: all'esterno, un dehor si affaccia sul mare e sulla piazza principale di Mondello, mentre all'interno vi sono una piccola sala, la friggitoria e il bancone vendita.
ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI 5B | 15 Ottobre 2019
Quarta tappa nella Riviera di Ulisse, la costa laziale che si estende da San Felice Circeo al Golfo di Gaeta, tra acque trasparenti, promontori rocciosi, atmosfere romantiche e il cosiddetto pesce povero. A contendersi l'ambitissimo titolo – nella puntata in onda martedì 15 ottobre 2019, alle 21:15 su Sky Uno e sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW TV – ci sono: Bistrot 23 di Andrea Casale, Ricciola Saracena di Silvia Mazzone, La Tana degli Artisti di Rossella Errigo e Lacocina di Massimo Popolla. Chi tra loro riuscirà ad aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante gestito da marito e moglie della Riviera di Ulisse? Data la location d'eccezione, la sfida tra i ristoratori verterà principalmente sul pesce locale, in particolar modo sull'alice, considerato pesce povero eppure ricco di sapore e qualità nutrizionali.
I RISTORANTI DELLA QUARTA PUNTATA
Bistrot 23 (Sabaudia): titolare e chef del ristorante è Andrea (33 anni), mentre la compagna Marta gestisce la sala. Nato nel 2017, il Bistrot 23 deve il suo nome al fatto che il 23 è un numero fortunato e ricorrente nella loro famiglia.
La location del Bistrot 23 è giovanile, curata nel dettaglio con toni chiari in contrasto con i colori caldi della mise en place. All'esterno, la clientela è accolta da un gazebo molto curato, mentre all'interno il ristorante ha più le sembianze di un bar.
La cucina del Bistrot 23 è piuttosto tradizionale e genuina, ed alcuni piatti sono il frutto della fantasia e della creatività di Andrea. Uno su tutti è la sua rivisitazione della Cacio e Pepe: un bauletto di pasta cotta nel brodo di ombrina ripieno di ricotta, pecorino e parmigiano, servita su un carpaccio di ombrina.
Ricciola Saracena (Sperlonga): Silvia è la titolare e chef del ristorante, mentre Marco è il responsabile di sala e vini. Innamorati degli scorci che offre la città e degli antichi vicoletti, Silvia e Marco hanno aperto il Ricciola Saracena tre anni fa, in una location suggestiva incastonata in uno splendido vicolo vista mare e che ricorda molto i colori delle casette della Grecia.
In passato, il ristorante era un frantoio: per questo motivo gli arredi sono fatti con materiali di recupero, dalle assi di legno alle botti al posto dei tavoli.
La cucina è tradizionale, i piatti sono semplici e legati al territorio e al pesce di mare: Ravioli di ricotta di bufala con pomodorini gialli e colatura di alici di Anzio, Pesce spada con caponatina di melanzane.
La Tana degli Artisti (Terracina): Rossella e Mario sono gli "artisti" del ristorante: lei è la cuoca, mentre il marito è il titolare e gestisce la sala. I due coniugi hanno aperto La Tana degli Artisti nel 2009, uniti dalla passione e dalla voglia di creare un posto accogliente, con una cucina che rappresentasse le idee e la creatività di Rossella.
Nell'antichità, il loro ristorante era un vecchio porto romano, ed è per questo motivo che la location è piuttosto caratteristica: all'interno, vi è un pavimento del 324 A.C e le mura hanno pietre a vista.
Lacocina di Popolla (Gaeta): Massimo è titolare e cuoco, mentre Anna gestisce la sala de Lacocina di Popolla. Aperto 9 anni fa, il ristorante si trova nella piazzetta di Gaeta, zona un tempo frequentata da persone poco affidabili e riqualificata grazie al ristorante. La location de Lacocina di Popolla è assolutamente classica, con cucina a vista ed una sala e un dehors piuttosto ampi. All'interno, completano l'arredo pietre a vista e oggetti antichi appesi alle pareti.
La cucina di Massimo è genuina e verace: il pesce è il piatto principale, abbinato molto spesso a verdure e legumi, ad esempio il baccalà pastellato con la scarola.
ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI 5B | 8 Ottobre 2019
Terza tappa nella Franciacorta, zona bresciana tra le colline e il lago d'Iseo, dove non c'è piatto in tavola che non venga accompagnato da una delle tante tipologie di spumante provenienti da questa terra. Alessandro Borghese va alla ricerca del miglior ristorante con degustazione bollicine della Franciacorta. In lizza per l'ambito titolo ci sono: La Corte, Bella Iseo, Hostaria Uva Rara e Cadebasi Franciacorta.
