Le Iene Show
Le Iene Show

Le Iene Show, intervista esclusiva all’ex terrorista Cesare Battisti


Giovedi’ 2 febbraio 2012 alle ore 21.10 su Italia 1 nel secondo appuntamento con la nuova edizione de “Le Iene Show” va in onda un’intervista esclusiva all’ex terrorista Cesare Battisti, che parla a 360 gradi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, della sua condanna, della sua latitanza e della sua nuova vita. Quando gli viene […]

Giovedi’ 2 febbraio 2012 alle ore 21.10 su Italia 1 nel secondo appuntamento con la nuova edizione de “Le Iene Show” va in onda un’intervista esclusiva all’ex terrorista Cesare Battisti, che parla a 360 gradi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, della sua condanna, della sua latitanza e della sua nuova vita.

Quando gli viene chiesto come mai non chiami il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per spiegarsi con lui, l’ex terrorista risponde:

“Prima di tutto Napolitano mi manderebbe a quel paese perché lui è il Presidente della Repubblica e io sono un signore nessuno. Secondo, Napolitano mi pare che in quegli anni era uno dei massimi avversari del movimento rivoluzionario, quindi pare che sia rimasto avversario… Secondo me, Napolitano sa benissimo chi sono, cosa ho fatto e cosa non ho fatto. Non ha bisogno che io glielo dica. Anche perché se io glielo dico lui non ci crede. E secondo me anche se ci crede non ha nessuna intenzione di crederci, di diffonderlo. Semplicemente perché Napolitano a me sembra davvero un irriducibile degli anni ’70, dell’ex P.C. stalinista ecc. ecc. A me non sembra che Napolitano sia la persona adeguata per dire oggi all’Italia ‘Giriamo la pagina, dimentichiamo il passato, riconosciamo le responsabilità, riconosciamo la storia, riappacifichiamoci’. Non mi pare che Napolitano stia dando esempio di questo”.

Di seguito uno stralcio dell’intervista:

Iena: Inizia tu a riconoscere le tue responsabilità. Digli qualcosa, insomma, facci capire cosa hai in testa.
C.B. rivolge un appello a Napolitano: “Signor presidente Napolitano, mi dia la possibilità di difendermi. Di presentarmi di fronte ad un tribunale, oggi in Italia, e di potermi difendere, di rispondere ad un interrogatorio vero, come non è mai successo, e così io mi comprometto a rispondere delle mie responsabilità d fronte alla giustizia italiana”

Iena: Per o stato italiano tu oggi chi sei?
C.B.: “Sarò il mostro che sta in prima pagina, non lo so”…

Iena: Oggi dove vivi?
C.B.: “Oggi sto vivendo in Brasile, finalmente libero.”

Iena: Dove siamo?
C.B.: “Cananéia, nel litorale sud dello stato di San Paolo”.

Iena: È un bel posto?
C.B.: “È un posto bellissimo, peccato che piove spesso”

Iena: Dove puoi permetterti di andare?
C.B.: “Oggi finalmente con i documenti posso viaggiare in tutto il Brasile liberamente”

Iena: Non puoi tornare in Italia?
C.B.: “Io vorrei, ma non posso”.

Iena: Di cosa sei accusato?
C.B.: “Io sono stato condannato per quattro omicidi”

Iena: Quattro omicidi e quaranta rapine.
C.B.: “Omicidi, rapine… associazione sovversiva e insurrezione armata contro i poteri dello Stato”

Iena: Di cosa ti ritieni veramente responsabile?
C.B.: “Io non posso negare di essere un membro di “Proletari Armati per il Comunismo”, quindi ho partecipato a un gruppo armato”

Iena: Cosa significa partecipare ad un gruppo armato?
C.B.: “Ho commesso dei reati, ho fatto uso delle armi anche se non ho mai sparato contro nessuna persona”

Iena: Vuoi dirci che non hai mai ucciso nessuno?
C.B.: “Non ho mai pensato di uccidere nessuno”

Iena: Ma tu l’hai mai dimostrato in tribunale che non hai mai sparato a nessuno?
C.B.: “Io non sono mai stato interrogato, né da un poliziotto, né da un giudice…”

