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La storia dietro a ‘Bella Ciao’, canzone simbolo di ribellione, nel documentario in arrivo su History Channel


Il documentario indaga la vera storia della canzone popolare più famosa al mondo ed è patrocinato dall'ANPI; in autunno sarà trasmesso su History Channel.

E' quasi terminata la produzione del docufilm "Bella ciao, Song of rebellion" sulla vera storia della famosa canzone popolare "Bella ciao". Patrocinato dall'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), il progetto inedito è stato ideato a Modena nel 2019 e vede coinvolti in partnership Millstream Films & Media – società britannica con sede italiana operativa a Bologna con consolidata esperienza nel racconto non-fiction – e Ala Bianca Editore, titolare – assieme alle Edizioni Bella Ciao srl – dei diritti di "Bella Ciao", resi disponibili in esclusiva per la sincronizzazione nel documentario. Grazie alla partnership con A+E Networks Italia –editore dei canali History, Crime+Investigation e Blaze- il documentario sarà in onda su History Channel (Sky Canale 411) in autunno.

Da Praga nel 1947, al Festival della Gioventù Democratica dove "Bella Ciao" è stata presentata nella versione partigiana, dal Festival di Spoleto del 1964, dove si cantò una Bella Ciao, in versione popolare mondine, ai partigiani della brigata Maiella (Abruzzo) e Brigata Garibaldi (Marche), il documentario sarà "un viaggio nel tempo, alla scoperta delle stratificazioni musicali di una partitura misteriosa, che si è modificata e trasformata fino a diventare patrimonio collettivo dell'umanità".

L'itinerario di ricerca parte ad ottobre 2020 con l'intervista a Fausto Amodei, cantautore e musicologo, autore de "Per i morti di Reggio Emilia", tra le 'colonne sonore' degli anni '70, il primo che nel '63  ha rielaborato, trascritto e registrato il copyright della versione partigiana di Bella Ciao. Poi Giovanna Marini è stata protagonista dello spettacolo 'Bella Ciao' del Nuovo Canzoniere Italiano a regia Roberto Leydi e Filippo Crivelli, divenuto popolare a seguito della rappresentazione al Festival di Spoleto del 1964 a causa delle polemiche, degli scontri politici e del clamore suscitato. Tra le altre interviste, quella con Stefano Arrighetti, Presidente dell'Istituto Ernesto de Martino, il più grande archivio d'Europa sulla canzone popolare, sociale e di lotta, Paolo Pietrangeli, regista, scrittore, autore di "Contessa" l'inno del '68 cantato nelle piazze da operai e studenti, fino a Debora Kooperman, che evoca la scena musicale a New York negli anni '60. 

Con l'aiuto di etnomusicologi e studiosi, quali lo storico Cesare Bermani, esponente di spicco di una tradizione di ricerca basata sull'utilizzo delle fonti popolari, il documentario indaga le radici più profonde di Bella Ciao, rintracciando l'origine della melodia da una canzone filastrocca di origini trentine e venete e da un canto piemontese, e ancor prima in una canzone francese del 1500 e in un canto Yiddish dell'Est Europa.

Ulteriori testimonianze e inediti materiali d'archivio sono stati raccolti anche in Germania, Franciae Cile.

La distribuzione del documentario è affidata Lilium Distribution.

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