I RISTORANTI DELLA TERZA PUNTATA
Ristorante Bella Iseo (Pilzone d'Iseo): titolare e gestore è Fabio (46 anni), che vanta una carriera nel campo della ristorazione di quasi 30 anni. Fabio ha iniziato a gestire il Bella Iseo da due anni e ritiene che il suo ristorante offra una perfetta cornice della Franciacorta. La location del Bella Iseo è particolarmente suggestiva: il ristorante si trova in un'antica struttura che contrasta con l'interno moderno. Inoltre, la terrazza affacciata sul lago offre un panorama mozzafiato.
La cucina del ristorante Bella Iseo propone diversi elementi: il Franciacorta, i prodotti del bresciano e il pesce di lago. Fabio descrive la sua cucina come un connubio di semplicità, ricette salutari e tecniche moderne. Il suo cavallo di battaglia è il risotto che manteca con il Franciacorta, un vino che ritiene essere adatto ad ogni piatto perché, essendo secco, permette di sgrassare la bocca prima di ogni assaggio.
Ristorante La Corte (Palazzolo sull'Oglio): Aldo (56 anni) è il cuoco e titolare del Ristorante La Corte, che ha aperto insieme alla moglie Cinzia nel 1993. Aldo lavora come cuoco da più di 40 anni, e nel corso della sua carriera ha accumulato molta esperienza in diverse cucine.
La location del Ristorante La Corte è molto elegante e curata, contestualizzata in un ambiente classico e pulito, dove non mancano pezzi d'arte come quadri, sculture e vasi. Inoltre, una mise en place contemporanea e una cucina creativa contribuiscono a dare un tocco ricercato al ristorante. Il menu alla carta propone una cucina elaborata che privilegia pesce e verdure, ma anche primi piatti dal gusto intenso.
Aldo ha anche fatto fare una cuvée di Franciacorta che porta il suo nome, il "vino della casa".
Hostaria Uva Rara (Monticelli Brusati): Daniela (60 anni) è la titolare, insieme al marito, dell'Hostaria Uva Rara e si occupa della gestione della sala. Il destino ha voluto che Daniela nascesse proprio all'interno di un ristorante, quindi questo lavoro ce l'ha proprio nel DNA. Daniela si definisce una donna caparbia, appassionata e curiosa: ama prendere spunti da altri ristoranti e provare cucine che non le appartengono.
La location dell'Hostaria Uva Rara è molto elegante e classica, curata e femminile, a differenza della dicitura "Hostaria". Il ristorante si trova all'interno di una casa ristrutturata risalente al 1400, in un'antica corte. La cucina dell'Hostaria è affidata al marito, ma sempre sotto stretta supervisione di Daniela. Inoltre, i due vantano una cantina ben fornita, con oltre 100 etichette solo di Franciacorta.
Cadebasi Franciacorta (Palazzolo sull'Oglio): Alessandro (34 anni) è chef e socio del ristorante Cadebasi, aperto insieme all'amico Giuseppe dopo diverse esperienze all'estero. I due hanno scelto come territorio proprio la Franciacorta perché affine alla loro idea di ristorazione. Alessandro si dice curioso di trovare realtà che facciano le cose perbene, indipendentemente dalle scelte di ogni ristoratore.
La location del Cadebasi è nuova e molto curata nei dettagli: ci sono luci particolari, colori accesi, che garantiscono un'atmosfera soffusa che sa di metropolitano e di design. La cucina ha un livello medio-alto che punta alla ricerca qualitativa della materia prima. Elemento di spicco è la selezione di vini, che spazia dal locale all'internazionale.
ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI 5B | 1 Ottobre 2019
Seconda tappa nel Gargano, alla ricerca del miglior ristorante di pesce della zona. In lizza per il titolo ci sono: Al Trabucco da Mimì, il Ristorante Eden, il Capriccio e il Camavitè.