Iena: Non ti hanno mai interrogato perché sei scappato…
C.B.: “Mha, io sono stato interrogato e processato e sono stato condannato a più di 12 anni per associazione sovversiva e detenzione di armi…”

Iena: E poi?
C.B.: “Poi sono scappato di prigione e pensavo che il mio processo fosse finito lì. Dopo ho saputo che ero stato condannato all’ergastolo”

Iena: Due ergastoli…
C.B.: “No, un ergastolo… mi sembra abbastanza…”

Iena: Guarda che sono due…
C.B.: “Tutto è possibile…”

Iena: Due ergastoli.
C.B.: “Io sapevo solo di uno ma…”

Iena: Lo sai che per gli italiani sei un criminale?
C.B.: “Probabilmente sono male informati”

Iena: In che senso?
C.B.: “Gli italiani dovrebbero chiedersi ‘Ma perché tutti se la prendono con questo Battisti quando sono centinaia e migliaia le persone che in quel periodo lì hanno praticato la lotta armata?”

Iena: Ma tu per tutti sei un criminale che l’ha fatta franca.
C.B.: “No, io mi sento piuttosto qualcuno che non sa quello che gli sta succedendo”

Iena: Cioè?
C.B.: “Cioè che di un dì all’altro cominciano ad accusarmi di qualsiasi cosa.. tutti addosso… e devo proteggermi, devo salvarmi, devo fuggire.”

Iena: Perché non ti assumi le tue responsabilità e non affronti la giustizia italiana?
C.B.: “Ma come posso assumere delle responsabilità se il mio processo è passato in definitivo? Io non ho nessuna possibilità di difendermi di fronte ad un giudice. Non esiste più questa possibilità”.

Iena: Ma se per assurdo ti dicessero ‘Ok Battisti, ripartiamo da zero e facciamo il processo. Tu cosa fai?
C.B.: “Viva l’Italia (facendo il segno della vittoria con entrambe le mani). Io vado.”

Iena: Affronti la giustizia italiana?
C.B.: “Ma è chiaro che affronto la giustizia italiana. Non chiedo altro.”

Iena: È tutta la vita che scappi. Sei evaso nel?
C.B.: “1981”

Iena: Dal carcere di?
C.B.: “Frosinone”

Iena: E come hai fatto ad uscire da lì?
C.B.: “Un gruppo di amici e compagni hanno attaccato la prigione e mi hanno liberato.”

Iena: E poi?
C.B.: “Ho lasciato l’Italia e sono fuggito in Francia… Fino al 2004 in Francia io ho dimostrato quello che ero, cioè la persona che aveva voltato la pagina con gli anni ’70.”

Iena: E poi cosa è successo?
C.B.: “È successo che di colpo scoprono che c’è un Cesare Battisti in mezzo ad un centinaio di altri rifugiati, che è un terrorista, un assassino che bisogna prendere a tutti i costi. E io sono costretto a fuggire.”

Iena: Ci racconti come nel 2004 sei scappato dalla Francia?
C.B.: “Sono scappato con l’aiuto di amici in una maniera molto artigianale con mezzi improvvisati senza nessuna organizzazione così grande come si immaginano molti ma con cose ridicole quasi.”

Iena: Tipo?
C.B.: “Prendere una barca pensando che posso fare dieci ore di mare e la barca non ne fa neanche due…”

Iena: Sei scappato in barca?
C.B.: “Ci ho tentato per lo meno”

Iena: Da Parigi sei andato al mare, poi hai preso una barca con l’intenzione di andare dove?
C.B.: “Per andare in Africa, ma non ci sono riuscito e sono dovuto tornare indietro.”

Iena: Poi cosa hai fatto?
C.B.: “Poi ho trovato altri mezzi… preferisco non entrare nei dettagli…”

Iena: Perché?
C.B.: “Non mi sembra corretto nei confronti delle persone che mi hanno aiutato.”