I RISTORANTI DELLA SECONDA PUNTATA
Al Trabucco da Mimì: il titolare è Domenico, 29 anni, chef del ristorante aperto dai nonni nel 1975, ora gestito da lui e dal gemello Vincenzo. Domenico sottolinea come il suo ristorante sia in continua evoluzione e lontano dai canoni prettamente turistici: "combatto contro i risotti di mare, lo spaghetto alle vongole e la frittura mista perché sono piatti di massa", dice. La cucina è il regno di Domenico, decide lui il menu e cerca di variare i piatti usando ad esempio al posto della vongola verace il lupino dell'Adriatico, esaltando i prodotti del territorio, con alcuni tratti di contaminazione. La location è spartana e storica, a diretto contatto con il mare, dove ancora riescono ad azionare il "trabucco", l'antico strumento per la pesca tipico della costa del Gargano con il quale, in alcuni periodi, si pescano cefali, alici e sardine.
Ristorante Eden: Katia, 47 anni è la titolare e cuoca del Ristorante Eden, così chiamato perché si trova proprio sulla spiaggia "ed è un vero paradiso" da cui godere dei tramonti sul mare. Katia è una cuoca autodidatta ed ha imparato tutto da sua madre, dalla zia e dalla signora che c'era prima nella sua cucina. Divide il lavoro con il suo ex marito che si occupa della grande griglia posizionata proprio sulla spiaggia. La cucina del ristorante Eden è tradizionale: troccoli con le seppie ripiene, linguine allo scoglio locale, pesce alla griglia, frittura mista. Ogni tanto Katia inventa qualche piatto, ad esempio: le linguine ai gamberi, lime, menta e pecorino. Il piatto più forte del ristorante è senz'altro il pesce fresco alla griglia, tutto rigorosamente a Km zero.
Il Capriccio: titolare e chef del ristorante è Leonardo, 42 anni, in cucina dall'età di 12. Il Capriccio è uno dei pochi ristoranti in Italia che ha una passerella di 25 metri sul porto dove è possibile arrivare in barca, ormeggiare e pranzare o cenare mentre i pescatori arrivano con il pesce fresco. La cucina di Leonardo ha varie formule: dall'esperienza gourmet all'aperitivo, spaziando tra piatti e vini del territorio e internazionali, il tutto a contatto con i pescatori. Nei piatti di Leonardo non mancano il pesce – mai di allevamento – le verdure e i legumi. Uno dei suoi piatti simbolo è il risotto ai ricci di mare, che lo ha reso noto sulle guide, e la cozza ripiena: aperta e farcita con composta di formaggi locali come il pecorino o il cacio ricotta, richiusa e cotta nel brodetto di pesce. Leonardo ha rivisitato questo piatto rendendo il guscio della cozza commestibile ricreandolo con la pasta di cracker al nero di seppia e scomponendo le salse di pomodoro con variazioni come basilico o aglio.
Camavitè: Vincenzo, 27 anni è il titolare del ristorante e gestisce anche la sala, posizionata proprio sugli scogli. Dopo anni di studio, Vincenzo è tornato nel ristorante di famiglia per portare un po' di innovazione. Infatti, in abbinamento a piatti legati alla tradizione, propone dei cocktail in grado di esaltare i sapori della Puglia. La cucina del ristorante Camavitè si lega alla tradizione del territorio con un impiattamento moderno e ingredienti che vengono scelti in base alla stagionalità, tra i quali predilige pesce povero ma anche seppie, gamberi, mazzancolle e cefalo. I cocktail del Camavitè vengono definiti da Vincenzo "pugliesi" in quanto sono rivisitati con i sapori della zona come il "Mediterraneo" un centrifugato di basilico e limone del Gargano allungato con la cedrata e come base alcolica il gin.
ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI 5B | 24 Settembre 2019
Per la prima puntata, Chef Borghese è volato ad Hong Kong per scoprire il miglior ristoratore italiano a Hong Kong: si sfidano quattro ristoratori italiani per individuare il miglior rappresentante della cucina tricolore della cosmopolita metropoli asiatica. La "città più verticale del mondo", com'è definita Hong Kong, è da sempre crocevia tra le varie cucine internazionali nonché il luogo in cui la cucina dell'Estremo Oriente si fonde con quella di tutto il pianeta. E anche a Hong Kong, tra i grattacieli avveniristici che svettano nel mezzo della più classica tradizione asiatica, il cibo italiano riscuote sempre un enorme successo grazie ai tantissimi ristoratori del Belpaese che dall'altra parte del mondo portano in tavola un pezzo di Italia. Quattro di loro – Christian, Ermanno, Stefano e Alessandro – si sfidano, guidati da Alessandro Borghese. In una città così cosmopolita quale sarà il bonus di puntata?
I RISTORANTI DELLA PRIMA PUNTATA
Il Pirata: il titolare è Christian, 45 anni. Per l'occasione, lui starà in sala e farà il padrone di casa. Christian, originario di Torino, è un uomo di mondo, avventuroso, che si è trasferito a Hong Kong nel 1993 con l'idea di rimanerci solo 6 mesi. La sua carriera lì, però, ha preso una piega molto positiva e ha iniziato a lavorare per i più grandi ristoranti e gruppi di hotellerie cinesi. Quattro anni fa ha deciso di aprire, insieme a un socio, qualcosa di suo con Il Pirata: "l'abbiamo fatto con quattro soldi, ci abbiamo scommesso", dice Christian, ma poi nel giro di due anni hanno aperto 12 ristoranti per tutta la città. È di fatto un uomo buono, un chiacchierone che ama divertirsi e scherzare, ma anche avventuroso, determinato e competitivo. La cucina de Il Pirata è tradizionale italiana, ma molto semplice con le ricette più tipiche e casalinghe. Christian è molto pignolo e preciso sul lavoro, quindi è assolutamente pronto a giudicare un piatto e a dire la sua.
Dine Art Private Kitchen: Alessandro (43 anni), titolare e chef di Dine Art Private Kitchen, si occupa anche della parte di reservation e creazione di eventi. Alessando è di Rimini e ha viaggiato il mondo tra America, Londra, Birmania e Jakarta, per poi stabilirsi a Hong Kong 11 anni fa. Insieme all'amico Luca ha creato Dine Art circa un anno fa, creando un ambiente unico ed esclusivo. Alessandro non sprizza di simpatia, ma è un gran chiacchierone: si descrive come una persona impulsiva, che non ha peli sulla lingua e competitivo. "Se fai il cuoco devi avere un po' di quella roba lì", sostiene. La cucina del Dine Art prende spunto dalla cucina di tradizione italiana per poi essere rivisitata in chiave moderna e contaminata con altre culture. L'impiattamento è super curato, ricco di colori e forme: la sua filosofia è "il nostro messaggio è rappresentare l'arte nei piatti". Alessandro è convinto che il Dine Art offra un'esclusività unica.
The Italian Club: il padrone di casa è il titolare Stefano, 42 anni. È nato a Monza da una famiglia di origini siciliane. Dopo aver praticamente girato il mondo tra Texas, Londra e Thailandia, si è stabilito ad Hong Kong 3 anni fa aprendo un ristorante italiano tutto suo. Stefano era stufo di non incontrare mai all'estero la vera cucina italiana, o almeno una copia decente, perciò ha deciso di farla lui stesso! È un uomo schietto, senza tanti peli sulla lingua, ne ha una per tutti. Non sopporta la falsità, preferisce essere diretto, onesto e trasparente. È un businessman: "il made in Italy non sa vendere al cinese, mentre io sì", sostiene con orgoglio. La cucina del The Italian Club è nelle mani di un "kitchen staff" straniero, perché Stefano è convinto che per creare i piatti tradizionali italiani non ci sia bisogno di chef "che mettono creatività" ma di meri esecutori e assemblatori di materie prime eccellenti, che per il suo ristorante ricerca lui personalmente. Stefano è ultra competitivo e critico verso la cucina italiana all'estero. È super convinto della sua proposta, di essere uno dei migliori e soprattutto di essere conosciuto da tutti.
Segreto Exclusive Italian Private Kitchen: Ermanno (42 anni) è il titolare e si occupa della cucina. Originario di Napoli, ha girato il mondo prima come animatore e poi come esperto di food & beverage: vive a Hong Kong da 23 anni. Ermanno è lo showman del suo locale: molto simpatico, a tratti comico, logorroico, dalla battuta sempre pronta, avventuroso, competitivo e molto critico verso gli altri ristoratori italiani presenti nella metropoli cinese. Ermanno ha voluto aprire un locale differente ad Hong Kong che possa rappresentare "l'ambasciata del cibo italiano". Ermanno descrive la cucina del Segreto come ultra tradizionale, che trova le sue fondamenta nelle antiche ricette di famiglia. Ermanno si ritiene il solo ad Hong Kong a proporre la vera e autentica cucina italiana fatta in casa dalla A alla Z. Vuole vincere 4 Ristoranti perché si ritiene semplicemente il migliore e soprattutto vuole dimostrare che la sua è la vera cucina italiana.
foto credit: courtesy of Ufficio Stampa Sky