Iena: Perché hai scelto di scappare proprio in Brasile?
C.B.: “Perché era un paese che aveva già accolto altri rifugiati italiani e perché era un paese che stava prendendo una direzione politica interessante.”

Iena: I documenti?
C.B.: “Sono stati prestati da amici”

Iena: E il latitante Cesare Battisti come ha vissuto dal 2004 al 2007 in Brasile?
C.B.: “Ho vissuto male perché io non mi sentivo più di fare una vita clandestina. Non avevo più voglia di fuggire. Volevo costituirmi ma non sono stato consigliato bene, non sapevo cosa fare, ero isolato…”

Iena: Per comunicare con i tuoi cari, come facevi?
C.B.: “Non lo facevo.”

Iena: E perché non avevi i contatti?
C.B.: “Temevo di essere preso prima di potermi costituire alle autorità brasiliane.”

Iena: E questa vita che hai fatto da latitante, tu la consideri una vita?
C.B.: “No, io la considero una merda. Quando mi hanno preso per me è stato un momento di libertà, non aspettavo altro. Per quello che c’è questa famosa foto che quando mi prendono, che sono all’aeroporto, che sto sorridendo. Perché per me era una liberazione. Era finita.”

Iena: E se ti avessero estradato?
C.B.: “Se mi avessero estradato sarei in Italia facendo l’ergastolo innocentemente”

Iena: E adesso in che situazione sei?
C.B.: “Adesso sto cercando di ricostruire la mia vita. Sono appena tre mesi che sto fuori”

Iena: Ce l’hai una famiglia?
C.B.: “Ho una compagna, una compagna che amo”

Iena: E hai dei progetti con lei?
C.B.: “Ho dei progetti”

Iena: Tipo?
C.B.: “Di lavoro e di vita coniugale.”

Iena: Quanti anni ha?
C.B.: “27 anni”

Iena: È bella?
C.B.: “Per me sì”

Iena: Perché gli piaci?
C.B.: “È quello che mi chiedo anch’io…”

Iena: E perché si è innamorata di te?
C.B.: “Ah, io non rispondo, devi chiederlo a lei”

Iena: Sei soddisfatto della tua vita?
C.B.: “Non posso dire che sono soddisfatto della mia vita. Posso dire che ho fatto di tutto, il possibile, per essere coerente, essere onesto e non mentire a me stesso.”

Iena: Non mentire anche a noi. Che razza di uomo sei?
C.B.: “Cesare Battisti non è quello che è stato sbattuto in prima pagina”

Iena: Ti senti ancora un militante politico?
C.B.: “Certo, sono un militante. Non ho mai smesso di esserlo.”

Iena: In cosa sei ancora un combattente?
C.B.: “Io credo e lotto per una giustizia sociale, per il benestare, per la pace di tutti”

Iena: Quando è stata l’ultima volta che hai sparato?
C.B.: “Sparato?”

Iena: Sparato.
C.B.: “Sparato… io non mi ricordo. Non mi ricordo… avrò sparato qualche colpo di fucile quando ero ragazzino. Mio padre aveva un calibro 16, di quelli vecchi. Forse devo averlo usato per sparare contro un albero, qualche cosa così.”

Iena: In manifestazione non è mai successo? In quel periodo sparavano in tantissimi.
C.B.: “In manifestazione? No, non ce l’ho mai avuta un arma in manifestazione”

Iena: Ma un’arma ai tempi l’avevi o no?
C.B.: “Io ho avuto armi ma non le ho mai usate. Ho partecipato ad azioni armate ma dove non sono state usate le armi.”

Iena: Ti consideri un perseguitato?
C.B.: “No, mi considero uno sfigato.”

Iena: Il tuo esilio è una pena?
C.B.: “Certo che è una pena.”

Iena: Definisci la tua pena.
C.B.: “Privare la persona dei propri affetti, di non poter tornare nel luogo dove è nato, di non poter rivedere la famiglia… vivo questa cosa con una grande ingiustizia.”

Iena: Per cui ti senti più vittima o colpevole?
C.B.: “Io sono responsabile delle mie azioni ma mi sento vittima, perché, secondo me, sono stato responsabilizzato per cose di cui non posso prendere la responsabilità.”

Iena: Ti senti più furbo o coglione?
C.B.: “Coglione è chiaro. Se io fossi furbo non sarei in una situazione di queste…”

Iena: Utile o idiota?
C.B.: “Utile.”

Iena: Uno che ha dato o uno che ha preso?
C.B.: “Che ha dato.”

Iena: In due parole, per cosa combattevi?
C.B.: “L’ingiustizia, la miseria, l’abuso di potere, la corruzione.”

Iena: E oggi per cosa combatti?
C.B.: “La stessa cosa.”

Iena: Hai un’idea per migliorare la tua situazione?
C.B.: “In Italia c’è stato un movimento armato molto grande… sono morte molte persone, tante altre sono state imprigionate e hanno pagato per gli errori di un paese intero. L’Italia dovrebbe avere il coraggio di girare la pagina, facendo un’amnistia totale su tutto quello che è successo negli anni ’70.”

Iena: E allora tu inizia a fare un’autocritica.
C.B.: “È chiaro che è stato un errore per me prendere le armi”

Iena: Invece di prendere le armi cosa avresti dovuto fare?
C.B.: “Costruire e creare verità e lottare per una coscienza politica di classe”

Iena: Allora prendere le armi è stata una cazzata…
C.B.: “Prendere le armi è stata una cazzata, ma si può dire una cazzata quando il tuo migliore amico cade per strada e te lo ammazzano? E quando tu hai 20 anni, 18 anni, 17 anni… hai raziocinio, ragione, sentimenti e saggezza per non prendere quell’arma che ti viene offerta?”

Iena: I tuoi genitori che cosa si aspettavano da te?
C.B.: “Si aspettavano che fossi un buon comunista e che diventassi medico.”

Iena: Invece sei diventato un buon terrorista e com’è che oggi sei uno scrittore?
C.B.: “Per sfida, perché una volta a scuola un professore mi ha provocato, mi ha umiliato di fronte a tutti e da allora ho deciso che dovevo dimostrare che sapevo scrivere… probabilmente non ci sono mai riuscito, ma comunque ci ho provato.”

Iena: Ma ti senti uno scrittore?
C.B.: “Ormai devo ammettere di sì, lo sono visto che vivo di questo.”

Iena: Chi è un dissociato?
C.B.: “È un poveretto che stava dentro e che non sarebbe più uscito se non accettasse di rinnegare i propri ideali…”

Iena: Chi è un irriducibile?
C.B.: “Qualcuno che non rinuncia a qualcosa…”

Iena: Chi è un pentito?
C.B.: “Uno che pecca e si pente… nel caso italiano è stata usata la parola pentito. In realtà si dovrebbe parlare di delatore.”

Iena: È per un pentito che ti sei beccato due ergastoli?
C.B.: “È un delatore, collaboratore di giustizia passato completamente dall’altra parte perché ha accettato di accusare persone innocenti.”

Iena: Tra pentito, dissociato e irriducibile, cosa scegli?
C.B.: “Scelgo di essere uomo responsabile”

Iena: Finisci la frase, ogni persona ha il diritto di?
C.B.: “Di vivere liberamente”

Iena: La legge è uguale per?
C.B.: “Tutti”

Iena: È vero?
C.B.: “Dovrebbe, ma non lo è.”

Iena: Perché?
C.B.: “Perché l’abuso di potere fa parte del potere stesso.”

Iena: La proprietà privata è un?
C.B.: “È un mezzo furto (ride)”

Iena: Perché ci hai messo il “mezzo”?
C.B.: “Perché potremmo avercela tutti questa proprietà privata, un poco ciascuno.”

Iena: Che vuol dire?
C.B.: “Voglio dire che secondo me il comunismo non è miseria per tutti. È ricchezza per tutti.”

Iena: Sei nato per?
C.B.: “Per vivere libero.”

Iena: Alla fine vincono sempre i buoni?
C.B.: “Quasi mai.”

Iena: Che differenza c’è tra te e Vallanzasca?
C.B.: “Siamo italiani”

Le Iene
Impostazioni privacy